Connie perse la capacità di respirare sentendo materialmente quanto Mike la desiderasse e si perse in quella sensazione, desiderando solo che quella loro prima notte insieme non finisse mai.
Lui spostò la testa di lato, iniziando a baciarle quel punto sensibile sul collo che le provocava la pelle d’oca, riuscendo così a farla sospirare mentre le accarezzava uno dei seni.
Arrivata fino alla base ed abituatasi alla presenza di lui, iniziò lentamente a muoversi e quello sfregamento le provocò talmente tanto piacere da darle l’impressione di poter impazzire da un momento all’altro.
Con ancora gli occhi chiusi, cominciò anche lui ad ansimare, lasciandosi sfuggire di tanto in tanto qualche gemito gutturale.
Più Connie si muoveva con intensità crescente, più Mike le baciava quel dolce punto sotto tra la mandibola e l’orecchio, provocandole ancora più piacere poi decise che era giunto finalmente il momento più adatto per poter continuare quel dolce supplizio che aveva interrotto sul suo seno perfetto.
Scese respirando a fatica.
Il cervello di Mike in quel momento era completamente impegnato su Connie, non aveva nè tempo nè spazio per curarsi di qualsiasi altra cosa che non riguardasse loro due o l’ambiente circostante.
Lei spostò le braccia per andare ad avvolgere la testa di lui in un abbraccio mentre Mike riprese in mano uno dei seni, iniziando così a giocarci.
«Sei fantastico..» riuscì malapena a sussurrare mentre continuava a muoversi ritmicamente, sentendo ancora una volta l’esperta lingua del Procuratore Cutter su quella sua delicata e sensibile parte del corpo.
Infine, Mike la prese tra le sue braccia e, cambiando lato del letto matrimoniale, la fece sdraiare sotto di sè, uscendo, però, da lei.
Ormai i loro corpi erano talmente accaldati da farli sembrare due reduci della Maratona di New York.
Mike potè finalmente guardarla cambiare espressione mentre scivolava di nuovo in lei.
Sorrise pensando che, nonostante quella loro nuova situazione, avesse ancora la sua tipica espressione che pareva innocente ma che in realtà era molto più eloquente di quanto si potesse pensare.
Iniziò a muoversi, prendendo il suo ritmo naturale e Connie si sentì ancora più riempita da lui, tanto da gemere più forte di prima e stringerlo a sè, in modo che lui potesse appoggiare la fronte nell’incavo del collo e tornare a su quel punto che le accendeva ogni senso.
Potè finalmente sperimentare quanto lui la volesse e, al contrario di Woll, tutto ciò che Mike faceva era rivolto solo a darle il più alto piacere e a farlo durare il più a lungo possibile e, soprattutto, era dolce, sia nei baci, che nelle carezze, che negli sguardi ed anche nel suo modo di fare l’amore.
Woll invece no.
Poteva essere qualsiasi cosa ma sicuramente non dolce nè tantomeno premuroso.
Lui voleva il piacere, solo il proprio piacere e lei, come qualsiasi altra donna che fosse stata al suo posto, prima e dopo, era lì esclusivamente per soddisfare le sue voglie, le sue esigenze e niente di più, non esistevano momenti dolci o romantici con quell’uomo.
“Usata e buttata via come spazzatura.. Maledetto.. Woll, che tu sia maledetto..” A quel pensiero così rabbioso, Connie volle guardare l’uomo sopra di lei negli occhi, per potersi liberare dal fantasma di quell'obbrobriosa relazione a senso unico che era quasi riuscita a rovinarla e che le avrebbe impedito di realizzare tutto ciò che stava vivendo con Mike, il suo salvatore, il suo migliore amico.. Il suo Mike, come disse lui stesso.
«Michael.. Guardami..» sussurrò al suo orecchio. «Guardami.. Ti prego..» sospirò tra gli ansimi si nuovo e lui l’accontentò.
Alzò la testa e la guardò negli occhi.
«Ti amo.. Ah.. Mike..!» gli disse un’istante prima di baciarlo e lasciarsi andare con un lungo gemito alla gloria dell’orgasmo più intenso che abbia mai provato.
Sentendo tuto ciò, Mike non resistette più, non volle più aspettare e neanche poteva.
Prese a muoversi un pò più forte e più veloce di prima, gemendo ad ogni vigorosa spinta, finchè Connie non si sentì caldamente riempita.