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Autore: Kia85    09/10/2018    1 recensioni
Buon 78° compleanno, John!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy birthday, John!

 

Picture yourself in a boat

 

“Non ci riesco, cazzo.”

“Non preoccuparti, John, è da un po’ che non lo facciamo. È normale.”

“Ma che cazzo dici? Non si dimentica come fare certe cose.”

“Forse sei solo nervoso e hai bisogno di rilassarti un po’.” suggerì Paul, incoraggiante.

John lo guardò, incerto, “Dici?”

“Potremmo andare a fare un giro per distrarci.”

“Ma non mi piace lasciare le cose a metà. Non mi fanno sentire appagato, sai.”

“Beh ma stare qui a rimuginarci non ti aiuterà. Invece, possiamo provare a distrarci e ritentare più tardi.”

“Se lo dici tu…

Pochi minuti dopo John e Paul erano fuori in strada, passeggiando senza meta.

Quel pomeriggio avevano provato a comporre una nuova canzone. John aveva avuto un’idea e aveva chiesto a Paul di aiutarlo a trovare ispirazione. Era andato tutto bene fino a un certo punto, avevano scritto le strofe principali con relativi accordi. Un gran bel risultato, si disse John.

Peccato che non aveva saputo trovare una fottuta misera intuizione per il middle-eight e allacciare così le due metà della canzone. Ma più ci pensava, peggio era.

Finché l’ansia non mandò in tilt il suo cervello e aveva deciso di seguire il consiglio di Paul.

“Dopotutto, John, capita anche ai grandi. Noi non siamo esclusi, come vedi. Quindi non c’è bisogno di disperarsi.”

John infilò le mani in tasca, calciando poi un sassolino lontano da loro.

“Non mi sto disperando. Volevo solo finire in fretta per prendermi il mio regalo di compleanno.”

Paul aggrottò la fronte, guardandolo perplesso, “E quale sarebbe, scusa?”

“Tu. Che domande.”

“Ma non mi dire. E in che modo avrei dovuto essere il tuo regalo?”

John fece finta di pensarci su per pochi istanti. In realtà aveva le idee fin troppo chiaro.

“Vediamo, credo che nudo sul letto potrebbe andare bene.”

“E magari con una torta in punti strategici per festeggiare come si deve?”

“Mi accontento anche di un po’ di panna montata da leccare. Non ho bisogno della torta.”

 Paul rise quando John lo guardò ammiccando, e non l’avrebbe mai ammesso, ma era anche arrossito un po’.

 “Oh, certo. Immagino quale grande sacrificio comporterebbe da parte tua.”

“Penso che avrei la forza per farlo.”

“Non ho dubbi a riguardo. Perché non ti sei preso subito il regalo, se eri così convinto?”

“Ti sorprenderà, mio caro Macca, ma volevo finire la canzone. Non mi piace lasciare cose in sospeso.”

“Allora vediamo di ritrovare l’ispirazione al più presto, no?”

Paul gli sorrise di sbieco, provocatorio.

John si morse il labbro. Fottuto Paul!

Cosa lo stesse trattenendo dallo spingerlo in un vicolo e appropriarsi di lui non lo sapeva con certezza, a parte forse il fatto che fosse giorno e che c’era decisamente troppa gente in giro.

Tuttavia sapeva che non era quello che voleva per il giorno del suo compleanno. Quel giorno si era svegliato pensando a quella canzone e con il prurito alle mani, chiaro segno che morisse dalla voglia di scrivere. Aveva tutto in testa, come una specie di regalo lasciatogli dal sonno ristoratore.

 Tutto tranne il maledetto middle-eight, a quanto pare.

Dopo diversi minuti di camminare, arrivarono nei pressi di Sefton park. Era strano esserci capitato proprio quel giorno per caso.

Evidentemente John aveva sorriso scioccamente, perché Paul lo guardò incuriosito.

“A cosa stai pensando?”

“Niente di importante.”

“Penso lo fosse, se ti ha fatto sorridere in quel modo.” ribatté Paul, “Dai, dimmelo.”

John sbuffò quando Paul lo incitò con un colpetto sul braccio, “E va bene, rompipalle! Qui è dove i miei genitori si sono conosciuti.”

Paul spalancò gli occhi, “Qui a Sefton park?”

“Sì, buffo capitarci oggi, vero?”

Paul alzò le spalle, “Non troppo. Entriamo a fare un giro allora.”

Detto ciò, lo afferrò per la manica, trascinandolo con sé. Iniziarono perciò a camminare per i sentieri sinuosi del parco. Gli alberi avevano indossato le vesti autunnali e foglie dai colori caldi ricoprivano il terreno, provocando un lieve fruscio ad ogni loro passo.

“Allora, come si sono conosciuti?”

“Oh, beh, credo che Julia fosse seduta in una di quelle panchine.” iniziò John, indicando una panchina sul sentiero che costeggiava il lago, “Lui indossava una bombetta ed era venuto qui per rimorchiare, ovviamente.”

“Ovviamente.”

“Fatto sta che la vide e attaccò bottone. Julia gli disse che il suo cappello sembrava sciocco e lui le rispose che lei invece sembrava adorabile.”

“Un vero Lennon.”

“Poi le si sedette accanto e lei gli chiese di liberarsi del cappello. Così lui lo lanciò nel lago.”

Paul scoppiò a ridere, “Ora si capiscono molte cose.”

“Cosa?”

John lo guardò ridere di gusto, non capendo però il motivo.

“Le tue tecniche di abbordaggio. Le hai decisamente ereditate da tuo padre.” esclamò Paul.

“E allora? Sono comunque di altissimo livello.”

“Mai detto il contrario.”

Paul gli fece l’occhiolino in modo tanto sfacciato che John si chiese come facesse a non vergognarsene in un luogo pubblico.

“È una bellissima storia, comunque.” riprese Paul, l’espressione ritornò seria, “Al di là come sia finita.”

John  annuì. Un lieve dolore al cuore cercò di impossessarsi di lui pensando a tutto ciò che era accaduto in seguito, ma John non glielo permise. Era il giorno del suo cazzo di compleanno, ed era con Paul. Niente avrebbe potuto rovinare quella giornata.

“Già. Credo che dopo abbiano fatto un giro in barca.”

“Fottutamente romantico.”

“Puoi scommetterci le tue chiappette strette.”

“John!” lo rimproverò Paul, ma John lo ignorò.

La sua attenzione era stata catturata da quel tizio sulla riva del lago che noleggiava le barche. Decise una cosa folle, folle!, ma dannazione, non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo.

“Dai, facciamo un giro in barca.” esclamò John e lo afferrò per la manica.

Paul però si bloccò immediatamente, “Cosa?”

“Un giro in barca.” ripeté John, ma il timore sul volto di Paul rimase indelebile sul suo volto.

Ma…

Certo, John doveva aspettarsi una reazione del genere da parte di Paul mi-frega-di-tutto-e-di-tutti McCartney. Solo che John semplicemente non aveva voglia di avere a che fare con quella parte del suo migliore amico. Non oggi almeno.

 “Non preoccuparti, remo io. Non farò affaticare le tue braccine mingherline.”

Paul mise il broncio, incrociando le braccia sul petto, “Non sono mingherline.”

Lo erano.

“Un po’ sì.”

Paul sbuffò, come un bambino alle prese con un capriccio, “Ma comunque non possiamo, John!”

“Perché? Hai appena detto che lo trovi romantico.”

“Appunto.” sbottò Paul, ma abbassò improvvisamente la voce, “Ci vedranno tutti, John, non è…

“Non è?” lo incalzò John.

Paul sospirò nervosamente, passandosi una mano tra i capelli, “Insomma, la gente potrebbe pensare male.”

“E cosa c’è da pensare male? Non stiamo facendo nulla di male, noi.”

“Beh ovviamente niente!” si affrettò a ribattere Paul, “Ma non so se sia comunque il caso.”

“Io dico di sì, e comunque la gente ha di meglio da fare che stare a fissare noi. Te lo assicuro.”

“Non ne sono sicuro…

Bene, allora Paul voleva che John lo mettesse davanti un bivio. Ottimo, John era bravissimo in questo. Lo aveva già fatto, dopotutto, e aveva vinto anche in quel caso. Vinceva sempre, quando si trattava di Paul.

“Allora hai due opzioni. O vieni in barca con me, dato che è il mio compleanno e ogni mio desiderio è un ordine...”

“Oppure?” chiese Paul, quasi maledicendosi di averlo fatto.

“Oppure ti bacio davanti a tutti.”

Paul indietreggiò istintivamente, “Non oseresti.”

“Oserei. Oh cazzo, se oserei. Sono già abbastanza arrapato da quando siamo usciti di casa, quindi potrei farlo molto bene se volessi. Potrei anche avere qualche difficoltà a fermarmi.”

Paul alzò gli occhi al cielo, rassegnato, “D’accordo, d’accordo. Ho capito. Immagino di non aver scelta allora.”

“Bravo ragazzo.”

“Sei un coglione.”

Paul sospirò e seguì John quando recuperò una barchetta tutta bianca, con un paio di remi pronti a bordo.

L’uomo che noleggiava le barche rivolse a entrambi uno sguardo annoiato, mentre accettava le monete da John. Paul deglutì sonoramente, in evidente stato di ansia, ma si decise a ignorare i suoi timori e confidare in John. Dopotutto aveva ragione, era il suo compleanno e poteva chiedere tutto quello che voleva solo per oggi.

Quando si sistemarono sulla barca, Paul incrociò le braccia, “Sia chiaro, non alzerò un dito per aiutarti a remare.”

John sorrise, sedendosi di fronte a lui, “Sia chiaro, non avrò bisogno né del tuo dito, né del tuo braccio.”

Paul lo guardò ancora imbronciato, ma John aveva quel sorriso maledetto, quello che gli diceva sempre quanto fosse felice, felice come l’uomo più felice del mondo. E dio, di fronte a quel sorriso, Paul non riusciva mai a tenere il broncio per troppo tempo.

“Vedremo.”

Non appena John iniziò a remare, la barca si allontanò dalla riva, prendendo il largo verso il centro del lago. Paul si sdraiò appena, mantenendo lo sguardo ora leggermente corrucciato fisso su John, osservando come fosse già sudato e con il respiro affannato.

“Hai intenzione di tenermi il broncio per tutto il pomeriggio?”

“E tu hai intenzione di ammettere la sconfitta?” ribatté Paul, sollevando il naso con fare molto snob.

“Quale?”

“Mi sembri un tantino provato, con tutto quel sudare e quei rantoli…

John rise, divertito, “Nah… è che sono fuori esercizio.”

Seh, come no.”

“Comunque potresti guardarti intorno, invece di fare l’offeso. È molto bello visto da qui.”

John gli fece un cenno con la testa, e Paul si decise a guardarsi intorno. Detestava dare ragione a John, ma in questo caso ne aveva davvero. I colori autunnali li circondavano, gli alberi con le loro sfumature che andavano dal giallo pallido al bordeaux scuro. Tutte quelle sfumature erano meravigliose e così calde. Sembrava di stare al centro di un focolare, nel bel mezzo della vivace fiamma di un falò, ma proprio lì, in quel punto, su quella barca accanto a John, Paul si sentiva al sicuro. E niente e nessuno avrebbe potuto fargli del male, né tantomeno avrebbe potuto bruciarsi.

Per un piccolo, folle momento fu grato a John per averlo costretto a seguirlo.

Si morse il labbro, accorgendosi subito dopo che John lo stesse guardando compiaciuto.

“Oh, e va bene. Hai ragione. È molto bello. Soddisfatto?”

“Infinitamente. Grazie.”

Paul tornò a guardarlo, appoggiando le mani dietro di sé, e sorridendogli in modo dolce ma anche malizioso.

“Dopotutto eravamo venuti qui per rilassarci e ritrovare l’ispirazione. In mezzo al lago c’è decisamente abbastanza pace per riflettere.”

“Sai, Macca? Credo proprio di aver avuto un’idea su come finire la canzone.”

“Non mi dire.”

“Il meraviglioso potere di stare con te.”

Paul sussultò e non gli importò se stavolta John l’avesse visto arrossire. C’era solo lui dopotutto.

“Pensavo fosse il meraviglioso potere della natura.”

“Non sarebbe lo stesso senza di te.” ammise John, “Vogliamo tornare così te lo mostro?”

“Il middle-eight?”

John scoppiò a ridere, “Certo, cos’altro?”

“Perché credo sia solo una scusa per portarmi a letto?” chiese Paul, perplesso, ma sotto sotto speranzoso.

“Sarebbe un problema?”

“Certo che no.” esclamò Paul, ammiccando, prima di alzarsi e fargli segno di spostarsi di lato.

“Ce l’ho davvero l’idea, comunque.” confermò John, spostandosi per lasciare che Paul si sedesse accanto a lui.

Paul sorrise, afferrando uno dei due remi di John.

“Muoviamoci allora.”

 

Note dell’autrice: e buon compleanno, John! Oggi sarebbero stati 78 anni! :3

Comunque, due parole su questa storia. Mi è venuta in mente dopo che Paul ha detto negli extra del Carpool karaoke che lui e John andavano a Sefton Park e andavano sulla barca a remi per trovare ispirazione. Tipo che ho dovuto ascoltarlo due volte prima di credere che lo avesse detto davvero. XD

Risparmio i miei commenti su sto fatto, e niente, questo era il background. La storia poi è uscita così, a un certo punto hanno preso vita e si son gestiti da soli.

Anyway, ringrazio Vale che ha betato e spero che questa storiella vi sia piaciuta. :3

Ci sentiamo presto.

kia85

   
 
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