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Autore: matismicc    14/10/2018    0 recensioni
Dopo una pandemia, una squadra di soldati ed uno studente di virologia si dirigono verso la zona di quarantena Paziente 0. Mentre perlustrano il cordone per vedere se ci sono superstiti per poi eliminarli, Mason (lo studente) trova due corpi di due ragazzi ed un raccoglitore, che nasconde la vera storia del virus.
-Mentre incontrai le tue mani sussurrai un desiderio, ma quando aprii gli occhi mi accorsi che in realtà era solo un bel sogno -
Aggiornamenti lenti
Persone o fatti sono frutto della mia fantasia e come tali vi chiedo rispetto ... mi piace scrivere x condividere ... x ricevere, ma non per essere derubato di una parte d me ... vi ringrazio
Selezionato nella "Long List" degli Wattys 2018
Cover a cura di dreamoverdose17 (utente di Wattpad)
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'incertezza è la condizione perfetta per incitare l'uomo a scoprire le proprie possibilità. (Erich Fromm) 5 Gennaio 2018 Un ronzio attanaglia l'atmosfera  tetra e vuota. Un silenzio sovrumano circonda la jeep che attraversa la strada principale della città. Il sole sta sorgendo, ma nascosto da un grattacielo abbandonato, sembra che sia ancora tarda notte. Una squadra dell'esercito sta attraversando la prima zona di quarantena, la zona Paziente 0. Dove il contatore dei chilometri un piccolo orologio segna le 6:00 am, l'autista, Arnold Thompson,  rimugina su quello che gli rimane: una cicatrice che gli spacca a metà il viso, una casetta al mare in Florida, un cane ed una figlia di cinque anni. Era già partito diverse volte in missione, in Pakistan, in Siria e in Palestina, ma mai aveva lasciato sola July. Prima c'era la madre, la tanto amata  Stacy, ch'era però morta per colpa del virus. Ha ordinato alla figlia di non uscire di casa e di rimanerci per un giorno al massimo, lui sarebbe ritornato a casa subito dopo la missione. Il passeggero anteriore, Cole Green, è il capo della squadra. Pensa alla missione, alla sua semplicità, assicurarsi che non ci siano superstiti. Devono entrare dentro ad un palazzo qualunque, fare un controllo e poi uscire ed andarsene. Se ci sono superstiti vanno fatti esaminare dal passeggero posteriore Alan Cook, un medico che con un macchinario di ultima generazione riesce a capire se la persona sia infetta o meno. In entrambi i casi va eliminata. Non si sa che cosa abbiano subito le persone in questa zona colpita dal virus e dalle diverse radiazioni. Dall'inizio della pandemia il mondo era cambiato, ma questa zona, come altre tre, erano rimaste isolate , senza che il governo aiutasse chi ci vivesse dentro. Confinate in una prigione, diverse persone sono morte infette altre a causa dei vandali. Le restanti moriranno oggi. Non possono fuoriuscire i racconti di queste persone, in nessun modo. Un altro passeggero posteriore, Mason Diaz, è semplicemente uno scienziato. È uno dei pochi rimasti, ha terminato gli studi appena tre mesi fa e si sta specializzando in malattie infettive. Una necessità, più che una vocazione per il ragazzo di circa trent'anni. Con i suoi occhi verdi ripassa alcuni appunti di biologia per gli esami ai quali dovrà partecipare la prossima settimana. Solleva appena gli occhiali e cerca di ripetere sottovoce la lezione. Cole gli spettina i capelli trattandolo come una bambino. È il più giovane dei quattro passeggeri compreso l'autista. -Mason!- sogghigna Cole -gli esami ce li hai tra una settimana, ora siamo sul campo, goditela- il ragazzo sorride insofferente, non ha mai retto certi discorsi, poi il campo, almeno per lui, è la parte più noiosa o meglio dire dolorosa. Ha sempre preferito il laboratorio, ma per essere accettato agli esami è obbligato a partecipare almeno ad una spedizione. Quando ha iniziato gli studi, circa dieci anni fa, non pensava che avrebbe continuato gli studi in virologia, ma dato gli ultimi avvenimenti ha pensato di aiutare di più con questa laurea. La jeep frena bruscamente, Arnold ha sempre avuto questo maledetto vizio di guidare veramente male e far finta di scattare, forse è dovuto al bicchierino di pochi minuti fa, ma ormai la squadra è abituata a questi colpi di scena. Cigolando, una portiera si apre ed esce Cole. Respira l'aria a pieni polmoni in modo del tutto sconsiderato. -Cole!- lo richiama Alan -Mettiti la maschera!- Cole fa una grassa risata. -Che cosa potrebbe accadermi se non un cancro?- poi ridacchia ancora -probabilmente moriremo tutti prima che il cancro ci uccida, ricordatevi il virus- Alan sbuffa, Cole è sempre stato un gran pallone gonfiato! Ma in cuor suo è consapevole  che moriranno in ogni modo, magari non oggi, ma domani o dopodomani? Chi glielo garantisce che non succederà? Arnold passa una maschera ai carboni attivi a Cole che beffandosi di Alan la prende e la indossa con grazia. Mason esce titubante. -Io rimango qui, va bene?- chiede lo studente speranzoso, ha sentito di squadre che permettono agli studenti di rimanere in auto a ripassare per gli esami. -No!- ride Cole - tu vieni con noi, ti divertirai, te lo assicuro- lo studente sbuffa e di malavoglia prende lo zaino e indossa la maschera. Tutti s'incamminano davanti a quella che una volta dev' essere stata una scuola. All'entrata un'insegna semi distrutta è appoggiata sugli scalini. Una grande porta aperta cede all'occhio la vista della presidenza e della sala professori. Sulla sinistra, accostato vicino all'entrata principale c'è un bancone, probabilmente dove si stazionavano le bidelle. Nonostante le maschere, gli uomini sentono l'aria pesante in più il buio  che opprime l'atmosfera dà l'idea di stare dentro ad una casa degli orrori. L'edificio non sembra abbandonato da molto, anzi per essere stato una scuola dentro una zona di quarantena è messa abbastanza bene, per quanto riguarda i corridoi, almeno. La sala professori è vuota, imbrattata di ragnatele e di polvere sembra essere una delle stanze mai usate dallo scoppio del virus. Sui giornali il virus era stato descritto come una bomba, che però poteva essere tenuta sotto controllo, come una bomba ad orologeria che non sarebbe mai esplosa. Il nome del virus? SCONOSCIUTO. Un virus sconosciuto che non avrebbe lesionato nessuno a parte i già "infetti che si trovano sotto le cure dei più famosi virologi" recitavano i giornali e tutti i media. Poi, si trasformò da epidemia a pandemia. I ricercatori osservano tutto ciò che li circonda. Oltre il bancone delle bidelle la parete è totalmente nera. Poco prima dell'inizio dell'epidemia la scuola era stata vittima di un incendio, apparentemente causato da un corto circuito nel laboratorio di scienze. Il gruppo sale le scale, uno dietro l'altro, schiena contro schiena con i fucili che puntano verso l'esterno, al centro Mason. Mason in realtà è già laureato in medicina. Ha già fatto diversi viaggi, in Congo e in Indonesia. In realtà il lavoro sul campo gli piace, ma è tutto quello che poi gli ricorda il problema. Ha sempre amato la medicina, il suo fare misterioso e tutto quello sviluppo che friggeva sotto mani più o meno esperte, e che portava la scienza alla scoperta di cure, e nuove funzionalità dell'essere più perfetto tanto quanto stupido ed opportunista, l'essere umano. Salgono le scale e si dirigono verso le diverse aule. Entrano in un vano grande e spazioso, dev'essere stata l'aula Magna. Un palco sulla destra e Delle sedie verso la vetrata grigia. Sulla parete una macchia di sangue, ormai marrone, s'illumina su tutta la parete sino al pavimento. Mason sussulta, non ha mai visto nulla del genere, uno spettacolo obbrobrioso e macabro. A terra ci sono dei segni di trascinamento, mentre in alto sul soffitto una polvere densa cala come neve da un buco del soffitto. La squadra si muove, quasi tutti gli uomini hanno visto di peggio, come Arnold che rammenta ogni secondo immagini di bambini mutilati, di madri piangenti e di tutto ciò ch'è stato "obbligato" a fare in nome della patria. Entrano in un'altra aula, un po' più piccola e meno luminosa. Una cattedra è appoggiata al muro e i banchi anch'essi che circondano dei sacchi a pelo lacerati e macchiati di sangue. Nessuna traccia di vita. Cole sogghigna entusiasta, la missione sarà più semplice di quello che pensava. La squadra continua a perlustrare  l'aula in cerca di indizi di vita. Mason si separa dal gruppo e va nell'aula accanto. Davanti agli occhi gli si presenta una grande bancone con attrezzatura da laboratorio. Tutta quell'attrezzatura  abbandonata lì, Diaz può rimanerci per sempre in quel laboratorio abbandonato. Tra i becher e tutte quelle boccette, il distillatore e il lavabo, a Mason sembra di essere a casa sua! Si avvicina e fa finta di miscelare qualche sostanza con un becher. Poi abbassa lo sguardo. Gli si raggela il sangue. Due corpi, due scheletri, giacciono abbracciati a terra. Dei lembi di carne e di vestiti attorcigliano i corpi che ricordano tanto il girone dei lussuriosi, intrecciati come sono. Le due mani, o almeno quello che ne rimane, sono agrovigliate, quasi saldate. I due crani si guardano fissi negli occhi e pure le gambe mimano un abbraccio. Sulla finestra che si affaccia sull'orizzonte, oltre i grattacieli, una macchia di sangue segue fino i due corpi. Mason li osserva meglio, si piega sulle ginocchia e strappa un pezzo di maglietta per usarlo come guanto. Prende fra le mani i due teschi ed osserva la dentatura non ancora del tutto formata, indice di età giovane. Sotto i vent'anni. Poi osserva i bacini che gli danno la  conferma di trovarsi davanti ad un corpo di sesso maschile e l'altro di sesso femminile. Poi oltre i corpi un luccichio lo cattura. Va oltre gli amanti, come ha deciso di chiamarli lui, e segue quel luccichio che lo ha distratto. È un raccoglitore, su di esso c'è una scritta V.I.R.U.S. e una foto ch'è attaccata con dello scotch, è ingiallita. Sono due mani. Due mani intrecciate, una è normale, sembra di un uomo, l'altra, di una donna, è rovinata, come se fosse infetta. Del sangue cola sulle due mani congiungendole ancora più di prima. Mason apre il raccoglitore e legge una pagina scritta a penna in modo disordinato. Sembra scritta da un medico o da un professore . Ma Diaz non si arrende, anche lui ha una calligrafia pessima. Così, con fatica inizia a leggere il foglio. "19 Agosto 2017             William Smith A scuola la giornata passava lenta, avvolti nella noia, prof( professori)e alunni guardavamo assieme filmati o leggevano dei libri. Ogni singolo rumore, anche solo un fruscio o il tocco di una foglia ci faceva sussultare , nell'edificio regnava il silenzio, ma non era un silenzio dolce o piacevole era un silenzio accanito, misterioso. Eravamo tutti nell' aula magna, eravamo lì, circa una trentina di persone, avevamo chiuso le finestre per paura che potesse entrare qualcuno. Non mi riferisco ai malati, agli infermi, ma a quelli che dovrebbero salvarci! Un mormorio, anzi un brusio era sulle bocche dei presenti che mi guardavano impauriti, io rimanevo in silenzio e li osservavo tutti. Tutti giovani, fra i quindici e i diciassette anni, impauriti da ciò che li circondava. Abituati a prendere il bus per ritornare a casa oltre il cordone, ora ci trovavamo rinchiusi in uno spazio ristretto. Tutti rimanevamo a debita distanza, non ci toccavamo e non ci sfioravamo. Avevamo tutti paura. Io ero seduto sul perimetro del podio e mi limitavo ad osservare, sapevo che tutti si aspettavano di sentire la mia voce, di sentire un mio discorso, ma io non proferivo parola, e  d’altronde che c'era da dire? Un virus letale aveva invaso New York, i sintomi potevano variare. In alcuni casi non si  presentavano in altri erano simili, piccoli accenni di mal di testa, poi più tardi disturbi intestinali. Poi tutto si trasferiva sulla zona de cervello, lì iniziavano gli attacchi più evidenti: la perdita dell'uso delle gambe, poi delle mani ... della parola, della ragione, gli attacchi variavano, ma quando si presentavano scomparivano com'erano comparsi. Poi c'erano gli ultimi stadi, il mutamento della pelle, degli occhi, la perdita totale dell'uso della parola e infine fra dolori atroci la morte! Il virus si era modificato almeno tre volte, ogni volta che mutava incubava dentro qualche infetto inconsapevole, la verità era che forse non c'era speranza, il prossimo virus, il terzo , forse avrebbe ucciso tutti. Il mio quartiere era sparito, tutti infetti ... dovetti scappare e lasciare lì tutto ciò che mi apparteneva. La scuola era diventata casa mia e di alcuni ragazzi che venivano da fuori. Questa scuola, la New York Shakespeare Schooll, era mutata in tante cose, in un ospedale, in un centro di ricerca e di isolamento. Però per me, e per tutte le persone qui con me, era la nostra casa. - Smith - Mi sentii chiamare da un' alunna, era alta per la sua età , portava un paio d'occhiali enormi verdi come i suoi occhi. Mi avvicinai e lei mi guardò spaventata. -Prof Smith, non ci dice nulla?- -William, Clara chiamami pure William- - Ok ... però che facciamo? - Rimasi ammutolito, rimasi fermo e riuscii solo a sorridere, non le dissi nulla, ci guardammo e lei penetrò i miei occhi scuri. La osservai meglio e notai un ciondolo che pendeva sul suo vestito. -Va beh! William se non mi vuoi rispondere fa pure ... qualunque cosa farai io ti seguo- Io annuii e le scompigliai appena i capelli. - Ragazzi, intanto facciamo l'appello - Dissi, feci per prendere il registro rosso e poi un rumore spezzò il silenzio. Tutti i ragazzi e i professori mi guardarono. Feci segno ai ragazzi di nascondersi sotto i banchi e loro così fecero. Feci venire presso a me dei miei colleghi e gli indicai i ragazzi, loro si posero davanti a mo' di scudo io chiamai Cassandra, Cassandra Lawrence, una poliziotta rimasta con noi. Mi diressi verso la porta e le dissi di coprirmi le spalle. Mi avvicinai alla porta che dava sul corridoio, sfilai un coltello dalla fibia della cintura e poi mi avvicinai sempre più alla porta. Sentii un brusco colpo, mi fermai e guardai i ragazzi terrorizzati, mi avvicinai ancora e toccai la maniglia, aprii la porta e mi sporsi, la richiusi e sorrisi. -Falso all- Quando fui interrotto da un altro rumore ... ci girammo verso la porta e un rumore di passi ci trafisse! Poi si fermarono, riniziarono striscianti, lenti e quasi non umani! Erano i passi di un infetto? Quale differenza c'era fra noi e gli infetti? Nessuna probabilmente, ma ci incutevano tutti paura. La maniglia si mosse e un rumore di respiri ci uccise dentro! La porta piano piano si aprì, mi misi davanti ai ragazzi con Cassandra. Si aprì di scatto e mostrò il viso di un bambino! Era Jhonas! Ci dirigemmo tutti verso di lui felici. Teneva impaurito il suo pupazzo, un cavallino bianco che ormai era grigio. Ci avvicinammo tutti e lo accogliemmo. -E che cavolo Jhonas ci hai fatto prendere un colpo! - Disse ridendo George, un ragazzo alto coi capelli neri. Tutti ridemmo e ci avvicinammo fino alla distanza di sicurezza a Jhonas. Cassandra lasciò calare una lacrima e poi lo guardò, e si vedeva che avrebbe voluto abbracciarlo, baciarlo e piangere con lui fra le braccia, ma rimase ferma sorridendo lacrime. -Bene, bene ragazzi forse è meglio fare qualcosa ...- -Quando arriva il vaccino? - - Abbiate pazienza ragazzi! - -E se non venissero? - -Sì verranno non vi preoccupate - Tutti annuirono non convinti. Li feci radunare in un grande cerchio, e poi feci mimare le loro mani che si tenevano. -Chi sa dirmi che cos'è un sentimento?- Tutti timidi lasciarono giù le proprie mani, le lasciarono lungo al corpo, io li incitai e allora iniziò ad alzarsi qualche mano. - Ok lo diremo uno alla volta - - Qualcosa che viene da dentro - - È quello che siamo- -Ciò che vogliamo reprimere - -Quello che non riusciamo a tenere dentro - -Un sentimento è qualcosa collegato al sentire ... con le mani, con le orecchie, con l'olfatto e a volte con la bocca ... - -Hai ragione Clara- - È l'odore di bello o di brutto - -L'essenza di un bacio - -Il colore della nostra vita - -Un tappeto sul quale ci sdraiamo - -Una coperta che ci nasconde- - Un mare tempestoso- - Un tetto che butta via la pioggia! - -Un emoticon? - -Un messaggio - -Esatto quelli di fumo! - -Una nuvola che ci pulisce e butta fuori tutto? - -È una domanda o è quello che pensi?- -Non lo so ...- -Sì che lo sai, solo che non sai di saperlo - -Forse è quello che penso- -Toglimi il Forse su Cassandra! - -Ti ho risposto, non serve nient'altro!- -Tutti abbiamo detto ciò che pensiamo ... - -William per favore ...- -No! Cassandra finché non rispondi io te lo chiederò - -Va bene, vi avverto è una stupidaggine - -Nulla è stupido Cassie - Lei arrossì. - È l'acronimo della parola V.I.RU.S- Rimanemmo tutti in silenzio, nessuno osò più parlare. Nonostante tutte le domande che ci assillavano non potevamo o meglio non riuscivamo ad esternarle." -Che cosa stai facendo?- una voce richiama sull'attenti Mason, che sobbalza spaventato - che cos'hai in mano?- Mason alza gli occhi e vede Cole -Nulla è il quaderno- poi fa una pausa tremando -il mio quaderno degli appunti- Cole storce il naso e sbuffa -Dio Santo!- Diaz rabbrividisce -Mason suvvia! Siamo sul campo a cosa ti serve il quaderno mettilo nello zaino- il ragazzo ubbidisce, ma sente come il richiamo di riaprire il raccoglitore ... Lo studente è consapevole dell'obbiettivo della missione. Ma forse... Loro hanno Delle informazioni importanti, o meglio dire sensibili. E se avessero veramente un vaccino?
   
 
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