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Autore: _Akimi    15/10/2018    6 recensioni
[Maxicest - Writober - 1960s]
"«Quando siamo nati c’era la guerra, Pietro, e non pensavamo a giocare come fanno loro.»
Avrebbe voluto darle torto, dirle che mentiva, ma gli anni fragili che stavano vivendo ora erano comunque meglio dello zar e degli inaffidabili nazisti; nonostante odiasse quei bambini idioti, non avrebbe mai augurato loro di vivere l’esperienza di un conflitto.
«Pensiamo a tante cose diverse da loro, in effetti.»
Lo bisbigliò quasi vergognandosene; sapeva che il modo con cui trattava Wanda non era usuale - meglio, neppure accettabile -, ma bastavano pochi dettagli di lei per fargli perdere la già-altalenante-attenzione.
Anche ora, le sue labbra tinte di un leggero rosso ciliegia parevano parlargli: sii veloce, Pietro, prima che qualcuno possa vedervi.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pietro Maximoff/Quicksilver, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: AU | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'Mila Rodino'
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чакайки края
 
Sozopol, Bulgaria
1960s


Pietro deglutì nell’osservare la figura di sua sorella vicino a sé, lì sdraiata sulla barca, mentre le sue dita affondavano nell’acqua che li circondava.
Un paio di raggi tiepidi sfioravano il loro viso e il tramontare del Sole tinteggiava il cielo e il mare di tonalità calde che, che in un gioco di armoniosi colori, ben si abbinavano al vestito estivo che Wanda indossava e al suo finto fiore, piccolo dettaglio tra i capelli castani.
E Pietro la guardava, pensò istintivamente che nessuno lo avrebbe visto se si fosse sporto per baciarla, ma invece, si irrigidì non appena un gruppo di bambini passò sulla scogliera vicina, rincorrendosi e chiamandosi con puerile spensieratezza.
La loro ingenuità fece sorridere Wanda che, persino ad occhi chiusi, riusciva a riconoscere il loro timbro di voce senza tentennamenti.
«Uno di loro mi ha chiamato veshtitsa, un paio di giorni fa.»
Lo esclamò pacata, mentre le palpebre tremanti andavano a schiudersi per incontrare gli occhi furiosi del gemello; le sue iridi smeraldine non sembravano stupite, come se la rabbia di Pietro non fosse nulla che non avessero già visto regolarmente.
«Mocciosi.»
Un borbottio che Wanda trovava inutile, ma che nel suo piccolo testimoniava quanto fosse affezionato a lei.
Qualche volta si domandava se il loro rapporto non fosse già oltre alle righe, ma la positività e la gentilezza che Pietro le riservava le facevano dimenticare tutto.
Tentava di non curarsi dei pettegolezzi che si bisbigliavano tra le case su di lei, sugli sciocchi nomi che le affibbiavano e doveva controllarsi - lo sapeva - perché i suoi poteri non erano un gioco e non poteva cedere alla rabbia solo per qualche capriccio.

«Certo che sono mocciosi, sono solo bambini.»
«Noi non eravamo così.»
Pietro rischiava di farsi scoprire con i suoi atteggiamenti: le corse fulminee per bucare il pallone ad uno dei ragazzini che se la prendeva la sorella, i furti per fare un torto al giornalaio del paese o ancora, il modo in cui non smetteva di guardarla.
Wanda ne era lusingata, ma si rendeva conto che i poteri non erano l’unico dettaglio che dovevano entrambi abituarsi a nascondere agli altri.
«Quando siamo nati c’era la guerra, Pietro, e non pensavamo a giocare come fanno loro.»
Avrebbe voluto darle torto, dirle che mentiva, ma gli anni fragili che stavano vivendo ora erano comunque meglio dello zar e degli inaffidabili nazisti; nonostante odiasse quei bambini idioti, non avrebbe mai augurato loro di vivere l’esperienza di un conflitto.
«Pensiamo a tante cose diverse da loro, in effetti.»
Lo bisbigliò quasi vergognandosene; sapeva che il modo con cui trattava Wanda non era usuale - meglio, neppure accettabile -, ma bastavano pochi dettagli di lei per fargli perdere la già-altalenante-attenzione.
Anche ora, le sue labbra tinte di un leggero rosso ciliegia parevano parlargli: sii veloce, Pietro, prima che qualcuno possa vedervi.
«La fai sembrare una cosa sbagliata.»
E Wanda infieriva, parlava della loro relazione con spontaneità, con così tanta naturalezza da ammutolirlo - ed era difficile, sapendo quanto veloci fossero i suoi pensieri e le sue parole quando conversavano.
Perché Pietro era fatto così; trovava difficile fermarsi, riflettere a lungo, e sua sorella bilanciava la sua impulsività con un caldo raziocinio che non aiutava a dare un senso al sentimento che provavano l’uno per l’altro.
Forse non esisteva una motivazione, era la natura delle cose tra di loro e, in effetti, nessuno tra i due Maximoff sembrava avere qualcosa in contrario da dire a riguardo.

«Sono fatto per le cose sbagliate, dopotutto.»
«Come sei drammatico, fratello mio.»
Per una volta fu Wanda a dimostrarsi più veloce di lui; un solo bacio, breve, ma sufficiente per ripetere che non erano diversi, che sì, avrebbero continuato a sbagliare assieme, ancora e ancora.
Il sapore delle sue labbra ricordava il più dolce Slatko che Pietro avesse mai mangiato – un bel ricordo dell'infanzia dissotterrato tra le memorie della guerra.



 
  
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