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Autore: aleinad93    16/10/2018    0 recensioni
Alec e Magnus sono un miracolo l’uno per l’altro, non pensavano si sarebbero trovati né innamorati né avrebbero superato il primo appuntamento né i pregiudizi né una ex particolarmente fastidiosa né le loro incomprensioni. Però così è successo, come sappiamo da TMI e ora convivono.
Non sanno però che sui gradini dell’Accademia li aspetta un nuovo miracolo.
Una raccolta di one shot, flashfic sui Malec e sulla loro vita post-Born to endless night.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Magnus Bane, Max Lightwood, Max Lightwood-Bane, Rafael Lightwood-Bane
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Labbra

Prima di leggere informo che questa OS è ancora legata al #writober2018 e emerge qualche piccolo spoiler di The Land I Lost.
Lettore avvisato, mezzo salvato.


 


«Non so come parlare con Rafe. E lui mi ignora apposta.»

 Alec si era appena seduto sul divano e aveva spiaccicato un cuscino di sera rossa con decori giapponesi sul viso. Magnus smise di mescolare la sua pozione. Il fuoco del camino scaldava l'ambiente e la luce proveniva solo dalla cucina e dal pentagramma. Elyaas che ormai viveva praticamente con loro disse con saggezza. «Tutti gli adolescenti ignorano i genitori... da che mondo è mondo.»

Magnus guardò contrariato il demone per la sua dose di saggezza non richiesta e quella di bava che riversava sul tappeto.
«Non è un adolescente» borbottò Alec. La sua voce era soffocata dal cuscino.

Magnus fece un segno verso Elyaas. Elyaas mosse i suoi tentacoli mostrando chiaramente che lui faceva quello che gli pareva. Lo stregone fece un gesto secco. Il demone scrisse con la bava Non osare Non osare Non osare. La pazienza di Magnus si estinse. Prese lo zolfo e ricacciò nel suo mondo Elyass.
Alec doveva aver sentito il leggero sfrigolio della sparizione del loro demone domestico, ma continuava a cercare di uccidersi con il cuscino.

«Ce la farai a imparare lo spagnolo. Intanto Rafe capisce un po di inglese...»

Alec abbassò il cuscino giusto per scoccargli un’occhiata scettica. «E se non riesco? Tu, Max e Rafe parlate tutti spagnolo e io non vi capisco.»

«Può rivelarsi una cosa positiva. Se ti dobbiamo fare un regalo siamo liberi di consultarci.» Alec lo fulminò, non sembrava divertito. Magnus lo raggiunse sul divano e toccò la coscia asciutta di Alec. «È sempre bella soda.»

«Magnus, non sono in vena.» Gli occhi vennero di nuovo coperti. Lo stregone sorrise birichino, si guardò intorno e sperò che Max e Rafe non uscissero dalla camera del più piccolo dove si erano rintanati a giocare. Si mosse più velocemente che riuscì, girandosi e passando la gamba destra oltre quelle di Alec. Lui non era uno Shadowhunter, nessun Angelo gli aveva donato la grazia e l’agilità.

«Magnus...» Il cuscino cadde tra i loro petti.

«Sorpresa! Speciale lezione di spagnolo con un profesor d’eccezione, ovvero Magnus Bane, el Brujo más poderoso de Brooklyn.» Magnus poteva sentire il corpo del compagno teso e vibrante sotto di lui. Alec arrossì visibilmente, ma piegò leggermente la testa per trovare i suoi occhi. «Sarebbe meglio che cambiassimo la posizione, perché io sono più alto di te... ma mi piace stare sopra.»

Alec borbottò. «Non sembra affatto una lezione di spagnolo.»

«Alexander, l'insegnante sono io, non puoi discutere il mio metodo.» Magnus sorrise furbo. «Ora ti dico una parola e il suo significato e tu lo ripeti. Presta attenzione alle…» Passò le mani sulle tempie di Alec. «Mie» Si spostò sugli zigomi. «Labbra.» Contornò le labbra del suo compagno con l’indice della mano destra.

Alec deglutì e mormorò. «Quelle sono le mie.»

«E tu guarda le mie.» Magnus a sua volta deglutì. Quegli occhi azzurri focalizzati sulle sue labbra non erano davvero leciti. Forse era meglio una lezione di spagnolo più regolare con un banco e anche una cattedra a divederli.
«Niño. Bambino.»
Alec ripeté prontamente, anche se abbassò lo sguardo. Magnus altrettanto prontamente lo baciò. Gli occhi sgranati di Alec gli dissero che non si aspettava una ricompensa a ogni parola giusta.
«Sei stato bravo. Ora una frase.»

Alec annuì.

«Vamos a dormir, andiamo a letto» sillabò Magnus.

«È una proposta?» chiese Alec forse un po’ intrigato.

Magnus assunse un’aria severa. «No, è quello che devi imparare. Sai che Rafe a letto non ci vuole andare e almeno dirgli che ci vai anche tu, può incoraggiarlo.» Magnus diede un pizzicotto al fianco di Alec che sussultò ancora più sorpreso. «Questa è la punizione, Alejandro

«Vamos a dormir» scandì subito Alec, cercando di dare la giusta cadenza alle parole. Magnus lo baciò sulle labbra e su quelle stesse labbra sussurrò. «Se vuoi andare letto... ora che ci penso bene, io ci sto»

«Magnus, sono il tuo alunno.» Magnus sussultò per l’improvviso pizzicotto al fianco e sarebbe caduto all'indietro se il suo compagno non gli avesse avvolto sue braccia intorno ai fianchi. «Devi rimanere professionale, perché io ho realmente bisogno di parlare con il nostro niño e poi stanotte sono impegnato con il mio parabatai.»

Magnus massaggiò la parte pizzicata con una smorfia che di solito Alec vedeva comparire sul visetto di Max. «Non è giusto.»

Alec piegò le labbra in un sorriso e disse. «No non lo è.»

 
   
 
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