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Autore: Sinden    06/10/2018    0 recensioni
Seguito di "Roswehn di Dale".
FF genere fantasy basata su film Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate.
Roswehn lascia il Reame Boscoso per andare incontro a un'avventura... ma una nuova vita é in arrivo, e i fantasmi del suo passato si ripresentano, per la sfida finale.
Estratto:
"Voi siete avvelenato dall'ambizione e dall'egocentrismo. L'anno scorso siete venuto a Dale e ci avete aiutato solo per recuperare una collana, me l'ha detto Bard. Le gemme di Lasgalen, i diamanti inestimabili che Thror vi negó secoli fa. Ma dove eravate, negli anni precedenti? In quale circostanza il reame di Eryn Galen ci ha mai offerto solidarietà, durante gli inverni rigidi e le estati torride, dopo le inondazioni dovute alle piogge, quando l'acqua del lago allagava le nostre case? Quando non avevamo cibo, né si poteva pescare, perché un'improvvisa frana aveva riempito il lago di fango? Nemmeno un elfo si vide da quelle parti, allora, tanta era l'amicizia che ci dimostravate." terminò Hannes, amaro.
Matching: Thranduil e nuovo personaggio.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bilbo Baggins, Elrond, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Sei davvero sciupata, Roswehn." le disse Yohlande.

Era la sesta volta che si era addentrata nel reame boscoso per visitare la figlia. Sempre da sola.

Aveva giurato a Thranduil di fingere di non sapere nulla, ma non ce l'aveva fatta. Il suo istinto materno l'aveva spinta ad andare a trovarla già a Novembre, all'inizio dell'inverno. Non poteva pensare di lasciare Roswehn da sola ad affrontare l'intera situazione.

"Per favore, non devi venire così spesso, mamma, sto bene. Ci sono due donne di questo popolo e un guaritore a seguirmi. Non è necessario che tu mi sorvegli e poi... non mi va che attraversi quel bosco da sola. Continua ad essere pericoloso, te l'ho già detto." le disse la ragazza. Entrambe sedevano sul letto nella stanza vicino alla cascata.

"Non è vero che stai bene. Guarda come sei pallida ...e questo rumore? Come fai a dormire? Non mi piace il modo in cui ti fanno vivere." ribatté Yohlande. "Dovresti mangiare altre cose, non solo verdure...carne, pesce...quel guaritore non sa fare il suo mestiere, te lo dico io."

"Io mi sento bene. Il piccolo dentro di me è un elfo, è giusto che io mi alimenti in questo modo. Carne, pesce... i nostri cibi potrebbero fargli male. Smettila, ti prego." si lamentò lei.

Non aveva perdonato a Thranduil di aver spifferato con sua madre. E' questa la fiducia che dovrei riporre in te? Avevi giurato, avevi promesso di non parlarne ai miei! gli aveva detto in malo modo durante un litigio sull'argomento.

Avevo promesso di non parlarne a tuo padre, mi sembra. E comunque, trovo crudele che la tua famiglia non sappia. Sono i nonni di nostro figlio. Gli unici che avrà. Aveva risposto Thranduil. Farai anche meglio ad abituarti all'idea che posso andare contro i miei stessi giuramenti, se voglio.

"Tuo padre sta bene. Non me l'hai nemmeno chiesto." mormorò mestamente Yohlande. "Sei diventata così fredda e... nervosa. Mi piacerebbe sapere in che modo la tua vita è migliorata da quando sei qui."

"Senti. Sono contenta di vederti, mamma. Ma passo già abbastanza tempo a litigare con lui...non mi fare arrabbiare anche tu. Voi tutti non sapete come mi sento. Sono piena di dubbi, paure, ansie per il futuro di mio figlio. Certe notti non dormo. Posso avere qualche attimo di pace? Posso?" iniziò a piagnucolare.

"Va bene, non parliamone più. Ma tu non stai bene qui. Di' quello che vuoi...ma sei cambiata in peggio. Provavo dispiacere nel vederti sempre sola a Dale...ma almeno non avevi quell'espressione da cadavere. Non so Roswehn, non so." le rispose sua madre, ottenendo in cambio un sonoro sbuffo.

Frugò nella sacca che si era portata. "Ah, ti ho portato del té, hai detto che gli Elfi non ce l'hanno. E anche del formaggio. Un po' di dolcetti, li ha fatti Sigrid, per te. E questo." tirò fuori un fagotto. "La figlia di Bard mi ha detto che devi tenerlo, e che non devi rimandarglielo."

Roswehn lo aprì: era l'abito blu di velluto. "Che stupida. Lo avevo regalato a lei. Non posso più metterlo io." rispose.

"Non importa. L'hai fatto da te, tienilo come ricordo dei tuoi anni con noi." mormorò Yohlande, sistemando l'abito nel bell'armadio della stanza. "C'è una cosa da dire sugli elfi: il loro artigianato è bellissimo." aggiunse la donna, osservando le ante del mobile. "Mi piacerebbe avere un armadio così a casa."

"Magari te ne farò portare uno da qualche soldato, chiederò a Thranduil il favore." disse Roswehn, odorando i sacchettini di tè.

"Ti permette di fargli queste richieste, nonostante tu non sia la moglie?" volle sapere Yohlande. "Devi esserne orgogliosa."

"Ci risiamo. Perché sempre questo sarcasmo? Avresti preferito che stessi con un...un...fabbro o un contadino di Dale? Magari un ubricone come Tom Pittipack?" s'innervosì subito la ragazza.

"Oh, per l'amore del cielo, smettila di saltare su in quel modo! Era un'affermazione, la mia, non una domanda. Ti tratta con riguardo, questo volevo dire. E poi, non c'è disonore a essere fabbro o contadino. Da quando fai discorsi simili?" rispose Yohlande. Capiva gli sbalzi ormonali, ma sua figlia stava diventando peggio di una lince. Povero Thranduil, pensò.

"Sì, esatto. Mi tratta con riguardo." confermò lei. A parte quando gli viene il ghiribizzo di farmi chiudere nelle segrete.

"Bene. Mi fa piacere, lo sai. E' un ...elfo...molto elegante, un aristocratico. Forse esibisce un po' troppo le sue ricchezze, ma mi va a genio, credimi." continuò Yohlande.

"E' un sovrano, mamma, vuoi che se ne vada in giro vestito come un mendicante?" rispose Roswehn, alzandosi con fatica dal letto. Era Marzo e lei era ufficialmente entrata nel nono mese. Sembrava che il suo ventre stesse per esplodere, per non parlare del seno.

Comunque, Roswehn era preoccupata perché le restavano altri tre mesi di attesa davanti. Il suo corpo si sarebbe adattato a un ulteriore aumento di volume, o sarebbe esplosa come una botte strapiena di vino? Le sembrava di avere in grembo già tre gemelli.

"Certo però, tutti quegli anelli, quei diademi... ho idea che sia un po' vanesio, diciamo così. Forse da' un po' troppa importanza all'esteriorità. Cioè, io la penso in questo modo." rifletté Yohlande. Questa considerazione pizzicò un nervo scoperto nella ragazza. Lo sapeva benissimo che Thranduil amava il bello, si circondava di eleganza e di cose preziose. E lei, Roswehn, non sarebbe rimasta graziosa a lungo. Ricordava Violette quando era arrivata ai trentacinque anni: aveva già i segni del tempo sul viso e un po' di capelli bianchi, un bel ciuffo proprio davanti agli occhi. Alcune donne del suo reame a quarant'anni erano ancora giovanili e in ottima forma, sembravano quasi ragazze, ma altre iniziavano a spegnersi molto prima. E a lei, cosa sarebbe capitato, e quando?

"Ascolta, ho pensato una cosa riguardo al mio futuro." disse improvvisamente.

Yohlande la guardò. "Sì, dimmi."

"Credo che rimarrò qui finché mio figlio non sarà diventato adulto. Non so quanto ci vorrà, non conosco nulla delle loro fasi di crescita...comunque, vorrei che fosse grande prima di staccarmi da lui. Poi tornerò a Dale." annunciò.

"Sì, è comprensibile. Non vuoi invecchiare davanti al re, vero?" intuì la madre.

"Esatto, non ce la farei. Thranduil mi ama, però...la vecchiaia è una cosa che loro non comprendono. Non fa parte della loro vita e io...non voglio proprio che lui un giorno mi guardi con occhi disgustati, capisci?" rivelò lei. "E non poter più vivere l'amore con lui...no. Non sopporterei questo destino."

"Beh, ma se scegli di rimanere per tuo figlio, è chiaro che gli anni passeranno e..." provò a ribattere Yohlande.

"Se arriverò al punto da odiare la mia stessa immagine me ne andrò, so solo questo, per ora." aggiunse Roswehn.

"L'amore non dovrebbe avere queste barriere però. Io e tuo padre siamo anziani, ma lui mi ama come il primo giorno che ci siamo visti. Questo lo sai?" chiese la donna.

"Per gli Elfi la grazia e la bellezza sono essenziali per scatenare l'attrazione. Sono creature intellettuali, ma stranamente sanno anche essere superficiali e grossolani su certe cose. E la passione che c'è ora con lui se ne andrà negli anni, e temo...fra non molti anni. Io non voglio che i ricordi meravigliosi che mi sto costruendo lascino spazio ad altri più tristi. Voglio portare con me la memoria dello sguardo che ha adesso verso di me. Non..." non potè continuare. Yohlande capì.

"Dunque tornerai da noi. Ovviamente, io e tuo padre non ci saremo più. Ma avrai la nostra casa e anche quella di Edith. Alla fine te la lascerà, ti vuole troppo bene. Passerai in tranquillità gli ultimi anni, vedrai." la rincuorò la madre.

"Sai cosa mi dispiace? Di non poter avere una bambina. Io e Thranduil ci fermeremo a questo..." disse Roswehn. "Però avrei voluto avere una figlia. Viziarla, darle quelle cose che io non ho potuto avere a Pontelagolungo."

Yohlande non rispose. Le dispiaceva sentire quelle frasi. Era vero, non avevano fatto una gran vita sul lago, ma Roswehn aveva avuto da lei e da suo padre tutto l'amore possibile.

La giovane si girò verso la madre. "Sai come l'avrei chiamata? l'avrei chiamata...AH!" urlò, rimettendosi velocemente a sedere sul letto. "...mamma.."

Yohlande corse verso di lei. "Cosa? cosa!" le gridò, spaventata.

"Un dolore terribile..." si lamentò. "Credo che...ci siamo!" si sforzò di dire, mentre un'altra fitta le trapassava la schiena. "Chiama Amon...svelta!"

"Corro...e tu...non metterti sdraiata, hai capito? Anche se sentì la voglia di stenderti non farlo...!" disse Yohlande, aprendo velocemente la porticina di legno.

In anticipo, Haldir? Anche tu sei uno che fa di testa sua, eh? pensò Roswehn.

🌹🌹🌹

"Qualcuno ha avvisato il Re e il principe?" chiese il Guaritore, non appena giunto nella camera di Roswehn.

Nim, Morath e Yohlande si guardarono in silenzio. Amon sospiró.

"Nim, pensaci tu, ti prego." le chiese, sistemando la bacinella d'acqua calda vicino al letto, con alcuni panni. L'Elfa corse fuori. "Morath, devi aiutarmi. E anche voi, signora Monrose. Non ho familiarità con i parti umani. Il piccolo è prematuro."

"Non è affatto prematuro! Nove mesi! Nove...mesi durano le gravidanze delle donne razza di ignorante!" gridó Roswehn. "Te l'avevo detto..."

"Calmati, cara. Ora respira, respira e concentrati." le disse Yohlande, sistemandole dei guanciali dietro la schiena.

Roswehn era devastata dal dolore. Le contrazioni erano già molto frequenti, e intense. "Tiralo fuori Amon, in fretta!" urló.

"Al tempo. Non sei pronta. Tu pensa solo a respirare come dice tua madre." ribattè Amon. Avrebbe volentieri lasciato l'umana al suo supplizio, ma c'era un figlio di Thranduil in arrivo e avrebbe fatto meglio ad abbozzare. La donna doveva soffrire il meno possibile, gli aveva detto il re. Provó a guardare l'apertura da cui l'elfetto si sarebbe fatto strada, ed era ancora stretta. "Mi dispiace, Roswehn, ma ci vorrà del tempo. Comunque, puoi trovare sollievo con queste." le disse, porgendole delle erbette intrecciate. "Masticale. È una pianta che lenisce il dolore."

"All'inferno tu e le piante. Fai nascere mio figlio, ti dico! Lo sento, vuol venire al mondo...AH!" gridó di nuovo.

"Basta, adesso. Fa' quello che dice lui. Ti stiamo aiutando." le intimó sua madre. "Non capisco che ti prende. So che fa male, ma..."

"Fa' apposta! Fa' apposta a farmi soffrire! " rispose lei, guardando Amon."...andateve tutti allora! Ci penseró io da sola!"

"Dammi la mano. Devi calmarti." le disse Morath, pentendosi subito perchè la stretta di Roswehn quasi le stritoló le ossa. Ritrasse la mano con una smorfia.
"Forse è meglio se stringi un cuscino."

"Dov'è Thranduil? Dov'è?" chiese la ragazza.

"Nim lo ha avvertito." rispose freddamente il guaritore. "Non verrà qui. Il re non fu presente nemmeno alla nascita di Legolas. Attenderà che tutto sia compiuto prima di farti visita."

🌹🌹🌹

"Maestà! Lord Thranduil!" urló Nim, entrando nelle stanze del re, che si giró basito.

"Entri qui in questo modo?" le chiese, incredulo.

"Sta nascendo! Roswehn é in travaglio!" lo informó l'elfa, felice.

Thranduil non nascose l'emozione. Poi si ricompose, secondo il suo stile. "Avvisatemi quando il principe sarà nato. Fa' chiamare Legolas da una delle guardie."

"È nel bosco, in perlustrazione!" disse Nim. "Vado a cercarlo..."

"No. Torna da Roswehn. Ha bisogno di un'amica in questo momento. Stalle vicino come hai sempre fatto." le chiese Thranduil. "Ho sempre apprezzato le tue attenzioni verso di lei. Non mancheró di ricompensarle. E adesso avvisa i soldati di cercare mio figlio, ti prego."

Nim chinó il capo, e uscì velocemente come era arrivata.

Thranduil uscì dalle sue stanze, e con tutta la tranquillità di cui fu capace si diresse verso il suo trono. Gli Elfi del suo reame non l'avevano mai visto perdere il controllo, né per la rabbia né per la gioia, e così doveva continuare ad essere. 
Anche se il suo secondogenito era in arrivo. Anche se stava nascendo il loro futuro Re.

🌹🌹🌹

"...ma tu devi spingere." le disse Yohlande, asciugandole la fronte. "...ascoltami!"

"...fa troppo male, io non riesco!" rispose la ragazza.

"Manca davvero poco. Un ultimo sforzo." la informó Amon. Erano passate diverse ore dall'inizio del travaglio e stava seriamente rischiando l'esaurimento. Roswehn era ingestibile: aveva urlato, imprecato contro di lui, distrutto due cuscini con le mani e pianto. Sembrava la stessero facendo a fette con una spada.

Finalmente, tutto finì. 
Amon estrasse un bambino perfettamente formato, più grosso di quanto si fosse aspettato e subito urlante. "Eccolo." annunció.

Yohlande, Nim e Morath guardarono tutte verso il neonato, felici. Morath cambió espressione quando si avvicinó e lo osservó meglio. "Ma...un momento..."

Roswehn spalancó gli occhi, allarmata. Era distrutta dalla fatica. "Un momento cosa?? Cosa c'é?!"

"...non ha le nostre orecchie. Ha le orecchie tonde, come le tue." disse la madre di Nim. Anche Amon guardó con attenzione il piccolo, che nel frattempo aveva avvolto in un panno. "Già. Vero." 

Roswehn sospiró. "Oh dèi... tutto qui? Mi avete fatto prendere un colpo..." si abbandonó sui cuscini. "Datelo a me...oh amore!" esclamó stringendolo dopo che Amon lo ebbe adagiato fra le sue braccia. "È bellissimo, guardate. Somiglia a Thranduil!"

"Dici?" chiese Amon. "Non vedo la somiglianza." Nei suoi occhi passó una luce di perfida soddisfazione. Non è figlio di un Elfo. Questa creaturina qui non è figlia di un Elfo, o io non sono più un guaritore. Lo sapevo. I Valar siano benedetti!

Roswehn lo squadró. "Chiudi la bocca. Non vedi il suo viso? Ha i lineamenti del re."

"Lo deciderà il nostro re, questo." Amon si giró verso Nim. "Ti prego, va' ad avvisare lord Thranduil."

Poi tornó a osservare madre e figlio e Roswehn, che non poteva leggere nei pensieri altrui, riuscì comunque a cogliere il messaggio in quell'occhiata e nel sorriso beffardo che l'accompagnó.

Vi caccerà. Vi caccerà via tutti e due. Stavolta non la fai franca, umana.

 
   
 
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