Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: EuphemiaMorrigan    04/10/2018    3 recensioni
Di un uomo si capisce tutto da come mangia.
[JosuYasu]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Josuke Higashikata, Okuyasu Nijimura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I wanna be your lover.

Josuke Higashikata non era solito arrovellarsi troppo il cervello su certe sciocchezze, preferiva i fatti alle parole. Ciononostante da un pezzo si domandava il perché fossero improvvisamente mutati i suoi sentimenti, com’erano arrivati a quel punto della loro relazione, e se mai Okuyasu avesse capito il motivo per il quale lo aveva invitato a pranzo al ristorante di Tonio proprio quel giorno.
Conoscendolo però quella era una vana speranza.
«Duuude – la fonte dei suoi mal di testa lo riportò alla realtà, sventolandogli la mano davanti al viso. – se non mangi la finisco io!» Indicò il piatto di spaghetti fumanti, ancora intonsi.
«Sei una discarica, Oku» disse, permettendogli però di afferrare la porzione. In fondo la fame gli era passata e al ristorante Italiano aveva il conto aperto da mesi… Cifra che non avrebbe mai saldato, scappando da un inferocito Tonio nell’istante in cui si sarebbe ricordato dei soldi dovuti.
Nijimura spalancò gli occhioni da pesce lesso, divenuti addirittura lucidi «S-sei il miglior bro dell’Universo!». Aveva immediatamente ripreso a mangiare, con tanto impegno che non s’era compresa quasi per nulla la frase balbettata in precedenza, anche se purtroppo Josuke aveva recepito l’essenziale.
Il viso di Higashikata si contrasse in una smorfia, ma alla fine liberò un sospiro rassegnato e poggiò il gomito al tavolo, sorreggendo il capo rivolto verso Okuyasu con una mano mentre gli sorrideva dolcemente e lo osservava mangiare.
Solo un cieco avrebbe ignorato quello sguardo. Qualche settimana prima addirittura Koichi lo aveva preso da parte e chiesto a disagio: “E-ehm, J-josuke per caso… Cioè sembra tu sia innamorato di Okuyasu”.
Non aveva negato. Aveva imparato ad accettare se stesso senza vergogna da tempo, così come i sentimenti che lo legavano al migliore amico. Peccato, malgrado fosse palese il suo interesse, Nijimura rimanesse un tontolone dal cuore d’oro, troppo innocente per capire il desiderio celato dall’altro.
Le iridi azzurre s’adombrarono, si sarebbe accontento di diventare il piatto di spaghetti che l’altro stava divorando con tanta foga, anzi quasi gli venne spontaneo chiedersi se fosse così insaziabile anche in altre circostanze e…
Strabuzzò le palpebre quando la forchetta sfiorò le sue labbra, indietreggiò d’istinto e si pulì la bocca dal sugo con il dorso della mano: «Cosa…?».
«Di che hai paura, buddy? Volevo fartela assaggiare! Neanche ti avessi messo in bocca il cazzo».
Le orecchie di Josuke divennero scarlatte.
«Potevi avvisare, bro» replicò imbronciato, ma ne approfittò lasciandosi volentieri imboccare.
Doveva a malincuore ammetterlo: i pasti di Tonio erano molto prelibati, anche se non apprezzava il carattere del cuoco, visto che da quando aveva ficcato il naso nella sua cucina lo trattava come un portatore di germi. E fu esattamente al momento del dolce, da loro non ordinato, che si rese conto di quanto gli Italiani potessero essere infami.
«Un ottimo tiramisù per la coppietta felice!». Il demonio Europeo annunciò il suo arrivo con un marcato accento del sud.
«Coppia?» Gracchiò in risposta Okuyasu, giustamente confuso.
«NON MENTIRMI! – urlò nella lingua madre Tonio, euforico come non mai. Stava quasi spezzando la schiena del poveretto per la forza con la quale ci lasciava delle grosse pacche. – Nel mio Paese quando due giovani si fidanzano è solito fare una festa in famiglia! Perché il cibo preparato con amore unisce e rende gioiosi!».
«G-great Tonio, ma...» Josuke incassò il collo nelle spalle, provando a bloccarlo.
«Offro io! Sono così felice di vedervi insieme!».
«Wow! Amico dici davvero?! Lucky!». Nijimura pareva così entusiasta all’idea di gustarsi un pasto gratis che aveva completamente rimosso qualsiasi altro – imbarazzante – discorso, fiondandosi sul dolce un secondo dopo.
Nonostante la spensieratezza dell’amico durante tutto il pasto, Josuke si sentì più tranquillo soltanto una volta fuori dal locale. Seppur avesse il cuore in gola, che batteva come un martello pneumatico.
Stupido Tonio.
Divenne rigido nell’istante in cui il braccio di Okuyasu gli circondò goffamente la vita e, boccheggiando a causa della vicinanza, domandò: «Che diamine fai, bro?».
«Non ho capito bene quello che è successo, sai che sono un po’ ottuso. – mormorò, giustificandosi. – Però a me va bene! Bro… Se sei tu mi va bene tutto!».
Lo aveva detto in una maniera così candida, ma convinto delle sue parole, che Josuke sentì le guance bruciare dall’emozione e gli occhi pizzicare. Di nuovo si coprì il viso con la mano e, lasciandosi volentieri stringere dall’altro, accennò un sorriso: «Sei davvero great, Okuyasu!».
A quel punto però, Josuke poté quasi udire la deglutizione dell’altro farsi pesante, preda dell’agitazione causata dal contatto fisico differente dal solito. Nijimura era troppo ingenuo e buono, sicuramente aveva detto quelle parole solo per non ferirlo.
Sorrise amaro, dopodiché provò a liberarsi dall’abbraccio e rassicurarlo che nulla sarebbe cambiato fra di loro; non l’avrebbe mai costretto facendo leva sull’amicizia che li legava.
«Quindi ora dovrei baciarti?».
La domanda di Okuyasu lo ridestò da quei pensieri, e la presa salda sulle spalle cominciò a mandarlo in panico e confonderlo.
«E-ehi? – sbraitò paonazzo. – Che stai…?».
Non ebbe la possibilità neanche di replicare, o respirare, le labbra dell’amico sfiorarono rapide le sue, paralizzandolo sul posto. Josuke innumerevoli volte aveva immaginato quel bacio, credeva sarebbe stato imbarazzante, inesperto, freddo e scambiato in un posto isolato, non di certo poco lontani dal ristorante di Tonio, per strada e in pieno giorno. La pelle di Okuyasu era liscia e morbida, piacevolmente tiepida, veniva voglia di morderlo… Forse lo stesso Okuyasu aveva avuto quell’idea, dato che stava martoriando la sua bocca da un poco, spingendolo ad approfondire il contatto con fiato corto. Impaziente.
Decisamente fra realtà e fantasia c’era una differenza abissale, ma Josuke dovette allegramente ammettere che la diceria popolare era vera: di un uomo si capisce tutto da come mangia.


Angolo autrice: 
Ho provato a scrivere una cosa piccina anche su questo fandom, spero vi piaccia. 
Grazie di aver letto. 

   
 
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