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Autore: New Moon Black    16/10/2018    2 recensioni
Che cosa sono esattamente le favole?
Breve vicende, narrate in versi o in prosa, i cui protagonisti possono essere persone, animali o cose e il cui fine è di far comprendere, in maniera facile e concisa, un'insegnamento e/o una verità morale che quasi tutti hanno dimenticato.
E cosa succederebbe se 10 fiabe, ormai diventate dei lontani ricordi o che nessuno le hanno mai dato molta importanza, prendano nuovamente viva?
----Questa raccolta partecipa al contest “Fairy Tale” a cura di Fanwriter.it!----
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Gunderson Pidge/Holt Katie, Takashi Shirogane
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Iniziativa: Questa storia partecipa a “Fairy Tale” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 1.157
Prompt/Traccia: 37. Viaggio
Note: questa storia è stata betata da  @Always__Potterhead 





- La piccola alchimista

 

C’era una volta, nelle antiche terre di Olkarion , una modesta dimora di mattoni e un camino che sbuffava fumo grigio come nuvole in piena tempesta, nascosta da occhi indiscreti tra le fronde della foresta; un ruscello scorreva imperterrito sulla sua strada scontrandosi dolcemente con le ali di legno di un grosso mulino che, man mano, riempiva le cisterne d’acqua cristallina d’azzurro, che poi ricadeva nel suo stesso elemento.
In quella casa, con un forte odore di cannella in polvere, abitava una umile ma modesta famiglia composta da quattro persone: Samuel Holt, il capofamiglia, la moglie Colleen e i loro adorati figli Matthew e Katie.

Ma la loro vita non era assolutamente paragonabile a quella di una qualsiasi persona normale, per bontà divina.
Loro erano, come dire, “speciali”.

Alchimisti.

-“Madre, Padre!
Guardate, guardate!”

Una giovine portava tra le sue candide mani una piccola ma graziosa pietra dai riflessi verde acqua ed emanava un bagliore così  notevole che ogni singola scaglia presente in quel minerale illuminava il salottino dai colori tenui, i mobili in pura quercia e i vari scaffali pieni di libri sull’antica arte dell’alchimia.
Ella poteva vedere il suo stesso riflesso e quello dei suoi genitori, anche se il colore verdognolo le giocava qualche brutto scherzo alla vista: aveva una zazzera di lunghi e fluenti capelli color miele, fermati a malapena da un fermaglio verde, gli occhi grandi ed ambrati erano contornati da piccole ciglia scure e si ritrovava un viso lievemente sottile, dai tratti elfici.

Una donna di media altezza e dal fisico asciutto s’affiancò alla ragazzina per guardare meglio la sua scoperta.
Spostò qualche ciocca dei suoi corti capelli castano chiaro dietro l’orecchio dato che infastidiva i suoi occhi chiari; un piccolo sorriso fiero delineò le labbra sottili, alzando di poco un sopraciglio per il troppo stupore.

-“Katie?”

-“Sì, madre?”

-“E’ apparsa durante i tuoi esercizi di trasmutazione dei minerali?”

Ella annuì con un gran sorriso a trentadue denti, raccontando poi che, a differenza degli altri minerali preziosi usciti molto dopo dalle  trasmutazioni come lapislazzuli, ametiste e cinabri, per citarne alcuni, quella pietra dai colori verdognoli era stata la prima a venire alla luce.

Colleen pattò dolcemente il capo della piccola castana, pizzicando appena una sua guancia per poi mormorare con la gioia negli occhi un ”brava la mia bambina.”

-“Appena Matthew tornerà dal suo apprendistato dalla saggia Ryner, dobbiamo assolutamente metterlo al corrente.”

La piccola Katie annuì energicamente al solo pensiero di parlare con suo fratello riguardo alle cosiddette “faccende tra alchimisti” ma notò più tardi che suo padre non aveva ancora proferito parola.
Inclinò il capo confusa.

-“Padre?”

L’uomo che era rimasto in disparte per tutto il tempo si toccò il mento con un lieve accenno di barba, lo sguardo assorto in chissà quale mare di pensieri che l’attanagliavano, e si aggiustò più e più volte la montatura degli occhiali; socchiuse appena le iridi color ambra, uguali a quelli della ragazzina, avvicinando man mano il viso verso quell’insolita pietra.
Passarono vari minuti in un religioso silenzio, fino a quando il capofamiglia Holt si decise a parlare.

-“Mhm… curioso.
E’ una sorpresa che sia spuntato proprio quel minerale per primo.
Matt l’ultima volta aveva fatto uscire dal cerchio alchemico una libellula fatta interamente di agata.
Ma questa gemma… davvero affascinante.”

Adesso anche la madre era confusa quanto la figlia.

Era la prima volta che l’Alchimista degli Intrecci, Samuel Holt, farfugliava tra sé e sé.

Mentre si guardavano dubbiose per l’ambiguità di quelle parole, l’uomo dalla folta barba senza fare troppi complimenti agguantò dalle mani della castana l’oggetto in questione.
Lo rigirò fra le mani non so quante volte, ma non tardò molto per dare il verdetto finale.

-“Tesoro mio, non è un semplice minerale, hai appena trasmutato una gemma!
Per essere precisi, è fosfofillite.”

Il viso della ragazza aveva un’espressione indecifrabile e fece saettare lo sguardo un paio di volte tra quella gemma e le sue mani.
Una domanda le attraversò la mente.

Perché, tra le tante gemme particolari che potevano capitarle, doveva uscire proprio quella piccola scaglia di fosfofillite?

Nella scala da uno a dieci dei minerali, per quanto riguarda la resistenza,  aveva una durezza di tre e mezzo e, oltre ad essere fragile quanto il cristallo, non poteva scalfire il vetro.
Per di più era sensibile agli urti.

Per un’alchimista talentuosa quanto la sottoscritta, era una grossa delusione.
Eppure, non poteva fare a meno di essere “attratta” dai riflessi verde acqua che da opachi diventavano poi man mano cristallini.
Non sapeva nemmeno se fosse una buona o cattiva notizia.

I piccoli occhi color rugiada ritornarono a guardare silenti le figure dei suoi genitori che si scambiavano delle informazioni, quasi inudibili  all’orecchio umano.
La castana, incrociando le braccia leggermente seccata, fece una piccola smorfia con la bocca.
Cosa stavano parlottando di così tanto importante?

Era troppo curiosa di scoprirlo.

-“Cosa farfugliate voi due di tanto importante con la mia gemma?”

L’Alchimista degli Intrecci balzò dalla sorpresa, rischiando di far cadere il minerale dalle mani, ma poco dopo  restituì quel piccolo tesoro prezioso alla sua legittima padrona.
Scompigliò i capelli della piccola Holt con fare affettuoso.

-“Figliola, ti dispiacerebbe lasciarci un attimo da soli?”

Alzò un sopraciglio.
Non era da lui mostrarsi in quella maniera nei suoi confronti.
Era una situazione strana.

Forse troppo per i suoi gusti.

Per non dare ulteriori sospetti, obbedì alle sue parole.
Lasciò il salottino uscendo dall’arco di legno per poi dirigersi verso le scale, le quali l’avrebbero portata in un altro piano della casa.

Ma si fermò a metà strada quando sentì questa conversazione.

-“Caro, ne sei sicuro?”

-“Più che certo, non si vede una gemma del genere ad Olkarion da più di dieci anni.
Deve allargare i suoi orizzonti, come sta facendo nostro figlio Matthew.”

-“Non lo so , Samuel… E se le capitasse qualcosa di brutto?”

-“Fidati di me, Colleen.
Ci chiamiamo “alchimisti” per una ragione: siamo nati per trasgredire e sfidare le leggi della natura stessa.
Siamo degli scienziati alla ricerca della verità, ma è anche vero che sbagliare è perfettamente normale.

Nostra figlia è in grado di fare grandi cose e ce lo dimostrerà a dovere, me lo sento.”

Quando arrivò il fatidico giorno in cui Katie Holt sarebbe dovuta partire per dirigersi al di fuori della contea di Olkarion, per scoprire se stessa e l’origine della scaglia di fosfofillite, tutta la sua famiglia era lì a salutarla e augurarle tanta buona fortuna.
Passo dopo passo, stretta nello zaino di viveri e libri di alchimia, ella si lasciò guidare dalla gemma lasciando così quel paesaggio verde e rigoglioso alle sue spalle.

Giurò a se stessa che sarebbe ritornata.
Più saggia e determinata.

 

 

Il suo vero viaggio di scoperta non consisteva nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.

   
 
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