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Autore: IronWoman96    12/10/2018    0 recensioni
Steve e Tony si ritrovano su un'isola misteriosa.
Questa storia è ambientata dopo la Civil War, a cui ha fatto subito seguito (a differenza del MCU) l'arrivo di Thanos. Tuttavia, il Titano Pazzo è stato sconfitto e Steve e Tony non hanno ancora parlato di quello che è successo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Doctor Stephen Strange, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il Quinjet aveva avuto un malfunzionamento e i due supereroi, da soli, erano riusciti ad atterrare senza riportare ferite. Il Quinjet, tuttavia, non era stato altrettanto fortunato.

 

Tony guardava sconsolato la facciata del suo bellissimo jet, tutta sfasciata dagli scogli su cui si erano schiantati. Miracolosamente, lui e Steve avevano solo qualche botta, grazie allo scudo protettivo che veniva generato dalla sua bellissima nuova armatura nanotech. Anche l’armatura, però era andata in blackout e, inutile, si era ritirata nel nuovo reattore Arc.

- Riprova a chiamarli. - gli disse il soldato.

- E’ tutto inutile, Cap. Le comunicazioni qui non vanno, non riesco a collegarmi neanche alla mia A.I.; quest’isola ha qualcosa che non va. -

 

E, in effetti, c’era qualcosa di sinistro. Di ritorno da una missione semplice, di colpo uno dei motori aveva smesso di funzionare e, nella discesa, quel lembo di terra era come emerso dal nulla. Forse era stata un’allucinazione; o forse non lo era.

 

- Dobbiamo trovare un riparo, tra non molto farà buio. Seguimi -

- Roger, Rogers. - disse con un ghigno Stark.

 

Non più di un anno fa, i due uomini avevano litigato atrocemente, a causa degli Accordi di Sokovia e di Bucky. L’arrivo di Thanos li aveva fatti riunire, nonostante la loro ferita fosse ancora aperta. Nè Steve né Tony avevano più discusso sulla faccenda di Howard e Maria. Gli Accordi erano stati modificati, rendendoli meno duri e rilasciando i prigionieri che non si erano registrati.

Erano ancora sul filo del rasoio, ma entrambi non ci pensavano. Volevano ricostruire la loro amicizia su una terribile verità mascherata.

Tony non si fidava più di Steve come una volta; non gli lasciava più la sua vita tra le mani e lo allontanava ogni volta che il soldato si proponeva di aiutarlo. Si era intestardito; “sono diventato vecchio”, diceva a Steve come scusa. Tuttavia, entrambi sapevano quale fosse la verità.

Steve voleva in tutti modi iniziare quel fatidico discorso; ma la paura per la reazione di Tony lo bloccava. Quegli occhi di un marrone intenso che lo fissavano traditi e che riflettevano il cuore frantumato in mille pezzi del genio non se li sarebbe mai dimenticati.

 

Forse stare insieme su quell’isola sperduta avrebbe sbloccato qualcosa in loro.

 

Trovarono una piccola grotta, un po’ fredda.

- Ok, Tony. Vedo se riesco a trovare della legna per riscaldare l’ambiente. Tu intanto, cerca delle pietre che possano generare il fuoco.

- Non ti lascio andare da solo, ormai è buio pesto!

- E tu sei senza armatura! Non puoi venire con me se devo proteggere entrambi.

- Bene! Allora vai fuori a farti mangiare dai lupi, mentre io parlo con le pietre!

Steve lasciò andare un sospiro. Niente era cambiato a quanto pare. Riuscivano sempre a scontrarsi, in un modo o nell’altro.

- Allora ci andremo domani, va bene? Non puoi dormire così, però. Quella tutina che porti di certo non ti terrà caldo durante la notte.

Gli porse la sua giacca marrone, che portava sopra la sua uniforme scura.

Tony la prese a malavoglia, anche se in effetti aveva iniziato a tremare.

Sbuffò un “grazie” e i due cercarono un angolo riparato su cui dormire.

Si sdraiarono per terra, entrambi a pancia in su e senza emettere alcun rumore.

- Non è una tutina - disse il miliardario tutto ad un tratto, senza staccare lo sguardo da soffitto e tenendosi stretto alla giacca del soldato. Sapeva di Steve.

Rogers sbuffò una risata. - Certo che lo è. E so anche che la metti per farti notare. -

Tony scattò. - Cosa scusami?! -

Ora Steve si lasciò andare una grassa risata. - Dai non fare il finto tonto. Non ne hai mai messa una e da quando hai conosciuto Strange non fai altro che metterti in mostra. Lo ammetto, è una bella vista, ma io credo che lo stregone non sia interessato. -

Tony rimase a bocca aperta, con il fumo che usciva dalle orecchie per la rabbia, ma l’unica cosa che fu in grado di dire fu. - Non hai capito un cazzo, Rogers. -

Dopo quella conversazione, nessuno osò proferire una parola, anche se Tony continuò a ripensare alle parole del soldato “è una bella vista”. Era forse geloso, il bastardo?

 

Il mattino dopo si risvegliarono, indolenziti per la posizione scomoda e imbarazzati perché Tony, durante la notte, era finito sopra Steve, forse per cercare una fonte di calore.

- Ehm, buongiorno. - Disse Tony, sperando che le sue guance non fossero infuocate tanto quanto quelle di Steve.

- Ciao. - Anche il soldato, però, non era senza colpe. Aveva stretto a sé il miliardario, avvolgendolo tra le braccia e con i suoi favolosi bicipiti. - Sai, ho visto una specie di laghetto mentre venivamo qui. Sarà il caso che io mi immerga per un bagno. -

- Sì, beh. Non sai di certo di eau de parfume. - Ribatté Tony, cercando di divincolarsi da Steve e facendo finta di non sentire ancora il fantasma delle mani dell’altro.

 

Steve aveva lasciato un gemito sollevato, non appena si era immerso, completamente nudo, nell’acqua sorprendentemente tiepida del lago.

Sentiva che la sua mente si stava offuscando; forse la stanchezza era a causa dell’atterraggio e del pavimento roccioso di stanotte. Sentì in lontananza una voce.

- Ehy, soldato. - Steve, sentendosi chiamato in causa, aprì piano gli occhi trovandosi davanti un Tony Stark non tanto innocente.

- Tony? C-Che stai facendo? - Si sentiva avvampare; il genio aveva una vestaglia di seta viola scuro, che era fin troppo corta e mostrava fin troppa pelle nuda, e un sorriso che non prometteva niente di casto. Dove diavolo l’aveva presa? Steve non riusciva a pensare.

- Calmati, soldato. Voglio solo divertirmi. - Gli rispose, slacciandosi la cintura della vestaglia e togliendosela con un unico movimento fluido. Cap deglutì, cercando invano di fissare solo gli occhi dell’amico. - Rilassati. - Così dicendo si immerse pericolosamente in acqua e si avvicinò a lui.

I loro visi erano a pochi centimetri di distanza e Tony aveva iniziato ad accarezzare le spalle di Steve, le quali si erano arrossate per l’imbarazzo.

Improvvisamente, il genio di avvicinò ancora di più e leccò leggermente le labbra dell’altro, socchiuse dallo stupore. Un brivido di piacere gli attraversò la spina dorsale e come riflesso strinse i fianchi morbidi di Tony.

 

- Steve! - Un grido lo risvegliò, quello di Tony, e si trovò faccia a faccia con una creatura femminile, simile ad un pesce e per niente eccitante come la sua visione. Steve lanciò anche lui un grido, forse per niente mascolino come avrebbe voluto, e inizio a dimenarsi, non appena la creatura gli strinse le spalle più forte, cercando di trascinarlo giù.

Era spaventosamente feroce e, in poco tempo, lei riuscì a tenerlo sott’acqua. Forse il laghetto gli era apparso poco profondo a causa di una visione, perché ora non riusciva a vederne il fondo. Se non si fosse sbrigato, lei lo avrebbe affogato in poco tempo.

Cercò di reagire, tentando di bloccarla con le gambe, quando sentì un tonfo e la sirena smise di lottare. La lasciò andare e, uscendo dall’acqua, si trovò davanti la faccia di Tony, quello vero con ancora la sua tutina e in mano una pietra pesante, che aveva a usato per stordire la creatura.

Stava per ringraziarlo quando, in un attimo, Tony lo afferrò per le spalle e lo baciò. Steve non fece, però, in tempo ad approfondire il bacio che il genio si staccò per dargli uno schiaffo.

- Ouch. -

- Sei un cretino? Perché volevi farti quel mostro schifoso?! Ti ho visto nelle grinfie di quella e non ci ho visto più! -

Steve sospirò per l’ennesima volta - Tony usciamo da questo lago e ti racconto tutto. -

Quando furono usciti, tutti bagnati, Steve gli disse che cosa fosse successo, compresa l’imbarazzante visione di Tony in vestaglia (a cui il miliardario avvampò). Una volta finito, Tony sembrava senza parole, incapace di dire qualcosa; poi, Steve vide che la sua mente si schiarì e il suo viso fu illuminato da un bellissimo sorriso, che non vedeva da molto tempo. Il genio gli afferrò le guance e gli diede un altro bacio, che subito diventò qualcosa di più.

Una volta separati, affannati, Tony parlò: - Avevo capito, ieri sera, che eri geloso di Strange. - Lo guardò da capo a piedi e Steve si ricordò di essere completamente nudo.

Non fecero in tempo a dire un’altra parola che un cerchio di scintille si aprì, rivelando la figura dello stregone.

- Vi abbiamo trovati, finalmente - disse Stephen – Eravamo preoccupati. - Scrutò Steve con sufficienza.

Tony rise – Ma non mi dire…-

Steve prese al volo i vestiti che aveva lasciato vicino al lago e cercò di coprirsi il davanti con quelli, mentre Tony lo teneva per mano e lo trascinava verso il portale.

Forse non si aspettava di comparire in mezzo a Times Square con le chiappe al vento, ma fu contento di avere ancora la sua mano in quella di Tony, che stava ridendo come un pazzo. Stephen Strange si meritava una vendetta, ma prima di tutto avrebbe sistemato le cose con il miliardario.

Era un nuovo inizio.

 

   
 
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