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Autore: Dalia95_KittyCat    14/10/2018    0 recensioni
Due coppie apparentemente improbabili e la città più famosa del mondo come scenario. Violet Miller è una giovane con la sindrome di Asperger, che vive tranquilla in un'isolata villetta di New York, volutamente sola e senza quasi neanche un amico. Benjamin Gillespie è un attore, star di blockbuster e film d'autore, in cerca di un po' di pace nella frenetica Grande Mela a causa di folle accanite di fan e paparazzi che gli stanno alle calcagna. L'incontro tra i due sarà a dir poco esplosivo ... Irving Mercer è il personal trainer e migliore amico di Benjamin, Elektra Cross un'eccentrica commessa in un negozio di abiti da sposa e coinquilina di Violet. Anche loro non potrebbero essere più diversi. Ma si sa, gli opposti si attraggono, e l'amore arriva sempre dove e quando meno te lo aspetti!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Violet in quel momento era in casa da sola con il gatto. All’improvviso suonò il campanello: era quella gran rintronata della sua coinquilina, ossia Elektra. “Da dove ritorni, svitata?” le domandò Violet “Dal mio provvisorio lavoro al negozio di abiti da sposa, come ben sai” rispose quella “Secondo me hai balzato e non sei andata” “No no, sono andata. Cosa ti fa pensare che io abbia bigiato, se così si può dire?” “Guarda il tuo vestito: è sporco di una vernice rossa che sembra sangue” “Delle cretine di clienti hanno rubato degli abiti da sposa dal negozio e ci hanno spruzzato addosso questa roba rossa, che sarebbe quella sostanza usata nei film per simulare il sangue, soprattutto negli horror” “Ah, ora comprendo. Ma è da ieri che ce l’hai su?” “Esatto. Infatti, se non ti dispiace, adesso vorrei farmi una bella doccetta e cambiarmi d’abito” “Oh, ma dovevi dirmelo subito che avevi fretta di cambiarti. Sai che con te sono buona” “Vi, grazie di cuore. Vado subito a lavarmi” Poco dopo che Elektra ebbe tolto il suo abito da damigella, un fogliettino di carta ne sgusciò fuori, e subito lo raccolse. Era un biglietto da visita di Irving! Aveva lasciato il suo cellulare su di esso, e decise subito di memorizzarlo nel suo Iphone per poi poterlo contattare. Una volta lavata e con vestiti puliti, Elektra notò l’espressione sognante della coinquilina. “Dalla tua faccia capisco che stai pensando a qualcosa di bello. Non ti va di parlarmene?” “Beh, ho incontrato un ragazzo” “Aaahhh, e non mi hai detto nulla! Dimmi, è figo? Quanti anni ha? Che fa nella vita?” Violet preferì non rivelarle l’identità del bell’attore, anche se si fidava abbastanza di Elektra, e rimase vaga. “Beh, ecco, lui …è alto, atletico, occhi castano nocciola, capelli biondo miele mossi, super abbronzato, dolce, tenero, romantico. Viene da Miami e fa il fotografo” “Oh, gnam gnam. Mi fai proprio sognare! Ma adesso anche io ti farò sognare” “Perché? Anche tu hai uno che ti piace?” “Eh sì, uno stunt man, ricci castani, occhi azzurro viola, viso che sembra quello del David di Michelangelo, 190 centimetri di muscoli scultorei …” “Quindi suppongo che tu ci sia andata a letto?” “Ma va, è solo da ieri che ci conosciamo!” “E sai già che fisico ha?” “Beh, dalla canotta che indossava mi sembrava muscoloso” “Speriamo che sia uno con il cervello, e non solo muscoli” “Oh sì, per il poco che ho visto mi sembra a posto” Le raccontò più nel dettaglio l’episodio del giorno prima, ovvero di come si erano incontrati lei e Irving. Tuttavia non svelò il suo nome a Violet, né lei lo fece per quanto concerneva Benjamin. Elektra non sospettò minimamente che il tipo di Violet potesse essere un attore famoso o comunque una celebrità, ma l’altra subodorò che il ragazzo per cui El si era presa una cotta fosse suo cugino Irving, senza però dirglielo esplicitamente. “Elektra è proprio strampalata, per non avere neanche lontanamente pensato che sto frequentando una star di Hollywood” pensò Violet. Le voleva bene, ma a volte si domandava se quella ragazza usasse o no il cervello. Non pensavo ad altro che a fare shopping, soprattutto per quanto riguardava vestiti, scarpe e gioielli. Già era senza un lavoro stabile, e i pochi soldi che aveva li spendeva tutti per delle cavolate sue. Tuttavia Violet aveva il forte sospetto che Elektra ogni tanto rubasse i soldi alla gente in giro, o che fregasse oggetti preziosi già acquistati. Era molto spiccia e svelta, ma correva sempre il rischio di essere scoperta. Elektra decise di dare un colpo a Irving, il quale rispose immediatamente: “Con chi parlo?” “Ti ricordi di me?” rispose lei senza neanche presentarsi “Oh sì, la svitata in abito da damigella” “Ti piacerebbe essere mio amico?” chiese con voce zuccherosa e suadente “Solo amico? Niente di più?” “Beh, ecco …” stavolta Elektra pareva davvero imbarazzata e insicura, cosa insolita da parte sua. “Vuoi che ci diamo un appuntamento per conoscerci meglio?” sembrava seriamente sincero e interessato dal tono di voce” “D’accordo. Quinta Avenue? Central Park?” “Mmmhhh … non saprei. Perché non vieni a casa mia?” “Può andare. Dammi l’indirizzo” In quel momento Violet era sul balcone, e quindi non udì se non da lontano la telefonata fra i due. Quando rientrò vide la coinquilina fare i salti di gioia. “Quanta eccitazione!” “Lui mi ha dato appuntamento!” “Davvero? E dove?” “A casa sua!” “E neppure ti conosce. Ma d’altronde tu sei una che fa colpo subito” “Stasera sarò da Lui!” “Di già?!” Violet era davvero allibita “allora dovrai sfoderare il tuo vestito migliore, cara mia. Ma non hai bisogno di consigli, sei una maestra in fatto di scegliere abiti all’ultima moda. Solo, non metterti nulla di troppo kitsch. È un consiglio dal cuore quello che ti do” “Sarà fatto” Elektra corse in camera sua e dopo quasi mezz’ora (nel vero senso della parola!) scelse un vestito rosa pieno di paillettes, sciccoso ma non pacchiano, abbinandogli dei lunghissimi orecchini rosa con brillantini, una collana a serpente ed un bracciale bianco anch’esso con brillantini. “Non avevamo detto niente di appariscente?” obiettò giustamente Violet “No, avevamo detto niente di pacchiano” fu la risposta “Dopo come torni a casa, cambiando argomento?” “Credo che a quello ci penserà David di Michelangelo” “Ormai lo chiamiamo così, ho capito” “Esattamente” Elektra uscì. Non si era accorta di aver dimenticato le chiavi! Ciò significava che Violet sarebbe dovuta stare in piedi fino a tardi, aspettando per dovere di forza il ritorno della sua svitata coinquilina.
   
 
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