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Autore: lmpaoli94    18/10/2018    1 recensioni
Anno 3542
I nemici stavano per arrivare nel regno degli uomini.
Per proteggersi, i tre re e le due regine della valle di Alandor costruirono una muraglia intorno alla città di Lurcom.
Una piccola muraglia che racchiudeva tutti i tesori, le ricchezze e la storia della città.
Ma la muraglia non sarebbe rimasta in piedi senza l’aiuto della compagnia del Guerriero Orientale.
I sei re avrebbero avuto bisogno di ogni aiuto possibile per distruggere una volta per tutte il male che avrebbe per sempre distrutto l’ultimo reame libero della città antica.
“Sono qui… Stanno per attaccarci…”
P. S.: Storia ambientata nella mia città natale: Lucca. Spero che la mia storia vi piaccia.
Buona Lettura!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tutti i rivoltosi capitanati dalle guardie del sovrano Pietro si trovavano dinanzi alla storica torre della città.
Tutti armati con forcone e torce.
< Vogliono appiccare l’incendio alla torre! > esclamò Maria spaventata mentre stava cavalcando insieme ad Aragorn.
< I miei compagni riusciranno a fermarli. >
< Ma dove sono finiti? >
Purtroppo non si vedeva nessuno della compagnia.
< Dobbiamo attaccarli subito! Non c’è tempo da perdere! >
< Se li attacchiamo adesso, non avremmo nessuna speranza di sopravvivere. Noi siamo in due mentre loro sono in un migliaio. >
I contadini rivoltosi erano pronti per dare fuoco alla torre.
Avrebbero distrutto uno dei simboli della città di Lucrom.
< Fermi! > gridò Maria urlando a squarciagola.
La sovrana fu sotto gli occhi di tutti i presenti.
< Ecco la sovrana Maria. Siete venuta a godervi lo spettacolo? >
< Non vi permetterò di distruggere una torre così imponente e importante. >
< Quello che desiderate voi, non è affar nostro. Dobbiamo ribellarci a chi è contro il nostro sovrano Pietro. >
< Non posso credere che Pietro abbia desiderato la distruzione della Torre Guinigi. >
< La voglio distruggere solo per dare un forte segnale alle mie idee. >
Re Pietro, nascosto dietro la folla di rivoltosi, uscì allo scoperto innalzando la sua spada come simbolo di forza.
< Che cosa credi di dimostrare in questo modo? >
< Che l’unico padrone della città sono io> rispose il sovrano con ghigno malefico.
< Vostra altezza, non siamo noi quelli che dovete combattere… Ma gli Uru – Kai > fece Aragorn inchinandosi.
< Quindi tu saresti il famigerato guerriero che Maria ha fatto chiamare nelle terre lontane? >
< Sì. Il mio nome è Aragorn. >
< Beh, non m’interessa il vostro nome. Io e la mia gente non vogliamo stranieri qua dentro. O voi e i vostri simili lasciate immediatamente la città, oppure la Torre Guinigi brucerà sotto i vostri occhi. >
< Se vorrai distruggere il simbolo della città, dovrai passare sul mio corpo > ribatté Maria sfoderando la sua spada.
< Un combattimento tra due sovrani di Lucrom? Mi sembra una bella idea… Fateci spazio, razza di bifolchi! Io e la sovrana dobbiamo combattere. >
I contadini si fecero largo tra la stretta via di Sant’Andrea per assistere al combattimento del loro sovrano Pietro e della Regina Maria.
< Maestà, siete sicura di quello che state facendo? > gli domandò Aragorn.
< Mai stata più sicura prima d’ora… Questa è la mia città. Ed io devo difenderla a costo della mia stessa vita. >
Aragorn non poté obiettare nulla.
Quando la Sovrana Maria si metteva in testa una cosa, era impossibile fargli cambiare idea.
< Re Pietro, se vincerò il duello tu e la tua gente dovrete smetterla di distruggere il nostro patrimonio in cui viviamo… >
< E se vincerò io? >
< Cederò la parte del mio regno abdicando a vostro favore. >
< Che cosa?! >
La richiesta di Maria fu molto più allettante del previsto per Pietro.
< Maestà, non dovete farlo… >
< Taci, Aragorn. So cosa sto facendo. Ho tutto sotto controllo. >
Anche se il guerriero della Terra di mezzo l’aveva appena conosciuta, si fidava del suo istinto.
< Va bene. Come volete voi. >
< Accetto la tua richiesta, Regina Maria. E stanotte, brinderò al tuo cadavere. >
Gli occhi di Pietro erano iniettati da rabbia e furore.
< State molto attenta, maestà. >
Maria e Pietro si squadrarono a vicenda.
Chi avrebbe fatto la prima mossa?
< Hai fatto un errore madornale a metterti contro di me e gli altri sovrani, Pietro. >
< Davvero? Questo lo vedremo. >
Ma prima che i due regnanti di Lucrom potessero combattere spada a spada, Elisa, Donato e Jacopo giunsero dove si sarebbe consumato il combattimento.
< Fermi! > gridò Re Donato.
< Perfetto. Ci mancava pure quel piantagrane. >
< Che cosa sta succedendo qui? > domandò Elisa.
< Non si capisce? Stavamo iniziano a combattere per una giusta causa > rispose Pietro beffardo.
< Cerca di fare meno lo spiritoso Pietro se non vuoi incorrere in gravi situazioni… >
< Osi minacciarmi? Molto bene. Quando avrò ucciso Maria, sarà il tuo turno. È ora che voi donne regnanti a Lucrom cessate di esistere una volta per tutte. >
< Non siamo così deboli come tu possa pensare… >
< Allora fatevi sotto. >
< No! > gridò Re Jacopo < Non si consumerà nessun combattimento.  >
< Taci, Re Jacopo. Questi sono affari che non ti riguardano. >
< Qualsiasi cosa riguardi questa città e voi, riguarda anche me. >

Nel mentre i cinque regnanti conversarono tra di loro, qualcuno appiccò l’incendio in cima alla torre a loro insaputa.
< Oh no! La torre sta bruciando! > esclamò Maria.
< Chi ha osato appiccare l’incendio senza il mio dovuto permesso?! > tuonò Pietro fissando i suoi uomini.
< Non siamo stati noi, maestà… Qualcuno deve essere arrivato fino in cima alla torre senza che noi ce ne accorgessimo. >
Prima che fosse troppo tardi, Maria e Elisa sfondarono la porta per arrivare fino in cima alla torre.
La rampa di scale che conduceva fino al piccolo giardino dell’imponente torre era tremendamente malandata.
< Dobbiamo stare molto attente, altrimenti rischiamo di cadere. >
Ma dopo pochi secondi, le due sovrane arrivarono in cima alla torre.
L’incendio stava devastando le povere piante del piccolo giardino.
< Se non spegniamo l’incendio immediatamente, l’intera torre verrà carbonizzata.  >
Grazie ai loro mantelli e vestiti, le due sovrano riuscirono a spegnere l’incendio.
< Ce l’abbiamo fatta. >
Ma il peggio non era ancora passato.
Qualcuno dietro di loro si muoveva con circospezione.
< Chi c’è?! >
Ma nessuno rispose.
< Qualcuno vuole tenderci una trappola, Elisa… Dobbiamo stare all’erta. >
Ma Maria non si rese conto che una creatura orribile e oscura la colpì dietro le sue spalle ferendola lievemente.
< Maledetto! >
Il guerriero in questione era ricoperto da una possente armatura.
< Chi diavolo sei tu? >
Ma esso non rispose.
Sembrava non capire la lingua della sovrana.
Dopo averla fissata intensamente per pochi istanti, il nemico si avventò sulle due sovrane per ucciderle.
Ma Maria ed Elisa non erano due sprovvedute.
Essendo due contro uno, le due sovrane si sbarazzarono del piromane in breve tempo.
< Spero soltanto che non ce ne siano altri nelle vicinanze > fece Maria col fiatone come se avesse corso per chilometri.
< Ma che razza di guerriero è? >
< Credo proprio che sia il nostro nemico. >
 
 
Dopo aver perlustrato l’intera Torre, Maria ed Elisa tornarono in Via Sant’Andrea dove gli altri sovrani, Aragorn e i rivoltosi le stavano aspettando.
< Allora? Chi ha appiccato l’incendio alla torre? >
< Questo guerriero > fece Elisa mostrando la testa mozzata del cadavere del nemico.
< Gli Uru – Kai… >
< Il nemico che dobbiamo combattere? >
< La domanda che mi sorge spontanea è: come ha fatto a penetrare nella città? >
Nessuno sapeva dare la risposta ad Aragorn.
Gli altri quattro regnanti fissarono Re Pietro, pensando che fosse lui l’artefice dell’entrata del nemico in città.
< Che diavolo mi state fissando tutti? >
< Devi darci qualche spiegazione, Pietro? >
< Assolutamente no. Non farei mai entrare dei nemici nella mia città. >
Inorridito dalle parole degli altri regnanti, Pietro montò in sella al suo cavallo.
< Me ne ritorno nella Chiesa di San Martino… Rivoltosi! La nostra causa finisce qui! Tornatene nelle vostre case. >
Dopo l’ordine di Pietro, i contadini rivoltosi sciolsero le loro fila sparpagliandosi tra la città.
< Ci rivedremo molto presto > disse infine Re Pietro scomparendo dietro la Via Guinigi.
   
 
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