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Autore: Elgul1    07/10/2018    21 recensioni
In un mondo popolato da esseri sovrumani sta alla polizia cercare di garantire una sorta d'equilibrio, ma quando è la legge ad essere braccata, chi si occupa dell'ordine? Un nemico invisibile inizia a dare la caccia ad ogni eroe che lotta per la giustizia e la polizia brancola nel buio più totale. Starà a Steve e una squadra di agenti scelti scoprire chi si nasconde dietro queste morti brutali e i motivi che guidano il killer verso un piano malvagio e ambizioso.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ormai era una decina di minuti che Steve aveva lasciato la centrale di polizia. Guidava la sua berlina lungo la statale venti diretto verso la casa di Thomas l' unico, tra le sue conoscenze, che poteva realmente aiutarlo. 

" Come mai non ha voluto prendere una volante?" Chiese all'improvviso Shoan il ragazzo, seduto accanto a lui, era vestito come da indicazione di Steve, con una semplice t-shirt nera con sopra un teschio e dei jeans squalciti.

 " Se avessimo preso una volante avremmo dato nell'occhio. Nel posto dove ti sto portando è assolutamente sconsigliato farsi vedere con poliziotti e simili." Gli spiegò in breve senza distogliere gli occhi dalla strada. 
" Oh capisco." Disse Shoan curioso che iniziò a smuovere i tasti della radio cercando una stazione adatta. 
" Prima missione per te?" Gli domandò Steve incuriosito e lasciandolo fare. 
Il ragazzo annuì. " Esatto, signore. Sa ho colto l'occasione e mi sono offerto per questo caso. Così da avere qualcosa con cui iniziare col botto." Disse brevemente. " Le volevo fare una domanda capo. Già che siamo soli." Mormorò abbastanza imbarazzato fermandosi e lasciando una stazione anni ottanta. 
" Dimmi pure e dammi del tu mi fai sentire vecchio a dirmi così..." Rispose Steve.
Quel ragazzo avrà avuto si o no sette o otto anni meno di lui, lo faceva sembrare un nonnetto a parlargli in quel modo.
 " Per caso lei e l'agente Erika andavate a letto insieme?" Domandò con innocenza e facendo frenare di botto Steve lungo la strada preso in contropiede dalla domanda.
Si girò di scatto verso il ragazzino e, facendo finta di non aver capito, disse:" Scusa... potresti ehm ripetere?" 
" Bhe, come posso spiegarmi..." Cominciò a dire lui mentre l uomo rimetteva in moto la macchina coi clacson che gli suonavano dietro e mostrando il dito medio. " Percepivo molta ostilità fra voi mentre eravate in quella stanza. Perciò, ho ipotizzato, che ci fossero dei trascorsi tra voi due in termini di..."
" Ti prego, fermati." Lo interruppe Steve allarmato da quello che Shoan stava per dire. - Ci mancava l'adolescente in piena crisi ormonale per questo caso. - Pensò fra sè e sè.               
" Lei non è una mia ex. E' l'ex ragazza di un mio collega morto tragicamente due anni fa. " Spiegò in breve omettendo la maggior parte della storia.                               
 " Ah, mi spiace, ho dato tutto per scontato mi scusi." Disse il giovane dispiaciuto. 
" Non scusarti, infondo sei da poco in polizia. Piuttosto che tipo di poteri hai? Alla riunione non ho avuto modo di chiedertelo." Chiese infine Steve cambiando così discorso per la sua gioia.
 " Sono un super di livello uno e ho abilità di tipo mutaforma..." Rispose il ragazzo semplicemente.
 " Cioè puoi prendere le sembianze di altre persone? Oppure trasformarti in animali?" Domandò piuttosto incuriosito l'ex agente. Aveva trovato vari mutaforma e, molti di essi, potevano cambiare il loro aspetto solo vedendo una foto oppure toccando un'altra persona.

 Shoan scosse la testa. " I mutaforma si dividono in varie tipologie: ci sono quelli che mutano in persone, quelli che mutano completamente in animali e quelli come me..." Rispose mostrando la mano destra iniziare a modificare velocemente in una artigliata rivestita di pelliccia spessa marrone scuro ma il corpo rimase totalmente normale.
" Posso mutare solo una parte del mio corpo purtroppo. E la trasformazione dura un massimo di trenta minuti, almeno per il momento." Concluse piuttosto afflitto. 
" Bhe, sempre meglio che non avere poteri come me." Disse scherzando Steve mentre parcheggiava di fronte a dei giardini pubblici ridotti a una discarica.
" Benvenuto nei quartieri bassi amico." Annunciò lui scendendo dall'auto e calando sopra i suoi occhi degli occhiali scuri. " Ti voglio dire due cose, prima di andare da Thomas." Disse a mo di spiegazione mentre camminavano lenti lungo il marciapiede rovinato e colmo di crepe da cui ogni tanto sbucava qualche punto erboso. 
" Punto uno non dire a Thomas che sei un agente di polizia, non si fida dei piedipiatti. Inoltre questa zona non vi vede di buon occhio." Spiegò in breve mentre il ragazzo annuiva. " Seconda cosa, non dire che sei un super e non mostrare in alcun caso i tuoi poteri. " Disse brevemente. 
La cosa lascio stupito Shoan. " Perché non dovrei dirlo?" Chiese piuttosto confuso.
Steve non rispose subito ma continuò lungo la strada incrociando una fiumata di gente che stava entrando in uno dei tanti locali della zona. Poi, svoltato l'angolo in un vicolo semi deserto, disse:" In questo posto quanti super credi che ci siano?"
 " Non molti, credo..." Ammise lui stesso.
Nonostante tutto coloro che possedevano poteri, nella maggior parte dei casi, erano privilegiati a differenza di coloro privi di qualsivoglia abilità.
" Esattamente. Questa zona, così come altre in queste condizioni, è sotto il controllo di qualche banda di super i Brewold, gli Shark e simili hanno il controllo di intere zone della città." Mormorò brevemente mentre camminavano per il vicolo attenti a dove mettevano i piedi visto i liquami presenti. " Perciò non rivelare le tue abilità in nessun caso. Se scoprono che c'e un super, venuto da fuori, potrebbero succedere veri casini." Concluse come monito Steve mentre si fermava di fronte a una porta gialla senza alcun indirizzo civico se non un cartello indicativo con su scritto non disturbare. 

Facendo finta che il cartello non ci fosse Steve bussò forte alla porta facendola tentennare. Dopo alcuni istanti si sentirono dei passi pesanti arrivare alla porta. 
" Chi è?" Domandò una voce nasale e roca. 
" Sono Steve. Dai apri Thomas." Rispose lui. Si senti un chiavistello che veniva tolto e una chiave fu girata nella toppa. 
" Che sei venuto a fare? Avevo capito che avevi un incarico da svolgere..." Borbottò un uomo visibilmente in sovrappeso dalla testa pelata e vestito in una confortevole tuta da ginnastica rossa come un pomodoro.  
" E quel pischello chi è?" Chiese ancora Thomas indicando con la mano tozza Shoan accanto a Steve e bloccando sul nascere qualsiasi discorso dell uomo. 
" Ehi ehi piano con le domande adesso ti spiego tutto. Possiamo entrare? Oppure hai da fare con qualche squinzia occasionale?" Domandò Steve. Conoscendo fin troppo bene il modo di fare del suo amico. Thomas imprecò sottovoce e fece loro cenno d'entrare. 

" Hai cambiato arredamento?" Chiese Steve seguendolo nella sala da pranzo e ammirando, come al solito, le piccole sculture in marmo sopra il mobile in salotto.
 " No, qua non cambia niente da circa sei anni! Perciò non iniziare a fare complimenti sai benissimo che casa mia è una reggia!" Esclamò l uomo con un tono quasi compiaciuto mentre Steve si metteva seduto al grande tavolo quadrato in legno pregiato.                       " Comunque ti presento Shoan è uno che ho trovato sul giornale cerca lavoro come freelancer." Disse in breve riferendosi al ragazzo ancora rimasto abbagliato e confuso da tutto quello sfarzo.
" Bhe benvenuto a bordo novellino." Rispose Thomas sventolandogli davanti una birra davanti agli occhi per farlo riprendere. " E dimmi, cosa siete venuti a fare qui?" Chiese sedendosi dall'altra parte del tavolo stappando la bottiglia con un apribottiglie. 
" Si tratta di un lavoro a cui sono stato chiamato a partecipare ieri..." Cominciò a spiegare Steve cercando di essere vago. Se fosse andato dritto al punto sapeva che gli avrebbe subito sbattuti fuori senza ricavare nulla. " La paga sarà molto buona ti avviso già che partiamo dai 2000 zeny al giorno." Marcò soprattutto la parola al giorno notando come, l'espressione di Thomas, si era fatta interessata. 
" Grandioso, chi è il cliente?!?" Esclamò ancora entusiasta della cosa e prendendo un grande sorso dalla bottiglia.
 " La polizia..." Sussurrò con un filo di voce tossendo Steve.                   
  Thomas smise di bere e appoggio la bottiglia sul tavolo. 
" Scusa... credo di aver sentito male potresti ripetere?" Chiese stranamente inacidito.                              
" Il cliente è la polizia." Rispose nuovamente Steve a voce più alta.             
Thomas non rispose ma iniziò a giocherellare col tappo della bottiglia in modo quasi ossessivo. I due ospiti non dissero nulla Steve conosceva ormai quel tipo e sapeva come fosse.

 " Fammi capire bene... La stessa polizia da cui tu, due anni fa sei andato via senza dirmi il motivo è la stessa che ti ha dato l'incarico?" Domandò serio in viso come mai Steve lo aveva mai visto.                          
 " Si è così però..."                                                                                                     
" E' anche la stessa polizia che mi ha accusato ingiustamente facendomi rinchiudere in carcere per tre anni!" Urlò stavolta a pieni polmoni colmo di rabbia.                                                                                                                         
  " Si, è la stessa..." Replicò  Steve seccato dalla piega che stava prendendo la cosa.                                                                                        " Grandioso e sicuramente avrai accettato. Perché è questo che fai tu accetti sempre i lavori più complicati e pieni di rischi." Sbottò ancora lui. 
Steve si alzò in piedi d'impeto sovrastando Thomas e mormorò:" Shoan escì un secondo per favore." Il giovane, con ancora la birra in mano, uscì alla chetichella dalla casa lasciando i due uomini da soli.
 " Ascolta c'e un motivo per cui ho voluto accettare..." Gli spiegò Steve senza distogliere lo sguardo e potendo finalmente parlare liberamente della cosa.
 " E quale sarebbe questo motivo?" Domandò l uomo quasi ringhiando. Steve era restio dal dirlo ma non c'era altra scelta. " Se lo farò riuscirò a chiudere quel dannato fascicolo..." Rispose con la voce che gli tremava. Thomas rimase di sasso. " Intendi dire del caso per cui sei uscito dalla polizia? " 
" Esattamente. Quell infame l'ha usato come scusa e mi ha costretto ad accettare..." Spiegò brevemente. Thomas sospirò mettendosi una mano sulla pelata. " Sei nella merda amico. Non so cosa ci sia in quel dannato fascicolo visto che non hai mai voluto dirmelo però... le cose si fanno complicate." Ammise rivolto a Steve. " Appunto per questo. Quello stronzo mi tiene al guinzaglio. Voglio chiudere questo caso e alla svelta." Disse in breve ancora quello più giovane. 
" Perché sei venuto da me? Cosa speri di trovare qui?" Chiese Thomas visibilmente serio ma anche scocciato di doversi mettere in un tale macello.
 " Tu navighi in questo schifo da più di sei anni ormai." Disse Steve iniziando a parlare. " Conosci malavitosi e criminali incalliti.  Sai chi entra e esce da questa bolgia infernale e in più hai anche quell'altra cosa..." 
" Dove vuoi andare a parare?!?" Sbottò lui irritato soprattutto dall'ultima parte del discorso. 
" Questo tizio ha ucciso due super Thomas... addestrati e competenti un dannato livello I e uno livello II non scherza." Replicò Steve vuotando tutto il sacco. 
" E perché non hanno diramato un annuncio alla televisione?" Chiese piuttosto sorpreso e confuso lui. 
" Io sono stato da quella parte della barricata Thomas. Gli agenti super sono il meglio del meglio tra chi dotato di poteri. Gli unici autorizzati a usarli per difesa e attacco se si scoprisse che due del loro calibro sono stati assassinati con una tale facilità ci sarebbe il caos per le strade..." Spiegò in breve. Il più anziano annuì.
I super infatti, al di fuori della polizia, potevano usare le loro abilità solo tramite licenza lavorativa oppure in casi eccezionali dato il grande addestramento che serviva per padroneggiare simili doti.
Thomas non rispose ma rimase in silenzio tamburellando sul tavolo dal nervosismo. " Posso provare a chiedere se qualcuno sa qualcosa ma, in una situazione simile, dubito che qualcuno oserà solo parlarne." Disse con rammarico.
 " Per paura di ritorsioni intendi?" Domandò Steve. 
Lui scosse la testa. " Nei bassifondi della città, coloro capaci di fare cose simili, si contano solo sulle punte della dita e sono tutti super di livello due o tre ma dubito che gente simile si metta a uccidere poliziotti così a caso..." Rispose lui vago con uno strano presentimento in testa. 
" Farò qualche indagine qua e la cercando di restare sul vago ma ti avverto..." Disse puntando il dito indice verso di lui. " Se le cose si faranno troppo pericolose mollerò subito sedutastante non voglio crepare per dei dannati sbirri." Rimarco lui serio in volto e fissandolo. " Se faccio questo è solo per te amico. Ti vedo disperato Steve da quando ti conosco. Non fai che scappare da un passato che non vuoi ricordare cercando di portarti in situazioni al limite..." Mormorò quasi rattristato.
Steve si alzò dalla sedia con aria truce avviandosi verso la porta dove fuori lo aspettava Shoan.
" Fammi sapere se trovi qualcosa, tieniamoci in contatto spesso e sta attento." Disse come se, le parole di Thomas, fossero andate a parare sul vuoto. 


-


Una volta richiusa la porta vide Shoan seduto a terra con la bottiglia di birra ormai mezza vuota.
 " Allora ha accettato?" Domandò il giovane curioso. 
Steve annuì. " Farà qualche domanda ma, spero vivamente, che decida di usare anche l'altra cosa per questa indagine." Rispose facendogli cenno di seguirlo all'auto. 
" Che intende con l'altra cosa?" Chiese lui mettendosi in piedi e incamminandosi al suo fianco.
Steve si guardò attorno. Da quando era partito dalla centrale aveva uno strano disagio come se, qualcuno gli stesse pedinando.
" Te lo spiegherò un'altra volta..." Disse dando una pacca sulla spalla destra del giovane. " Dai, andiamo a farci un boccone e poi ti riporto alla centrale." Lo invitò indicandogli un bar poco lontano. 

Mentre i due camminavano lungo il marciapiede diretti li due occhi neri apparvero sulla parete di un muro di mattoni poco distante dal vicolo in cui si erano intrufolati. " Qui agente Mimic che parla." Disse all'auricolare che teneva nell'orecchio destro. " I due soggetti si sono recati da un tizio non meglio identificato. Vi riferirò più tardi il numero di abitazione. Devo continuare il pedinamento?" Domandò. 
" Negativo, rientra alla centrale." Rispose Will schiettamente. " Tra un'po inizia il tuo turno perciò devi essere qui." 
" Ricevuto." Disse tornando normale e recandosi verso la sua auto in completo silenzio.


Angolo dell'autore: Eccomi col capitolo 13 ^_^ grazie a chi continua a leggere la mia storia ci vediamo al prossimo capitolo ciaoo.


   
 
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