Vi prego di leggere questa storia prima di cominciare, grazie mille!
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Quando hai un'eternità per piangerti addosso, è inevitabile cominciare a rimuginare.
Distrutto e sconfortato, mi stendevo e ripensavo ai momenti passati insieme.
Sulle mura della stanza buia non sono mai ricomparse le scritte a cui mi ero aggrappato con tutte le mie forze quando ero in vita.
Era tutto vuoto. Non c'era niente per me in quella stanza.
Ero mai stato in vita?
Non avrei saputo dimostrarlo. Tutte quelle scritte, tutto quel dolore... inutili. Se l'avessi saputo non avrei speso tutti quei soldi in pennarelli, forse mi sarei viziato un po'.
Guardavo quel cielo senza stelle che avevo per soffitto e cercavo una costellazione che mi parlasse di te, per rendere la solitudine più sopportabile.
Ma tu non c'eri, non arrivavi mai. Non saresti mai arrivato.
Senza finestre, senza stelle, senza te, l'unica fonte di luce in quella stanza era quella candela a cui avevo dato le spalle per non so più quanto tempo, quella che mi faceva bruciare gli occhi e poi piangere. Avevo imparato ad odiarla, ma non potevo ignorarla per l'eternità.

È ora di alzarsi.

Un'eternità per rimuginare, un'eternità per capire che forse, dopotutto, non mi manchi così tanto.
Mi dicevi sempre che il dolore era vita, che senza mi sarei sentito morto.
Ma vedendo la luce dopo tutto quel tempo i miei polmoni si sono riempiti per la prima volta di aria. E di speranza.
Non posso dimostrare di essere stato vivo, e probabilmente a quest'ora avrai fatto del tuo meglio per nascondere il segno del mio passaggio.
Ma io mi sto concedendo un'altra possibilità, e non riuscirai a togliermi questa nuova vita senza di te.
Avevo dimenticato ci fosse una sedia in questa stanza. Provo a sedermi per la prima volta. È molto comoda.
Probabilmente con una candela così piccola sarebbe impossibile giocare a ombre cinesi. Forse è meglio così, ho sempre odiato quanto tu mi facessi pesare tutte le volte che ho perso.

Per la prima volta questa stanza non mi sembra poi così vuota. Ho una sedia comoda per sedermi, un fuoco per farmi luce e scaldarmi e mura vuote che aspettano solo che io disegni il mio futuro. Disegnerò il mondo che mi hai sempre impedito di avere.
Disegnerò una casa col tetto blu e non mi interessa se pensi che sia stupido. A me piace così. Voglio un laghetto e tanti alberi, dei fiori e dei negozietti di dolci. Ci saranno tanti cani in giro, ma non saranno randagi. La mia città è un posto sicuro dove tutti possono passeggiare liberamente e non devono aver paura di uscire di casa.
Costruirò tutto dal nulla, da solo, con le mie forze.

Addio, Hitori.
... Era quello il tuo nome?
Suona così strano. Così lontano.
Non voglio ricordarlo.
Addio, e non tornare.
Da oggi comincia la mia nuova vita senza di te.

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Non pubblico su efp da tre anni? Forse di più?
Ogni tanto riguardavo il mio profilo e provavo immensa tristezza. Ho sempre scritto storie di sofferenza su personaggi che, a mio parere, meritavano di meglio. Chi mi conosce personalmente sa che Kazuaki è un personaggio importantissimo per me e volevo che avesse una seconda possibilità. Quindi ho scelto la fanfic che più mi ha resa triste e l'ho riscritta. Non so quanto possa essere bella, scrivere non è sicuramente la mia strada, ma gli ho dato speranza. Questo era il mio intento.
Grazie per aver letto questa storia! Chi lo sa, potrei pubblicarne altre in futuro!