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Autore: Uptrand    14/10/2018    29 recensioni
Dasha Weaver è una donna impegnata tra momenti dedicati al lavoro e altri alle tre figlie.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dasha-Weaver-2  
Dasha Weaver disegnata da Sara Frirry Beltrame

Quando Dasha Weaver varcò la soglia di casa propria, la sola abitazione all'interno del gigantesco complesso industriale di Caninea, intuì al volo che c'era qualcosa di diverso.
Niente era fuori posto ma c'erano piccoli dettagli che indicavano la presenza di qualcuno. La vera domanda era di chi si poteva trattare tra le altre quattro persone che abitavano in quella casa, ma che per vari motivi come lavoro o studio spesso si assentavano per settimane. 
La potente e ricca signora di Noveria sapeva che ogni tanto la solitudine si faceva sentire. 
Un rumore, una sorta di lamento attirò la sua attenzione verso la camera di sua figlia Alexya. 
La possibilità che la ragazza fosse tornata per qualche giorno a casa la faceva sentire felice.
Si fermò sulla soglia della camera che stranamente era buglia, accese la luce e sul letto vide un enorme ammasso di coperte raggomitolate su se stesse. 
« Alexya? » disse incerta, non capendo il motivo di tutte quelle lenzuola. 
A sentire il nome la testa bionda della figlia emerse da sotto le coperte con uno sbuffo « Ciao mamma. » rispose alla mora sottotono. 
Sorprendendo però Dasha, altre due testoline bionde sbucarono fuori. 
« Trish, Diana! Beh? Vi siete date appuntamento? » chiese lei scorgendo le sue tre figlie presenti. 
« Nooo... » dissero mogie. 
Alla donna non sfuggì il tono malinconico delle ragazze un dettaglio totalmente estraneo a loro. 
« Ebbene? Tutto a posto? » chiese avvicinandosi al letto, chinandosi sulle ginocchia per essere alla stessa altezza. 
Tutte e tre fecero uno smorfia « Stiamo male, abbiamo le “cose”. Che stupido termine è “cose”. » bofonchiò Diana priva della sua esuberanza. 
Trish decise di aggiungere qualche dettaglio « Abbiamo il ciclo, per giunta assieme. Stavolta è stato proprio fastidioso, mi è venuta voglia di star male a casa. Ti avrei avvisata, ma ho saputo che eri in riunione. Arrivata qui ho trovato Alexya e Diana per lo stesso motivo. »
Le due sorelle annuirono confermando quel breve riassunto. 
Dasha ripensò che era rientrata da una riunione di dieci ore, nulla di strano che non fossero riuscite a contattarla. Guardando quell'ammasso di coperte le venne una domanda che Alexya intuì.
« Non volevamo stare sole, sentivamo il bisogno di calore e compagnia. Ci siamo strette tutte e tre nel mio letto ricoprendoci di coperte. »
« Funziona? » chiese lei.
« Più o meno. »
« Fa male. » borbottò Diana
« È fastidioso. » mormorò Trish. 
« Avete cenato? » chiese la madre, la risposta fu un cenno negativo della testa. 
Dasha si chinò verso di loro, ammise tra se di essere un po' imbarazzata. Non aveva mai avuto una carezza da bambina, essere una cavia per esperimenti illegali non ti fa ottenere coccole. 
Nessuno le aveva mai insegnato quelle cose, nessun modello a cui ispirarsi. 
Poteva solo tentare e sperare di fare la cosa giusta. 
Un bacio e una carezza sulla fronte di ciascuna, quindi si alzò « Stasera pizza e gelato, li mangiamo qua a letto. Che ne dite? »
La proposta venne accettata con vero entusiasmo.
Dieci minuti dopo Dasha mise giù il telefono, sette le erano serviti solo per superare i controlli della sicurezza “Devo dire a Naomi di darci un taglio, sette minuti per prendere la linea esterna sono troppi. “
Tornò dalle figlie dopo un veloce cambio d'abito, era stanca e avrebbe voluto andare a letto ma questa visita inaspettata le aveva ridato qualche energia, con indosso un pigiama.
Era un modello con la maglia tutta aperta in cotone di colore blu, con collo a camicia con pizzo bianco applicato e tasche laterali.
Quando entrò in camera pareva esserci molta agitazione sotto quelle coperte, da cui provenivano lamenti. Solo Trish emergeva dalle coperte con aria esausta « Stanno bisticciando, al solito, non ho la forza di farle smettere. » spiegò condendosi subito dopo un largo sbadiglio.
« Ehi! Chi mi ha morso? » disse a un tratto, rintanandosi anche lei sotto le coperte e unendosi a quella piccola lite. Dasha le osservava divertita, chiedendosi se era quello il comportamento che poteva aspettarsi tra sorelle. 
Quando però un alone blue elettrico cominciò ad avvolgere le coperte, non lo trovò divertente. Se le tue figlie sono tra i primi e unici biotici di sesto livello, assassine professioniste e capaci di sfondare pietre e metallo non è un bene che perdano il controllo dei propri poteri. 
« Voi tre! Basta! » le rimproverò lei. 
Non servì altro, sbucarono dalle coperte scusandosi. Quelle tre ragazze che non avrebbero chinato la testa nè davanti a Dio o al diavolo, lo facevano se si trattava della loro mamma. 
« Perché questa litigata? » chiese seria la madre. 
« Alexya mi ha dato della puttana. » affermò Diana, sorprendo Dasha ma anche la sorella che subito cercò di smentirla « Non ti ho dato della puttana, ho detto che a volte sei volgare. » 
« Non è uguale? Le puttane sono volgari. » 
« Tutte e due, zitte! » le ammonì Dasha e rivolgendosi ad Alexya « Posso avere una spiegazione? » Era la più seria delle tre, assolutamente non era il tipo da lasciarsi andare ad insulti senza ragione. 
« Ci siamo messe a parlare di vestiti, le ho detto che secondo me esagera con le scollature e cose simili. Le trovo volgari. » 
« Non sono volgari, se ho un ragazzo e tu no un motivo ci sarà? »
« Questo non centra niente, si può essere sensuali ed eleganti rimanendo vestite. Come la mamma al lavoro. » 
« Vero. » aggiunse Trish.
“Aspetta, cosa sarei io? “ Dasha era rimasta stupita. 
« Questo paragone è ingiusto! Mamma devo dimostrare classe trovandosi al lavoro, quando sono per locali serve l'abbigliamento giusto. » 
« Allora vai pure per locali e trascuraci! » sbottò Alexya, rintanandosi subito sotto le coperte. 
Dasha e Diana erano interdette, sopratutto la seconda. Trish, serena, continuava a gustarsi il calduccio del letto. 
Fu lei ad aggiungere ad alta voce « Una decina di giorni fa Alexya aveva invitato Diana a venirla a visitare sulla Terra, ma lei aveva rifiutato perché quel giorno c'era l'inaugurazione di un nuovo locale. Si è sentita trascurata. » 
« Ah! » dissero in coro Diana e Dasha.
« Non è vero! » esclamò Alexya da sotto le lenzuola. 
Diana s'infilò sotto le coperte, dopo qualche esclamazione presero a parlottare sotto voce. 
Dasha si era intanto chinata davanti a Trish, la figlia le sorrise dicendole « Diana ammira Alexya ma non vuole assolutamente farglielo capire, Alexya è invece pessima nel capire le persone. »
« E tu? non ti senti messa da parte? » 
« No, poi lo so che mi vogliono bene.» 
Dasha le sorrise ed ebbe un'idea, ad alta voce disse « Trish, sei la mia preferita! »
Come ebbe detto la frase le coperte volarono in aria, Diana e Alexya piombarono sulla madre gettandola a terra. Lamentandosi di quella ingiustizia. 
La donna se la rideva di gusto, il miglior modo per risolvere la situazione era dare alle due figlie qualcos'altro su cui concentrarsi. Sapeva bene come farle ingelosire. 
« Voglio bene a tutte a tre. » disse alzandosi. 
«... Ma di più a me . » aggiunse scherzosamente Trish, subito attaccata dalle altre due. 
Dasha le lasciò giocare, avevano suonato alla porta. 

Il lettone di mamma, il posto preferito di ogni figlio. Erano arrivate pizze e gelato, ma le ragazze non avevano voglia di abbandonare il letto anche se disfatto.
Fu Dasha a proporre il proprio letto, ben più ampio sarebbero state più comode. Temette solo che avrebbero litigato per sedere vicino a lei. Invece vide Diana cedere quel posto ad Alexya, sedendosi accanto alla sorella. 
Nel loro tipico modo di fare si lanciavano sguardi pieni di significato, in qualche modo che sapevano solo loro e Isabella continuavano a parlarsi senza il bisogno di parole. 
Mentre mangiava la propria pizza, a Diana scappò di dire « Certo che essere donne è proprio una seccatura, forse sarebbe stato meglio essere maschi. Mamma sei fortunata a non avere di questi problemi. » 
Per un secondo spalle e testa di Dasha si abbassarono di pochi millimetri, lo sguardo divenne triste.
Tanto bastò per le ragazze. 
Diana venne fulminata con lo sguardo dalle altre due sorelle, ma lei non ci fece caso perché troppo impegnata a gettarsi al collo della madre chiedendole scusa. 
Dasha era diventata totalmente sterile quando era ancora una adolescente. Era una cavia di Neo-cerberus, come tale era usata per esperimenti. 
Una tra le tante cose che le avevano fatto le aveva distrutto il suo ciclo ormonale. La cosa non aveva mai avuto un significato particolare per lei, di certo non aveva mai pensato di mettere su famiglia o partorire. 
Però era anche vero che a volte pensava di essere stata derubata di qualcosa.
« Va tutto bene Diana. » disse battendole due colpi sulla schiena per rassicurarla. 
La ragazza si staccò fissandola pensierosa, lo stesso facevano le altre due. La loro preoccupazione era evidente. 
« Toglietevi quell'espressione dalla faccia! In ogni caso ho voi, quindi direi che il destino ha rimediato almeno a questo torto. » 
Loro annuirono ma Dasha si sentì come “coccolata” dalle figlie, in particolare da Diana, fino all'ora di andare a dormine. Stringendosi fra loro, dormirono tutte nello stesso letto. 

L'ora proiettata sul muro risaltava nel buio della camera, Dasha la scrutò. Era ancora presto, c'era il tempo che le serviva. Quello era un giorno importante.
“Ieri sera avrei dovuto occuparmi degli ultimi dettagli, accertarmi che tutto fosse a posto. Invece ho giocato alla mamma.” pensò, quindi un altro pensiero si fece largo "Mi trovano sensuale ed elegante, mi fa piacere che non prendano esempio solo da Isabella."
Alla sua sinistra qualcuno si mosse, fissò la nuca cercando di indovinare chi fosse delle tre figlie aiutata dalla fiocca luce che appena attenuava le tenebre. 
La persona misteriosa si voltò, rilevando che era sveglia e un viso adulto che scioccò Dasha 
« Isabella! Quando sei arrivata? »
Ma l'unica risposta della bionda modella fu uno sguardo di disappunto. 
A colazione, Dasha ridacchiava mentre cercava di convincere la compagna che non era stata esclusa.
Arrivata in piena notte, era stata contenta di scorgere le ragazze ma si era sentita massa da parte. 
Le figlie stavano bene, i dolori erano passati ma l'umore rimaneva sottotono.
« Qualcuno vuole delle coccole extra? » chiese la Weaver abbracciandola da dietro. 
« Puoi tentare. » mormorò Isabella, mentre cercava di nascondere un sorriso.
« Mamma, oggi, c'è qualcosa di particolare? Quando siamo arrivate, c'era una certa frenesia in tutta Caninea. » domandò Diana. 
« Oggi si riunisce il direttorato. » dichiarò lei. 
Alle tre figlie andò di traverso la colazione a quella frase, quello era un evento della massima importanza per la compagnia e accadeva non più di due volte l'anno a seconda delle esigenze. 

***** 

Il direttorato, la riunione di tutti i direttori della Noveria Corps. Oltre a essi partecipavano il consiglio di amministrazione e il presidente. Solo quest'ultimo poteva riunirlo. Durava un giorno esatto di Noveria, ovvero cinquantadue ore. 
Il tutto veniva preparato con tre mesi di anticipo, quelli erano gli unici giorni in cui il gigantesco complesso industriale di Caninea non lavorava. 
Questo per mantenere inviolati i segreti della compagnia. 
Alexya, Diana e Trish da fuori fissavano la grande sala convegni che avrebbe ospitato tutte quelle persone. Più simile a un bunker per la sua struttura. 
A riunione iniziata le porte sarebbero state sigillate, campi di forza avrebbero avvolto l'esterno, contromisure elettroniche impedito ogni comunicazione in entrata o uscita dalla sala tranne che da parte del presidente. 
Divisione N, l'esercito privato della compagnia, avrebbe pattugliato l'intera area mentre tutta Caninea rimaneva chiusa e sigillata. 
Quel giorno nessun lavoro sarebbe stato svolto.
« Cosa abbiamo fatto. » mormorò Trish, le due sorelle la guardarono interdette. 
« Come fate a non capire? Ieri sera mamma doveva avere un sacco di cose importanti da fare, noi glielo abbiamo impedito! » 
Solo allora Diana e Alexya si scambiarono uno sguardo di preoccupazione.
« Suvvia Trish, mamma sa sempre cosa fare. Preoccuparsi è inutile. » commentò Diana cercando di rallegrare l'atmosfera. Anche se nemmeno lei riusciva a scacciare l'idea di essere stato un ostacolo a Dasha, per quanto ci provava quel dubbio non spariva. 
« Inutile agitarsi, se abbiamo sbagliato chiederemo scusa e come rimediare. Di più non possiamo fare. » affermò seria Alexya, questo tranquillizzò un po' le altre due. 
I direttori, già arrivati il giorno prima, cominciarono a riempire la spazio davanti alla sala. Fino all'arrivo del presidente questa non sarebbe stata aperta. 
« Per la prima volta, mi sento fuori posto a casa. » disse Alexya, condividendo la sensazione con le sorelle che provavano la stessa cosa. 
Non stavano facendo niente di male, solo non avevano motivo di stare lì se non la propria curiosità. 
Nessun direttore le avvicinava, ma tutti sapevano chi erano. 
« Forse dovremmo andar via. » mormorò Diana.
Trish annuì, temeva altri guai. 
Come si voltarono la porta alle loro spalle si aprì, mentre la Signora di Noveria faceva il suo ingresso. 
Dasha Weaver avanzava tra due ali di soldati di Divisione N nella classica corazza grigio roccia. Alle sue spalle Isabella, era il vicepresidente e ulteriore linea di difesa se tutte le altre messe in piedi non fossero bastate. Tranne i soldati era l'unica armata, portava le sue due katane di lato. Indosso aveva l'armatura da phantom. 
Dasha portava un elegante vestito da lavoro, come gli altri presenti, il volto era serio e guardava dritto davanti a se. Superba agli occhi delle figlie. 
Andando a scuola le ragazze avevano letto di re, regine e imperatori, dei fasti della loro corte. 
In quell'istante era quello per loro, in particolare per Trish.
Aveva dichiarato che avrebbe studiato prendendo il posto di sua madre, glielo aveva detto.
Adesso si sentiva una sciocca, come poteva competere con lei? 
Sua madre, Dasha era... forse avrebbe trovato un paragone se non fosse stata troppo impegnata a cercare di non piangere. Si sentiva troppo stupida per essere figlia di quella donna. 
Non poteva neanche solo sperare di eguagliarla. 
« Problemi? » chiese Dasha facendole sussultare, la sua voce le raggiunse come da un sogno. 
Non ebbe risposta, invece tirò fuori da una tasca un fazzoletto bianco che spuntava in modo elegante e lo usò per asciugare gli occhi Trish. 
L'aveva vista con gli occhi lucidi, le sembrava agitata anche se non ne capiva la ragione. Fatto le lasciò il fazzoletto in mano, qualora ne avesse avuto bisogno.
Solo allora la figlia disse « Mi dispiace. » 
« Non so di che parli. » 
« Ieri sera, noi... ti abbiamo fatto perdere tempo. » 
« Non essere sciocca Trish e neanche voi. Adesso andate a divertirvi da qualche parte. » disse lei, passando oltre. Le tre ragazze rimasero ad osservarla. 
A un passo dalla soglia della sala Isabella prese per un braccio Dasha, lei si fermò stupita e la donna le mormorò qualcosa. 
Guardando all'indietro « Trish, vuoi partecipare? Se mi vuoi succedere, potresti imparare qualcosa. »
« Io... » e guardò le sorelle. 
« Vai. » commentò Alexya. 
« Cosa aspetti? Noi ci annoieremo soltanto. Passerò il tempo a litigare con Alexya, mentre non ci sei. » spiegò Diana.
Di corsa la ragazza raggiunse sua madre che le disse « Per i primi dieci minuti sguardo serio, prova a comportarti come se fossi una regina. Ti può aiutare avere qualcuno a cui ispirati. Dopo puoi anche rilassarti. »
Lei annuì, aveva davanti a se a chi ispirarsi. 
Dasha seguita dalla figlia, Isabella, dal C.A e direttori entrò nella sala. Infine le porte si chiusero. 
« E noi? Che facciamo? » chiese Alexya, un istante dopo schivò il pugno di Diana che parò il calcio della sorella. 
« Sono sicura che un modo per passare il tempo lo troviamo. » commento Diana divertita.
Aveva imparato molto al tempio della justicar asari, era curiosa di mettersi alla prova con sua sorella e solo altro biotico a saper usare lo stadio rosso a parte Isabella. 
« Voi, smettetela subito o faccio rapporto! Andate a giocare da un'altra parte! » intimo una guardia. 
Le due sussultarono e corsero via, sorprese da quella reazione. Normalmente nessuno avrebbe osato sgridarle, ma non quel giorno. 
Non lontano un ufficiale trasmetteva il codice a indicare che tutto si era svolto come previsto
« La corte si è riunita, la regina è con loro. » 
In risposta a quella frase le gigantesche porte blindate di Caninea si chiusero per le successive cinquanta due ore.

   
 
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