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Autore: _Akimi    25/10/2018    2 recensioni
[Writober - Questa storia partecipa al "Hot Dog Party!" a cura di Fanwriter.it!]
"E nella desolazione della sua stanza, con il materasso logoro sotto il suo peso e il libro che cadeva a terra - ancora una volta dimenticato in bilico sul comodino - riecheggiava un singolo cigolio, un suono che penetrava nella sua testa e che non gli dava tregua.
Era il rumore di una delle porta di casa - la sua, della sua vecchia vita - e sua moglie sbucava sorridente, dandogli del dormiglione o chiedendogli se volesse una birra prima di pranzare."
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Insomnia


Frank Castle non si svegliava mai di soprassalto nelle notti più buie, nei silenzi più solenni o sotto un cielo plumbeo e senza stelle.
Non vi era nulla di particolarmente romantico nella sua insonnia, nei suoi incubi; e, come se non bastasse, New York - la grande NY - non dormiva mai.
Forse era l’unico aspetto in comune che aveva con l’immensa metropoli, perché il resto continuava ad essere estraneo ai suoi occhi: non percepiva il sentimento di festa in uno spumante di mezzanotte né il brillare delle TV degli ultimi che, a differenza sua, decidevano di rimanere svegli in compagnia - per scelta.
E nella desolazione della sua stanza, con il materasso logoro sotto il suo peso e il libro che cadeva a terra - ancora una volta dimenticato in bilico sul comodino - riecheggiava un singolo cigolio, un suono che penetrava nella sua testa e che non gli dava tregua.
Era il rumore di una delle porta di casa - la sua, della sua vecchia vita - e sua moglie sbucava sorridente, dandogli del dormiglione o chiedendogli se volesse una birra prima di pranzare.
Sentiva ancora i suoi capelli sfiorargli il viso, il suo profumo - quello che le aveva regalato a Natale e che indossava per farlo felice - e poi le voci dei loro bambini che domandavano di marinare la scuola.
Un solo giorno, papà - ricordava così le loro parole, ma poco a poco esse si trasformavano in semplici ricordi spettrali.

Frank Castle, allora, rimaneva sveglio per tutta una notte, lasciandosi al bagliore della sua New York che gli faceva compagnia fuori dalla finestra.
Ma in cuor suo - in un punto profondo e dimenticato - sapeva che niente avrebbe potuto superare il calore della sua famiglia, dei loro sorrisi, e qualche volta desiderava di chiudere gli occhi e dormire per sempre.
Li avrebbe rivisti, un giorno.


 
  
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