CAPITOLO 2: Tranquil
Da lontano un'iridescente scia di fumo aromatico cominciava a propagarsi nell'aria e ad aleggiare attorno al nasino di Tufty. Il potente aroma, fungendo da rimedio, causò l'improvviso suo risveglio. Disorientato e ancora debole, trovò ugualmente le forze per seguire tale traccia; incantato dal particolare odore e curioso di sapere la provenienza della stessa. Dopo un lungo cammino, dovette bloccarsi: dinanzi a lui si stagliò un gigantesco fungo, di gran lunga più alto di lui; al di sopra vi era accomodato un tranquillo, rilassato e grosso bruco che se ne stava beatamente a fumare in panciolle. Questi pareva esser un bruco assai singolare: difatti il suo colore era di un blu intenso, indossava tre paia di scarpe e aveva tre paia di braccia; cinque di esse tenute dietro la nuca e il dorso, a mò di cuscino... e con l'ultima restante, reggeva un anomalo arnese che portava alla bocca. E' proprio da essa che provenivano cerchi e sagome di fumo variopinto.
Mosted: "Ma... è il Brucaliffo??"
Inari: "Eh, sì! Fortuna che abbia svegliato Tufty! Quello dev'essere
il suo narghilè"
il suo narghilè"
Mosted: "Che razza di intruglio può mai aver mescolato?"
Inari: "Sicuramente potente, lo sai quali cose insolite giacciono
laggiù nel Paese delle Meraviglie"
Inari: "E' comprensibile sia così spaventato, povero caro"
Mosted: "Dev'essere stata davvero traumatica come esperienza.
Comunque il Brucaliffo proprio non mi convince"
Inari: "Mh, già... e poi che ne sa dell'avvelenamento di Tufty??"
Tufty provò diverse volte a declinare la generosa offerta, ma dietro tale severa insistenza, confuso, cedette. Col compromesso di mangiarli più tardi, magari ben cotti, li strinse fra le zampine e decise di portarseli con sè.