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Autore: Iron_Captain    04/10/2018    3 recensioni
Un killer misterioso che sta terrorizzando la città... Una verità che sconvolgerà la vita di Judy... Cosa accadrà e come riuscirà Judy Hopps ad affrontare e gestire queste situazioni?
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 24: Rivelazione scioccante

Quando le prime luci del sole colpirono il vetro posteriore della macchina della polizia, che era stata completamente ricoperta da vari pezzi di giornale che i due agenti avevano messo ieri notte prima di addormentarsi, Nick si svegliò. Non seppe dopo quanto tempo si fosse addormentato ma l'ultima cosa che ricordò fu il momento in cui la propria partner si era svegliata di soprassalto dopo aver fatto un altro incubo e si era messa a piangere.
Probabilmente dovevano essersi riaddormentati senza rendersene conto, dal momento che era ancora avvolto dal suo abbraccio. Con la dovuta delicatezza sposto una delle sue zampine, facendo molto attenzione a non svegliarla. Dopo essersi alzato, si spostò sul posto di guida. A quel punto si stiracchiò distendendo in alto le proprie zampe, poi rimase per qualche minuto seduto e in silenzio; era ancora mezzo addormentato, perciò cercò di rimettere in ordine i propri pensieri e di ritornare ad essere sveglio e lucido. In quel momento tornò ad osservare Judy: il pelo grigio chiaro corto e curato, la piccola e soffice coda bianca, il suo viso tondo con le orecchie lunghe e sottili, le zampette piccole e forti, la sua espressione sofferente...da quando avevano fatto l'amore in ospedale, quando erano stati male entrambi, conobbe molto bene il suo corpo, che aveva avuto occasione di toccarlo più volte e che aveva iniziato a desiderare più di ogni altra cosa al mondo. Da quando si erano messi insieme aveva iniziato a conoscerla molto meglio di prima: non era soltanto forte e determinata come lo erano pochi, ma aveva anche delle fragilità…che erano venute alla luce a causa dei tormenti che quell'assassina si divertiva a farle, e alle continue minacce di morte ai suoi amici e familiari, che a volte non si limitavano alle parole. Da quando era iniziato tutto, iniziò a vedere in Judy l'indecisione e la paura verso se stessa e a tutti i mammiferi a cui teneva di più.
In quel momento anche la volpe iniziò a provare rabbia nei confronti di quell'assassina malata di mente, chiedendosi chi fosse realmente quella maniaca, e quale dannato motivo la spingeva a tormentare e torturare la povera coniglietta. Provò pena per la propria partner, che continuava ancora a dormire come un angelo. Avrebbe voluto trovare un modo per mettere fine a tutto questo, ma non sapeva come fare; e poi quella pazza mammifera riusciva sempre ad anticipare le mosse e a sapere tutto. Era una criminale piena di risorse.
A quel punto il canide decise di tornare sul sedile del passeggero per raggiungere la piccola mammifera addormentata. Le accarezzò delicatamente, e con fare materno, la testa e le sue orecchie lunghe. Nick sentì e osservò il suo respiro regolare prodotto dai polmoni che gonfiavano di tanto in tanto la pancia; dalla posa sembrava essere rilassata, ma non era così: era esausta e allo stremo delle forze.
“Pattuglia 974, qui è il Capitano Bogo...Mi ricevete? Passo.”
Quella comunicazione radio ruppe quel clima di calma e il silenzio che fino in quel momento era regnato all'interno della volante. La volpe fu costretta a rimettersi in piedi e ad andare a rispondere alla radio.
“Qui è l'agente Wilde...”
“Wilde!”
Non appena sentì quel tono duro, la volpe capì che il loro superiore era furioso.
“Si può sapere che fine avete fato?! Per colpa vostra ho dovuto mandare la maggior parte dei miei agenti a perlustrare ogni centimetro della città per cercarvi!
“Mi dispiace molto capitano..”
“E di cosa?! Per non aver fatto rapporto sul pluriomicidio avvenuto alla Tenuta del Pangolino?! Per aver tenuto nascosto il fatto che l'agente Hopps era stata aggredita da un alcolizzato?!...”
“Sto cercando di proteggere l'agente Hopps!” si giustificò il canide, che interruppe il rimprovero di quel bufalo irritante. “Infatti è per questo motivo se ieri avevamo abbandonato la scena del crimine senza alcun preavviso, ed è il motivo per cui ci stiamo nascondendo!”
Per qualche istante il loro superiore non disse nulla.
“Capitano...Forse...”
“Fai silenzio, Clawhauser!...Quanto a voi pretendo che torniate il più presto possibile in centrale a fare rapporto, e voglio l'agente Hopps nel mio ufficio. Siamo intesi?”

“Ricevuto capitano, arriviamo subito. Chiudo.”
Dopo aver messo a posto la radio, la volpe sbuffò, pensando a quanto fosse veramente irritante quel bufalo idiota, e che spesso sembrava non avere intenzione di capire la situazione dei suoi agenti. Mentre cercò a far partire l'auto, i suoi sensi di predatore lo costrinsero a volgere l'attenzione verso il sedile del passeggero. Judy Hopps era sveglia ed aveva un'espressione stravolta.
“Spero ti sia svegliata solo in questo momento.” disse Nick con tono infastidito.
“Che è successo Nick?” chiese la leporide preoccupata.
“Quell'idiota di Bogo, ecco cosa c'è.”
Non appena vide il proprio partner di malumore la coniglietta decise di non dire nulla per evitare di farlo arrabbiare ancora di più. Nel frattempo il canide era riuscito ad accendere il motore della volante, quindi effettuò le dovute manovre in retromarcia per uscire dal vicolo. Da quando erano partiti nessuno dei due proferì parola; e anche se Nick sembrava essersi calmato, Judy approfittò di quel silenzio per mettere in ordine i propri pensieri e tornare a concentrarsi sulle indagini su quell'assassina; era più che determinata ad acciuffarla, nonostante avesse fallito nelle occasioni in cui si erano incontrate. Il suo modo di agire e il suo movente continuarono ad apparire misteriosi: in un primo momento aveva fatto credere a tutti che voleva uccidere la sua preda, e ciò era stato confermato dal video che aveva ricevuto da lei, nel quale si vedeva Dawn Bellwether che diceva di volerla assoldare per uccidere la sua tanto odiata nemica. Ma la killer aveva calcolato tutto: infatti non era venuta di persona a quell'incontro nel penitenziario: aveva pagato a un avvocato, di nome Mariangela Monteleone, per concludere quell'affare e rubare il video di sorveglianza che aveva ripreso la loro conversazione; che dopo essere stata rivista e ritoccata, mettendo in rilievo gli elementi più importanti, l'avrebbe ricevuta quel giorno in cui si era scontrata con la propria persecutrice in metropolitana. In quel momento aveva creduto che era stata semplicemente assoldata dalla pecorella per uccidere la sua odiata nemica; Ma quando aveva visto che le aveva fatte fuori entrambe senza mostrare alcuno scrupolo, non seppe più cosa pensare. Chi era e che cosa voleva realmente? Si comportava come una pazza squilibrata che commetteva, nei suoi omicidi, le peggiori atrocità inimmaginabili; ma al contempo era fredda e metodica, priva di esitazione, rimorsi o scrupoli, e appariva come una mammifera che sapeva cosa voleva ottenere davvero. Persino quando uccise la povera Linda Hawkins, che aveva sempre sospettato fosse lei la criminale, aveva capito una cosa importante: grazie a quel secondo video che aveva lasciato sulla scena del crimine, nel quale si vedeva il modo in cui la stava uccidendo, aveva notato il suo modo di agire e di parlare: sembrava arrabbiata e anche gelosa; e ciò era confermato anche nel giorno in cui era stata aggredita in ospedale: in quel momento aveva ammesso di essere furiosa solo perché non accettava il fatto che la sua preda era riuscita a diventare il primo agente coniglio di polizia di Zootropolis...per non parlare di quelle coccole che aveva ricevuto poco prima di aver iniziato quella lotta; e di tutte le volte in cui aveva avuto la possibilità di porre fine a tutto, ed invece non lo aveva fatto. Improvvisamente le ritornò di nuovo in mente la teoria del proprio partner, che le aveva detto che forse era attratta da lei: la teoria sembrava essere plausibile, eppure non aveva mostrato quei comportamenti tipici che avrebbero potuto confermare il sospetto di Nick...e non c'entrava il fatto di essere una donna, e quindi rifiutare a priori una simile idea; ma era il proprio istinto a suggerirle che quella killer non era lesbica. Improvvisamente le tornarono in mente le parole del capitano Bogo riguardo al furgone che l'assassina aveva usato quel giorno al penitenziario...
“Nick...”
“Si, Carotina?”
“Quanti mammiferi, qui a Zootropolis, hanno un furgone con il disegno di un guerriero?”
“Me lo stai chiedendo veramente?”
“Ebbene si, Nick, e non ti azzardare a dare una delle tue solite...”
“Guarda che sai già la risposta, Judy.” fu la risposta del canide, che aggiunse serietà al proprio tono.
A quelle parole Judy fu indecisa su come rispondergli, poiché non riuscì a capire se stesse scherzando, come era suo solito fare, o stesse parlando seriamente.
“Perché mi stai facendo questa domanda?”
“Perché quando ero svenuta, quel giorno in cui eri stato portato in ospedale, ed io ero stata rapita, il nostro superiore mi aveva raccontato che l'assassina aveva usato un furgone con il disegno di un guerriero.”
La volpe rimase in silenzio per qualche istante, con lo sguardo fisso sulla strada.
“E come avrebbe scoperto che quella stronza aveva usato un furgone con quel tipo di disegno?”
“Perché lo aveva visto: dopo avermi rapita, la killer mi aveva buttata per strada, lasciandomi davanti al distretto in cui lavoriamo. Naturalmente avevo perso i sensi prima che fosse accaduto ciò.”
Dopo aver raccontato ciò, la coniglietta smise di parlare: avrebbe voluto dirgli che quel furgone sospetto le aveva fatto appena ricordare lo stesso automezzo che usava il suo amico ed ex complice di truffe Finnik, ma ebbe esitazione a confidargli tale particolare.
“Per caso vuoi un caffè?” chiese improvvisamente Nick.
Judy fu colta alla sprovvista, nonostante avesse avuto il sospetto che il canide avrebbe tentato di evitare di affrontare, in maniera brusca o meno, quel discorso: probabilmente aveva capito che la sua partner stava per confidargli qualcosa che non gli sarebbe piaciuto...e che avrebbero finito per discutere o addirittura per litigare di brutto nel caso in cui avessero iniziato ad affrontare.
“Si...lo voglio amaro...e con un po' di peperoncino.” rispose la leporide, che aveva bisogno di prepararsi ad “affrontare” le possibili reazioni di Nick.
A quel punto il canide decise di deviare dal percorso che conduceva al distretto per dirigersi verso un bar che conosceva bene. Una volta arrivati, i due agenti ordinarono i loro caffè e cornetti, dopodiché andarono a occupare un tavolo libero su cui poter fare colazione. Dopo aver pagato il conto ed essere rientrati in macchina, ritornarono sulla strada che conduceva verso il loro distretto. Da quando Judy gli aveva confidato quel “dubbio” che le era venuto qualche ora fa, Nick aveva cambiato atteggiamento e non aveva proferito alcuna parola...anche Judy era diventata silenziosa.
“Ehm...Nick?”
“Che c'è?”
La leporide non aveva alcuna intenzione di litigare con il proprio partner, tuttavia era giusto affrontare quel discorso: magari avrebbe avuto qualche motivazione valida che l'avrebbe convinta a cambiare idea...e lo sperava tanto.
“So cosa pensi...”
“Che cosa faceva quel guerriero?” chiese d'un tratto il canide.
“Ehm...Non lo so: il capitano non me lo ha detto.” rispose Judy sinceramente. “Ma non voglio insinuare nulla...”
“Perciò il tuo è solo un sospetto, vero?”
La leporide avvertì il tono della volpe quasi minaccioso...o forse era soltanto una propria impressione. Ma in fondo non aveva prove concrete che fosse quel mammifero; anche perché non avrebbe avuto motivo di lasciare che una mammifera psicopatica facesse del male al suo migliore amico.
“Si Nick...ma non diretto a lui.” fu la risposta della leporide. “Ma come hai fatto a capire...”
“Perché se non si fosse trattato di Finnik non me lo avresti detto con tono vago, né avresti esitato a confidarti con me...A tal proposito, sai come la penso riguardo al mio secondo migliore amico.”
A quella risposta la coniglietta volse lo sguardo verso il finestrino: continuava ad essere convinta che Finnik era in combutta con l'assassina, dal momento che la descrizione del mezzo usato da quella criminale coincideva con quello usato dal fennek...tuttavia non voleva commettere di nuovo lo stesso errore come aveva fatto con Linda, che era stata uccisa soltanto perché aveva sospettato che fosse lei la killer.

Dopo un paio d'ore gli agenti raggiunsero il distretto; una volta parcheggiato la loro volante nel garage interno dell'edificio, i due partner si avviarono verso la porta di servizio. Mentre si incamminarono per i corridoi della centrale di polizia per raggiungere i rispettivi uffici, Judy si ricordò improvvisamente di un particolare molto importante che riguardava le indagini. “Nick.”
“Si Judy?”
“Per caso hai ricevuto i risultati delle analisi su quel pelo che avevamo trovato alla banca due settimane fa?”
“Purtroppo non lo so: ero impegnato a starti vicino e a proteggerti; senza contare le volte in cui eravamo finiti in ospedale...Ma appena arriverò nel mio ufficio te lo farò sapere.”
“Come?” chiese improvvisamente Judy voltandosi verso il canide.
“Il capitano Bogo ti sta aspettando nel suo ufficio...e non credo sia qualcosa di positivo.”
“Come mai?”
“Credo sia per l'aggressione che avevi subito ieri da parte di quel predatore ubriaco...e non credo sarà una chiacchierata piacevole.”
“No, infatti: con il capitano Bogo non è mai una piacevole chiacchierata.” fu la risposta di Judy, che conosceva bene il loro superiore; soprattutto quando le venne in mente il giorno in cui aveva causato tutti quei casini e diffuso il panico nel quartiere di Little Rodentia quando aveva inseguito Duke Donnolisi per catturarlo e recuperare i famosi Ululatori Notturni, i fiori che erano stati successivamente usati dalla defunta Dawn Bellwether per far impazzire e rendere selvaggi e aggressivi i predatori, che aveva rubato in un fioraio; e che il capitano Bogo li aveva considerati delle semplici “cipolle ammuffite”.
“Se vuoi potrei accompagnarti, cosicché non ti senta a disagio...”
“Ahahahah...Non ti preoccupare, volpe premurosa.” rispose scherzosamente Judy. “Lo sai che me la so cavare da sola in certe situazioni.”
“Però so anche che stai attraversando un periodo difficile...” insistette Nick.
“Non sto andando ad affrontare quell'assassina, adesso: devo soltanto sorbirmi uno dei soliti rimproveri del nostro capitano, che pretende sempre che le regole vengano rispettate.”
Mentre parlavano del più e del meno e scherzavano tra loro, i due piccoli agenti raggiunsero i loro uffici. La prima cosa che fece la leporide fu mettere in carica il cellulare; non appena lo riaccese, il dispositivo cominciò ad emettere una gran moltitudine di suoni, avvertendola che aveva ricevuto diverse notifiche che riguardavano messaggi e avvisi di chiamate perse. In quel momento Judy ebbe un altro dei suoi capogiri ed iniziò ad avere la vista annebbiata. Sembrò essere sul punto di svenire, e per evitare di cadere si appoggiò alla scrivania. A differenza delle altre volte, le vertigini passarono in fretta e non ebbero altri gravi effetti; ciò permisero alla leporide di riprendersi in fretta. In quello stesso istante le squillò il cellulare...Numero Privato.
“Pronto.” disse a bassa voce rispondendo alla chiamata.
Per fare in modo che il proprio partner non sospettasse nulla, né che avesse la possibilità di vederla, decise di abbassarsi a terra e di appoggiarsi al muro del proprio ufficio.
“Era ora che mi rispondessi.”
“Avevo il cellulare scarico, e l'ho potuto mettere in carica soltanto adesso.” si giustificò Judy.
“Capisco...Allora sei più che giustificata.”
“Dimmi che cazzo vuoi, stronza!” esclamò Judy arrabbiata, che voleva arrivare dritta al punto e non perdere più tempo.
Ci fu qualche istante di silenzio, poi la killer prese di nuovo la parola.
“Sai, credevo tu fossi veramente una brava agente di polizia, e che alla fine saresti riuscita a scoprire la mia vera identità. Ma mi sbagliavo...”
“Grr...Tu stavi minacciando e facendo del male ai miei amici e cari: come potevo pensare a scoprire la tua stramaledetta identità?!” si giustificò Judy, che sentì crescere la propria rabbia.
“Ecco perché ho deciso di dirti dove mi trovo in questo momento.”
La leporide si trovò completamente spiazzata, poiché non si aspettò una simile risposta.
“Perché vorresti dirmi dove ti trovi in questo momento, e come faccio a sapere che non stai cercando di ingannarmi?” chiese dubbiosa.
“Perché sai che io continuerò a far del male ai tuoi amici e familiari; infatti sono una donna di parola. E poi so benissimo che faresti di tutto pur di scoprire chi sono e mettere fine a tutto questo.”
La coniglietta, turbata da quelle parole, rimase in silenzio: era stata messa sotto scacco. Se non si fosse presentata all'appuntamento quella killer sarebbe scappata o più probabilmente avrebbe continuato a far del male e uccidere altri mammiferi innocenti. Tuttavia avrebbe corso anche il rischio di andare incontro a una trappola o a un inganno da parte sua, nel caso fosse andata. Nonostante sapesse chi voleva, non era chiaro che intenzioni avesse, né conosceva il movente che la spingeva a provare odio, rancore e a far del male ai propri cari.
“Dove ti trovi?” chiese infine Judy disposta a correre il rischio di volerla incontrare e farla finita una volta per tutte.
“Così mi piaci, dolcezza...Comunque mi trovo a casa tua, alla Tenuta del Pangolino. Vieni da sola.”
Dopo aver detto ciò, la chiamata terminò bruscamente. La leporide strinse fortemente i pugni, dopodiché si alzò di scatto, invasa da una rabbia molto intensa. Dopo aver posato violentemente il cellulare, uscì con passi pesanti dall'ufficio e si avviò verso l'uscita della stanza.
“Judy?”
La coniglietta si fermò di scatto.
“Che c'è Nick?” chiese al partner senza voltarsi.
“Dove stai andando?” domandò il canide a pochi passi da lei.
“Dal Capitano Bogo...Avevi detto che mi vuole vedere.”
“Oh...ok...Semmai potrei...”
“Non ce ne è bisogno!” rispose la coniglietta con tono leggermente alterato, dal momento che non voleva che scoprisse che non sarebbe andata da lui.
“Ok, va bene...Non volevo farti arrabbiare.” rispose il canide spiazzato dal tono usato dalla propria partner.
Senza perdere altro tempo a rispondergli, con il rischio di venire scoperta, Judy riprese a camminare con passo svelto. Dopo aver attraversato il corridoio e raggiunto la sala principale, salutò Clawhauser, al quale disse che doveva andare a casa a recuperare una parte el materiale che serviva per le indagini, dopodiché uscì dal distretto.

Erano passate alcune ore da quando la propria partner era andata dal capitano. Non voleva proprio immaginare cosa stesse accadendo in quell'ufficio maledetto: probabilmente quei due mammiferi avevano iniziato a litigare di brutto. Entrambi avevano un carattere difficile, ma dedicavano anima e corpo al lavoro, sapevano coinvolgere gli altri agenti a partecipare alle indagini, affidando loro i giusti incarichi, e sapevano gestire ogni tipo di situazione, soprattutto quelle difficili.
Ma ciò che rese di malumore la volpe fu che la scientifica non aveva ancora portato i risultati delle analisi del pelo della criminale che avevano trovato alla banca diversi giorni fa. Non sapeva il perché ci stessero mettendo tanto tempo ad identificare il DNA, ma aveva la consapevolezza del fatto che più tempo impiegavano, più vittime ci sarebbero state nei giorni a seguire. In più stava anche aspettando di sapere chi fossero le vittime coinvolte in quell'altra raccapricciante carneficina compiuta ieri notte da quella mammifera malata di mente. Poiché non ce la faceva più ad aspettare i comodi della scientifica, decise di andare a ritirare i risultati delle analisi di persona. Dopo aver dato sistemata a una parte del rapporto sull'omicidio del giorno precedente e averlo salvato nel PC, Nick si alzò dalla sedia e fece per uscire dall'ufficio; ma fu in quel momento che si ritrovò davanti a un castoro con indosso un camicie bianco e una cartella fra le mani.
“Era ora che arrivaste.” disse il canide sgarbatamente.
“Abbiamo i risultati sulle vittime dell'omicidio di ieri e le analisi su quel pelo che avevate raccolto...”
“Si può sapere perché ci avete impiegato così tanto tempo per farci avere quei stramaledetti risultati sul pelo?! Lo sapete che quella maledetta killer ha continuato a uccidere?!” esclamò furibondo Nick, che avrebbe desiderato ricevere quei risultati molto prima, cosicché da evitare che Judy si ritrovasse nelle attuali condizioni.
“Ci dispiace tanto, agente Wilde, ma avevamo dovuto svolgere delle indagini approfondite sul DNA che avevamo rinvenuto su quel pelo perché i primi risultati che erano venuti fuori corrispondevano a diversi mammiferi...e uno di loro...”
“Uno di loro cosa? A chi corrisponde quel dannato DNA?” continuò a chiedere il canide arrabbiato.
“Ecco a lei.” rispose calmo il castoro mentre consegnò la cartella.
Il predatore la prese bruscamente e la aprì. I primi fogli che trovò furono le identità delle vittime dell'omicidio del giorno precedente: erano due antilopi, incensurate, che a quanto risultava scritto abitavano nello stesso palazzo in cui abitava Judy; mentre la terza era di quella di un procione, che invece era un detective privato. Dopo aver buttato sulla scrivania quei fogli, dal momento che aveva intenzione di vedere prima i risultati del DNA della killer, consultò i fogli successivi. Quando vide qual'era la vera identità di quell'assassina, rimase scioccato e pietrificato, poiché non si aspettò dei simili risultati. La propria mente iniziò a lavorare come il motore di una locomotiva, rimettendo in ordine tutti i ragionamenti e i sospetti che aveva avuto da quando erano iniziate le indagini: finalmente tutto ebbe un senso, e le domande che si era posto trovarono finalmente le risposte; ora sapeva perché quella killer ce l'avesse tanto con Judy, e perché continuava a tormentarla.
Senza ascoltare le successive parole del castoro, il canide iniziò a correre per cercare la propria partner: non aveva la possibilità di poterla contattare perché aveva lasciato il suo telefono in carica, ma tecnicamente sapeva dove si sarebbe dovuta trovare...
“Agente Wilde!” lo chiamò il grande bufalo, che si stava dirigendo verso gli uffici dei giovani protagonisti.
“Capitano...” rispose Nick col fiatone.
“Sto aspettando da ore che l'agente Hopps venga nel mio ufficio...”
A quel punto il canide riprese a correre, ignorando ciò che stava continuando a dire il capitano. L'aveva lasciata andare via, convinto che fosse andata dal loro superiore.
“Wilde!” urlò inutilmente Bogo.
Il predatore continuò a percorrere di fretta i corridoi e ad esplorare tutte le stanze del distretto: non sapeva dove potesse essere andata, né il motivo che l'avesse spinta a mentire e ad abbandonare il distretto. Alla fine fu costretto a fermarsi in mezzo alla sala principale del distretto per riprendere fiato.
O andiamo Nick: dove potrebbe essere andata Judy?
“Ehi Nick, va tutto bene?”
“Clawhauser!”
Non appena Nick vide il ghepardo al solito posto, corse verso di lui; e con un rapido balzo saltò sopra la sua scrivania, dalla quale poteva osservare e ricevere chiunque fosse entrato nel distretto.
“Sai dove è andata Judy?” chiese rapidamente il piccolo predatore.
“Aveva detto che doveva andare a prendere alcune cose a casa sua...”
Senza perdere altro tempo a sentire la risposta del grande mammifero, il canide saltò giù dalla scrivania e si diresse verso il garage in cui erano parcheggiate le volanti degli agenti: ora che sapeva dove era andata la propria partner e cosa sarebbe andata a fare, intendeva raggiungerla il più in fretta possibile ed impedirle di diventare vittima di quella psicopatica.
“Aspetta Nick...Dove stai andando?!” lo chiamo inutilmente Benjamin con aria confusa e preoccupata.

Angolo autore
Ciao a tutti di nuovo! Chiedo ancora una volta scusa per il ritardo, ma oltre ad aver avuto delle settimane veramente travagliate ho anche avuto dei blocchi dello scrittore che mi avevano impedito di riuscire a finire presto il capitolo. Spero che anche questo capitolo, che ho scritto e rivisto accuratamente, sia venuto bene e che vi possa piacere come i precedenti...e tenetevi forte per i prossimi capitoli, dove i colpi di scena che inserirò potrebbero lasciarvi a bocca aperta.
Buona lettura!

   
 
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