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Autore: Mikarchangel74    06/10/2018    4 recensioni
Da quando era tornato da quell’inferno alle volte di notte sognava di essere ancora in mano a quei farabutti bastardi, sognava le maledette iniezioni di Caverjet anche se lui non sapeva esattamente cosa ci fosse mescolato in quel liquido maledetto che bruciava come il fuoco ogni volta che entrava in circolo e pervadeva tutto il suo bacino.
Si vergognava di se stesso, e questo senso di vergogna anziché diminuire continuava ad aumentare.
Qualcuno bussò alla porta del bagno e lo fece trasalire, Jack si risollevò di scatto, tirò su col naso, si passò una mano sul volto, come per scacciare tutti quei pensieri e si schiarì la voce
“S-Sì? Arrivo. Ho fatto” Disse
“Tutto bene?” Era Dean.
Jack si sorprese di sentire la voce del cacciatore, si aspettava Castiel che di solito gli ronzava attorno come una mosca o Sam con cui aveva un rapporto speciale, ma Dean… Con Dean non era andato d’accordo fino dal primo momento ed anche adesso, che sembrava essersi risolto tutto, lui lo sentiva che Dean aveva un’energia respingente verso di lui.
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Nuove avventure per Sam, Dean e Jack'
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~~Il giovane nephilim passò la mano sul vetro appannato della toilet del bunker dopo essersi fatto una doccia calda. Lo specchio rifletteva la sua immagine a mezzo busto ancora un po’ sbiadita per via del vapore emanato dal suo corpo che rapidamente opacizzava la superficie riflettente.
Erano ormai passati due mesi buoni da quando aveva riacquistato completamente la memoria. L’orribile disavventura della coppia di coniugi della baita era solo un ricordo lontano. Così almeno aveva fatto credere ai ragazzi e a Castiel. Ma chi voleva ingannare… Per lui non era passato proprio niente. Le violenze subite lo avevano segnato più di quanto volesse ammettere.
Guardò la sua immagine riflessa, si guardò negli occhi e piano piano abbassò lo sguardo sul suo petto, attraverso lo specchio non poteva vedere oltre così lasciò cadere lo sguardo giù sul suo corpo nudo coperto di goccioline. Sul suo sesso che ormai era tornato del tutto normale, ma la sua mente gli rimandò subito i ricordi di quei giorni, proprio come se fosse successo solo il giorno prima.
Afferrò saldamente il bordo del lavandino che si trovava sotto lo specchio davanti a lui. Inclinò leggermente il busto, come appoggiandosi sull’oggetto per un improvviso malore e chiudendo gli occhi per sopportare l’ondata di orribili ricordi che stavano tornando di nuovo. Serrò gli occhi con la stessa intensità con cui stringeva il bordo del lavandino ed il suo respiro si fece più rapido e pesante.
Meno male che almeno lì in bagno poteva lasciarsi andare un po’ e manifestare ciò che lo stava tormentando e corrodendo giorno dopo giorno, cosa che invece in presenza degli altri nascondeva, inghiottendo tutto dentro di sé, vivendo come se niente fosse, come se avesse dimenticato tutto.. Come avrebbe dovuto essere.
Ma da quando viveva su quel pianeta, non aveva mai avuto modo di riflettere o di sperimentare il livello della spietata malvagità che poteva raggiungere l’essere umano. Ciò che gli era stato fatto andava ben oltre l’immaginabile. Adesso poteva anche capire i discorsi fatti da alcuni angeli e soprattutto da Lucifero riguardo l’odio verso il genere umano e la volontà di sterminare quelle deludenti creature.
Più passava il tempo e più si sentiva confuso riguardo il suo giudizio sugli esseri umani.

Deglutì, riaprì gli occhi e la vide. Vide Olga nello specchio dietro di lui, con la siringa in mano ed un sorrisino che sembrava dolce ma che celava solo una pazzia spietata, senza cuore e senza umanità.
Il terrore lo assalì, si voltò di scatto muovendo gli occhi a destra e a sinistra in cerca della sua carnefice con il petto che gli si sollevava e si abbassava tremante ed affannoso, ma il bagno era vuoto ovviamente. Stava forse impazzendo?
Sentì la sua risatina e la sua voce rimbombargli nella mente
Jack scosse la testa ed appoggiò il mento sul petto, i capelli non erano del tutto asciutti e schizzarono goccioline minuscole d’acqua.
Si accorse di avere la sua mano già stretta attorno al suo sesso eccitato.
Ne fu’ terrorizzato e turbato, ma allo stesso tempo sentiva di averne bisogno. Chiuse gli occhi ed iniziò a muovere la mano lentamente, i battiti del suo cuore accelerarono. Si morse il labbro e mosse la sua mano sempre più veloce lasciando sfuggire piccoli ansimi silenziosi.
Ma che diavolo stava facendo?! Riaprì gli occhi, lasciò il membro immediatamente come se avesse avuto in mano un oggetto rovente, non poteva masturbarsi l’orgasmo sarebbe stato devastante e doloroso. Si voltò di nuovo verso lo specchio sconvolto, guardandosi dritto in quelle due pozze grandi azzurre, piene di terrore e smarrimento. Forse quella sostanza che gli era stata iniettata dava dipendenza… Forse ne aveva davvero bisogno. Oh forse erano solo allucinazioni .. E stava solo perdendo la testa?

Da quando era tornato da quell’inferno alle volte di notte sognava di essere ancora in mano a quei farabutti bastardi, sognava le maledette iniezioni di Caverjet anche se lui non sapeva esattamente cosa ci fosse mescolato in quel liquido maledetto che bruciava come il fuoco ogni volta che entrava in circolo e pervadeva tutto il suo bacino.
Sognava le sue erezioni, erano così vere da sentirsi di nuovo come allora, impotente di avere il controllo del suo corpo o meglio del proprio sesso. Impotente di poter decidere se aver voglia di provar piacere o meno. La sua libido era controllata ed in mano di quella depravata. Lei lo voleva sempre in tiro, sempre pronto per esser cavalcato. Lei godeva continuamente di lui anche più volte al giorno e lui non era più padrone del suo organo, della sua vita. Lei decideva quando dargli sollievo e fargli provare piacere. E Jack lo desiderava perché il dolore di quelle potenti erezioni era troppo forte per esser sopportato. Avevano annientato ogni sua volontà.
E si svegliava spesso durante la notte ansimando e schizzando il seme nei suoi slip o piangendo con un erezione che non aveva proprio niente a che fare con quelle indotte e non era dolorosa, ma a lui sembrava tale e quale. Continuava a provare ogni volta un dolore fuori da ogni immaginazione, anche se era solo frutto della sua mente. Da cosciente non osava e non voleva più toccarsi.
Si vergognava di se stesso, e questo senso di vergogna anziché diminuire continuava ad aumentare. Una parte di sé voleva chiedere aiuto, ma poi subentrava la vergogna e lo bloccava. Come avrebbe potuto chiedere aiuto? ‘Hey sapete, continuo a sognare di esser scopato da quella maniaca e mi sveglio col cazzo duro e la voglia di avere un orgasmo’. No, doveva cercare di venirne fuori da solo. Tutto questo era troppo imbarazzante e frustrante.
Si piegò maggiormente, appoggiò i gomiti sul bordo del lavandino, si prese la testa tra le mani ed un singhiozzo disperato gli scappò dalle labbra.
Qualcuno bussò alla porta del bagno e lo fece trasalire, Jack si risollevò di scatto, tirò su col naso, si passò una mano sul volto, come per scacciare tutti quei pensieri e si schiarì la voce
“S-Sì? Arrivo. Ho fatto” Disse
“Tutto bene?” Era Dean.
Jack si sorprese di sentire la voce del cacciatore, si aspettava Castiel che di solito gli ronzava attorno come una mosca o Sam con cui aveva un rapporto speciale, ma Dean… Con Dean non era andato d’accordo fino dal primo momento ed anche adesso, che sembrava essersi risolto tutto, lui lo sentiva che Dean aveva un’energia respingente verso di lui.
“Sì … esco subito.”
Jack afferrò i suoi vestiti, s’infilò gli slip, i pantaloni. Notò ancora un po’ di rigonfiamento attraverso i pantaloni, così tenne la camicia in mano, coprendosi davanti cercando di essere il più disinvolto possibile, rimanendo a busto nudo.
Aprì la porta del bagno trovandosi praticamente faccia a faccia con Dean e con i suoi occhi verdi. Jack fece un passo indietro imbarazzato, quegli occhi lo fissavano come se volessero carpirgli dei segreti, i suoi maledetti segreti.
“Eccomi.” Disse abbassando lo sguardo e sorridendo un po’ nervosamente “Il bagno è tutto tuo.” Ed aspettò che Dean si facesse da parte per passare.
Dean continuò ad osservarlo serio per qualche altro secondo e poi lo lasciò passare per entrare in bagno e chiudere la porta.
Jack se ne andò in camera sua finendo di vestirsi e rimase chiuso lì per un po’ seduto sul bordo del letto. La voglia di concedersi piacere non accennava a diminuire e udì di nuovo la voce della donna dentro la sua testa, una voce sensuale ma di un mostro.
“Lasciami in pace..” Sussurrò sopraffatto.

Jack emise un mugolio disperato sentendo il sesso premere dolorosamente contro il tessuto degli slip, troppo costretto.
“No…” Era sul punto di piangere perché veramente non sapeva come gestire quella situazione insostenibile. Strinse le gambe facendosi male volontariamente, alle volte funzionava per annientare la libido e far calmare l’erezione. Si lasciò cadere di schiena  e portò le gambe al petto abbracciandole e una lacrima scivolò dall’angolo del suo occhio.


Dean stava osservando Jack già da un po’ da quando l’avevano ritrovato. Il ragazzo si sforzava di sembrare il più normale e disinvolto possibile, ma Dean non era convinto.
Sam era contento e tendeva sempre a sdrammatizzare tutto. Per lui Jack aveva solo bisogno di tempo per riprendersi dallo shock, Castiel aveva ricominciato a sparire per fatti suoi, facendosi vedere di rado, ma Dean si era messo ad osservare e seguire il nephilim già da un paio di settimane, c’era qualcosa nel comportamento del ragazzo che lo insospettiva, non sembrava migliorare affatto, semmai il contrario.
Spesso era passato fuori dal bagno o da camera sua e aveva sentito gli inconfondibili gemiti ed ansimi soffocati del piacere seguiti poi da singhiozzi di pianto. La notte alle volte lo aveva sentito piangere, l’aveva visto lavare in fretta e furia i suoi indumenti intimi o coprirsi d’improvviso l’inguine in pubblico fortemente imbarazzato.
Ripensò al periodo di quando aveva avuto il marchio di Caino e distrattamente si passò la mano nel punto dove anni prima c’era stato impresso. Quel marchio l’aveva soggiogato, l’aveva fatto sentire potente ed allo stesso tempo l’aveva reso schiavo, in quel periodo aveva sentito costantemente il bisogno di stringere la lama tra le mani e di uccidere.
E se Jack in qualche modo adesso fosse affetto da una sorta di sindrome di Stoccolma? O qualcosa di simile a ciò che era capitato a Dean con il marchio? Era strano certo.. Di solito questa sindrome si manifesta durante la detenzione e Jack non avrebbe dovuto avere nessun marchio addosso. Ma qualcosa c’era che come un tarlo gli stava rodendo dentro e da un piccolo forellino, stava ingigantendo dentro di lui.
Doveva tentare di parlarci. Avrebbe dovuto pensarci Sam. Sam era quello bravo con le parole e con i ragazzi e comunque Sam aveva sempre avuto un rapporto migliore con il nephilim fin dall’inizio, ma Sam adesso continuava a dire di non dover stressare il ragazzo e di lasciargli i suoi spazzi. Però Dean temeva che se avessero aspettato troppo Jack sarebbe peggiorato ulteriormente.

Uscito dal bagno Dean cercò Jack, sapeva dove cercarlo, dove ormai passava la maggior parte del tempo, in camera sua. Avvicinandosi per bussare, lo sentì singhiozzare e senza pensarci due volte evitò di bussare ed entrò, trovando il ragazzo sul letto con un’espressione sofferente stampata sul volto, con un braccio cercava di stringere le gambe al petto e l’altra mano stringeva le coperte nel pugno.
“Jack!” Cercò di avvicinarsi, ma Jack senza scomporsi e nemmeno guardarlo gli gridò
“Vattene! Sto’ bene è solo un crampo… Adesso passa” La sua voce era disperata.
Dean restò fermo per un po’, ma non se ne andò
“Jack, ti prego lasciati aiutare”
“No. E’ tutto a posto, sul serio… Lasciami stare ti prego”
“Non sembra affatto a posto.” Continuò Dean non intenzionato a lasciar perdere questa volta “Jack ti sto’ osservando da un po’ e lo vedo che c’è qualcosa che non va’, qualcosa che ti turba.”
“…” Jack non rispose, troppo intento a cercare di concentrarsi per far passare quell’imbarazzante e dolorosa erezione il prima possibile adesso che Dean era lì.
Dean aggrottò le sopracciglia e si avvicinò
“Fermo ti prego!” Disse Jack alzando la mano che fino a un secondo prima stringeva le coperte e guardandolo con gli occhi lucidi.
Dean non gli diede ascolto e lo raggiunse sedendosi sul letto accanto a lui. Dio era talmente teso che se lo avesse spinto di sotto avrebbe fatto l’effetto di una pietra rotolante.
“Cosa succede? Lo so che il problema è legato a …”
“Non dirlo” Jack era veramente sul punto di piangere e a Dean si strinse il cuore a vederlo in quello stato. Non sapeva come aiutarlo se lui si ostinava a non volergli raccontare niente. Sospirò
“Senti, non c’è niente di vergognoso nel sesso…” Iniziò cercando di non far trapelare quel leggero imbarazzo che adesso invece sarebbe subentrato, ma dopotutto non era un argomento facile e lui non era portato per le parole, lui di solito con le potenziali partner agiva.
“Dean…” Sussurrò il nephilim quasi in una supplica mentre nella sua testa l’infida voce di lei non gli dava tregua
Sempre più in confusione Jack dette una maggiore strizzata con le gambe e gli provocò un leggero gemito.
“Jack ti prego, dimmi cosa c’è che non va’, io e Sammy faremo di tutto per aiutarti.” Gli disse toccandogli una gamba per vedere se avesse deciso di allentare quella morsa in cui si era chiuso.
“Lasciami stare!!” Urlò Jack di colpo e senza volerlo usò il suo potere e fece volare Dean in fondo alla stanza, sbattendolo contro la parete. Dean accusò il colpo e si ritrovò carponi a terra, si rialzò lentamente dolorante guardandolo triste, ma stavolta non si sarebbe arreso. Era pericoloso, ne aveva appena avuto un assaggio, ma non poteva farsi respingere.
Jack stava male e si vedeva. Dean tornò a riavvicinarsi piano a lui, protendendo le mani in avanti in segno di resa.
“Ti prego vattene, non voglio farti del male” Disse Jack senza muoversi da quella posizione con la fronte leggermente imperlata di piccolissime goccioline di sudore.
“Non me ne andrò Jack.” Dean con molta calma si riavvicinò al letto e si sedette di nuovo al suo fianco.
“Se non riesci a spiegarmi .. mostrami i tuoi problemi” Si offrì Dean e gli prese la mano che cingeva le ginocchia portandola al lato del viso. Jack gli lanciò un’occhiata terrorizzata ma poi i suoi occhi brillarono di un arancio sgargiante e si collegò mentalmente con il cacciatore arrendendosi e finalmente liberandosi del suo tremendo segreto. Dean di colpo raddrizzò la schiena e rimase come bloccato fissando davanti a se, anche se davanti ai suoi occhi iniziarono a scorrere altre immagini, anche i suoi occhi presero a brillare dello stesso colore intenso.
Vide scorrere molto velocemente ricordi orribili delle violenze a cui la donna e l’uomo della baita sperduta sulle montagne svizzere lo avevano sottoposto e poi sentì il tremendo dolore provato e quello che tutt’ora sentiva. Dean si irrigidì ed emise un verso strozzato. Una lacrima rigò il volto dei due ragazzi collegati. Dean ansimò credendo di non poter resistere oltre e Jack interruppe il contatto singhiozzando un paio di volte.
Rimasero qualche secondo in silenzio, Dean cercando di riprendersi e capire come poter aiutare il nephilim e Jack cercando di nuovo di affogare e seppellire quei ricordi orribili.
“Ora lo sai … Non lo so cosa sta succedendo ma è orribile. Sento la sua voce nella testa.”
Dean di colpo lo tirò su e lo strinse a se’, un gesto che sorprese Jack, era un gesto che di rado aveva visto fare a Dean e solo con suo fratello Sam. Rimase tremante tra le sue braccia
“Perché non ce lo hai detto subito? Oh Jack chi poteva immaginare…”
“Perché? Cosa credi di poter fare? Lo so che è un mio problema, che è tutto nella mia testa. Io… Io ho bisogno di tornare da loro.”
Dean lo afferrò per le spalle allontanandolo un po’ per fissarlo negli occhi.
“Cosa???!! No. Perché dici così?!”
Per Dean Jack era sicuramente affetto da PTSD ed era distrutto. Dovevano aiutarlo a superare la cosa.
“Io …” Jack guardò in basso non sapendo nemmeno lui cosa stava dicendo
Dean notò il rigonfiamento nei suoi pantaloni
“Hai provato a…”
Jack seguì il suo sguardo e il gesto che stava accennando Dean con la mano e si coprì subito imbarazzato
“No…non voglio. E’ doloroso e poi è lei che mi dice di farlo e… non voglio darle questa soddisfazione!”
“Jack… probabilmente la sua voce è solo nella tua testa e ormai l’effetto delle iniezioni è finito già da settimane, lo hai visto tu stesso dalle analisi.
“E perché continuo ad avere queste erezioni??!!!”
“La mente .. il cervello è lo strumento più potente che abbiamo, lui regola tutto il nostro organismo, ci dice se il corpo ha bisogno di nutrirsi o di dormire, se c’è qualcosa che non va’, e tenta da solo di correggere eventuali problemi ed il più delle volte ce la fa’. … Il guaio è che quando uno subisce un forte shock o una terribile esperienza come la tua, il cervello alle volte non riesce a … ragionare con raziocinio…” Jack fissava in basso con espressione seria e Dean lo osservava per capire se riusciva a comprendere ciò che spiegava.
“Può darsi Jack che il tuo cervello ne abbia risentito talmente tanto che ..”
“Sto’ impazzendo” Terminò il ragazzo
“No, ma se non riusciamo a bloccare tutto questo potrebbe anche essere.”
Jack sollevò lo sguardo incrociando quello serio e preoccupato di Dean
“Probabilmente adesso hai avuto un crollo per un effetto post traumatico e soffri di allucinazioni. Ti sembra di sentire le voci e sembrano reali, ma non lo sono credimi. E le erezioni sono comandate dal tuo cervello. Ma puoi guarirne. Lasciati aiutare da Sam o da me o persino da Cass se preferisci, anche se non credo sia il più adatto.”
Jack ci rifletté un po’ su e sospirò. “Ci proverò…”
Dean gli diede una leggera pacca sulla schiena di incoraggiamento e sorrise “Bravissimo. Ottima risposta. Ce la faremo vedrai”
Ma non appena Dean fu uscito dalla stanza e Jack rimase solo la voce di Olga nella sua testa gridò infuriata

E di colpo Jack sentì un forte dolore al pene ed al bacino e si ripiegò sul letto serrando denti e occhi e trattenendosi dall’urlare. Voltò la testa verso il materasso ed emise dei suoni sofferenti attutiti dal materiale. Il dolore era allucinante e poco dopo venne anche se non ne aveva l’intenzione, sporcandosi slip e pantaloni.
Dopo l’orgasmo il dolore passò e lui rimase a singhiozzare, piangere ed ansimare sia per il piacere avuto senza controllo, che per il dolore tremendo appena provato.
Olga non gli avrebbe mai permesso di guarire… non lo avrebbe mai lasciato andare, ne era certo.

Dean ne parlò anche con Sam e in due cercarono di fare una specie di impacciata terapia di gruppo. Raccontando a turno le proprie esperienze sessuali, soprattutto le più imbarazzanti e Dean ne aveva qualcuna che fece rimanere allibito anche Sam che invece aveva sempre creduto che Dean fosse un’infallibile Don Giovanni.
Una settimana dopo Jack sembrava apparentemente più tranquillo e sereno, nessuno immaginava che le allucinazioni stessero peggiorando.
Non lo facevano dormire. E’ vero, era mezzo angelo ed aveva bisogno di meno riposo rispetto agli umani, ma la sua parte umana ne desiderava almeno un po’.
Tutto iniziava verso le undici, quando lui vedeva apparire Olga nella sua camera da letto e si manifestava subito il dolore.
Lei lo immobilizzava al letto e si ritrovava con polsi e caviglie legate senza potersi più muovere o ribellare.
Poi gli praticava l’iniezione e poco dopo il suo sesso svettava rigido verso l’alto dolorosamente.
Gli suggerì lei
Jack piagnucolò, ma aveva ragione, forse se se lo fosse tagliato via tutto questo sarebbe finito visto che l’aiuto dei due cacciatori non aveva fatto altro che peggiorare la situazione!
Così si alzò e raggiunse la cucina a piedi nudi. Accese la piccola lampadina che pendeva dal soffitto, ancora senza un’adeguata e più estetica copertura e posò lo sguardo sul ciocco dei coltelli appoggiato sul piano tra i fornelli ed il frigo.
Camminò come in trance fino a raggiungerlo ed estrasse un coltello da carne, con una lama piuttosto larga e molto affilata. Osservò per qualche minuto la sua immagine che si rifletteva sulla superfice argentata, poi abbassò leggermente i pantaloni del pigiama che indossava e afferrò il suo sesso tendendolo, non era difficile visto che era ancora piuttosto in tiro e vi appoggiò la lama alla base.
Il suo respiro accelerò e sperò che la sua forza di volontà e la sua determinazione non venissero mero. Pensò che un unico colpo deciso sarebbe potuto esser sufficiente e magari si sarebbe potuto auto guarire usando il suo potere angelico.
La sua mano, come anche il suo corpo iniziarono a tremare. Lui deglutì, chiuse gli occhi e con un movimento rapido tagliò.
Il dolore lo investì immediatamente ed urlò.
Quando guardò giù, la sua mano era già rossa di sangue fino al polso, l’organo non era stato reciso del tutto, ma a causa dell’erezione in atto e quindi dell’ingente afflusso di sangue, questo schizzava fuori come una fontanella e ne stava perdendo veramente tanto ad una velocità esorbitante, era una scena scioccante.
Il coltello gli scappò di mano finendo sul pavimento e mancò di poco il piede.
Jack sotto uno shock che ovviamente non aveva calcolato, cercò di usare il suo potere angelico per guarirsi, mentre una pozza rosso scuro si allargava sotto di lui, macchiando il pigiama a tal punto da far concorrenza alle scene più crude di un film horror, ma tra lo shock ed il sangue perso che iniziava ad offuscare la sua lucidità, non riuscì a praticare la guarigione sperata. Sì spaventò spostò i piedi scivolando sul suo stesso sangue e si ritrovò a sedere in terra.

Sam e Dean udirono subito il grido e poco dopo sentirono cadere qualcosa a terra. Si alzarono entrambi di volata uscendo dalle loro camere e ritrovandosi in corridoio guardandosi, poi videro il bagliore che proveniva dal salone e corsero.
Quando si affacciarono in cucina rimasero momentaneamente sconcertati. Jack era semi ricoperto di sangue e appoggiato alle ante del mobile che si trovava sotto il piano cottura, aveva la testa reclinata e appoggiata sul petto e sembrava in procinto di svenire.
Dean fu’ il primo a riprendersi e correre dal nephilim, rischiando anche lui di scivolare sul sangue. Raccolse Jack tra le braccia fregandosene di sporcarsi.
“Sam presto devi trovare qualcosa per bloccare il sangue. Una cintura corri!!” Gridò coricando Jack sul tavolo e premendo con le mani sulla brutta ferita
“Oddio Jack che cosa hai fatto.” Disse disperato
“Nie… niente più…” Farfugliò sconnessamente
“Ssshh tranquillo.. Tranquillo adesso ci sono io” Gli carezzò la fronte e gli lasciò la mano libera sulla fronte
“Saaam!!” Gridò ma Sam stava già tornando aveva preso quanto richiesto ed anche il kit medico con tanto di ago e filo.
I due cacciatori si affaccendarono subito per ridurre la forte emorragia mentre Jack gemeva piano.
“Non siamo chirurghi Dean! Ci serve qualcuno esperto!” Disse Sam
“Non c’è tempo! Ha perso già troppo sangue!”
Poco dopo apparve un Castiel molto turbato e lo fu ancora di più quando si trovò davanti tutto quel sangue ovunque
“Cosa sta’…. Jack!”
“Castie guariscilo o morirà!” Gridò Dean.
Jack intanto aveva perso i sensi.
Castiel si avvicinò velocemente e toccando con due dita una spalla del nephilim lo guarì all’istante. Dean e Sam si appoggiarono al tavolo esausti e sospirando di sollievo per la tragedia sfiorata.
“Adesso volete spiegarmi cosa è successo?!” Chiese l’angelo serio
Dean sollevò la testa “Non lo so, lo abbiamo trovato a terra in una pozza di sangue. Stavamo cercando da giorni di aiutarlo perché soffriva di brutte allucinazioni dovute agli abusi subiti…”
“Avete fatto un bel lavoro!” Li riprese Castiel interrompendo il cacciatore che gli restituì uno sguardo rabbioso “E tu? Tu sei sparito in paradiso fregandotene di lui! Neanche lo sapevi!”
Sam cercò subito di placarli
“Discuterete più tardi di chi sapeva oppure no, resta il fatto che Jack ha rischiato di morire, ha fatto un gesto disperato e noi non siamo in grado di aiutarlo così, dobbiamo sentire il parere di un medico.”

Jack fu messo a letto e dormì per quarantott’ore di fila, nel frattempo Dean aggiornò l’angelo su quanto era avvenuto in quelle settimane. Sam ripulì tutta la cucina, mise a lavare tutti i loro abiti sporchi di sangue e poi telefonò ad un loro medico di fiducia, spiegando il problema. Il medico gli prescrisse alcuni farmaci antipsicotici.

***


Erano tutti intorno a Jack quando riaprì lentamente gli occhi.
Era in una posizione semi seduta, si portò subito le mani all’inguine e fu rassicurato di trovare tutto al suo posto… Non era sicuro di cosa fosse realmente accaduto, magari era stata un’altra allucinazione..Ma ne ebbe la smentita vedendo le facce preoccupate che lo guardavano e deglutì.
Il primo a parlare fu Sam “Perché sei arrivato a tanto? Stavamo cercando di aiutarti, perché non ci hai detto di essere così disperato?” Gli chiese dolcemente e Jack abbassò la testa.
“Dopo … dopo che avevo parlato con Dean, Olga si è arrabbiata ancora di più e tutte le notti veniva nella mia stanza, mi legava al letto .. Mi faceva male .. E .. Mi ha detto di .. tagliarlo.. Io ho pensato che forse veramente potevo far finire tutto e sarei riuscito a guarirmi in tempo da solo ma…”
Dean lo stava fissando serio con le braccia incrociate sul petto e non disse niente. Gli era dispiaciuto che Jack non gli avesse detto quanto era peggiorato, Dean e Sam si erano aperti con lui e lui invece non si era confidato.
“Hai rischiato di morire. Sei ancora qui grazie a Castiel. Se non ci fosse stato lui..” Disse finalmente Dean con rabbia e poi fece un gesto come per scacciarlo e uscì dalla stanza.
“Mi dispiace”
“Io ho sentito che qualcosa non andava, perché per fortuna siamo collegati e mi sono precipitato qui, ma loro hanno ragione, dovevi chiedere aiuto” disse con calma l’angelo
Jack sollevò la testa avvilito ed eccola di nuovo, Olga lì in piedi in fondo al suo letto anche lei con le braccia incrociate, la siringa in mano ed un sorriso vittorioso stampato sul volto.
< Hai di nuovo fallito Jack. Lo sai cosa ti aspetta vero? >
Jack sbarrò gli occhi impaurito. Sam e Castiel si accorsero del cambiamento della sua espressione e si lanciarono un’occhiata
Jack si riconcentrò su Castiel ma senza comunque distogliere lo sguardo dalla donna
“E come avrebbero potuto aiutarmi??!” Chiese con un tono di voce di un ottava più alto per la disperata consapevolezza che di nuovo lei si sarebbe accanita contro di lui torturandolo.
Ma d’improvviso Dean rientrò rapido nella stanza con in mano un sacchetto trasparente e qualcosa di bianco all’interno ed un accendino.
“Così!” Disse.
Con un movimento rapido creò veloce un cerchio di sale in fondo al letto di Jack, Sam afferrò il polso o meglio braccialetto che Jack aveva sempre portato al polso regalatogli da Castiel con attaccato un ciondolino di un gatto, e strappò un minuscolo lembo di stoffa che vi era rimasto incastrato, lo diede veloce a Dean che gli diede fuoco gettandolo nel cerchio.
L’immagine di Olga iniziò a gridare prendendo fuoco e poco dopo scomparve in un’esplosione di scintille.
Jack osservò tutto a bocca aperta stupito.
“Ma come…?”
“Era una strega Jack, era riuscita in qualche modo con un sortilegio a mettersi in contatto con te, tramite un piccolo pezzettino di stoffa dei vestiti che ti avevano dato là in quella baita.
Non riuscivamo a capire cosa fosse all’inizio. Ci è occorso del tempo per capire cosa stava succedendo, con chi avevamo a che fare e poi a scoprire come riusciva a mettersi in contatto con te, finché l’altro giorno quando sei uscito dal bagno ho notato il braccialetto… Era l’unica cosa che avevi quel giorno quando ci salvasti da Lucifero e l’unica cosa che non ti togli mai.
Mi dispiace solo che non siamo riusciti ad impedirti di ferirti.” Disse Dean contrito.
Jack ancora un po’ incredulo che fosse finalmente tutto finito, guardò in giro per la stanza
“Se n’è .. Se n’è andata.”
“Si Jack.” Gli confermò Sam accarezzandogli la guancia e sorridendogli dolcemente
“Tranquillo, quella maledetta non tornerà più a tormentarti. Adesso devi pensare solo a riprenderti e guarire.” Ribadì Dean
A Jack scappò una lacrima e guardò i tre, passando dall’uno all’altro in un ringraziamento silenzioso.
Dean gli strinse la spalla e Castiel gli tenne una mano tra le sue.
“E’ finita Jack, se Sam e Dean dicono che è finita, puoi star certo che è così.”

The End

   
 
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