Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
Segui la storia  |       
Autore: Yuki Delleran    22/10/2018    3 recensioni
Keith è il principe di Marmora, ha perso la sua famiglia, la sua casa e la sua patria in un modo inaspettato, violento e tragico.
Lance è un cecchino della resistenza, non ha mai avuto davvero una patria e ha rinuciato alla sua famiglia per scelta obbligata.
La Resistenza è in lotta con l'Impero da secoli per liberare l'universo dal giogo dell'oppressione e la profezia che designa colei che metterà fine al dominio galra è l'unica luce a illuminare un cammino oscuro.
Ma non tutto ciò che è stato rivelato dalle stelle è eterno e immutabile. A volte può essere riscritto.
Genere: Drammatico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. 2


La missione era stata portata a termine con successo e Lance non vedeva l'ora di fare ritorno alla base. Questa volta si era trattato di un incarico semplice, che lui e Hunk avevano compiuto senza problemi, quindi stava già sognando la sua stanza, la sua vestaglia e un buon bagno caldo e ristoratore. Dovevano solo attraversare l'atmosfera di Altea senza farsi beccare dalle sentinelle galra e atterrare all'avamposto ribelle segreto, un gioco da ragazzi.
Quando però la radio di bordo emise uno sfrigolio sospetto, il sesto senso di Lance gli suggerì che il suo bagno caldo aveva appena preso il volo.
Con un sospiro tra il seccato e il rassegnato, premette il pulsante di ricezione.
« Matricola LM328 a comando stellare, passo. Qual è il problema? »
La voce che risuonò nell'abitacolo non fu quella che si aspettava.
« Il problema è che non è il comando stellare, Lance. Piccolo cambiamento di programma. »
Il suo compagno di squadra, sul sedile a fianco, assunse un'espressione preoccupata.
« Pidge, ogni volta che ti sentiamo su queste frequenze significa che ci sono dei guai. Che sta succedendo? »
La ragazza ignorò il tono ansioso di Hunk e proseguì.
« Una capsula è in arrivo attraverso un wormhole da Marmora. Trasporta un ferito. Dovete scortarla fino alla base assicurandovi che non venga intercettata. E con “non intercettata” intendo da nessuno, né dai Galra, né dagli uomini di Kolivan. »
Lance armeggiò con i comandi per invertire la rotta, rimanendo sempre al riparo da eventuali sentinelle nemiche.
« Merce preziosa per la principessa? » domandò, non lesinando l'ironia.
Pidge non si prese nemmeno la briga di inventare una storia di copertura.
« Shiro ha disertato per portare in salvo il principe Keith da un attentato alla corte. Non serve che ti spieghi perché si è rivolto a me. »
Nell'abitacolo scese un silenzio incredulo, mentre i due compagni si scambiavano un'occhiata che non aveva bisogno di spiegazioni.
L'ufficiale Takashi Shirogane era noto in tutta la ribellione per le sue capacità e la sua dedizione alla causa. Persino i comandanti superiori come Kolivan e la principessa Allura lo stimavano ed era proprio in virtù di questo che era stato assegnato a un pianeta potenzialmente problematico come Marmora. Si trattava di mondo particolarmente ricco e di uno snodo commerciale importante per quel quadrante, già nel mirino dei Galra da tempo. Lance non ne sapeva molto, ma gli erano giunte voci secondo le quali l'imperatore Zarkon in persona aveva inviato nientemeno che suo figlio Lotor in missione diplomatica poco tempo prima. Si ipotizzava che fosse per ingraziarsi la regina reggente Krolia e suo figlio Keith, prossimo all'incoronazione. Certo nessuno si sarebbe aspettato quella svolta negli eventi.
« Un attentato? » mormorò Hunk, quasi quelle parole gli facessero più paura del fatto stesso. « Credi che la missione diplomatica fosse una copertura? »
Lance scosse la testa, senza azzardarsi a formulare ipotesi.
« Suppongo che lo scopriremo presto. Pidge, necessitano di assistenza a bordo? Sai com'è la situazione del ferito? »
« Non buona. » fu la risposta. « Sto allertando Coran in questo momento, in modo che l'infermeria sia pronta. Voi limitatevi a scortarli il più in fretta possibile. Queste sono le coordinate di apertura del wormhole, buona fortuna! »
Una stringa numerica apparve sul display luminoso un attimo prima che la comunicazione s'interrompesse e Lance impostò la nuova rotta.
Non avevano chiesto a Pidge l'identità del ferito e Lance si trovò a sperare che non si trattasse di Shiro: era sempre stato il suo eroe da quando era entrato nella Resistenza, anni prima, e il pensiero che fosse in pericolo di vita era destabilizzante. Shiro non poteva morire, ai suoi occhi era il simbolo stesso della Ribellione, molto più di Kolivan, molto più della sua conterranea Allura.
Se a essere ferito fosse stato invece il fantomatico principe Keith, per quanto si trattasse di un personaggio politicamente importante, la cosa lasciava Lance piuttosto indifferente. Non aveva mai avuto grande stima dei nobili in generale, quindi, per quello che lo riguardava, uno in meno non sarebbe stato un gran dramma.
Stava per esporre le sue teorie a Hunk, quando entrambi vennero accecati da un bagliore improvviso e il wormhole si spalancò davanti a loro. Una navicella, minuscola rispetto alle dimensioni del tunnel spaziale, schizzò fuori a breve distanza.
Si trattava di una semplice capsula, come descritto da Pidge, probabilmente nemmeno dotata delle armi sufficienti a sostenere uno scontro.
Hunk si affaccendò immediatamente con la radio, alla ricerca di un canale di comunicazione protetto.
« Matricola LM328 a capsula spaziale, mi ricevete? Passo. » esclamò Lance nel comunicatore.
La risposta non tardò.
« Forte e chiaro. Qui TS571, siete la mia scorta? »
« Esatto, signore! La principessa Allura vi attende e l'infermeria è pronta ad accogliere il ferito. »
« Fate strada. »
Lance impostò la rotta di rientro più sicura e Hunk accese i propulsori, mentre dal comunicatore giungevano alcune parole sussurrate prima che la trasmissione si chiudesse.
« Ci siamo quasi, Keith, tieni duro. Non lasciarmi proprio adesso. »
Il tono basso e teso fece correre un brivido lungo la schiena di Lance, che finì per dare più potenza ai motori al solo scopo di giungere a destinazione il prima possibile.

Atterrarono nello spazioso hangar scavato sotto una montagna, che celava la presenza dell'intera base ribelle. Non vi erano incrociatori lì, solamente navicelle di piccole dimensioni che potessero facilmente sfuggire al controllo radar dei Galra, che si estendeva su buona parte del pianeta.
L'artiglieria pesante si trovava nella base di Kolivan, un asteroide impossibile da tracciare a causa dei campi gravitazionali di due buchi neri vicini e di una gigante blu, che si compensavano a vicenda. Il covo delle Lame era il luogo più sicuro e celato dell'universo.
Lance smontò dalla navicella, scendendo a precipizio la scaletta, e corse in direzione della capsula, seguito a ruota da Hunk.
Shiro stava uscendo in quel momento, portando a braccia un corpo esanime.
« Possiamo darvi una mano? Serve una barella? Oppure... »
Il capitano scosse la testa, bloccando ogni altro intervento.
« No, lo porto io. »
Quello che teneva stretto a sé era un giovane uomo privo di sensi. Dagli abiti di foggia elegante e dalle stoffe preziose di varie sfumature di viola che indossava, Lance ebbe la conferma che si trattasse del principe Keith di Marmora.
La spalla e buona parte del lato destro del corpo erano imbrattati di sangue, che macchiava abbondantemente anche la divisa di Shiro.
Lance si sporse per poter dare almeno un'occhiata al suo volto e si stupì nello scoprire, al posto del lilla tipico della razza Galra, una carnagione pallida almeno quanto quella del capitano. Era risaputo che il principe fosse un mezzo sangue, ma gli unici particolari che lo distinguevano da un qualunque umano o alteano erano le orecchie feline che spuntavano tra i folti capelli corvini e un marchio viola sulla guancia destra.
Lance rimase a fissarlo un secondo di troppo e quello che gli saltò all'occhio non gli piacque per niente. Il pallore di Keith era comprensibile per via della brutta ferita, ma il suo colorito aveva una sfumatura tutt'altro che naturale. Inoltre stava sudando e respirava in brevi rantoli affannati.
Lance era un soldato, un cecchino della resistenza che era stato innumerevoli volte sul campo di battaglia, sapeva fin troppo bene cosa significassero quei sintomi.
« Veleno... »
Shiro si voltò di scatto verso di lui, ma non fece in tempo a dire nulla a causa dell'arrivo di Coran.
L'attendente della principessa Allura si fece loro incontro con passo affrettato.
« L'infermeria è pronta. » li informò. « Da questa parte. »
Shiro lo seguì e, nonostante lo sguardo dubbioso di Hunk, Lance si accodò a loro.
Shiro informò Coran il più dettagliatamente possibile riguardo il modo in cui Keith era stato ferito, la situazione e l'arma. Parlò della grave perdita di sangue, dei punti di sutura sommari che aveva dato personalmente e del salto nell'iperspazio che poteva aver sottoposto a ulteriore stress il suo fisico.
« Inoltre il pilota della nostra scorta ha parlato di veleno. » concluse. « È possibile che si trovasse sulla lama di Haxus. »
Sentendosi chiamato in causa improvvisamente, Lance distolse lo sguardo dal volto di Keith per portarlo ripetutamente su Shiro e Coran.
Sì, spiegò, era possibile che si trattasse di una sostanza velenosa in cui i Galra erano soliti intingere le loro lame. Ne aveva visti molti rendere le proprie armi più letali in quel modo e non solo sul campo di battaglia. Era un metodo sicuro ed efficace per assicurarsi che, se anche la loro vittima fosse miracolosamente scampata alla ferita, sarebbe di certo sopraggiunto il veleno a completare il lavoro.
Coran annuì, pensoso.
« Se si tratta della sostanza di cui parli, abbiamo sintetizzato di recente un antidoto con cui pensavamo di equipaggiare le nostre truppe. È efficace al 90%, quindi ci sono buone probabilità che il principe si riprenda. »
Fece quindi strada all'interno di un locale asettico, dotato di un tavolo operatorio, un carrello con tutti i possibili strumenti medici, alcune brande e diverse cryo-pod.
Indicò di depositare Keith sul piano e rivolse a Shiro un sorriso quanto più rassicurante possibile.
« Mi prenderò cura di lui, farò il possibile, te lo prometto. »
« Lo lascio nelle tue mani, Coran. » fu la risposta, accompagnata da un tono di rassegnata impotenza.
Di fronte a quella scena, Lance sentì di nuovo rimbombare in testa la parola utilizzata da Pidge, un termine che non lasciava nessun margine di scampo.
Disertore.
Shiro aveva abbandonato il suo posto, contravvenendo a tutti gli ordini, nel disperato tentativo di portare in salvo quel ragazzo. Un gesto ammirevole che tuttavia metteva in discussione la sua lealtà alla causa e gettava una luce nuova su tutta la faccenda.
Se l'ufficiale Shirogane, eroe della Resistenza, metteva una sola vita davanti alla salvezza di un intero pianeta, la questione era estremamente seria e andava ben oltre l'agire d'impulso.
Cos'aveva fatto quel ragazzo, si chiese Lance fissandone il volto pallido, per indurre Shiro ad affezionarsi tanto a lui?
« Ehm... perdonate l'intrusione. Una sentinella mi ha detto che la principessa Allura vuole vederci tutti urgentemente. Pare sia stato diramato un comunicato da Marmora. »
La voce di Hunk li portò a voltarsi verso l'ingresso e Shiro si congedò da Coran con un gesto del capo.
Lance lo seguì nel corridoio senza dire una parola.

Il comunicato diffuso da Marmora era quanto di più assurdo Lance avesse mai sentito.
La sala principale del centro di comando, dove la principessa li aveva ricevuti, era immersa in un silenzio basito. I comandanti delle varie squadre d'assalto si scambiavano occhiate l'un l'altro, indecisi su come interpretare quelle notizie.
Allura stessa, nella sua tenuta da battaglia, i lunghi capelli candidi stretti in un'acconciatura severa, misurava a passi nervosi un lato della sala.
L'annuncio era un semplice testo scritto dove veniva reso noto che le maggiori cariche del pianeta Marmora avevano subito un attacco a tradimento da parte della Ribellione, una pericolosa sacca di resistenza che si opponeva al dominio dell'imperatore Zarkon su buona parte dell'universo conosciuto. Sembrava che l'attentato fosse stato sferrato a causa della presenza del principe Lotor, in missione diplomatica per conto del padre, e che avesse colpito per questo anche la regina reggente e il principe ereditario, proprio durante la cerimonia dell'incoronazione. Del principe Keith si erano perse le tracce, probabilmente sequestrato da una spia infiltrata della Ribellione. La regina Krolia si trovava invece sotto la protezione del principe Lotor, al quale aveva ceduto i poteri della reggenza, in quanto non in condizione di governare. Marmora diventava, di conseguenza, un protettorato Galra.
« Quel bastardo... » ringhiò Shiro, spezzando il silenzio. « A che gioco sta giocando? »
Allura interruppe il suo nervoso andirivieni per fissarlo.
« A quello di screditare il più possibile la Ribellione agli occhi dell'opinione pubblica e, allo stesso tempo, ottenere consensi passando per il salvatore di Marmora. »
« Per questo ha fatto in modo che Haxus mi attaccasse inneggiando alla Ribellione in presenza del principe. Ora Keith è convinto che siamo noi il nemico. »
Lance scambiò un'occhiata con Hunk, vedendo riflessa nello sguardo dell'amico la sua stessa preoccupazione. La situazione era grave: perdere Marmora era da considerarsi una pesante sconfitta, se a questo si aggiungeva il danno d'immagine, la Ribellione aveva appena subito un tremendo scacco matto. Anche a fronte di questo, però, Lance non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di quel ragazzo coperto di sangue che Shiro aveva portato in infermeria.
Per quanto detestasse i nobili e non ne avesse mai incontrato uno degno di finire in una lista di persone da salvare, non poteva fare a meno di pensare a ciò che il principe Keith aveva passato. Trovarsi in quello che credeva territorio ostile, dopo essere stato tradito da una persona di cui si fidava, aver perso sua madre, il suo regno e il suo intero pianeta, non sarebbe stato facile.
Da qualche parte, in un angolino sperduto della sua mente, qualcosa gli fece desiderare di essere presente quando avrebbe aperto gli occhi. Non per fargli chissà quali discorsi di strategia politica o militare, quello non era il suo campo e preferiva lasciarlo a chi era più competente, ma solo per dirgli che poteva stare tranquillo, era al sicuro e nessuno lo aveva tradito. Un pensiero sciocco considerando che, dopo quel giorno, probabilmente non l'avrebbe nemmeno più rivisto.
La riunione proseguì per diverso tempo: tutti i comandanti ebbero modo di esprimere i loro timori e le loro angosce di fronte a questa svolta, ma nessuno giunse a una conclusione definitiva. Ogni decisione venne rimandata a quando il principe Keith avesse ripreso conoscenza, in modo che potesse fornire ulteriori dettagli sull'ipotetica missione diplomatica di Lotor e su quanto accaduto durante la mancata incoronazione.
Allura sciolse il consiglio a notte fonda e Lance si trascinò verso il proprio alloggio seguito da un Hunk decisamente sfinito, che gli augurò un assonnato buonanotte prima di svoltare l'angolo.
Lance crollò sul proprio letto senza nemmeno accendere una luce o cambiarsi d'abito.
Il suo ultimo, assurdo pensiero, a metà tra la coscienza e il sonno, fu chiedersi di che colore potessero mai essere gli occhi di un mezzo sangue.

Il giorno successivo iniziò nel peggiore dei modi.
Ancora prima di essere riuscito a mettere qualcosa sotto i denti per colazione e di recarsi in sala comandi per avere gli ordini della giornata, Lance aveva già assistito a qualcosa che gli aveva scombussolato i pensieri.
Si era imbattuto in un paio di agenti del personale di terra della base, che stavano chiacchierando oziosamente in corridoio. Parlavano del paziente ricoverato in infermeria e del fatto che Coran sostenesse che non fosse curabile. Del resto, proseguivano, portare un ferito da una zona di guerra attraverso un wormhole era un azzardo tale che non sarebbe comunque sopravvissuto.
Lance sentì una stretta dolorosa chiudergli lo stomaco: si riferivano al principe Keith, di certo senza avere tutte le informazioni del caso, altrimenti non avrebbero usato tanta leggerezza.
Ancora prima che il suo cervello processasse l'accaduto, i suoi piedi avevano già preso una direzione diversa da quella iniziale.
« Ehi, Lance, buongiorno! »
L'esclamazione gioviale di Hunk attirò la sua attenzione mentre attraversava l'atrio degli alloggi dei piloti.
« Ho già preso i nostri ordini, oggi ci aspetta una ricognizione su Olkarion. Pare sia stata avvistata una nave galra nella loro orbita. »
« Dovranno aspettare. » lo liquidò Lance, continuando a camminare mentre l'amico gli si affiancava, confuso.
« Non credo che Allura apprezzerà questo ritardo. » tentò di mediare. « Che succede? Qualcosa di grave? »
« Ho sentito che ci sono problemi con il principino, voglio accertarmene. »
« Il principe Keith? Non credo che dovremmo impicciarci, è una faccenda che riguarda i comandanti, la politica, cose così. Noi dovremmo limitarci a... »
« Hunk! » Lance lo interruppe bruscamente. « Non voglio impicciarmi in faccende politiche ma, siccome l’abbiamo scortato fin qui, credo sia mio diritto sapere se è vivo. »
Il compagno non sembrò particolarmente convinto da quell’affermazione, ma sospirò e annuì.
Dall'infermeria non proveniva alcun rumore diverso dai trilli ritmici delle macchine, si poteva quasi ipotizzare che fosse vuota, ma, prima che Lance potesse abbassare la maniglia, la voce di Coran parlò in tono grave.
« Mi scuso per avervi convocato così urgentemente, ma credo sia necessario informarvi prima che si diffondano voci poco accurate. »
« Se c’è qualcosa che non va con sua altezza, non ha importanza né l’orario né la fretta. » fu il commento della voce di Shiro.
Allura ribadì il concetto.
« Ora come ora la sua salute è fondamentale per noi. »
Coran tossicchiò e Lance poté immaginarlo lisciarsi i baffi rossi.
« Sono davvero immensamente spiacente, principessa, Shiro. Non ho buone notizie. L’antidoto che avevamo sintetizzato per le truppe non sta dando i risultati sperati. Il fisico del principe non risponde come mi aspettavo e la cura non sembra fare effetto. La ferita è stata medicata ma il veleno le impedisce di cicatrizzarsi e debilita pesantemente l’intero organismo. Ho tentato ogni cura in mio possesso ma purtroppo qui non c’è nulla che possa essere d’aiuto. »
Un silenzio pesante calò nella stanza, protraendosi per alcuni minuti prima che Allura lo spezzasse con la domanda che tutti temevano di fare.
« Sopravviverà? »
« Non lo so. Come dicevo, l’antidoto agisce solo parzialmente mentre il veleno è già in circolo. È questione di ore, forse di un giorno. »
Uno schianto improvviso fece sobbalzare i due dietro la porta.
« Dimmi cosa ti serve! » urlò Shiro, che aveva evidentemente picchiato un pugno sul tavolo, la voce tesa al punto di incrinarsi. « Lo andrò a prendere dall’altro capo dell’universo, se necessario! Non lo lascerò morire per niente al mondo. »
« Il punto è che questo antidoto è stato studiato per gli alteani. Il principe è un mezzosangue galra di cui non conosciamo l’altra ascendenza. È già tanto che abbia rallentato la contaminazione del veleno. Servirebbe un antidoto specifico per le sue caratteristiche. »
« Un antidoto galra… » mormorò Allura. « Ma noi non ne possediamo e tornare su Marmora ora sarebbe un suicidio. »
« Lasciarlo morire invece sarebbe un omicidio! »
« Shiro… »
Lance strinse i pugni e affondò i denti nel labbro inferiore.
Era uno schifo.
Non si era preso la briga di fare da scorta per veder morire quel ragazzetto il giorno dopo. Voleva prendersi la soddisfazione di mostrare quanto un nobile fosse inadeguato al campo di battaglia.
E voleva sapere il colore dei suoi occhi.
La sua mano si mosse da sola mentre abbassava la maniglia ed entrava nell’infermeria.
« So io dove trovare dei medicinali adatti. »

 

 

 

Yuki - Fairy Circles

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender / Vai alla pagina dell'autore: Yuki Delleran