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Autore: dreamlikeview    26/10/2018    4 recensioni
Dean Winchester è al matrimonio di suo fratello, quando tra gli invitati nota un meraviglioso uomo dagli occhi blu. Il suo nome è Castiel Novak, e tra i due scatta la scintilla; dopo una forte reticenza, Castiel cede e tra i due nasce una travagliata storia d'amore, che li porta ad affrontare le loro famiglie. Tuttavia, il loro è un amore proibito e un matrimonio si frappone tra di loro.
[Destiel, forbidden love, homophobia, song-fic, long-fic]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Desclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartegono, la storia è scritta per puro divertimento personale e il mio intento è solo quello di divertire (leggarsi far soffrire) il lettore e non intendo offendere nessuno con questa. Da tutto ciò non guardagno assolutamente nulla (se avessi un euro per ogni fanfiction scritta sarei milionaria).

NDA: Per evitare brutte figure e strafalcioni, la storia è ambientata in un'epoca storica indefinita, in un passato indefinito. Ugualmente il luogo dove è ambientata è fittizio, viene chiamato Nazione e non è localizzato geograficamente. Enjoy!

____________________________

 

I know you're wondering why
Because we're able to be just you and me within these walls
But when we go outside you're going to wake up
And  see that it was hopeless after all
 

Castiel,
Le vostre parole mi riempiono il cuore di gioia, sono immensamente felice che abbiate accettato di vedermi. Il luogo è davvero perfetto, spero solo che non vi perdiate lungo la strada. Avete pienamente ragione quando dite che ogni cosa che ci circonda ci è contraria, ma io rischierei per voi, perché sono certo che ne vale la pena. Preferisco una vita breve, ma soddisfacente, pur dovendo correre dei rischi, piuttosto che una lunga, ma triste e senza emozioni, voi no?
Il fato, le stelle, le persone, le leggi, a chi importa davvero? I sentimenti non dovrebbero essere ostacolati, i sentimenti andrebbero solamente vissuti intensamente e senza paura. Condivido i vostri desideri, soprattutto quelli legati alla libertà, non desidero altro che essere libero di esprimere chi sono davvero, chi voglio davvero essere ed essere libero di amare chiunque voglia. I sentimenti che provo per voi, vanno ben oltre il comprensibile, e anche se la mia retorica vi affascina, quando scrivo a voi, quasi mi tremano le mani, perché il solo pensiero che voi leggiate le mie parole, mi fa tremare il cuore.
Siete una benedizione nella mia vita, e ringrazio chiunque vi abbia messo sulla mia strada, fato, destino, stelle o chiunque lo abbia fatto, non importa davvero, io vi ho incontrato ed è stato il giorno più bello della mia misera vita. Non mi importa quanti ostacoli dovremmo superare, voglio stare con voi, qualsiasi siano le conseguenze. Non so cosa riserva per noi il futuro, ma so solo che eravamo destinati ad incontrarci e a provare sentimenti l’uno per l’altro. E la vostra risposta affermativa è la prova che possiamo farlo, possiamo andare contro le regole, contro le leggi, contro la società, se siamo cauti. Dovremmo solo essere molto attenti, e vi giuro che potremmo riuscire ad essere felici. Se solo me ne darete la possibilità, vi dimostrerò che non mento.
Io mi fido di voi, voi vi fidate di me? Dei sentimenti profondi e trascendenti che provo per voi? Se la risposta è affermativa, allora, lasciatevi andare, lasciatevi travolgere da quest’ondata d’amore da cui siamo stati colpiti e non preoccupatevi d’altro. Ci sarò io al vostro fianco.
Incontriamoci a Little Heaven, al prossimo novilunio, se vedendoci non sentiremo le stesse cose, le medesime sensazioni, allora mi arrenderò, non cercherò più di sedurvi, né di conquistarvi, e sarò solo un buon amico di penna. Ma se ciò che proviamo si dimostrasse vero, guardandoci negli occhi, vi invito a rischiare con me, anche se sembra impossibile, anche se sembra una follia, anche se sembra che non abbiamo speranze, proviamo a riscrivere le stelle, proviamo ad essere noi stessi e ad amare chi vogliamo, vi prego, Castiel, lasciatevi andare, e provate ad essere felice, con me. Non vi chiedo molto, se non una misera possibilità, non come aristocratico, non come Dean Winchester, il mio titolo non conta niente, i titoli davanti ai sentimenti non contano nulla, ma come un uomo perdutamente innamorato di voi, della persona meravigliosa che siete. I miei sentimenti per voi crescono ogni giorno, e diventano sempre più forti, so che in qualche modo le nostre strade erano destinate ad incrociarsi, e vi prego di pensare bene a questo.
Aspettando con impazienza, trepidazione e un’anima in tumulto di incontrarvi, vi porgo i miei più sinceri saluti,
Vostro, Dean”.
 
Dean,
Siete incredibile, riuscite con poche parole ad accendere un cuore che, fino a poco tempo fa, credevo non avrebbe mai battuto per qualcuno. Mi piace immaginare che forse, in un modo tutto nostro, possiamo appartenerci, ma dobbiamo ammettere che è quasi impossibile nella nostra società, soprattutto perché voi dovete sposare mia sorella. Tuttavia, le vostre parole hanno il dono di colpirmi e di farmi accettare l’inevitabile. Sarò a Little Heaven il prossimo novilunio, sperando che l’assenza della luna, nasconda le nostre tracce e nessuno ci riconosca, lo ammetto, un po’ sono spaventato, ma la voglia di incontrarvi riesce a superare la paura; che cosa mi avete fatto? So che è un azzardo, sono il primo ad ammetterlo, ma è intrigante questo nostro segreto, e fremo già d’emozione nel pensare che vi rivedrò. Il fatto stesso che per voi i titoli non contino, quando si parla di sentimenti dimostra quanto voi siate una persona diversa da quelle a cui noi siamo abituati. Siete una persona rara da trovare nella nostra società e io non ho idea di chi ringraziare per avervi messo sulla mia strada.
Come dite voi, fato, stelle, destino, non importa, anche se ci sono contrari, meritiamo una possibilità, perché qualcuno ha fatto in modo che noi due ci incontrassimo, e non credo sia stato un semplice caso. Fra tanti invitati, fra tante persone, avete notato proprio me, non capirò mai il perché, ma non credo che mi importi davvero.

Ebbene, sì, vi darò una possibilità, se i nostri sentimenti dovessero rivelarsi veri; tuttavia lo farò solo se voi ne darete una a me, e mi accettiate per quello che sono: un uomo spaventato che teme d’amare un altro uomo.
Sappiate, però, che se le stelle saranno contrarie, se dovessi rendermi conto che siete in pericolo, non esiterò a proteggervi, perché voi siete troppo avventato, troppo dedito al sacrificio e al rischio per accorgervi di essere in pericolo, dunque toccherà a me, prendere le vostre difese, nel momento del bisogno.
Con assoluta certezza, posso affermare che anche per me, incontrarvi è stata una benedizione, voi, con il vostro carisma, fascino e sconsideratezza, mi avete dato una ragione per tornare a vivere, e ve ne sarò grato per sempre, qualunque possa essere il nostro futuro, qualunque cosa negativa o positiva accada tra di noi, ricordatevi queste mie parole, perché sono la verità. Non sono ottimista come voi, non riesco a figurare un futuro prospero per noi due, ma le vostre parole mi riempiono il cuore di speranza, spero potrete averne un po’ anche per me.
Il rischio non è mai stato tra le mie ambizioni, preferisco situazioni più statiche e sicure, piuttosto che lasciarmi coinvolgere in situazioni che vanno contro la legge e la società, ma voi, Dean, avete il potere di convincermi anche in queste circostanze, non so come sia possibile tutto ciò, forse siete davvero uno stregone, in grado di ammaliare le persone e renderle schiave delle vostre meravigliose parole. Le vostre parole sono come un balsamo per i miei occhi, ogni volta che leggo una vostra lettera, scopro nuovi modi per affascinare le persone, voi avete un dono davvero molto particolare, e spero ve ne siate accorto. Indipendentemente da come andranno le cose, vi assicuro che non perderete mai la mia amicizia, io stesso non potrei più fare a meno delle vostre lettere e delle vostre parole.
Con impazienza e un cuore che batte troppo forte, vi porgo i miei più sentiti saluti,
Vostro, Castiel.”
 
**
 
Castiel era su di giri, si era messo in viaggio presto quella mattina, per andare a Little Heaven da Dean, senza essere ostacolato da nessuno, e la cosa lo lasciava molto sorpreso. Non sapeva nemmeno come fosse riuscito ad ottenere il permesso, di solito suo padre era molto restio a far uscire i figli dalla tenuta senza un reale motivo; era stato molto fortunato che, nel momento in cui si trovava da Chuck, Michael fosse intervenuto improvvisamente con un questione urgente e il padre avesse liquidato Castiel con un frettoloso “Fai quello che vuoi, basta che non combini casini” ed era stato abbastanza furbo da farselo bastare e correre alle scuderie per prendere il suo cavallo e mettersi in viaggio. Non importava nulla in quel momento, quando si era lasciato alle spalle il cancello principale della tenuta, si era sentito libero ed aveva cavalcato per chilometri per raggiungere quel borgo che aveva tanto adorato, e sembrava un sogno che si stesse recando lì per incontrare Dean. dovevano essere cauti, certo, ma sentiva dentro di sé una scarica di adrenalina mai provata prima. Gli sembrava di essersi addormentato ed essere finito un sogno in cui tutte le cose belle potevano accadere, in cui poteva essere felice senza che nessuno gli dicesse costantemente cosa fare della sua vita e come viverla, libero da suo padre, e da tutte le sue convinzioni, libero da quella società che non gli permetteva di essere se stesso. Arrivò al tramonto a Little Heaven, a quell’ora aveva tutt’un'altra atmosfera, ed era davvero delizioso. 
Arrivato alle porte del paese, si guardò intorno alla ricerca del nobile per il quale il suo cuore batteva tanto. Scese da cavallo e lo prese per le redini, iniziando a camminare lentamente, mantenendosi nei pressi dell’ingresso della città, osservando tutte le persone che incontrava, scrutandole una ad una alla ricerca di Dean Winchester. Poi come per magia, un nitrito attirò la sua attenzione e vide Dean in sella al suo cavallo varcare le porte del paese. Nessuno badò a lui, le strade erano pressoché deserte, e lì, come aveva scoperto quando ci era stato la prima volta, non si curavano dei nobili o degli aristocratici. E quella era una nota positiva per loro, potevano passare inosservati. Castiel strinse le redini del suo cavallo, e si incamminò verso di lui.
«Siete venuto» disse Dean, quando lo vide, smontò da cavallo e regalò al moro un sorriso bellissimo, che lo fece sciogliere come neve al sole. Il suo cuore non sarebbe sopravvissuto a quella giornata, ne era certo.
«Ve l’avevo promesso» disse, sorridendogli a sua volta.
«Siete ancora più bello di quando ci siamo salutati» affermò l’altro con un sorriso furbo ad increspargli le labbra.
Castiel sentì il suo intero viso andare a fuoco a quelle parole. «E voi siete sempre più impertinente» affermò, mentre un dolce sorriso affiorava sulle sue labbra. Avrebbe trascorso la serata più bella della sua vita con un uomo, con il quale non sarebbe mai potuto essere felice, anche se in quel momento non desiderava altri che lui. Per una volta, entrambi potevano comportarsi come due giovani che visitavano un borgo nuovo. Anche se era il tramonto c’erano ancora dei mercanti in giro con le loro bancarelle e i loro prodotti, sebbene le strade non fossero molto popolate.
«Perché non… uhm, passeggiamo?» propose «Potremmo poi cercare una locanda in cui passare la notte e…»
«Mi sembra ottimo. Purché sia con voi, verrei ovunque» rispose Dean. Castiel tremò d’emozione, quel ragazzo era in grado di scuotere il suo animo con delle semplici parole, dette con trasporto e sincerità, che penetravano dentro di lui, e lo facevano sentire in modi che non riusciva ancora ad esprimere a voce. Sbagliato o no che fosse, lui non avrebbe voluto essere in nessun altro luogo, se non quello in cui si trovava, in compagnia della persona in cui era. Dean gli fu accanto in un momento, e insieme presero a camminare tra le bancarelle del bazar, osservando i prodotti e valutando quali fossero migliori di altri. Il sole alle loro spalle iniziava a svanire, lasciando posto alla notte, e un po’ Castiel si preoccupava di ciò che avrebbe potuto dire suo padre della sua assenza, anche se gli aveva dato il permesso, quell’uomo era in grado di criticare tutto. Tuttavia, era del parere che ne valesse la pena, perché si sentiva finalmente felice.
«Siete piuttosto silenzioso» disse Dean, mentre si allontanavano dal bazar alla ricerca di una locanda «Qualcosa turba i vostri pensieri?» chiese curioso «Posso rallegrarvi in qualche modo?» domandò, cercando il suo sguardo.
«No, non sono affatto pensieroso» rispose con un sorriso «Sono impaziente di leggere le vostre poesie, le avete portate, vero?» chiese, forse, con troppa enfasi e aspettativa.
«Certo» rispose l’altro nobile con un sorriso accattivante «Siete sicuro di non essere triste?»
«Non sono triste, anzi, sono molto felice» disse il moro, incrociando il suo sguardo «Essere qui con voi, mi fa sentire… libero» affermò senza insicurezza nella voce, anche se un sussurro nella sua testa, gli diceva che era sbagliato, che dovesse smetterla, perché era rischioso, quando si sarebbero risvegliati da quell’idillio avrebbero scoperto che niente era possibile per loro. Era facile sentirsi liberi, mentre erano lì in quel borgo, lontani dagli obblighi e dalle famiglie, ma non potevano fuggire in quel modo, non lo avrebbero potuto fare per sempre «Ma sono anche combattuto, perché so che noi non potremmo, so che voi dovete sposare mia sorella, e so che abbiamo degli obblighi» disse, poi notò lo sguardo di Dean su di lui e trasalì, lo faceva sentire così… desiderato «Tuttavia… desidero così tanto tutto questo, che non riesco a farmene una colpa se ho mentito per essere qui con voi, anzi ne è valsa la pena» si affrettò ad aggiungere.
«Vale lo stesso per me» affermò il biondo «Sono felice di essere qui, come vi ho scritto, mi ha riempito di gioia potervi vedere di nuovo, ma sono ottimista, penso che da quest’incontro possa nascere qualcosa di bello».
«Lo spero» soffiò, anche se sapeva che era solo una mera illusione, per una sera poteva illudersi.
Senza essere in grado di dire altro, Castiel seguì Dean lungo le stradine del borgo, fino a che giunsero in una piccola locanda con una targa in legno leggermente sbiadita, sembrava accogliente e lì, erano certi, sarebbero stati al sicuro per quella notte. Vi entrarono con calma, l’atmosfera era la solita delle locande, c’erano persone che bevevano, altre che giocavano a dadi, e altre che, troppo ubriache per fare qualsiasi cosa, erano riversi sugli sgabelli. Castiel ebbe un leggero sussulto, perché non era abituato a quel genere di persone, e non sapeva come comportarsi, ma Dean lo tirò fuori dai problemi, dirigendosi direttamente dal locandiere, un uomo basso dal portamento importante e gli diede un sacchetto con dell’oro, chiedendogli una stanza con due letti e la cena direttamente lì, disse all’uomo che erano due viaggiatori di passaggio, che si stavano dirigendo oltre il confine alla ricerca di una vita migliore. Era sorprendente quanto fosse abile nel mentire, qualcosa gli diceva che non era la prima volta che si dirigeva in qualche borgo e trascorreva la notte fuori dalla tenuta. Poi il biondo si voltò verso Castiel con un sorriso e gli fece segno di seguirlo.
Il moro senza fargli aggiungere altro lo seguì, rivolgendo un saluto cortese al locandiere, e poi sparì insieme a Dean, salendo le scale che portavano alla stanza assegnata loro.
«Wow, io non avrei saputo come comportarmi» disse con sincerità «Voi siete solito trascorrere nottate in locande come questa?» chiese con curiosità.
«Qualche volta lo faccio, non molto lontano da qui c’è un altro borgo, e spesso mi reco lì, cerco di fuggire dalla vita di corte che odio» spiegò con sincerità «Non vi ho mentito, odio davvero tutto ciò che mi circonda, per questo mio padre mi detesta e cerca di tapparmi le ali, obbligandomi a sposare vostra sorella» spiegò, lasciando lui sorpreso.
«Non avrei mai avuto il coraggio di sfidare tanto mio padre» ammise guardandolo con ammirazione «Ora penserete che io sia un codardo…»
«Non lo penso affatto» sorrise guardandolo «Ascoltatemi, Castiel, voi siete una persona speciale, una di quelle persone che è raro incontrare nel corso della propria vita, e sento dentro di me che il nostro incontro era predestinato» gli disse guardandolo negli occhi «Vi ammiro perché pur ubbidendo a vostro padre, siete una persona diversa, siete un nobile diverso, e avete tutta la mia stima» affermò con decisione, prendendo una mano di Castiel tra le sue, il quale tremò al contatto «Voi avete un sorriso che illumina il cammino di chi è fortunato ad incontrarvi, siete l’emblema del fascino maschile e so per certo che avete un cuore puro e nobile» gli disse, senza smettere di guardarlo negli occhi «Godiamoci questo tempo insieme, per favore» continuò rivolgendogli una piccola preghiera «Volete?»
Sì, Castiel voleva passare il tempo insieme a lui, voleva disperatamente tutto quello, per quanto proibito fosse.
«Sì… se mi farete leggere le vostre poesie, cui avete accennato nella vostra ultima lettera». Dean portò una mano alla sacca che aveva con sé, e Castiel sorrise, sentendosi immediatamente felice e in paradiso, finalmente dopo tanto tempo, dopo tanto patimento, stava per leggere di nuovo le poesie di quel giovane nobile che gli aveva fatto perdere la ragione e la razionalità. Non appena fu tra le sue mani, si abbandonò su una seggiola e srotolò la prima pergamena.
 
“Oh angelo,
Limpidi e chiari i tuoi occhi appaiono,
Come due stelle nel cielo,
Luminosi e splendenti nell’oscurità brillano,
E le notti più buie illuminano.
Dell’azzurro più puro e limpido splendono,
Gemme preziose essi sono,
Incastonate nel tuo viso d’angelo
E al primo sguardo
Il respiro di chi t’osserva s’arresta.
 
Angelo,
il mio cuore s’arresta ogni volta
che nella mia mente appari,
con il tuo dolce sorriso,
che rivolgi solo a pochi eletti.
E quando sorridi
Il mondo tutt’intorno a te s’arresta.
È un incanto questo?
 
Ah, che dolce dolore pensare a te,
al tempo che avremmo potuto passare insieme.
Il mio cuore sanguina pensando al giorno
In cui potremmo ritornare ad amarci.
La mia anima brama essere di nuovo al tuo cospetto.
 
Oh mio angelo,
il mio cuore d’amore sanguina per te,
la notte nei miei sogni appari,
e la mia anima si strugge per te.
Il mio cuore batte per te,
vive per te, dell’amore che prova per te.
La mia anima t’appartiene ormai da sempre.
M’hai stregato con la tua voce, e la tua risata
con la tua essenza d’angelo.
 
Angelo mio,
quando il momento arriverà,
custodisci il mio cuore tra le tue mani,
stringilo forte e prenditene cura,
t’appartiene, perché, ormai, senza te
sono solo un’anima spezzata
in attesa della sua dolce metà.”
 
Vide il nobile in attesa di un suo giudizio e non riuscì a trattenere un gemito di sorpresa, era… meraviglioso ciò che aveva scritto, era la seconda volta che Dean scriveva qualcosa sul suo aspetto, ma stavolta era stato… magico. E quel modo di rivolgersi dolce, così pieno di dolore e anche meraviglia… era qualcosa che gli fece battere il cuore in una maniera potente, mai nessuno aveva smosso il suo animo in quel modo. Era qualcosa che non avrebbe mai potuto spiegare a parole, sentiva il cuore battere con forza e una lacrima rigò il suo viso.
«Dean, questa è pura arte, io… sono scioccato dalla vostra bravura. Io… è così che mi vedete?»
«Ancora meglio di così, in realtà… non vi vedevo da così tanto e volevo immaginare i vostri occhi, il vostro sorriso… e allora l’ho scritta» disse, Castiel lo vide mordersi le labbra «Ma ora che vi vedo di nuovo, mi rendo conto che ciò che ho scritto non rende giustizia a quanto siete bello e affascinante» soffiò avvicinandosi a lui, Castiel intuì il suo desiderio e si ritrasse, sebbene bramasse anche lui quelle labbra, voleva continuare a leggere le sue composizioni. Dean sbuffò e lui sorrise furbamente, prendendo l’altra poesia dalla sacca, cosa era stato in grado di scrivere ancora?
«Adesso leggerò anche la seconda poesia…» mormorò «Se mi piacerà, vi bacerò fino a togliervi il respiro».
«Attendo con impazienza allora» rispose. Castiel sapeva che tutto quello era terribilmente sbagliato, sapeva presto si sarebbero svegliati da quell’idillio, ma voleva crogiolarsi ancora un po’ in quelle sensazioni.
 
“Stanotte t’ho visto per la millesima volta
t’ho visto ancora nei miei sogni, amore mio.
Eri lì, di fronte a me bello come un angelo.
Così bello che nessun uomo come me,
penserebbe di essere notato da te.
 
Stanotte t’ho incontrato eri lì di fronte a me,
una carrozza a dividerci, stavi partendo,
mi hai sorriso, come nel giorno in cui ci salutammo.
Ho alzato la mano per ricambiare il saluto
Ma d’un tratto eri già svanito.
 
Una leggera malinconia m’ha assalito,
e poi, mentre salivo sulla carrozza, sei riapparso accanto a me.
T’ho sorriso, sembravi reale.
Ti sei avvicinato, mi hai sfiorato, e il mio cuore hai rubato.
Cosa significa tutto ciò, amor mio?
 
Il tuo viso brillava e come una stella luceva,
m’hai sorriso ed esso avrebbe illuminato la notte più buia.
La notte che regnava nel mio cuore hai spazzato via.
T’ho visto ancora, e stavolta mi hai stregato,
e mi sono chiesto ancora, se tu fossi reale.
 
I tuoi occhi indefiniti si sono posati su di me,
essi nei miei splendevano, come gemme colpite da un raggio di luna
in quella notte senza stelle.
Hai iniziato a parlare, la tua voce bassa era balsamo per me.
I tuoi sogni, i tuoi desideri coincidevano con i miei.
 
Abbiamo corso insieme verso il nulla, verso l’oscurità,
verso una libertà che entrambi bramavamo ma non potevamo avere
abbiamo corso liberi verso l’ignoto fianco a fianco.
Ci siamo guardati per pochi istanti e già sapevamo tutto,
sembrava una favola. Solo che entrambi eravamo principi.
 
Un attimo dopo è successo, il mondo si è fermato.
Il mio cuore batteva impazzito nel mio petto, e lo stesso faceva il tuo,
nel momento in cui hai posato le tue labbra sulle mie.
Mai magia fu più bella.
Un contatto gentile, amorevole, puro e senza pretese.
 
Due giovani amanti in una corsa contro il tempo,
una corsa di cuori e labbra impazziti, due anime a contatto,
una corsa senza vincitori, una corsa di conquista senza conquistatori
 la felicità regnava sovrana in quell’attimo d’amore e di pace.
Tra le tue braccia ho trovato la felicità.
 
Stanotte t’ho incontrato, amore mio,
ma poi la realtà è tornata a bussare alla mia mente.
E sei svanito nel nulla, e con te la mia felicità.
Eri un bellissimo sogno, il mio sogno impossibile.”
 
Castiel si ritrovò in lacrime dopo aver letto quelle parole, quella sincerità. Il dolore espresso dal poeta tormentato al suo fianco era così forte da travolgerlo come un torrente in piena, era così forte da essere trasmesso anche a lui e avrebbe solamente voluto non far soffrire così tanto l’altro, avrebbe voluto solo che l’altro smettesse di essere così dannatamente innamorato da evitargli tutto quel dolore gratuito, non poteva però, e faceva male. Sapeva che aveva anche ragione, perché quello che stavano vivendo era solo un bellissimo sogno impossibile, dal quale dovevano risvegliarsi al più presto, per non ritrovarsi poi con il cuore in frantumi.
«Le vostre lacrime sono un segno negativo o positivo?» chiese impaziente Dean.
«Mi prendete in giro?» domandò l’altro alzando il volto verso il suo «L’avete scritta quando sono partito? Quando ci siamo separati?» domandò, Dean scosse la testa «E allora quando?»
«Qualche settimana dopo il nostro addio» confessò «Vi ho sognato davvero, vi sogno ogni notte in realtà. Ma quella volta… è stato così bello che dovevo ricordarlo in ogni modo».
«Oh Dean…» sussurrò commosso «Questa è la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai detto o scritto, voi mi desiderate così tanto e non potete avermi e io…» mormorò, un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra e portò una mano davanti al viso per nascondere le lacrime «Dovrei solo andare via e smetterla di illudervi in questo modo».
«Non dite sciocchezze» disse Dean, avvicinandosi a lui e fronteggiandolo, cercando il suo sguardo, dopo aver preso le mani del moro tra le proprie «Ho voluto tutto questo fin da quando vi ho incontrato» affermò seriamente guardandolo negli occhi «E fin da quando vi ho rivisto quest’oggi» disse abbassando di un tono la voce «Io…» mormorò avvicinando il viso al suo «…muoio dalla voglia di baciarvi ancora, come quella notte sotto le stelle, illuminati solo dalla luce della luna, nascosti alla vista da quel maestoso albero» pronunciò quelle parole con tale solennità che il cuore di Castiel fece una capriola «Credete che sia possibile…?» domandò. Castiel, sopraffatto da quelle parole così dolci, così sentite, si limitò ad annuire, era troppo provato da ciò che aveva letto, da ciò che Dean aveva detto, e lasciò semplicemente che le cose accadessero nel modo giusto per loro. Al resto pensò Dean, che appoggiò una mano sulla sua guancia e lo baciò con trasporto.
Com’erano passati dal parlare e leggere poesie al baciarsi in quel modo? Con trasporto, passione e un pizzico di lussuria? Com’era possibile essere travolti in quel modo dal desiderio? Era qualcosa che non potevano controllare, e anche se in quel momento erano avvolti in una bolla dov’erano solo loro, i loro sentimenti e la loro passione, Castiel sapeva che prima o poi ne sarebbero usciti, quella bolla sarebbe scoppiata, e allora si sarebbero resi conto che erano senza alcuna speranza, che il loro era un amore destinato a fallire. Ma in quel momento, con le labbra di Dean sulle sue, le sue mani su tutto il corpo, gli era difficile parlare, gli era difficile pensare. Avrebbe rimandato ad un altro momento qualunque discorso volesse intavolare con lui, magari dopo quel bacio, o lo avrebbe rimandato alla mattina seguente, o a qualsiasi momento, qualsiasi momento sarebbe stato perfetto, ma non quello. Era un momento troppo perfetto per essere rovinato da dubbi e perplessità. Le labbra di Dean sapevano di cannella e vaniglia, erano soffici e piene, e lui era estasiato da quel bacio così carico, così pieno. Voleva solo perdersi in quelle sensazioni, almeno fino a che il momento di svegliarsi non avrebbe bussato alla porta della sua mente, riportandolo alla realtà. Fino a quel momento, voleva godere dei baci bollenti, che esplodevano tra di loro, nient’altro.
 
**
 
Dean non poteva credere che stesse avvenendo finalmente, dopo mesi di lettere, di velato corteggiamento, di attenzione alle parole che rivolgeva all’altro nobile, era riuscito nel suo intento, finalmente poteva avere Castiel tra le sue braccia, poteva sentire le sue labbra sulle proprie, in un’esplosione di emozioni e sentimenti che mai aveva provato in vita sua. Sentiva dentro di sé nascere un fuoco, che divampava con forza e maestosità man mano che lo baciava, e più lo baciava, più si sentiva catturato in quell’attimo. E adesso che finalmente aveva ceduto, che finalmente aveva accettato il nascente amore che provavano l’uno per l’altro, poteva sentirsi felice di aver scelto lui quella sera, di aver voluto nient’altri che lui, fin da quando i loro occhi si erano incrociati durante il primo giorno di ricevimento del matrimonio di Sam. Avrebbe voluto di più, molto di più, ma sapeva di non potere ancora, sapeva fosse troppo presto, perché Castiel non era pronto, ma voleva solo che si sentisse a suo agio in sua compagnia, così da poter trascorrere più tempo del genere in compagnia reciproca. Lì erano liberi da tutto, erano liberi di essere loro stessi, nessuno sarebbe andato a disturbarli in quella camera, perché lì, in quel borgo dimenticato da dio e dagli uomini, ogni persona era interessata unicamente agli affari propri e non si guardavano le vite altrui, a differenza delle realtà da cui provenivano, dove le vite altrui erano il miglior pettegolezzo di cui discutere. Si separarono solo quando entrambi furono a corto d’aria, e si ritrovarono ad un palmo l’uno dall’altro a respirare i reciproci respiri, sorridendo negli affanni del bacio. Dean sorrise e portò le mani a coppa sul volto dell’altro, circondandolo e con i polpastrelli dei pollici, iniziò lentamente ad eliminare le lacrime dal suo volto; il fatto che si fosse commosso leggendo le sue poesie era la prova lampante che lui era un nobile diverso dagli altri. Non c’era bisogno di parole in quel momento, non c’era bisogno di altro, erano i loro cuori e le loro anime a parlare per loro. Ogni cosa cambiò di lì a pochi secondi, quando si guardarono negli occhi, alzarono semplicemente l’uno lo sguardo verso l’altro e, quando i loro occhi si incrociarono, non furono necessarie altre parole, furono i loro sguardi a parlare al loro posto. Si guardarono negli occhi per minuti interi, senza staccare lo sguardo, comprendendosi solo attraverso quello, dichiarandosi in maniera silenziosa che sì, entrambi avevano sentito qualcosa sbocciare dentro di loro e no, non potevano più ignorarlo, non dopo quel bacio così appassionato. Gli occhi blu di Castiel erano una delle meraviglie del mondo, a parere di Dean, erano più blu dell’oceano, erano splendenti e lucenti come il cielo di primavera, più preziosi delle gemme di una corona imperiale, erano di quanto più bello esistesse al mondo intero, e in quel momento, quelle schegge di cielo erano sue.
La loro muta conversazione fu interrotta dall’oste che bussò alla porta, annunciando che la loro cena fosse arrivata. Dean vide Castiel spostarsi da vicino a lui, come scottato, e raggiungere la porta, ringraziare cordialmente l’uomo e tornare a sedersi su uno sgabello. Dean non capiva il suo atteggiamento, non capiva perché fosse così restio, così spaventato da ciò che sarebbe conseguito da quello. In silenzio lo raggiunse e si sedette accanto a lui su un altro sgabello, prendendo uno dei piatti.
«So cosa state pensando» disse Dean, dopo un po', senza alzare lo sguardo dal piatto di minestra «Rimandate a domattina i pensieri negativi e cerchiamo di sentirci liberi e felici almeno stanotte».
«Quando ci risveglieremo da questo idillio, farà male».
«L’amore, per essere vero, deve far male». Castiel non gli rispose, stupito dalle sue parole, e Dean lo vide concentrarsi sulla sua zuppa. Cenarono nel più completo silenzio, guardandosi di tanto in tanto, sperando che prima o poi l’uno o l’altro decidesse di mettere fine a quel silenzio. Il silenzio, però, fu interrotto solo dallo schiocco delle loro labbra, che dopo la cena, si erano unite come per pura magia. Con sua gioia, Dean constatò che Castiel avesse accettato la sua richiesta di rimandare qualunque discorso negativo al giorno seguente, magari lontano da qualsiasi tipo di orecchio indiscreto. Si baciarono a lungo, assaporandosi l’un l’altro, lasciando fluire i sentimenti tra di loro, sentendo sotto mano l’amore nascente tra di loro, sentendosi stranamente appagati, senza andare oltre. Avevano semplicemente bisogno l’uno dell’altro e Dean poteva accettarlo, poteva accettare di aver bisogno di Castiel per essere felice, se solo Castiel non fosse stato tanto restio, tanto spaventato dal futuro, e avesse accettato di aver bisogno anche lui di Dean.
«Ditemi, Dean» sussurrò il moro nel silenzio della stanza, erano distesi su quella branda poco comoda, stretti l’uno all’altro, il fatto che ce ne fossero due, non importava, loro volevano godere della reciproca vicinanza «Le vostre poesie sono così… sincere, e piene di sentimento…» parlò piano e Dean si beò di quella voce sussurrata, era come balsamo per le sue orecchie «Come fate ad esternare tutto su foglio?» domandò curioso, alzando lo sguardo assurdamente blu negli occhi dell’amante.
«Suppongo di aver sempre usato la scrittura per esternare ciò che provavo realmente» spiegò «Non ho mai voluto essere un uomo insensibile, un uomo senza sentimenti, un uomo come mio padre» raccontò «Quando ero più piccolo non mi era permesso in nessun modo esternare le mie emozioni e sono sempre stato molto incline ad esse» Dean si stava mettendo a nudo così davanti a lui, in un modo assolutamente naturale e non sapeva perché si sentisse tanto a suo agio con l’altro, forse era la forza dei sentimenti che provava per l’altro a spingerlo a tanta confidenza «Quando mia madre morì, e piansi, come ogni bambino di dieci anni, mio padre mi punì perché avevo esternato le mie emozioni» disse e strinse in un pugno un lembo del lenzuolo per calmarsi, il ricordo di quella volta faceva ancora male «Capii già a dieci anni di non essere il tipo di figlio che mio padre voleva. Quando fui abbastanza grande da capire, iniziai a scrivere per non alienarmi alle sue assurde imposizioni» disse ancora «Suppongo di aver imparato a gestire con la mia arte poetica le mie emozioni, è il mio modo di essere diverso da lui e di provare emozioni».
«Siete così affascinante» sussurrò Castiel, guardandolo negli occhi «Avete sofferto così tanto, Dean…»
«Quando vi ho visto, ho capito che voi eravate la persona giusta per me» disse piano «Perché fin da quando vi ho visto, ho sentito mille poesie prendere forma nella mia mente» disse dandogli un leggero bacio a stampo sulle labbra «Siete la mia musa ispiratrice, da quando siete arrivato nella mia vita, avete scatenato una serie di reazioni dentro di me… che mi hanno stravolto e hanno fatto crescere la mia arte poetica e quando penso a voi, o vi guardo come adesso, sento centinaia di versi nella mia mente e…» Castiel lo interruppe appoggiandogli un dito sulle labbra.
«Fatelo per me» sussurrò «Componete qualche poesia, adesso, a voce, per me…» gli disse. Dean trasalì, e annuì. Lo avrebbe fatto, avrebbe reso felice il suo amante componendo e recitando per lui una lirica. Poteva farcela, doveva solo concentrarsi e le parole sarebbero arrivate da sole. Chiuse per un momento gli occhi e li riaprì, proiettandoli in quelli dell’altro che adesso lo guardava carico d’aspettativa, e se avesse sbagliato qualcosa?
«Oh angelo,
è la tua soave voce che il mio cuore ascolta?
O è l’eco che hai lasciato nel mio cuore,
il giorno che ci separammo?
Oh angelo,
mi specchio nei tuoi occhi e ritrovo me stesso,
mi specchio nel tuo sguardo e trovo la mia anima.
» fece una pausa, per prendere fiato e rimettere insieme le idee, stava andando bene, giusto? Castiel non fiatava, e continuava a guardarlo con quello sguardo blu che penetrava nella sua anima e lo rendeva leggermente nervoso.
«Oh angelo,
cos’è questo sentimento che sento crescere dentro di me?
È forse l’inizio d’un amore che entrambi proviamo?
Tu dirai che amore non può essere,
che per noi è impossibile,
ma cos’altro può essere se non amore?
Non è forse amore, il tormento che senti dentro,
quando alla stessa persona pensi?
» fece un'altra pausa per respirare, si sentiva travolto, si sentiva strano, mai in vita sua si era sentito così e soprattutto pervaso da un sentimento così forte da fargli girare la testa. Se non si trattava di amore, allora quello cos'era?
«Oh angelo,
aiutami tu, dimmi cos’è amore,
dammi solo una ragione,
dammi solo un'occasione
dammi solo una speranza
e sarò eternamente tuo» concluse prendendo un profondo respiro, non sapeva se avesse articolato bene i versi, ma quello era un lavoro che faceva con calma, che gli prendeva tempo, in pochi minuti quello era tutto ciò che era riuscito a comporre nella sua mente e non sapeva se era abbastanza. Chiuse di nuovo gli occhi e represse un sospiro, sperava di non averlo deluso in qualche modo con quella lirica improvvisata. Respirò un paio di volte prima di riaprire gli occhi, e poi si specchiò in quelli colmi di meraviglia del nobile accanto a lui, il quale non disse nulla, si sporse verso di lui e premette le proprie labbra contro quelle di Dean e lo baciò con trasporto di nuovo.
«Voi siete un uomo perfetto, Dean» sussurrò sulle sue labbra «Vi prego». Dean non sapeva per cosa lo pregasse, di baciarlo ancora? Di proferire ancora poesie per lui? Di smettere di corteggiarlo in quel modo? Cosa? Non lo sapeva, si limitò a baciarlo ancora in modo passionale e lussurioso, sentendo però stavolta qualcosa di diverso in quel bacio, qualcosa che sapeva non gli sarebbe piaciuto, c’era una punta di malinconia e di tristezza, ma finse di non notarlo rispondendo con la sua passione e la sua dolcezza, stringendolo delicatamente contro il suo corpo, mentre si lasciavano andare per quella notte. «Porterò le vostre parole nel mio cuore» sussurrò tra un bacio e l’altro «Le custodirò con me e me ne prenderò cura, ve lo prometto, Dean» disse ancora, baciandolo e ribaciandolo come se da quei baci dipendesse la sua vita; come se dopo quei baci, non avessero più avuto l’occasione di baciarsi.
Si lasciarono scivolare nel sonno, dopo essersi baciati a lungo, fermandosi solo quando l’aria nei loro polmoni diveniva troppo poca e necessitavano di respirare. Cosa c’era di sbagliato in tutto quello? Cosa c’era di sbagliato in due uomini che si amavano? L’amore non era sempre amore, indipendentemente da tutto?
Dean sapeva bene che il giorno dopo il confronto sarebbe giunto e lo temeva. Perché sapeva che in qualche modo l’idillio si sarebbe spezzato e loro sarebbero dovuti tornare brutalmente ad una realtà che nessuno dei due, soprattutto lui, voleva accettare. Quale doveva essere, a questo punto, la scelta giusta? Continuare ad assecondare i reciproci sentimenti nascosti da tutti, o fingere di non essersi mai conosciuti? Fingersi solo amici? E, come se avesse avuto una percezione a riguardo, quando il giorno dopo si destarono, Dean vide che in Castiel era cambiato qualcosa, lo percepiva nel suo sguardo sfuggente, nella sua apparente freddezza. Qualcosa era cambiato rispetto alla sera precedente, perché quando Dean fece per baciarlo di nuovo, lui si tirò indietro.
«Che succede?» chiese allora cercando la risposta nel suo sguardo blu, che si gelò alle sue parole.
«Dean, noi non possiamo» disse guardandolo «Tutto questo, le poesie, i baci, le lettere, tutto… non possiamo, non più, dobbiamo accettare…» disse affaticato «Dobbiamo arrenderci alla realtà dei fatti, voi sposerete mia sorella e…»
«Perché vi ostinate ad essere così pessimista? Maledizione, non siete stato bene con me, stanotte?» chiese, cercando il suo sguardo che tuttavia sfuggiva al suo. Com’erano arrivati a discutere, se la notte prima si erano scambiati baci e lui si era aperto con l’altro? Gli aveva anche composto una lirica solo per lui, così, su due piedi... Si era già spezzato tutto? Era già tutto svanito? Così come nel suo sogno impossibile?
«Sono stato magnificamente, davvero, stanotte credo d’aver toccato il paradiso, ma deve finire qua… dobbiamo essere razionali, Dean» disse, stavolta alzando lo sguardo verso il suo. Dean vide in quello sguardo la rassegnazione. Non voleva che Castiel si rassegnasse, perché in qualche modo, potevano aggirare i loro genitori, se volevano potevano riuscire a godere di quegli attimi rubati, insieme. Si sarebbe accontentato anche quello, gli bastava poco per essere felice, era sempre stato bravo a fingere, quindi poteva fingersi felice con la sorella di Castiel, se in verità era felice con lui in segreto «Non possiamo portare avanti questa cosa. È troppo pericoloso, per me e per voi. Se dovessero scoprirci…» disse senza finire la frase e deglutì con forza, scuotendo la testa. Il biondo cercò ancora il suo sguardo, per capire come mai tanta rassegnazione e pessimismo, perché quella mattina avesse iniziato a parlare in quel modo, perché avesse voluto interrompere l’idillio che era sbocciato con così tanta fretta.
«Castiel, dovete avere fiducia nel nostro amore» disse Dean, sorprendendo persino se stesso «So che è ancora presto per parlare d’amore, ma se non è di questo che parliamo, che cos’è? Se fosse stata una cosa passeggera, credete che avrei rischiato tutto, pur di essere qui con voi?» domandò guardandolo negli occhi «Vi prego, so che noi possiamo farcela. Dovremmo fingere di essere amici con gli altri, ma di nascosto, possiamo essere chi vogliamo. In questo villaggio, o in un altro possiamo scappare e stare insieme. Vi prego, abbiate fiducia in me».
«Dean, voi siete un uomo meraviglioso e sono onorato che proviate dei sentimenti così forti per me» disse guardandolo «Ma non posso assecondarli. Sarebbe un errore».
«Non è un errore!» esclamò alzando la voce «Lo sapete qual è un errore? Costringere un uomo che non ama una donna a sposarla, questo è un errore, quello che provo per voi, non è un errore!» disse ancora con tono alto, scuotendo la testa «Maledizione, so che è rischioso, ma io rischierei per voi, rischierei la mia stessa vita, pur di assaporare di nuovo il brivido della vostra compagnia!»
«Dean…»
«Sarei pronto a tutto per voi, maledizione! Perché non riuscite a capirlo?»
«Io lo capisco, ed è per questo che vi dico che non può funzionare, perché è troppo pericoloso e il solo pensiero di perdervi…» disse e poi sospirò «Mi fa stare male. Preferisco essere vostro amico anche nel privato, piuttosto che sapervi morto o in galera».
«O forse i sentimenti che provate non sono poi così tanto sinceri come lo sono i miei».
«Sapete anche voi che non è così. Per favore, cercate di ascoltarmi, e comprendete ciò che dico» mormorò, l'altro tacque e scosse la testa «Dean, per favore, lo dico anche per voi, soprattutto per voi, per proteggere voi, voi non avete idea, non sapete… per favore, non rendete le cose ancora più difficili» affermò con decisione, ma Dean non voleva ascoltare, non voleva capire, perché non voleva perderlo, non voleva essere solo un amico per lui, voleva lui, voleva tutto di lui. Non voleva solo parlare, scrivere e recitare poesie con lui, voleva baciarlo, voleva vivere nottate infuocate, voleva la passione e i suoi baci incandescenti. Voleva tutto ciò che non poteva avere e questa consapevolezza, mista al rifiuto di Castiel, lo faceva sentire impotente «Dean» lo chiamò ancora, accarezzandogli la guancia «Non dimenticherò mai la nottata che abbiamo trascorso qui, farà sempre parte del mio cuore, come il nostro primo bacio e le vostre poesie e la lirica che avete improvvisato per me, è la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai dedicato, ma è per il bene di entrambi che vi dico che non possiamo farla funzionare».
«Io vi dico che possiamo, perché dovete essere così pessimista? Perché dovete essere così crudele? Vi sto donando tutto il mio cuore e tutto il mio essere, perché lo respingete in questo modo? Vi costa tanto darmi un po’ di fiducia?»
«No, ma non voglio che vi illudiate, e non voglio illudermi nemmeno io. Tutto ciò che è accaduto stanotte, resterà nei nostri cuori, ma non possiamo portarlo avanti, lo sapete anche voi. Voglio che guardiate in faccia alla realtà» disse «Voi sposerete mia sorella, e io sarò vostro cognato; saremo amici, e già sarà difficile con questi trascorsi, sarà ancora più difficile se saremo amanti di nascosto. Non riusciremo a fingere, e distruggerà entrambi» continuò con tono rassegnato e serio «Mi dispiace, Dean, non lo dico con semplicità, ma solo con drammatica realtà» disse, alzandosi e raggiungendolo. Si abbassò verso di lui e premette un delicato bacio sulle sue labbra che sapeva d’addio e nostalgia «Cercate di perdonarmi, per favore». Poi si incamminò verso l’uscita senza guardarsi indietro, mentre Dean, ancora seduto e stordito dalle parole dell’altro, osservava la sua figura allontanarsi.
Era così carico di rabbia, così addolorato che non misurò le sue parole e: «Siete solo un codardo!» esclamò ad alta voce. Vide le spalle dell’altro incurvarsi, lo sentì mormorare un bassissimo: «Lo so» e poi lo vide sparire oltre la porta. Si pentì subito delle sue parole, ma ormai il danno lo aveva fatto, e si sentiva solo un verme, perché la sera precedente gli aveva detto l’esatto opposto. Sono un idiota – si disse mentre anche lui usciva e raggiungeva il cavallo.
Era consapevole solo di una cosa, ormai, che il suo cuore, il suo essere, tutto se stesso appartenevano a Castiel Novak, perché di lui si era irrimediabilmente innamorato e da questo non sarebbe mai tornato indietro. E per questo doveva rimediare all’errore madornale che aveva appena fatto, avrebbe solo dovuto assecondarlo, pazientare e tornare a corteggiarlo con le sue lettere e le sue poesie, perché diamine si era sentito pervaso dalla collera, in quel momento? Non aveva ragionato, e ora rischiava di perderlo per sempre.
 
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Hola people!
Buon venerdì, e ben ritrovati con il nostro consueto appuntamento con queste due patate innamorate. 
Mi sono lasciata di nuovo prendere la mano e un capitolo di appena 5mila parole è diventato di 7mila ops, non chiedetemi come abbia fatto, perché non ne ho idea. Non so cosa combinerò con i prossimi lol questa storia diventa sempre più luuunga. Anyway era iniziato bene, vero? Sembravano tutti felicini e innamorati.
E invece ecco che BAM Castiel torna ad essere un essere razionale e si rende conto che non possono, che è troppo pericoloso. Quindi litigano e Dean ovviamente che è quello più passionale e in questo caso coinvolto, si lascia andare alle emozioni e alla rabbia e lo ferisce involontariamente. 
Ci tengo a dire una cosa, le poesie che ha dedicato Dean a Cas le ho scritte io, ma sono una narratrice non una poetessa, quindi non hanno un vero e proprio stile, diciamo che a volte mi diletto nello scrivere piccole poesie; ma non intendo affatto insultare il lavoro di chi lo fa per lavoro! Non oserei mai! Sono particolarmente legata alla seconda, perché diciamo che l'ho riutilizzata, l'avevo scritta un paio d'anni fa per una persona a cui tenevo molto (molto) ovviamente il sentimento era unilaterale. BUT, l'ho modificata per la storia, ma il succo era quello. Spero che vi siano piaciute comunque! 
Colgo l'occasione di questo momento di confessioni per ringraziare le meravigliose persone che recensiscono sempre ogni capitolo senza stancarsi, ringrazio chiunque legga la mia storia anche silenziosamente e anche chi ha speso un click per iniziare a leggerla. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore. Ci si becca la prossima settimana con un nuovo capitolo! In cui ci saranno dei chiarimenti e altra roba bella Destiel <3
Stay tuned, people! A presto!

   
 
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