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Autore: titania76    15/10/2018    1 recensioni
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«Guarda, Kanon! Un giorno anche noi saremo seppelliti qui, con tutti gli onori, accanto ai nostri illustri predecessori. Un giorno, saremo ricordati per le nostre eroiche gesta in battaglia e per il bene che avremo fatto.»
La voce di Saga bambino, dagli occhi limpidi e innocenti e dal cuore puro che non aspettava altro che votarsi ad Atena, riempì il silenzio del cimitero.

Per Kanon, sopravvissuto alla caduta del Tempio di Poseidone, non ha alcuna importanza come verrà ricordato dalle nuove generazioni. Per lui, non ha alcuna importanza ricordare chi lo ha preceduto. Per lui conta solo il presente. E quel presente porterà alla battaglia finale.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Kanon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa oneshot partecipa alla challenge #26promptchallenge indetta dal gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart

#26promptschallenge - prompt 24/26
#MEMORIA
sostantivo femminile
1. La memoria può essere paragonata a un enorme magazzino all’interno del quale l’individuo può conservare tracce della propria esperienza passata, cui attingere per riuscire ad affrontare situazioni di vita presente e futura. Tale archivio non ha caratteristiche statiche e passive ma può essere definito come un costruttore attivo di rappresentazioni sul mondo (Tomei, 2017).
2.“Anche l'uomo con la più scarsa memoria ricorda tutto quello che vorrebbe dimenticare.” (Badiale)

Titolo opera: Memoria
Fandom: Saint Seiya
Ship: nessuna
Parole: 819
Tags: #passato #memoria #guerra
Warning: nessuna


*****


La battaglia si stava approssimando. Kanon avvertiva sulla sua pelle quella strana e pericolosa elettricità che scorreva nell'aria statica che avvolgeva il Santuario quella notte. Ma lui, straniero e nemico in terra di Atena, incurante di come avrebbero potuto reagire i custodi dei Templi alla sua presenza, si era attardato nel cimitero dei cavalieri.
Non gli importava degli altri caduti. Non gli importava degli eroi del passato che riposavano in quel fazzoletto di terra sacra. Per lui, fermarsi a pensare al passato era come vivere con lo sguardo rivolto indietro. Per lui, era una cosa inaccettabile; per lui c'era solo il presente. E quel presente lo voleva vivere come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio, con la determinazione in se stesso e la benedizione di Atena.
Eppure, non poteva fare a meno di concedersi una piccola deroga ai suoi convincimenti e dedicare un momento di raccoglimento sulla tomba di Saga.
Del resto, era suo fratello.
Camminava fra quelle lapidi senza prestare loro attenzione se non per leggerne i nomi e senza degnare di un pensiero i loro ospiti. Lì, fra le altre, c'erano anche quelle di Camus, di Shura, di Aphrodite, di DeathMask e... di Aiolos.
Nella mente di Kanon, nel suo cuore, non c'erano parole di commiato per quei giovani guerrieri. Tutto il suo rimpianto, il suo pentimento era riservato all'unica persona che per lui lo meritava. Arrivò alla tomba di Saga come guidato da una mano invisibile. Poteva pensare fosse per quel legame speciale che hanno i gemelli e che non si spezza neanche dopo la morte, ma sapeva che era stata Atena ad accompagnarlo fino al giaciglio eterno di suo fratello.
Posò un ginocchio a terra.
Avrebbe voluto toccare quella pietra grezza conficcata nel terreno umido, sfiorare con la punta delle dita il nome di Saga inciso sopra, ma quella scritta appena lì sotto, la dicitura Cavaliere di Gemini, lo fece desistere.
Il suo cuore era come un macigno, troppo carico delle colpe per le sue azioni. Le sue mani grondavano del sangue di guerrieri valorosi e anche di quello di suo fratello. Sulla sua coscienza pesava la consapevolezza di essere stato il fautore indiretto della decimazione dell'esercito di Atena, proprio quando era imminente la Guerra Sacra.
Cosa avrebbe potuto dire per scusarsi? Come avrebbe potuto dimostrare il suo pentimento?
Chiuse gli occhi e rimase lì ad ascoltare quel silenzio freddo e carico dello spirito dei cavalieri caduti. Forse, se si fosse concentrato abbastanza, se fosse entrato in sintonia con il residuo del cosmo di Saga che impregnava la tomba...
«Guarda, Kanon! Un giorno anche noi saremo seppelliti qui, con tutti gli onori, accanto ai nostri illustri predecessori. Un giorno, saremo ricordati per le nostre eroiche gesta in battaglia e per il bene che avremo fatto.»
La voce di Saga bambino, dagli occhi limpidi e innocenti e dal cuore puro che non aspettava altro che votarsi ad Atena, riempì il silenzio del cimitero.
Kanon si girò di scatto a cercare chi avesse parlato, ma lì non c'era nessun altro oltre a lui. Nel sentire la voce infantile di suo fratello, provenire direttamente dal suo passato, gli si formò una lacrima e, con un rapido sbatter di ciglia, gli scivolò lungo la guancia.
Fece un respiro profondo e alzò lo sguardo verso il cielo, dove le stelle brillavano più forti del solito, come inquiete per l'imminente battaglia.
Rivolse ancora uno sguardo alla tomba dinanzi a lui. Nel suo animo stava nascendo una promessa, ossia quella di fare del suo meglio per rendersi degno del ruolo che era stato di Saga.
Glielo doveva. E lo doveva anche alla dèa bambina, che gli aveva accordato il suo perdono e la sua fiducia.
«Dopo di questa notte, i posteri non avranno più memoria di voi, né delle vostre gesta! Per il mondo, per gli altri cavalieri, voi sarete solo dei traditori e il vostro nome sarà ricordato nell'infamia.»
La voce del vecchio Gran Sacerdote infranse il rinnovato silenzio di quel luogo. Quelle parole, così cariche di gravosa serietà, alle orecchie di Kanon suonarono come un monito definitivo ed ebbero su di lui l'effetto di una scossa. Quella era una sentenza che faceva male.
Abbassò la testa, prendendosi un ultimo attimo. Poi, un improvviso bagliore avvolse la tomba di suo fratello. Scattò in piedi, turbato. Non capiva cosa stava succedendo. Si guardò attorno, anche altre tombe erano attorniate da quello stesso strano bagliore.
Strinse i pugni.
Ora non era più tempo di crogiolarsi nei sensi di colpa. Il tempo della battaglia era arrivato.
Si voltò verso il Monte dello Zodiaco, soffermandosi sulla sua cima, dove risiedeva il Tredicesimo Tempio; scendendo infine fino alla Terza Casa.
Non aveva importanza ciò che avrebbero ricordato i posteri. La Casa dei Gemelli avrebbe visto il riscatto di entrambi i suoi custodi, perché Kanon avrebbe combattuto e – se necessario – avrebbe perso la vita, pur di riscattare l'onore di suo fratello e difendere la dèa Atena.





   
 
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