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Autore: Gatto1967    06/10/2018    0 recensioni
Questa storia è il seguito di "Candy ai giorni nostri"(leggere qui https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3745705&i=1), la storia della Candy odierna e italiana liberamente ispirata al nostro anime preferito.
Sono passati degli anni da quando Candy Bianchi sembra aver superato i problemi e i turbamenti di orfana, quando un personaggio riemerso dal suo passato sembra poterle dare quella felicità tanto a lungo cercata, ma qualcuno trama nell'ombra.
Chi è? Qual'è il suo scopo?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Candy era raggiante: aveva appena firmato il suo primo contratto di lavoro! Con il nuovo anno scolastico, ormai imminente, avrebbe cominciato a insegnare in una scuola privata, una di quelle scuole che fanno corsi di recupero per studenti lavoratori che vogliano conseguire il diploma in età matura, o per studenti bocciati più volte alle superiori. Non era certo una cattedra a scuola, ma era solo il primo passo.
Il suo cellulare trillò e lei lo prese per guardare la solita scemenza postata dalle sue amiche sui social. Come al suo solito si distrasse e andò a sbattere contro una persona provocando un ruzzolone di entrambi sul marciapiede.
I passanti si avvicinarono e li aiutarono a rialzarsi.
-Accidenti a te! Non potresti fare attenzione?-
la voce apparteneva ad un ragazzo più o meno della stessa età di Candy.
-Mi scusi! Mi sono distratta!-
-Me ne sono accorto!-
Ma che maleducato, pensò Candy, mi sono scusata che devo fare di più? Strisciarti ai piedi?
-Ma tu… tu sei Candy!- esclamò lo sconosciuto mentre Candy si stava rimettendo gli occhiali.
-Chi è lei? Come fa a sapere il mio nome?-
Una volta messo a fuoco il volto del ragazzo Candy esclamò: -Terence! Terence Grandi!-
Impulsivamente gli buttò le braccia al collo ridendo e lui ricambiò l’abbraccio.
 
Poco dopo sedevano al tavolino all’aperto di un bar a Piazza Venezia, il clima di fine estate era l’ideale per sorseggiare qualcosa all’aperto, accarezzati da un fresco e leggero venticello che filtrava dal complesso del Vittoriano.
-Ehi, da quando sei diventata una quattrocchi Candy?-
-Sempre molto fine vedo, Porto gli occhiali da tre anni, la mia vista si è abbassata a forza di studiare, e quando non studio leggo!-
-Sembri proprio una professoressa acida a cui gli studenti guardano le gambe!-
-Ma smettila!- disse lei colpendolo per finta su un braccio.
-Piuttosto dimmi di te: come mai sei a Roma? Non ti eri trasferito a Londra?-
-Si, per laurearmi, poi ho preferito tornare qui. Insegno inglese nelle scuole private, nelle aziende, a studenti incapaci, queste cose così.-
-Pensavo che ti saresti messo a fare l’attore.-
-Ci ho provato sai? Ma essere “raccomandati” e figli d’arte è un’arma a doppio taglio, ti trattano tutti con insofferenza, e visto che mia madre non mi fila più di tanto ho preferito mollare tutto e sfruttare la mia cultura umanistica e linguistica per insegnare.
Mio padre, pur di non avermi tra i piedi è stato ben felice di comprarmi un appartamento in zona Parioli e visto che preferisco il clima italiano a quello inglese, eccomi qua!-
Povero ragazzo, pensò Candy, per anni aveva invidiato i suoi coetanei che avevano una famiglia, ma non pensava che a volte la famiglia, pur essendoci, può essere la grande assente nella vita di una persona.
-Dimmi di te piuttosto Tarzan! Ti arrampichi ancora sugli alberi esibendo le tue grazie al vento?-
-Ma la vuoi smettere!- esclamò pur divertita al vecchio ricordo di quel giorno al liceo.
-Adesso vivo con la mia ex-insegnante delle medie, la prof Alberti.-
-Mi avevi parlato di lei, era quella che ti proteggeva dai bulli, dico bene?-
-Più o meno. Quando ho compiuto 18 anni e ho dovuto lasciare la casa-famiglia, mi offrì di andare a vivere con lei, praticamente mi adottò. Figurati che la chiamo mamma!-
-Nientedimeno! Doveva proprio essere affezionata a te…-
-è una lunga storia. All’epoca in cui ti raccontai la mia vita avventurosa, ignoravo certe cose…-
-Raccontale adesso. Se vuoi naturalmente!-
Quando Candy finì di raccontare la sua storia era già passata l’ora di pranzo.
-Oh cavolo!- esclamò guardando l’orologio. –Devo telefonare a mia madre, mi aspettava per pranzo.-
-Digli che pranzi con me!-
Mentre Candy telefonava e Terence pagava il conto, i due non si accorsero che qualcuno, dall’angolo del marciapiede, li stava osservando…
 
   
 
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