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Autore: shallow posey    15/10/2018    0 recensioni
dal testo (...)
Il nome della regina era di fatto, Sale.
Ella era conosciuta in quasi tutti i regni e isole marine mai dominate.
In terre dove c’era vita, essa aveva sicuramente sentito narrare la leggenda della regina salata. La quale inizia narrando di un’infanzia triste, sazia di abbandoni e vuoti rimpiazzi.
Non fraintendetemi, ci fu anche amore nella sua vita; ma questa non è la storia che si racconta quando si parla di lei.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La regina di sale.

 

    Il nome della regina era di fatto, Sale.

Ella era conosciuta in quasi tutti i regni e isole marine mai dominate.
In terre dove c’era vita, essa aveva sicuramente sentito narrare la leggenda della regina salata.
la quale inizia narrando di un’infanzia triste, sazia di abbandoni e vuoti rimpiazzi.

Non fraintendetemi, ci fu anche amore nella sua vita; ma questa non è la storia che si racconta quando si parla di lei.

Con questa introduzione non si intende giustificare le sue azioni ne dire che c’è un equilibrio nascosto nelle scelte fatte e decisioni prese dalla regina. Però d’altronde, quale decisione è mai stata presa a cuor leggero, senza conflitto con il proprio cuore?

Essendo narratrice mi è richiesto di essere imparziale e di dimenticare ciò che mi lega alla storia.
Dunque per dovere, vi parlerò di come Sale usava seppellire in spiagge coperte da salsedine bianca tanti dolori e sentimenti; quasi come volendoli custodire come segreti senza mai raccontarli. Per poi amaramente lascarli dimenticati sotto la sabbia. E anche di come in seguito, da leggenda, si dice che asciugasse le lacrime pungendo grani di sale sotto le proprie palpebre.

 In terre lontane, si diceva che fosse stata chiamata Sale per i suoi perfetti capelli bianchi, che per molti erano simbolo di saggezza e giustizia. Come quella che portano le onde del mare dopo aver passato una vita a viaggiare con la corrente, navigando i sette mari, infrangendosi senza pietà sulle spiagge.
O al meno, questa sarebbe stata la storia che si potrebbe raccontare su di lei, ovvero quella che veniva trascritta nei libri, però solo in quelli officiali con rilegature di cuoio e cuciture dorate.

Approvati dalla sovrana e stampati da una diligente corte.

La verità è che la regina aveva un cuore severo che giudicava con decisione e non raramente senza rancore verso chiunque sembrasse, soggettivamente, farle torto.
In particolare modo coloro che portavano buone intenzioni ma con troppa innocenza. Nessuno mai seppe perché, forse il suo amato marito ne fu a conoscenza per un breve periodo, ma poi portò il segreto con se in fondo al mare e li ancora giace con lui. Tutto ciò la rendeva ogni giorno più salata senza che lei ci facesse davvero caso. Ogni volta che fingeva di non avere sentimenti nei confronti di chi in realtà voleva  solo donarle affetto incondizionato. Tuttavia, esiste anche una leggenda popolare, più amara che salata.
Questa racconta invece che il nome della regina non derivi in realtà dalla sua vera e propria nascita, ma da quella di un’altra bambina.
Anch’essa salata ma non di nome, ma di reazione in ragione di/e torto.

La bambina di cui qui si parla non era salata al principio di tutto.
Anzi era solo una bambina senza alcun nome, solo una infante con degli occhi splendidamente verdi con granelli di sabbia deposti nell’occhio sinistro.
Ella non aveva nessuna conoscenza della regina e non aveva nessun legame con Sale. Se non quello relativo; di sangue e salgemma che apparentemente condividevano.

La bambina dagli occhi splendenti era infatti l’erede della figlia di Sale.
Ma non solo, ella era anche la discendente della famiglia di Ferro alla quale la figlia di Sale, Silicia era unita per amore.
La Famiglia di Ferro risiedeva non troppo lontano ma neppure troppo vicino,
era una famiglia umile ma degna e onorevole, alla stregua di veri e propri nobili d’animo.
Ma il problema non erano le origini della famiglia acquisita, ma con ogni probabilità il fatto che per Sale nessuno era degno del suo sangue.

La figlia si chiamava Silicia e venne data, contro ogni previsione, in sposa con amore dopo essere scappata con il giovane fabbro senza
la completa benedizione della regina. Con il tempo Sale imparò ad accettare il nuovo figlio, per affetto di Silicia ma non imparò mai
ad amare i cambiamenti che ciò apportò.

La regina aveva anche altri due figli. Il fratello maggiore di Silicia si perse un po’ nel deserto; sempre assetato d’acqua, ma ciò non lo rese meno degno agli occhi di Sale.
Il figlio minore della regina rimase a vivere con lei nel castello, con aggiunta della sua sposa viziata e lamentosa.

Quando la figlia della regina dette alla luce la bambina, la regina era soddisfatta di poter vedere la sua discendenza crescere e farsi di carne.
Ma poi .. venne anche la secondo genita della figlia e inseguito anche un piccolo principe fatto di carbone.
Ed ecco qui inizia la vera storia, il conflitto che condisce il tutto. Una storia di zucchero, sale e preferenza che principalmente dà al resto, un gusto disilluso e amaro.

La primogenita crebbe amata e con un forte senso di dolcezza e creatività. La bambina aveva un vero e proprio dono per l’arte e tutto ciò che ne concerneva.
Ma con il tempo la bambina e i sui occhi splendenti si acuirono e divennero coscienti delle
gemme di sale che le venivano donate dalla regina ogni volta che ella appariva.

...Vedendo la matriarca della famiglia nascondere lo zucchero, tenendolo da parte solo per donarlo genuinamente alla secondogenita,
la bambina divenne salata e forse anche un po’ amara, infine.

 

Invecchiando, Sale era diventata una donna asciutta sempre composta e dai capelli bianchi sempre in ordine.
Quasi come irrigidita dalle intemperie del mare o forse divenne proprio una statua di sale. Fragile ma anche arida a volte.

Le opinioni dei contadini che abitavano quelle terre erano molto spesso contrastanti.
Tanti, quelli che non la conoscevano superficialmente. La definivano saggia e buona. 
Solo pochi infatti conoscevano il suo lato capriccioso.

 

La bambina rancorosa faceva parte del secondo insieme di persone.

Di quelle che conoscevano i suoi capricci aspri e li accettavano, sospirando con mal in cuore, piantando in quest’ultimo  ogni singolo grano di sale donatole. Ella osservava con occhi attenti la sua pro genitrice per imparare, dunque ne imparava un riflesso di comportamento. Però per la regina, la bambina rimane tale, una bambina posata e ribelle.

Solo con il tempo questa barriera di sale che era stata eretta dalla bambina per attirare e allo stesso tempo difendersi dalla regina, inizierà a sgretolarsi. Un giorno ci sarà un tempo in cui un cuore fatto di mare, sarà un perfetto forte sulla scogliera, sul precipizio.

Da dove il castello di sale si scioglierà in acque e abissi salati.

 

Quanta amarezza in questa storia..
in essa non c’è un vero e proprio lieto fine.

 

Ma posso dirvi che la bambina amara divenne infine salmastra, trovando un compromesso con il risentimento amaro che l’aveva nutrita fin dall’infanzia.
Trovando non più tanta afflizione per ciò che era stato. Ma facendo pace con l’idea di una donna che non sapeva amare affabilmente a causa delle tante promesse fattele, ma mai mantenute dalle persone partite e mai più tornate.

 

Dunque ecco una storia che narra di una vera donna e una vera bambina.
Afflitte dall’incomprensione l’una dell’altra.
Una relazione vittima di conflitti quotidiani
e acrimonia passata.

 

  
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