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Autore: HikariRin    15/10/2018    0 recensioni
“Se possiamo lamentarci di ciò che accade intorno a noi, o delle piccole cose di tutti i giorni, credo sia perché siamo vivi, no? Se loro stabiliscono qualcosa per noi, possiamo decidere di non seguirlo, di evadere anche in altri momenti. Lo so, forse questo è un pensiero che non poggia su nulla, ma la nostra esistenza è unica, e solo noi possiamo decidere di essere quello che vogliamo, Roxas.”
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roxas, Xion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH 358/2 Days
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Another Promise



Il pallido sole del tramonto li abbagliava, mentre il gusto dolceamaro del ghiacciolo che solevano avere insieme ogni sera dava sollievo alle loro membra stanche; la sua unica amica gli aveva chiesto come fosse andata la sua giornata, ma quando ci aveva riflettuto sopra non aveva saputo risponderle. Era stata una giornata ricca di emozioni, in cui aveva sentito su di sé gli occhi degli altri membri dell'Organizzazione, quasi lo stessero testando, e sentiva di avere proprio bisogno di quel gelato con loro. Era il suo duecentoventiquattresimo giorno. Axel non era ancora arrivato.

In realtà, tutti i giorni quando si trovava in quel castello sentiva l’oppressione del pensiero degli altri riguardo a lui, e l’inadeguatezza dell’essere l’unico a continuare a porsi delle domande. Si volse per perdersi nello sguardo di lei, che con mestizia osservava il tramonto. E aveva paura. Paura di perderla di nuovo. Quei giorni con i suoi amici, i momenti del gelato, erano preziosi.

Ultimamente, anche lei pareva riflettere molto sulla sua condizione di Nessuno; si sentiva ancora più simile a lei, ma sapeva che i dubbi avrebbero potuto portarla via, e non aveva il coraggio di chiederle cosa non andasse o di tentare di risolverglieli, come lei aveva fatto più volte con lui.

“Non trovi che ogni giorno sia uguale ad un altro?

  Per quanto possiamo sforzarci, sembra che non cambi niente per noi.”

“Roxas?”

Xion si era volta verso di lui, stringendo fra le mani il sottile bastoncino del gelato che si scioglieva.

“Ci riflettevo sopra, oggi. Qualcuno o qualcosa nell’Organizzazione ha stabilito come devono trascorrere le nostre giornate. L’unico momento in cui sento di poter evadere è quello in cui sono qui, con voi. Comincio ad essere stanco di tutto il resto, ma di questo no. Non potrei mai.”

Lei aveva sorriso, perdendosi nuovamente nella luce con un buffo divertito, e subito dopo quella scintilla di una sensazione che lui ancora non conosceva, ma che poteva intuire, era tornata nei suoi occhi. Non sapeva dire a cosa sorridesse. Al tramonto, a lui, al pensiero che aveva espresso.

“Se possiamo lamentarci di ciò che accade intorno a noi, o delle piccole cose di tutti i giorni, credo sia perché siamo vivi, no? Se loro stabiliscono qualcosa per noi, possiamo decidere di non seguirlo, di evadere anche in altri momenti. Lo so, forse questo è un pensiero che non poggia su nulla, ma la nostra esistenza è unica, e solo noi possiamo decidere di essere quello che vogliamo, Roxas.”

Ancora una volta, era stata lei a fugare i suoi dubbi; la guardava come una fragile reliquia, questo erano i suoi amici. Il sole rimaneva immobile, come quell’attimo impresso nella sua memoria.

“Credevo che ogni piccola cosa fosse una grande cosa. Ma, quando ti sei addormentata, ho capito che le grandi cose sono altre, e che possono opprimere molto… Xion, non andartene di nuovo.”

Le sue parole si erano come dissolte nell’aria, allo stesso modo delle gocce del ghiacciolo che cadevano al suolo. Sentiva qualcosa nel petto sussultare, e qualcosa salire più in alto, come un nodo alla gola. Non capiva che cosa fosse, ma era contento di essere riuscito ad esprimere quello che provava. Immediatamente dopo, la risata di lei aveva sciolto ogni sensazione di soffocamento.

“Vorrei che tutti e tre potessimo rimanere insieme; sto lottando per questo. E so che anche tu ed Axel lo fate. Però, da qualche tempo mi chiedo perché abbiano scelto proprio me. Perché sono qui. Ci deve essere qualcosa d’altro, oltre a voi. Sto cercando di capire che cosa, qual è il mio scopo.”

Aveva dato un altro morso al ghiacciolo, e il sapore del sale gli aveva fatto stringere gli occhi. Era più amaro di prima, più freddo di prima, e per quanto lei potesse sorridere la brina che come un muro pareva ricoprire la promessa della loro amicizia sembrava non sciogliersi al calore del sole.

Il suo migliore amico Axel gli aveva sempre insegnato che guardare direttamente in quell’astro infuocato poteva fargli sentire dolore, ma l’unico dolore che sentiva era come quello della perdita, quello di quando aveva creduto di perdere lui, e poi lei, e insieme a loro di perdere se stesso.

“Sai, Xion, credo di essere nato per questo.”

Aveva nuovamente attirato la sua attenzione, e stretto fra le mani il gelato in un lieve sorriso.

“Per avere degli amici, mangiare dei gelati con loro e guardare il tramonto.”

Qualche secondo era trascorso fra loro, in cui nessuno dei due era stato in grado di continuare. Attimi in cui il sorriso angosciato di lei incontrava il freddo del gelato, che era ormai quasi a metà.

“Sono certa che anche io conserverò per sempre i ricordi che ho con voi. Ma se dovessi andarmene, Roxas, vorrei che tu conservassi questa convinzione per sempre. Così, sarei sempre tua amica.”

Aveva capito che non aveva più senso perdersi nel timore di vederla scivolare via. Lei, o Axel. Se fosse capitato non sarebbero più stati insieme, ma la loro memoria sarebbe rimasta, e così l’immagine di loro tre insieme sulla torre con un ghiacciolo fra le mani. Non voleva intendere le sue parole come qualcosa di veritiero, dopotutto lui stesso parlava per ipotesi, ed avrebbe voluto che il tempo si fermasse o che la monotonia delle loro giornate potesse continuare all’infinito.

“Non se ne andrà mai; fa parte di me, no? Come la giornata che sto vivendo adesso.”

Il sorriso di lei era lo stesso di sempre, e uno dei suoi guanti aveva sfiorato quello che lui aveva appoggiato al bordo della torre, fino a stringersi con un dolce sapore intorno alla sua mano.

“Ti ringrazio, Roxas.”

Qualcosa aveva sussultato in lui, e non si era fermato a chiedersi cosa; era felice di quella giornata. In cuor suo, sperava che Xion non trovasse mai una motivazione per andarsene, e che ciò che da tempo cercavano di realizzare, una vita loro tre insieme, potesse arrivare presto. Essere completo o incompleto, avere un cuore o non averlo, non gli importava davvero; per lui contava soltanto poter seguitare ancora a parlare con loro delle cose più stupide, su quella torre dai colori sbiaditi.

“Prego, Xion.”




Note dell’autrice:

Benvenuti (o bentornati!) su una delle mie storie, sono HikariRin e vi ringrazio di avere letto questo piccolo spaccato di vita quotidiana di due amici prossimi ad una crisi epocale <3.

Non volevo scrivere di Roxas e Xion come di una coppia, ma semplicemente di loro come amici, quindi ho scelto di descrivere qualcosa di tranquillo, dolce e semplice per una volta.

Il giorno 224 è quello in cui Xion, insospettita da tutto ciò che di cattivo le è stato detto dagli altri membri dell’Organizzazione, comincia a voler cercare la verità su se stessa, e chiede ad Axel cosa si faccia nel Castello dell’Oblio. È anche il giorno in cui Roxas si trova al Monte Olimpo in missione con Xigbar, il quale però quando compare la Guardia di Ferro si tira indietro e lascia il ragazzo a combattere da solo adducendo la scusa di un test sulle sue capacità, e Demyx che anche si trovava lì si rifiuta categoricamente di aiutare Roxas, comparendo solo alla fine dello scontro. Durante il combattimento con l’Heartless, sullo schermo inferiore della console – stiamo parlando del videogioco per DS – compare una battaglia il cui protagonista è Sora nella Città di Mezzo, contro il medesimo Heartless. Segno che la memoria di Sora si sta ricomponendo, e Roxas è quindi instabile allo stesso modo di Xion. Da qui, dato che entrambi continuano ad avere degli strani svenimenti, parte questa riflessione sulla vita. Una vita insieme, in tre, perché entrambi Roxas e Xion proporranno ad Axel di fuggire dall’Organizzazione per ritrovarsi ad essere soltanto dei buoni amici.

Spero che la storia vi sia piaciuta e che nel suo piccolo vi abbia emozionati <3.


 

   
 
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