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Autore: blackjack0999    09/10/2018    2 recensioni
Per Isaac Celere. Trasferitosi da poco nella Kouh City con la sua famiglia. Iniziare ad adattarsi mentre inizierà l'anno scolastico alla Accademy Kouh. Conosce una graziosa, misteriosa ragazza di nome Yuuma e organizzano un'appuntamento normale. Sfortunatamente per Isaac, quel semplice 'appuntamento', sarà solo il preludio di un'altro stile di vita, alla quale lui non vuole averci nulla a che fare e non gli riguardava a suo malgrado. E' quando essa avrà inizio, si renderà conto di essere il nuovo Sekiryutei. Nonostante l'inizio incerto non si tirerà indietro, e proseguirà nel suo destino, ma ha modo suo ovviamente.
[Pezzo estratto dal Cap. 10]
Lei mi appoggio la sua mano destra sulla mia rispettiva guancia, la fissai negli occhi. «Oh, Io so la verità Isaac. L'avevo già capito che ora sei un diavolo reincarnato.» mi disse.
....L'intero soggiorno era svanito, le pareti erano diventate una landa cupa con aloni dorati vorticanti come fossero state brezze, persino i tatami del pavimento in alcune parti sembravano svaniti, poi l'avvertii, un'aura sconosciuta ed era alle mie spalle!.
[Isaac...Lei e una Yokai.. Una Kyùbi!.]
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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La Calma Apparente.

Oramai svegliarmi presto, persino di Domenica, il giorno dedicato unicamente per riposare e fare poco e quasi niente, ci avevo fatto l'abitudine, quindi era inutile che  avrei provato a riprendere sonno, ero ben sveglio scesi e ho rifatto alla perfezione, subito dopo ho guardato fuori dalla finestra e costatai che era un'altra bella giornata di sole. Perché sprecare una bella giornata come questa e non approfittarne invece.

M'infilai i pantaloni di una tuta e una maglia termica con una fascia sul braccio destro per infilarci il mio Ipod, avvolgo il cavo degli auricolari sotto la fascia, li avrei indossati soltanto quando sarei uscito di casa, usci' dalla mia camera e scesi di sotto.

L'aroma di caffè caldo appena fatto e delle brioche mi accolse subito, mi diressi in cucina e vedo mia sorella Selina, anch'ella era mattiniera come me e quanto vedo anch'essa forse aveva avuto la mia stessa idea, c'era anche la possibilità che  indossava soltanto la canottiera giallo ocra e i pantaloni della tuta anche solo per stare in casa.
Selina stava riempiendo le tazze da caffè, canticchiando a bocca chiusa, questa volta a optato per la caffettiera alla americana, ottimo modo di essere ben svegli al mattino presto come adesso.

«Giorno Selina». Salutai mentre sollevai ed allungai le braccia per sgranchirle. 

«Giorno anche a te, Issac». Ha ricambiato il sorriso, posando la caffettiera e preso dal frigorifero il cartone del latte e macchiato i caffè. Nel frattempo mi ero già servito prendendo una delle brioche e stavo già mangiarlo.

«Issac posso farti una domanda». Mi ha chiesto porgendomi la tazza di caffè, la guardai e la sua espressione m'inizio a farmi preoccupare, sembrava alquanto turbata. Afferrai la tazza, continuando a guardarla.

«Falla pure Selina. Dimmi»..le risposi mentre appoggiai il bordo della tazza alle labbra.

«E da un po' di tempo che ho notato una cosa. Da una settimana e mezza per essere precisi, un particolare cambiamento in te, dai di quelli del tipo che non t'aspetteresti», mi disse con un accennato sorriso, ma notai una sfumatura di evidente preoccupazione nella sua voce e nei suoi occhi azzurri viola, mi scoccava un'occhiata penetrante come se volesse leggermi in profondità.

Quando mi disse questo, stavo sorseggiando il caffè e mi andò di traverso, tossi pesantemente e più volte, mentre lei mi colpì al centro della schiena con vigorose pacche per aiutarmi, la guardai alquanto perplesso, mentre mi schiarì la voce, un brutto pensiero m'attraverso la mente. 

Che se ne sia accorta in qualche modo?. Che abbia capito che sono un demone?. No. No è assurdo, non posso crederci, sono talmente preoccupato per nascondere a loro questa dura verità da esserselo immaginato. 
 
«Non ho proprio idea di cosa tu stia parlando Selina. Sentiamo quale cambiamento avresti notato in me?”. Le chiesi cercando di celare meglio che potevo la mia inquietudine, speravo di sbagliarmi.

Lei mi sorrise dopo un breve momento di pausa.

«Oh beh. Che da quando sei diventato un membro del Club di Ricerca sull'Occulto, sembra che tu sia diventato molto più popolare. Pensa che  alcune  ragazze già ti stanno iniziando a considerare come: il secondo “Principe della Kouh” dopo di Kiba ovviamente». Mi rispose con un'accennato sorriso.

Ho tirato mentalmente un sospiro di sollievo, mi sono fatto suggestionare troppo dalle parole di mia sorella, sarò sembrato un'idiota, scossi la testa e la guardai con un sorriso.

«Non dovresti credere alle voci di corridoio Selina. In verità sono soltanto temporaneamente membro, per Rias sono in prova e onestamente anche se mi buttasse fuori, non m'importerebbe». Le dissi.

Anche se se voglio ottenere la mia libertà e non essere mai più servo di Rias Gremory non è anzi mi correggo non sarà cosi facile, magari lo fosse come ho detto a mia sorella, dovrò soltanto aspettare e fare buon viso a cattivo gioco. Per quanto quella chioma rossa ha capito che non mi piace essere il suo servitore e secondo lei mi ci vorrà del tempo. Se pensa che mi abbia ammansito come un cagnolino. Oh se si sbaglierà di grosso!.

Sentii dei passi e mi voltai. Mia madre era arrivata ad aggiungersi a colazione, evidentemente papà deve essere andato alla riunione straordinaria che c'aveva detto ieri a cena. A guardare mia madre, chiunque avrebbe detto che io e mia sorella abbiamo preso tutto da lei. Dal colore dei capelli hai lineamenti del volto e il colore dei suoi occhi, non c'era da sorprendesi che certe volte la gente errore mente pensava che io e Selina fossimo gemelli.Ho perso il conto di quante volte sia successo. Incluso quando siamo entrati a scuola.

Ho fatto una veloce colazione e sono uscito dopo averle salutate uscii e m'infilai gli auricolari e feci partire la musica sull' ipod, una compilation delle mie musiche preferite e iniziai a correre.

Di solito passo dallo sforzo fisico prendendo piccole pause per calmare la respirazione durante i miei allenamenti, ora prendevo il ritmo giusto di corsa. concentrandomi per mantenere una velocità costante e un respiro controllato, ma guardandomi intorno per osservare meglio la città, che era diventata per me e la mia famiglia la nostra nuova casa. 

Già casa, non lo negò ma molte volte provò nostalgia di Firenze, dei miei amici che ho dovuto abbandonare per venire qui, fortunatamente  li sentivo ancora tramite video-chat e social network ogni tanto, ma mio padre ci ha promessi ed era da crederci quando li manteneva le promesse, riusciva a mantenerle. Ogni vacanze saremmo tornati in Italia e l'avremmo trascorse lì dai nostri parenti. 

Persi la cognizione del tempo ed ora mi trovavo nel parco, la brezza fresca mattutina sembrava aver mandato via parte dello smog presente nell'aria sopratutto ad alcune ore del giorno, una buona boccata d'ossigeno, aumentai l'andatura della corsa, passai nei pressi della grande fontana circolare centrale.

Mantenni la corsa e pensai  ad altro. Al mio addestramento con Ddraig stava procedendo bene, sentirmi dire da lui stesso che sto migliorando, mi spronava a continuare a migliorare per diventare più forte e sentivo bene che stava diventando fiero del suo discepolo se cosi possiamo dire.

Seppur fare sparring partner con un drago Celeste, sotto forma di scontri suonava strano, ma ripagava in fatto d'esperienza fisica e mentale.

Uno dei miglioramenti e nell'usare la mia aura e uso della magia, e i miei riflessi sono migliorati, ma dovevo seguire alla lettera il consiglio di Ddraig sul continuare a migliorare le mie capacità fisiche.

Ero cosi sovrappensiero riguardo all'addestramento, che non mi accorsi della figura minuta che aveva appena svoltato l’angolo davanti a me e mi veniva incontro. 

In un'istante mi ritrovai con la schiena per terra a fissare il cielo azzurro, ma ho sentito chiaramente nello scontro, un gridolino acuto mentre cadeva, un po' troppo e dubito che potesse appartenere ad un ragazzo.

Mi tirai su a sedere per vedere contro chi ero andato a sbattere, ero davanti ad una ragazza seduta per terra nella mia stessa posizione, a vederla sembrava avere un paio d'anni in meno di me, si stava sistemando il velo, che l'era scivolato più in basso dalla fronte coprendole quasi del tutto gli occhi, ed ha sollevato lo sguardo, vidi i suoi occhi verdi che mi guardavano con un'espressione spaesata e sorpresa, come se si stesse ancora chiedendo cos'era successo da sotto orlo del velo. 

Se fosse così non sarebbe stata l'unica a chiederselo, fu allora che notai accanto a lei una valigia semiaperta e parte del suo contenuto si era rovesciato sul marciapiede, di sicuro a causa dell'incidente.

Mi alzai rapidamente in piedi e le porsi la mano per aiutarla a rialzarsi. «Mi scusi tanto, sono mortificato, non ti sei fatta male vero?». Le chiesi.

«N-no.. n-non preoccuparti». Rispose lei accettando il mio aiuto, sollevando lo sguardo verso di me,  mentre si alzava in piedi, i suoi occhi verdi emotivi, trasparivano di un'innocenza, quasi come quelli di una bambina, forse perché era ancora una ragazzina. 

«Sono io che dovrei chiederti scusa. M'ero distratta a cercare delle indicazioni e non ti ho proprio visto». Lei mi disse mentre si rimise in piedi, la sua presa sulla mia mano era delicata.

«No, ho sbagliato Io signorina. Mi scuso tanto per esservi venuto contro, ero così sovrappensiero che non l'ho proprio vista». Le dissi scusandomi mentre lei si sistemava il velo.

Fu allora che notai il suo abbigliamento,indossava una veste nera lunga fino alle caviglie con maniche molto lunghe e larghe con gli orli bianchi, il velo bianco dai bordi azzurri che si stava rimettendo in testa, sfidando la brezza che ancora soffiava questo momento, mostrava il disegno di una croce sul davanti e ai piedi aveva un paio di scarponi marroni. Al collo un crocifisso. 




Una suora?. E' cosi giovane persino.

Improvvisamente la brezza d'aria aumentò che le fece volare via il velo, ma glielo presi al volo e glielo consegnai.

«Grazie di cuore!». Mi ringrazio ancora rimettendosi e sistemandosi questa volta bene il velo sulla testa con un gran sorriso radioso. E davvero bene educata e mite, e la sua voce era tranquilla e dolce, cordiale.

Sarò sarcastico o ironico; Se qualcuno volesse descrivere come potrebbero essere l'aspetto degli Angeli, beh ho proprio di fronte una che potrebbe esserne l'esempio migliore.

Subito dopo l'aiutai a mettere a posto la sua valigia, era il minimo che potessi fare visto che l’incidente era stato colpa mia dopotutto.

Chissà se questa giovane suora è venuta qui solo per una tranquilla vacanza, ma pensò sia qui perché era stata trasferita, azzarderei a colpo sicuro quest'ultima ipotesi, una cosa di questa ragazza che ho notato, si sentiva molto il suo accento italiano anche se mi aveva ringraziato parlando in giapponese.

«Grazie infinite!». Disse sorridendo ancora afferrando la maniglia della valigia e l'appoggio in terra accanto a sé.

«Di niente figurati. Mi scusi ancora per averti fatto cadere». Le dissi con un sorriso prima di voltarmi e iniziare a camminare quando.

«Uhh. A-aspetta un attimo!». Mi disse, mi fermai e mi voltai a guardarla: «Sì, che cosa c’è signorina?». Le dissi.



Lei giochicchiò con gli indici, distogliendo lo sguardo mentre un leggero rossore le si diffondeva sulle guance, prima di guardarmi timidamente. «T-Temo proprio che mi sono persa e ho bisogno di aiuto. Sono stata appena trasferita qui per la nuova chiesa, ma non conosco molto bene la lingua ho avuto qualche difficoltà. S-Sapresti indicarmi cortesemente la direzione giusta per arrivare alla chiesa della città per favore?». Mi chiese con voce flebile massaggiandosi la nuca con la mano.

Avevo indovinato allora, e qui perché e stata trasferita, strano però che sia sola, beh forse era talmente emozionata di trovarsi in una città totalmente nuova che ha perso di vista il gruppo forse.

La chiesa, pensò di aver capito a quale si stava riferendo: quella attualmente in costruzione, poco distante dalla vecchia, semidistrutta da un bombardamento aereo americano durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti era stata considerata pericolante ed e abbandonata da anni. La mia famiglia ed Io, c'eravamo passati davanti con l'auto per puro caso quando siamo arrivati e stavamo andando nella nostra nuova casa.

Dovevano essere allora a buon punto per chiamarla per svolgere il suo lavoro, o forse soltanto agli inizi.

«Penso proprio di sapere a quale ti riferisci, se vuoi t'accompagno io volentieri, ma se non ti fidi di me, posso darti le indicazioni per raggiungerla». Le dissi offrendomi d' accompagnarla. Dapprima lei sembro alquanto agitata ma poi ha sorriso in modo radioso, stringendo con la mano sottile il crocifisso che portava al collo.

«Dici davvero? Grazie tantissimo di cuore!. Sono felice di aver incontrato una persona gentile come te. Dev'essere stato Dio a guidarci». Esclamò lei.

Improvvisamente sentì un tremendo dolore alla testa e giù per tutta la spina dorsale, come se mi avesse colpito in pieno un fulmine, altro che emicrania o i postumi di una sbornia, il dolore mi aveva fatto mancare il fiato e le gambe per poco non mi cedettero. Cosa cazzo e stato?!.

«V-Va tutto bene? Che cosa ti succede?». Mi chiese preoccupata, per fortuna che il dolore era passato seppur era durato solo un secondo, ma mi sembrava fosse trascorsa un'eternità, la guardai inspirando lentamente e profondamente, cercando di non darlo a vedere.

«S-Si va tutto bene!. Non è niente!. Non preoccuparti, allora vogliamo andare?». Le dissi con un sorriso cercando di rassicurarla.

Ma la sua risposta non arrivò, entrambi sentimmo il pianto di un bambino e ci siamo voltati, vedemmo un ragazzino, probabilmente uno studente delle elementari a giudicare dalla sua giovane età e dalla cartella che portava sulle spalle, che piangeva seduto sul marciapiede; sul suo ginocchio era visibile una piccola abrasione.
Senza esitazione la suora si avvicinò al piccolo inginocchiandosi accanto a lui e accarezzandogli la testa per calmarlo. 

«Su, Su va tutto bene. Un ometto non dovrebbe piangere per un piccolo graffio come questo» disse con dolcezza. Poi mise le sue mani sopra la ferita del bambino. Ho inclinato la testa e sollevato un sopracciglio chiedendomi che cosa stava facendo

Ciò che accadde dopo, mi lasciò esterrefatto: sui entrambi gli indici della ragazza apparvero degli anelli dalla forma particolare e un’aura verde prese a espandersi da essi. L’abrasione iniziò subito a rimarginarsi fino a scomparire del tutto nel giro di qualche secondo.

Nel mentre lei guariva la ferita di quel bambino, ho avvertito una strana sensazione e sentii chiaramente la mia mano destra pulsare. Ho subito messo in pratica, uno dei primi insegnamenti di Ddraig: percepire le auree, ci mancava solo che questa suora sia un'altra Yuuma. Un'angelo caduto.

La mia preoccupazione sciamò via quando mi sono concentrato sulla sua aura, quella ragazza era umana sicuramente, ma questa sensazione e il pulsare nel mio braccio, mi venne un'altra ipotesi, ho un presentimento, c'era un solo modo per avere conferma.

«Ddraig, questa sensazione che sento. Questa ragazza ha una Sacred Gear?». Gli chiesi mentalmente continuando a guardare la suora.

[Si Issac è esatto. Quella ragazzina ha una Sacred Gear, con grandi poteri curativi da quanto vedo] ha detto a conferma del mio presentimento, mi chiedo se.

«Quel dolore atroce che prima ho provato, cos'erano?. Poteri sacri per caso?». Gli domandai seppur mi senti uno stupido a chiederglielo.

[Si, chiunque lavori per la fede anche senza usarli li possiede. I poteri sacri sono pericolosi sia per i Demoni che per gli Angeli Caduti, ne hai ancora di strada davanti a te, non solo di combattimento, ma anche altre cose da sapere Isaac. Comunque ti consiglierei vivamente d'ora in poi di girare al largo dalle chiese e santuari]. Mi rispose, prima che se tornasse a riposare.

«Tranquillo Ddraig. Accompagno nelle vicinanze questa ragazza e poi m'allontanerò in fretta, promesso». Gli dissi mentalmente ma la sua sola risposta che senti era il suo russare, sorrisi. 
«Sogni d'oro Amico»

«Ecco fatto!. La ferita e guarita. Adesso va tutto bene!» ha detto dolcemente alzandosi in piedi, guardando il bambino, quest'ultimo era più sconvolto di me da quel fenomeno, ha sorriso ringraziando calorosamente la suora, con la coda dell'occhio notai che la madre del bambino stava arrivando chiamando il bambino, di nome Yoshi, cercai di celare il sorriso, mi ricordava il nome di un personaggio del videogioco Super Mario.

Fortunatamente il bambino ha detto alla madre che la suora l'aveva aiutato quando era caduto e la madre l'ha ringraziata prima di andare via con il bambino. Chissà magari quel bambino avrà pensato che la suora avesse fatto una chissà qualche magia, non che era vicino alla realtà in un certo senso. Meglio così.

«E' strano che mi ringraziano, non mi e più capitato dall'ultima volta». L'ho sentita mormorare e non ho potuto fare a meno di notare la sua espressione rattristata, come se stesse pensando a qualcosa successa chissà quanto tempo fa. Le dissi d'andare e lei ha annuito e tornammo a camminare.

«Quella luce che hai generato?». Le chiesi sistemandomi gli occhiali sul naso, lei notò il modo in cui la stavo fissando era leggermente cambiato.

«Ho la capacità di guarire. E' un potere meraviglioso datomi dal Signore. Devo averti sorpreso prima, mi dispiace ma e l'istinto, e... vedere  altri che stanno male, sento che devo aiutarli e più forte di me». Mi rispose ma c'era qualcosa nel suo sguardo che mi lasciò in qualche modo perplesso, come se seppur fosse convinta di ciò che diceva, allo stesso tempo la turbava e continuammo a camminare.


«Wow». dissi.

Uscimmo dal parco incamminandoci per la strada, spostai un'attimo lo sguardo a guardarla prima di tornare a guardare di fronte a me. Chissà da quanto tempo lei aveva questo potere?. Forse e stata trasferita qui per qualche motivo?. Non pensiamoci più, speriamo che lei non si metta nei guai.

Un brontolio rumoroso attirò la mia attenzione e spostai lo sguardo verso di lei, la sua espressione imbarazzata, il brontolio del suo stomaco, si sentii nuovamente.

Sorrisi, «Qualcuna non ha fatto colazione a quanto pare», dissi per costatare l'ovvietà e lei divento ancora più imbarazzata, giochicchiò con gli indici. «Ehm si ma non ho potuto far cambiare la valuta dei soldi che avevo con me, volevo far colazione quando sarei arrivata alla chiesa». Mi disse.

Sorrisi guardandomi intorno e vidi un bar aperto, poco distante davanti a noi. «Là c'è un Bar aperto. Di solito quando finisco di fare jogging mi fermavo sempre  in un bar a bere qualcosa. Che cosa ne dici di farmi compagnia e ci prendiamo qualcosa?. Offro io ovviamente. Sempre se non hai fretta di raggiungere la chiesa ovviamente». Le chiesi. Ed aggiunsi: «Sempre se non vuoi raggiungere subito la chiesa, basta solo dirmelo». 

La sua risposta non tardo ad arrivare, seppur fu il suo stomaco a rispondermi, ridacchiai, lei si massaggiò la nuca con espressione imbarazzata. «Non v-vorrei ecco arrecarti troppo disturbo né approfittare cosi della tua g-gentilezza, anche se non sono perché, ma m-mi inspiri fiducia anche se non ti conosco. D'accordo ti ringrazio per la tua offerta». Disse annuendo con un timido sorriso.

Scrollai le spalle con un sorriso, «E' vero non ci conosciamo ancora. Non abbiamo avuto modo di presentarci!», feci secondo usanze giapponesi, un piccolo inchino. «Mi chiamo Issac Celere. Chiamami pure Issac». Mi presentai.

Lei ricambiò l’inchino. «Piacere, Issac-san. Mi chiamo Asia Argento. Chiamami pure Asia!»

«Il piacere è tutto mio, Asia-chan! Su andiamo» ho detto.

Siamo entrati nel bar, l'interno del locale non era male, variopinto di colori e con una varietà diversa di tavoli e sedie, fra cui sedili a divano, abbiamo preso posto ad uno dei tavoli e abbiamo ordinato entrambi due cappuccini e due brioche. Mentre aspettavamo l'arrivo della nostra ordinazione. Guardai Asia e iniziai una conversazione, cosi da farla sentire a suo agio e farla sentire tranquilla, probabilmente per lei era la prima volta stare dentro ad un bar in compagnia di un ragazzo.

«Allora, Asia-chan, dimmi: dove sei nata? Da dove vieni?». Le chiesi anche se avevo subito capito dall'accento che era italiana come me, chissà da quale parte dell'italia..

«Provengo da una piccola città dell’Italia, situata vicino a Firenze». Mi rispose. Guarda un po' vicino alla mia città natale. Sorrisi.

«Ti sorprenderà. Anch'io provengo dall'Italia. Sono di Firenze». Dissi e lei mi guardo sorpresa, i suoi occhi verdi sembravano più grandi d'illuminazione.

«Veramente?. Avevo immaginato dal tuo accento che eri anche tu italiano come me. Sono rimasta s-sorpresa quando ho sentito il tuo tono di voce. Ho sempre desiderato visitare Firenze, la città dell'arte, spero un giorno di tornare e di andarci almeno una volta. Chissà magari il signore c'avrebbe fatto incontrare allora». Lei disse, io sorseggiai il cappuccino feci una smorfia, diavolo se il barista l'aveva fatto estremamente bollente, l'ho sentito fino all'ultima budella. 

«Già chissà. Il mondo e piccolo». Dissi in tono basso, posando la tazza ancora mezza piena sul piattino.

«Sei qui da molto Issac?. V-voglio dire, e da molto tempo che sei qui a Kouh Town?». Mi chiese sorreggendo con entrambe le sue piccole mani la tazza, guardandomi.

«Da quasi due settimane. Mi sono trasferito da poco, ambientarsi e sempre dura all'inizio ma poi ci si riesce con il suo tempo ovviamente».le risposi  prendendo un'altro sorso dalla tazza.

Guardai Asia, lei stava guardando la tazza con espressione pensierosa, «T'invidio un pochino sai. Sembravi che tu sia vissuto qui da più tempo». Mi disse, potevo capirla, se non fossi qui insieme alla mia famiglia, mi sentirei solo in una città straniera di un altro continente. Le sorrisi e scrollai le spalle.

«Ti ambienterai tranquillamente Asia-chan devi solo provarci. Vedrai sarà tutto più facile, puoi credermi». Le dissi con tono rassicurante e lei sorrise, con una sfumatura rossa sulle guance. «G-Grazie Issac-san». Disse.

«Non c'è di ché Asia. Dimmi, se posso chiederti. Come mai ti hanno trasferita?». Le ho chiesto, anche se era meglio non parlarne più, però mi chiedevo se non fosse stato per via del suo potere che l'avessero trasferita, magari per proteggerla ed evitare d'attirare l'attenzione dei demoni o degli Angeli Caduti.

La sua reazione mi lasciò nuovamente perplesso, non mi sfuggì che le stavano tremando le mani, lei de v'esserne resa conto ed aveva entrambe attorno alla tazza, come se volesse farmi sembrare che avesse solo apparentemente freddo alle sue piccole mani, mi distolse lo sguardo con espressione scura.

«E-Ecco. Mi hanno trasferita qui.. p-perché... avevano davvero bisogno di una mano nella chiesa di questa città e... hanno deciso di mandarmi qui. uhh; Scusami Issac non mi va di parlarne scusami» Mentre parlava sollevo lo sguardo e vidi nei suoi occhi verdi un'evidente tristezza.

«Colpa mia non avrei dovuto essere invadente  scusami» Mi scusai, prontamente presi dal dispensatore dei tovaglioli e glielo porsi, quando avevo visto il formarsi delle lacrime nei suoi occhi, lei mi ringrazio con un accennato sorriso e la nostra conversazione si fermò cosi.

Consumammo la colazione da tranquilli, mi alzai e andai a pagare il conto, quando ritornai al tavolo. Asia era già in piedi e uscimmo dal bar incamminandoci per raggiungere la Chiesa.

La chiesa era in vista, nonostante la grande distanza, ho tenuto a mente l'ammonimento di Ddraig, ma anche se me ne fossi scordato, fu il mio corpo mi ha dato un chiaro segnale d'avvertimento: improvvisamente  mi sento addosso un freddo bestiale, non stavo smettendo un'attimo di tremare, espirai lentamente per cercando di sopportarlo e celare questo mio stato ad Asia. 

Ha proposito di Asia, spostai lo sguardo su di lei, dire poco che era estasiata nel vedere la chiesa in lontananza, ma la sua sorpresa era diventata confusione, quando ha intravisto l'impalcatura di supporto e i ponteggi, all'esterno della chiesa e alcune parti dell'edificio erano ancora da ultimare.
Spostai lo sguardo e notai o meglio intravidi la struttura della chiesa abbandonata, ormai decadente, l'avranno tenuta ancora in piedi come monumento alla tragedia della guerra. 

«La chiesa e bellissima!». Lei ha detto, attirando la mia attenzione, la guardai stringendomi nelle spalle, sentendo il freddo dentro di me farmi sempre più intenso, devo andarmene in fretta da qui.

«Già staranno per finire la costruzione, cosi che possa iniziare ad accogliere i fedeli appena sarà ultimata». Ho detto, posai la valigia di Asia che l'ho portata con me  accanto a lei e mi voltai.devo allontanarmi in fretta da qui, avrò per precauzione celato la mia aura, ma sto rischiando grosso qui.

«Beh siamo arrivati. Io devo andare». Dissi incamminandomi.

«Di Già?!. A-Aspetta un attimo Issac. L-lascia almeno che ti ringrazi per avermi accompagnata fin a qui» lei disse afferrandomi il braccio, la guardai e liberai con cortesia il braccio dalla sua presa.

«Veramente vado di fretta». Sollevai la mano guardando l'ora, erano le undici in punto. «Sono in ritardo e ho ancora un paio di commissioni da fare. Alla prossima Asia. Oh pardon. Sorella Asia». La salutai, lei ha ricambiato il sorriso, mentre mi stavo allontanando a passo svelto

«Spero di rivederti Issac!». Lei mi saluto, la guardai sollevando la mano in cenno di saluto e svoltai l'angolo, e proseguì.

Ormai ero abbastanza lontano e la sensazione di freddo che provavo era svanita con la stessa velocità di cui era comparsa. Sospirai di sollievo e rallentai il passo, guardandomi attorno, tutto tranquillo, cosi cominciare a passeggiare per tornare a casa. Ma. Che cosa vedono i miei occhi?. Seduto ad un tavolo esterno di un bar, in compagnia con una bella ragazza occhialuta dai capelli lunghi neri?. Issei Hyodo in persona!. Uno dei Perverted Trio?!. Questa poi, che uno di quei tre scemi abbia finalmente deciso di mettere la testa sulle spalle e di usarla come si deve? Spero di si.

Proseguì lungo il marciapiede, m'infilai le mani nella tasca della tuta e camminai verso casa, speriamo solo che Asia non finisca nei guai.

Ripensai alle parole di Asia:.- Spero di rivederti.-.... Forse...Chissà .
[***] 

«Guai a te se t'avvicini un'altra volta ad una chiesa!» Ha esclamato con tono fermo Rias guardandomi seriamente con le braccia incrociate sotto al seno.

D'accordo. Devo proprio chiedermelo... Ma come cazzo ha fatto a saperlo?. Già avevo trovato strano che lei stessa mi aveva telefonato e  vorrei sapere come ha fatto ad ottenere il mio numero di cellulare e mi ha chiesto di venire urgentemente al Club di Ricerca sull'Occulto, per una necessità che dovevo essere partecipe, quando ero entrato nel club, ho visto Kiba e Koneko uscire dalla stanza e lasciarmi solo con lei. Ma non mi era sfuggito la loro espressione di rimprovero. Lei continuò a parlare:

«Per noi demoni sono territorio nemico!. Il solo fatto di mettervi piede, può scatenare un'incidente diplomatico tra il mondo demoniaco e quello divino. Non ci avrebbe nulla di strano se, di punto in bianco, piovessero lance di luce dal cielo!»

Grazie Chioma rossa. L'avevo già capito dall'ammonimento di Ddraig e sul fatto di aver provato sulla mia pelle su quanto i poteri sacri siano pericolosi e di tenermi a debita distanza dalle Chiese e Santuari, visto che “qualcuna” poteva avvertirmi prima, anche se  ammetto che ho la mia parte di responsabilità di non ascoltarla completamente, anche se lei ha capito che la mia nuova vita da demone, continua a non piacermi. Io sono determinato ad ottenere la mia libertà e di non essere il suo servitore.
Sarà meglio adesso concludere la sua ramanzina, ho capito la situazione. Gli dirò soltanto che ho sbagliato strada, se sapesse che ho accompagnato quella giovane suora Asia

Rias sbatte le mani sulla scrivania guardandomi ancora più seriamente, facendomi sussultare visto che ero ancora sovrappensiero. «Inoltre non devi mai avvicinarti a persone che hanno a che fare con la chiesa, come quella suora che hai accompagnato!». Esclamò. 

Cazzo!. Anche questa sai!. Continuava a sorvegliarmi allora, sospirai incrociando le braccia al petto.

«Ho fatto cadere per errore quella ragazza. E' le ho dato indicazioni per raggiungere la chiesa solo quello. Ho capito che ho sbagliato Bouchou. Sono stato gentile d'accompagnarla, dopotutto anche se ora sono un demone, ho ancora una buona educazione tanto per la cronaca». Le dissi. non volevo citare l'ammonimento di Ddraig, poiché preferisco non coinvolgere il mio unico amico sovrannaturale di cui mi fidavo, almeno Lui mi ha dato preziose informazioni che lei, non mi ha dato. Ha proposito dovrò chiedergli, non appena abbiamo un momento tranquillo, se può darmi qualche altra informazione in più sul sovrannaturale. Vorrei evitarmi altre ramanzine come queste in futuro.

«Sei stato fortunato che quella suora non era una esorcista. Essi sono i nostri nemici più pericolosi, avendo ricevuto la benedizione divina, sono dotati di poteri in grado d'annientarci. Qualunque demone subisca uno dei loro attacchi, potrebbe essere distrutto senza possibilità di scampo. Hai capito la gravita della cosa Issac?!». Ha esclamato, vidi nei suoi occhi blu mare la rabbia e la sua preoccupazione.

Esorcisti. Almeno una buona informazione ho ottenuto da chi devo mettermi in guardia e non di scoprirlo a mie spese. Guardai Rias seriamente e le dissi solamente:

«L'ho capito Rias Gremory è non capiterà più». 

Rias ha sospirato di sollievo, sistemandosi una ciocca dei suoi capelli cremisi dietro l'orecchio, guardandomi non più con rabbia, ma sollevata.

«Ne sono lieta Issac. E scusami se mi sono scaldata  troppo cosi. Sei nuovo nel sovrannaturale e non sei ancora consapevole dei nemici di noi demoni, a parte gli Angeli Caduti. In ogni caso la prossima volta fai attenzione». Mi disse.

La sua ramanzina era solo per farmi capire la gravità della situazione e questo l'avevo già capito. Si e scusata del suo comportamento, mi ha alquanto sorpreso, ed io che pensavo pensasse solo alla sua situazione, invece pensava anche alla mia, si e comportata come una madre che rimprovera il figlio quando ha commesso qualcosa di grave.

«Oh! E finita la ramanzina?». Chiese Akeno improvvisamente alle mie spalle, sussultai voltandomi di scatto, facendo perno e la guardai. Quando era entrata, non l'ho proprio sentita, forse era entrata ma ero cosi sorbito dalla ramanzina di Rias da sentirla arrivare.

«Che c'è Akeno?». Le domandò Rias mi fermai a guardare entrambe e il tipico sorrisetto di Akeno era svanito, e guardava la sua amica con serietà.

«L'arciduca ci ha affidato un'incarico di soppressione». Ha detto solamente Akeno, il suo tipico sorriso era tornato, c'era qualcosa in quel sorriso che  mi fece accapponare la pelle, m'era in qualche modo famigliare, un sorriso simile era apparso per un secondo solo sul volto di Yuuma, il giorno che  mi uccise e la mia vita cambiò.

Senza che nemmeno furono chiamati. Entrarono Kiba e Koneko. Rias annuì e sorpasso la scrivania passandomi di fronte e si fermo fra me e Akeno.
Akeno ha parlato di soppressione, conosco troppo bene il significato di quella parola. Ma di cosa dovevamo sopprimere?.

«Ragazzi. Abbiamo un'ordine di eliminazione di un Demone Randagio. Preparatevi allo scontro. Akeno prepara il cerchio magico». Lei ha detto guardando i suoi compagni, essi annuirono mentre la mora ha iniziato a creare con un la magia, sotto-forma di luce, che dovetti distogliere lo sguardo perché era accecante a causa della scarsa illuminazione dovuta alle candele, ma vidi lo stesso cerchio magico presente sui volantini che alcuni giorni fa ho distribuito per tutta la città.

«Ti ho fatto chiamare Issac affinché tu assista. Presto o tardi sarà anche un tuo compito partecipare a questa: Caccia al Randagio». Ha continuato a parlare, mentre si posizionava sul cerchio magico creato, seguita dal resto del gruppo. Lì raggiunsi ma volevo saperne di più su questa cosa.

«Perdona la mia ignoranza Rias. Cos'è un demone randagio?. Stiamo eliminando un nostro simile?!». Dissi alquanto riluttante a nominare simile, su cosa sono adesso. 

Lei mi ha guardato, mentre sentivo un'energia enorme alquanto impressionante proveniente dal cerchio magico sotto ai miei piedi. E ha iniziato a spiegarmi.

«I Demoni Randagio Issac-san. Si trattano di demoni che hanno rinnegato o peggio ucciso il proprio padrone diavolo e si è dato alla macchia; molto spesso, a causa del loro tradimento/ribellione, la loro natura diviene più selvaggia e brutale e, di conseguenza, i loro corpi assumono sembianze mostruose e anche il loro comportamento diviene più bestiale. Il nostro compito e eliminarlo»

Rimasi in silenzio, mentalmente mi ricordai l'avvertimento di Rias quando ho saputo che ero diventato un demone che se fossi fuggito sarei stato etichettato come un 'Possibile Demone Randagio', dopo ciò che ho appena sentito, meglio restare con loro e trovare un'altro modo per ottenere la mia libertà.

«Capisco». Dissi per farle capire che avevo ascoltato le sue parole. L'energia intanto aumento e un flash d'energia ci avvolse, ci siamo teletrasportati.
[***] 

Quando il flash si affievolì, mi sentivo scombussolato e lo stomaco contrarsi, corsi rapidamente fuori dal cerchio magico con una mano sulla bocca, ignorando il richiamo di Rias, sentii la bile risalirmi alla bocca, andai dietro ad un cespuglio vicino, e rigettai il pranzo. Tossì. 

In tutta la mia vita. Non ho mai avuto, né mal d'auto, mal di nave o il mal d' aereo ed ora entrò in un cerchio magico e mi sento da schifo. Ho appena creato un nuovo malessere: Il mal di portale.

Rias mi chiese se stavo bene, ho annuito solamente, anche se mi sentivo uno schifo, Akeno aveva creato con la magia dell'acqua che sembrare sfidare le leggi della fisica, simile ad un bizzarro Blob, infilai le mani e mi sciacquai la faccia. Mentre Koneko mi porse delle caramelle alla menta, scoccandole un'occhiata quando a detto che avevo l'alito pesante, ma va' l'avevo capito da solo grazie. E' masticai le caramelle guardandomi intorno con circospezione.

Eravamo ai limiti di un quartiere della città, in mezzo ad una zona aperta isolata dal resto della città, l'unico edificio solitario, sembrava un vecchio magazzino o una casa con evidenti tracce d'abbandono e recava semi illuminati dai vari fari ai led, cartelli di futura demolizione.
Rias aprì la porta che emise un lamento di protesta, se il piano di Rias, prevedeva per caso che volevamo prendere di sorpresa questo demone randagio, temo che l'effetto sorpresa sarà sicuramente andato a farsi benedire.

«Issac-kun, approfitta della situazione per osservare attentamente come  combattono i demoni e già che ci siamo ti spieghiamo quali sono le caratteristiche particolari di ciascun servitore». Lei parlò e la guardai. Che cosa voleva dire?. Con l'addestramento di Ddraig ho appreso ad manipolare la mia aura e usare il mio potere magico.

«Caratteristiche particolari?». Chiesi.

«Ricorderai che ti ho parlato quali sono le relazioni fra le tre fazioni. In passato ci fu stata una grande guerra fra essi, dalla quale tutti uscirono stremati senza un vero e proprio vincitore?. I Demoni persero parecchi clan puro sangue e diversi clan. Fu così che adottammo un nuovo sistema ristretto gli Evil Piece». Lei continuò a spiegarmi in tono basso, mentre Akeno, Kiba e Koneko aprirono le varie porte e davano un'occhiata all'interno per cercare il Demone Randagio.

«Immagino che tu conosca gli scacchi vero?». Mi chiese.

«Li conosco. Seppur qualche volta mi era capitato di giocare con alcuni amici di mia madre,  sarò alquanto arrugginito su alcune mosse, ma cosa centra con i servitori e le caratteristiche particolari e questi Evil Piece che hai appena nominato?». Le ho chiesto di rimando.

«Sono inspirati da essi. Come gli scacchi anche i demoni servitori sono composti dai simili pezzi ed essi hanno capacità particolari, consentendo loro di sprigionare poteri enormi». Mi spiegò Rias, interrompendo la sua conversazione per indicare ad Akeno ed agli altri di proseguire le ricerche più avanti.

Questo si che si sta facendo interessante. Con Demoni servitori si starà riferendo probabilmente a chi come me e stato incarnato in demone, chissà quali sono queste capacità particolari, potrebbero tornarmi utili con il mio addestramento con Ddraig. 

«Di recente e in voga una competizione basata sull'utilizzo di queste pedine demoniache..il Rating....» Lei disse ma l'interruppi bruscamente.

«Data l'attuale situazione. Questa spiegazione sulle competizioni. Potresti rimandarla ad un'altro momento. Stavi parlando delle potenzialità prima». Le dissi tagliando corto. Rias mi ha lanciato un'occhiata ma poi ha annuito, capendo che il resto della spiegazione meno importante o se lo fosse stata, non sarebbe stata pertinente al momento.

«Quindi se ho capito bene, io sarei un pezzo di questi “Evil Piece” allora?. E tutti i presenti, anche Kiba, Koneko e Akeno lo sono?». Le chiesi e Rias ha annuito.

«Si Issac. Io sono il “Re” che e il titolo principale dei demoni d'alta classe. Akeno e la mia “Regina”, mentre Kiba e il mio “Cavallo/Cavaliere”. Koneko-Chan e la mia “Torre” e tu Issac sei...”. Mi disse, la guardai continuando ad ascoltarla, mentre spostavo lo sguardo sui presenti, la mia curiosità era forte ma volevo sapere che pezzo ero esattamente.

«...Il mio pedone» lei mi disse. 

La guardai, sollevando un sopracciglio. «Praticamente sarei in prima linea, dunque e quale sarebbe la mia caratteristica principale?». Le domandai.

Ma la risposta di Rias non arrivo, poiché senza accorgermene eravamo arrivati nei pressi di un'ingresso senza porte, ma il fetore di ruggine mi costrinse a coprirmi il naso ed respirare con la bocca, spostai lo sguardo e notai dei cadaveri semi nascosti alla vista. M'aveva avvertito prima Rias che questo Demone Randagio si nutriva di umani. E questa era la prova, sento il sangue defluirmi dal volto in basso.
Il fetore metallico del sangue, nutrirà i miei futuri incubi per il resto della vita.

«Demone Randagio Viser.!. Siamo qui per sopprimerti!». Esclamò Rias guardando nell'oscurità che  regnava nell'ampia sala che doveva essere stata una sorta di hall di qualche vecchio hotel.

Con la coda dell'occhio notai l'espressione di tutti i presenti, tutti determinati e guardavano di fronte a loro.

Improvvisamente sentì dei passi cosi pesanti da far tremare il pavimento, il suono del legno marcio del pavimento che si spezzava ad intervalli regolari, echeggiava nella sala, fu allora che vidi: Una vera e propria bestia.

Dunque. “Quello”. Era l'aspetto di un demone randagio?.

Abominevole, era la parola più giusta che mi venne solamente in questo momento in testa per descriverla: sembrava una parodia di una chimera alta quattro metri. Con grosse gambe feline grosse come tronchi, coperte come il corpo di una peluria marrone, un busto umano soprastante muscoloso, con una sorta di gemma azzurra opaca sullo sterno, non so se aveva la coda poiché non la vedevo. Ma al posto della “testa” c'era il corpo femminile nudo di una donna formosa con lunghi capelli neri, ma il suo volto se quella mostruosità si poteva descrivere cosi lo era.
La bocca aperta irta di zanne enormi e  aguzzi, e due occhi completamente neri con eccezione di due puntini azzurri come iridi o pupille difficile dirlo.




Se il detto “Ogni scarrafone e bello a mamma sua”. Dubito molto che varrebbe lo stesso per questa bestia.

Ad un ordine di Rias, Kiba svani velocemente, esattamente durante la mia sfida contro di lui, fu allora che lo vidi davanti al Demone Randagio, che brandiva con entrambe le mani, delle spade e con balzo agile salto in alto ad altezza del busto dell'abominio, con un doppio fendente rapido gli mozzò entrambe le braccia ad altezza delle spalle..

Ero sconcertato non solo per ciò che avevo appena assistito davanti ai miei occhi, ma anche per l'agilità impressionante di Kiba. 
Ma prima che potessi anche solo pensare a fare una domanda. Rias mi spiego che l'abilità del “Cavallo/Cavaliere” era l'agilità ed era una combinazione imbattibile con l'arte della scherma di cui Kiba n'era l'esempio.

Eppure mi ritorno alla mente la mia sfida contro Kiba, allora lui era alquanto veloce, pensavo fosse solo le capacità sovrumani tipiche dei demoni, in realtà era perché  Lui aveva quel Evil Piece. Serrai i pugni dalla rabbia e senza che nemmeno l'avessi evocato, apparve il Booster Gear.

Mi costrinsi a calmarmi e continuai ad osservare lo scontro, la situazione per il Demone Randagio non era delle più rosee,  Koneko-chan aveva bloccato a mani nude il tentativo di Viser di schiacciare Kiba con una delle sue enormi zampe leonine, ed ora la lolita, dopo aver fatto sbilanciare Viser, essa l'aveva colpito con un pugno al corpo leonino del immondo demone sbalzandolo contro la parete, l'impatto fu cosi forte da far vibrare il pavimento.

Nota personale: Mai e ripeto mai, per nessun motivo far arrabbiare Koneko chan.

Dunque, come Rias mi spiego subito: Koneko-Chan “la Torre” possiede resistenza, forza e potenza sovrumani, adesso era il turno della “Regina” Akeno, da quanto mi ha spiegato Rias lei e il pezzo più forte ed equilibrato in quanto possiede l'abilità della Torre, del Cavaliere e dell'alfiere tutti insieme. Anche se Akeno la sua specialità erano gli attacchi magici sopratutto i fulmini.

[Issac. Perché non ti aggiungi alla lotta e non metti alla prova i frutti del tuo addestramento]. Mi chiese un'alquanto impaziente Ddraig nella mia testa.

Continuai a guardare la lotta ed adesso Akeno stava ripetutamente fulminando con attacchi magici il Demone Randagio, sfoggiando nuovamente lo stesso sorriso che poco prima m'aveva fatto venire i brividi e ancora tutt'ora avevo. Rias mi disse che mi ci sarei abituato, dato che Akeno era alquanto sadica. E' si vedeva e si sentiva da come stava ridendo. Okay. proprio il tipo di persona dalla quale sarà meglio mettermi a distanza da lei, d'ora in avanti e da tenere cautamente d'occhio,  ci mancava soltanto una demone sadica e inquietante come lei, oltre  alla scassa zebedei come Rias. Di bene in meglio

«No Ddraig. Anch'io voglio mettere  alla prova ciò che  ho imparato durante l'addestramento con te, ma per questa volta meglio, non voglio mostrare i nostri progressi davanti a Rias. Almeno per il momento s'intende e poi sembra che lo scontro sia per giungere alla sua conclusione». Dissi al Welsh Dragon e lo sentito chiaramente sbuffare di delusione. Sorrisi.

Ma il mio sorriso non durò a lungo, perché  improvvisamente abbiamo sentito uno strano rumore proveniente dall'alto e non trascorse nemmeno un secondo, sentimmo qualcosa schiantarsi ad una certa distanza alla nostra destra, ci siamo voltati e vidi che cosa era stato. Uno di quei grossi antichi lampadari di metallo, di cui la grossa catena doveva aver iniziato a cedere a causa, oltre per usura del passare del tempo, ma più per le vibrazioni dovute allo scontro fra il gruppo di Rias contro il Demone Randagio.

Ma un urlo ci fece ricordare che il nostro lavoro di soppressione non era ancora terminato. Voltandomi, vidi il Diavolo Randagio, che aveva approfittato di quel momento di distrazione per riprendersi e allontanare Akeno con un rapido colpo di coda, rialzarsi sulle zampe e con un agile balzo superare i suoi avversari, ansimante e ringhiante per la rabbia e per le ferite riportate, ci guardava con cosi tanta collera ed odio, che i le sue pupille erano diventate brillanti. Non aveva alcuna intenzione di morire senza combattere.

Ma purtroppo Viser doveva essersi accorta della mia presenza, infatti si volto e capì subito che mi aveva puntato. «Tu sarai il primo a crepare insetto!». Ha urlato ma alle mie orecchie pareva più un ruggito.

Mentalmente attivai il Boosted Gear [Boost!]

La voce di Rias Gremory mi giunse alle orecchie, sinceramente preoccupata: «Scappa di lì! Presto!».

Io obbedì e corsi rapidamente verso destra, dove avevo intravisto le rampe di scale, non mi voltai ma sentì che il Demone Randagio mi stava inseguendo, il pavimento scricchiolava paurosamente e i listelli di legno marcito dagli anni, si stava spezzando sotto al suo peso. 

[Boost!] 

Udì dal Boosted Gear mentre correvo senza voltarmi e raggiunsi le scale e iniziai a salire al piano superiore, ma la mia vera intenzione non era quella di scappare, ma di poter affrontare questo Demone Randagio e mettere alla prova i frutti del mio addestramento con Ddraig.

Se questo demone Randagio, pensa che sarò una preda facile, si troverà una bella sorpresa. [Boost!]

Raggiunto il piano superiore, corsi attraversando l'ampia sala, fermandomi e voltarmi per vederlo risalire, distruggendo le scale e issarsi con difficoltà sull'entrata e entrò nella sala, il pavimento scricciolo paurosamente, ho visto il pavimento incurvarsi sotto al suo peso.

«Fine della corsa! Sei in trappola!». Ha detto Viser.

Sollevai la mano destra, chiudendo le dita a pugno, richiamai la mia aura, la guardai ghignando. «Quella che e in trappola sei tu!». 

L'abominio scatto in un'improvvisa carica verso di me, abbassando il busto in modo che fosse la sua “testa” se chiamare cosi il tronco di donna del diavolo che sovrastava in cima del collo.

Tsk. Mi stai dando solo un grande bersaglio da colpire.

Manipolai il mio potere magico trasformandolo nell'elemento d'aria e infine vento, con un movimento fluido, ruotai il busto sferrando un pugno diretto, rilasciando il potere incanalato in esso e generai un getto d'aria concentrata dalle nocche metalliche del guanto.

“Air Cannon!”

L'abominio fu colpito in pieno dall'onda d'urto, dritto sul tronco di donna e parte della grottesca bocca che era sbucata sul busto sottostante, le zampe anteriori persero la presa sul pavimento e inciampo per inerzia, le zampe posteriori si sono sollevate e rotolo in avanti. Prontamente usando le mie ali da demone, mi gettai di lato evitandolo la caduta del Demone Randagio.
Il tonfo dell'abominio fu altrettanto forte e il pavimento si stava spaccando ancora di più e gli scriccioli stavano aumentando.
Meglio farla finita ora, prima che Rias e il suo gruppo arrivino. [Boost!] Senti dal mio Sacred Gear.

«Facciamola finita!». Dissi sollevando il guanto e serrando le dita creando una piccola sfera sul palmo.

[Explosion!]

Il Demone Randagio si era nuovamente rialzato ma stavolta si sollevo sulle zampe posteriori e tendendo le anteriori per attaccarmi facendo calare le zampe anteriori, usai nuovamente le mie ali per darmi uno slancio all'indietro per evitare l'attacco, mentre nel palmo della mia mano destra avevo formato otto piccole sfere scarlatte delle dimensioni di biglie, serrai appena le dita e tesi la mano davanti a me.  E' piegai appena le punta delle dita.

“Dragon Shot!: Buckshot Crimson!”

Le sfere generate, esplosero davanti a me, avevo incanalato la magia in modo che le sfere si frammentassero solidificandosi e diventando come se fossero pallettoni sparati da un fucile a canna liscia, provai quasi pena per il Demone Randagio che aveva la sfortuna di prendersi la scarica addosso. Quasi.

Parte del busto, del volto e del fianco del Demone Randagio, erano stati maciullati e coperti di ustioni annerite, bruciature presenti anche sul busto inferiore, i danni erano ben visibili e il corpo leonino, le zampe d'esso le cedettero e ricade pesantemente di fianco sul pavimento, il quale non resse più e si fracasso del tutto, facendolo precipitare al piano sottostante.e sollevare un polverone.

[Sono davvero sorpreso Issac. Seppur sono ancora da migliorare, le tue magie sono davvero buone, per essere agli inizi. M'Aspetterò nuove sorprese dal tuo futuro di Sekiryutei]. Mi disse  mentalmente Ddraig.

Inarcai un sopracciglio, aspetta?.. Che cosa ha detto? Seki-cosa?.. «Sekiyu- Cosa?».

[Sekiryutei significa: Imperatore del Drago Rosso. E il titolo che possiede ogni mio possessore, tu incluso, un guerriero che in te ha il potere di un drago]. Lui mi spiego.

Scossi la testa, sono solo agli inizi, non sono cosi presuntuoso d'avere un titolo senza far nulla per ottenerlo.

«Attualmente sono soltanto uno che ha ancora molto da imparare prima di poter ambire a quel titolo di cui hai appena detto Ddraig».gli dissi mentalmente, prima di guardare dall'orlo del pavimento distrutto e ho visto Rias e il suo gruppo che mi stavano guardando sorpresi e felici che stavo bene.

Mentre il Demone Randagio era riverso a terra agonizzante, aprì le mie ali da demone e scesi giù.

«Te la sei cavata benissimo. Stavamo arrivando ma ha quanto pare Viser aveva un'asso nella manica: la sua coda ha generato una coltre nera di nebbia fitta. S'e diradata soltanto adesso. Piuttosto come hai fatto a ridurla cosi Issac?». Mi ha chiesto Rias, ora avevo i loro sguardi su di me.

Ho sollevato le spalle guardandomi il Boosted Gear con una finta espressione di sorpresa e dissi: «Ah, non lo so. Ho provato a fare qualcosa ed e comparsa una sfera cremisi. Sarò stato fortunato, molto fortunato a non fare una brutta fine contro di lei» 

Non so s'è se la saranno bevuta la mia finta sorpresa di aver fatto un'attacco magico per un colpo di fortuna, meglio che pensano che io sia troppo modesto o che mi sottovaluto, così potrò continuare ad addestrarmi e diventare più forte a loro insaputa. Tenere un basso profilo e la mia priorità adesso, sarà comunque meglio che mi guarderò le spalle anche da loro, non si sa mai.

Rias inarcò un sopracciglio, prima d'avanzare e fermarsi di fronte al Demone Randagio moribondo, sembrava che lo stesse osservando, prima di poggiare una mano sul fianco.

«Ultime parole prima di morire?».Le chiese Rias.

Viser rantolo guardandola sofferente. «F-Finiscimi..». Ha detto.

Okay. Ero quasi sicuro che ci avrebbe mandato all'inferno per cosi dire., ma almeno ci ha chiesto di porre fine rapidamente alle sue sofferenze.

Quel che accade dopo. Mi fece rizzare i peli della nuca, gli occhi blu mare di Rias diventarono rossi, con la pupilla verticale, mentre sollevava la mano, creando sul palmo una sfera violacea con sottostante il cerchio magico o simile ad esso. «D'accordo allora!. Sparisci dalla faccia della terra!. Checkmate!» lei ha detto prima di colpirla con  la sfera e la disintegrata in un secondo, lasciando ciò che restava del Demone Randagio soltanto la cenere.

«Qui abbiamo finito. Possiamo tornare al Club». Rias ha detto con tono tranquillo guardando me e gli altri.

Akeno ha subito creato il cerchio magico e ci stava aspettando. La raggiungemmo e nuovamente apparve il flash per tornare al Club di Ricerca sull'Occulto.

Nota dell'Autore: Salve a tutti ragazzi. Eccovi qua un nuovo aggiornamento. Del quale vorrei ringraziare per cominciare Xephil per il suo aiuto per la parte dello scontro fra Issac contro il Demone Randagio e gli utili consigli che mi ha dato a riguardo, oltre per le sue precedenti recensioni.. Torniamo al capitolo. Issac ha incontrato per la prima volta Asia Argento e ancora non sa che non sarà l'ultima volta che la incontrerà, mentre abbiamo visto le sue nuove magie che ha sviluppato dal suo addestramento con Ddraig. Il comportamento del protagonista spero che riesca a piacervi ma il suo sviluppo e il rapporto con Rias e gli altri procederà a passi lenti. Sono stato breve in queste note autore e rinnovo i saluti e ci sentiamo al prossimo aggiornamento! Alla prossima!.
  
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