Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Arashi_art    21/10/2018    5 recensioni
Diana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 anni dopo per caso o per volere del destino? Diana non sa che lui è diventato un idol di fama internazionale e quale sarà la sua reazione?
Si creeranno situazioni ambigue e scopriranno entrambi a loro spese quanto siano cambiati in questi anni.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prologo
 
2015

 
Ero seduta comodamente sul cuscino imbottito di un divanetto rosso scuro, con le spalle rivolte verso la finestra che emanava una luce fioca. Quel gioco di luci e ombre accarezzava, come un tocco delicato, il marmo bianco della statua mozzafiato davanti a me. 
Apollo e Dafne.
Era una delle mie opere d’arte preferite ed avevo sempre desiderato vederla di persona. Avevo attraversato l’immenso giardino di Villa borghese, ispirando l’aria pulita a pieni polmoni, per ammirare quei due personaggi leggendari sapientemente scolpiti da Lorenzo Bernini. Decisi di girare intorno al piedistallo e mi soffermai sui dettagli: le foglie levitate una ad una, la pelle che sembrava morbida sotto la pressione delle dita, gli occhi che esprimevano sorpresa e dolore. L’impulso di toccare quella superficie liscia era troppo forte, mi spinse ad allungare la mano, ma la trattenni a mezz’aria: mi avrebbero arrestato in meno di trenta secondi. L’espressione di disperazione, che esprimevano quegli occhi pietrificati, sembrava terribilmente reale. Cubido aveva giocato un bello scherzo con la sua freccia, costringendo Apollo ad un amore impossibile ed irraggiungibile e poi Dafne a tramutarsi in alloro. 
- L’amore é così crudele? - mi rivolsi piano ai due “innamorati” intrappolati nel marmo freddo. 
I turisti nella sala non badarono a me, con il loro chiacchiericcio riempivano il silenzio. Una guida insieme ad un gruppo consistente di asiatici, si fecero spazio tra me e la statua, così mi incamminai verso l’uscita. Però La mia attenzione era stata catturata dal loro aspetto: era più forte di me. Avevo vissuto fino a 16 anni in Corea del Sud, a Busan precisamente. Il trasferimento in Italia era stato uno dei momenti più sofferenti della mia vita, insieme alla partenza del mio migliore amico l’anno prima. Si chiamava Jimin: era bassino, paffuto e con un taglio buffo di capelli; ero molto affezionata a lui. Eravamo sempre insieme in ogni momento della giornata, infatti alle medie ci chiamavano Gli inseparabili, come quegli adorabili pappagalli. Le nostre vite si era separate all’improvviso, quando lui prese la decisione di muovere verso Seoul per iscriversi ad una accademia di danza moderna. La determinazione che lessi nei suoi occhi quel giorno che me lo comunicò, non l’avevo mai vista prima di allora. Era sempre stato un ragazzino timido ed introverso, riuscivo a coinvolgerlo nelle mie pazzie a stento e faticava a socializzare. Non ero mai riuscita ad esprimere quanto fossi dispiaciuta della sua scelta, ma gli augurai il meglio con il miglior sorriso falso che potessi fare.  Avevo perso il mio punto di riferimento, mi sentivo come una bussola rotta in mezzo al mare. Non l’ho più visto da quel giorno. Le mie abitudini cambiarono radicalmente e mi chiusi in me stessa, incapace di crearmi nuove amicizie e ricominciare daccapo. Poi successe tutto troppo velocemente: mio padre perse il lavoro e la mia famiglia preferì a tornare nel suo paese natio, l’Italia. Ci stabilimmo a Roma dove stavo frequentando gli ultimi mese dell’Accademia di moda per costumisti. Sospirai, in preda ai pensieri malinconici e nostalgici, mentre mi sorreggevo alle sbarre sulla metropolitana cigolante. In più la canzone che stavo ascoltando non contribuiva al mio umore, nonostante la adorassi: You are not alone di Micheal Jackson. Sentii a malapena la voce elettronica che annunciava la mia fermata per colpa della grandi cuffie, che spiccavano come fari sui miei capelli corvini. Tra una gomitata e l’altra, riuscii a scendere e quando emersi dal sottosuolo, vidi il Colosseo pararsi davanti a me in tutta la sua maestosità. Amavo quella città, ma il mio cuore aveva già deciso. 
Seoul, sto arrivando. 


 
"The place you look for." - With Seoul





 
Salve~
Ho appena finito la mia seconda fanfiction e mi butto sulla terza ahahah
In realtà è molto tempo che ho già pronto il prologo perchè avevo già in mente tutto, stranamente.
Il co-protagonista è sempre Jimin. Mi spiace, ma riesco a prendendere ispirazione solo con lui XD
Si capisce molto poco da qui, ma dal prossimo chiarirò molte cose quindi abbiate pazienza.
Cercherò di non farmi prendere dall'hype del momento per curare bene questa storia, sarà dura
.
Grazie a chi leggerè anche solo il prologo per curiosità <3 
Fatemi sapere se vi piace, mi mette ansia non ricevere recensioni ;;
A presto con il primo vero capitolo, spero **
Un bacio

_Arashi_


 
 
   
 
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