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Autore: destiel87    29/10/2018    0 recensioni
Davanti alla telecamera, Bellamy Blake e John Murphy sono sempre in bilico tra la lotta e l’ alleanza, spinti dall’ istinto di sopravvivenza a compiere qualsiasi gesto. Soprattutto adesso che il praimfaya è in arrivo.
Dietro la telecamera, il loro legame diventa ogni giorno più profondo e intimo.
Tra finzione e realtà, uno sguardo tra i pensieri di Richard Harmon, un ragazzo perennemente fuori posto, che scopre in Bob Morley un amico e un confidente, fino al giorno in cui si perdono nel bosco… Questa volta per davvero.
Non sono soli però, un branco di lupi vive tra quelle montagne oscure…
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bellamy Blake, John Murphy
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Behind the scene
 
 
 

Polis Location – H 14:00 - Canada

 
Vi siete mai sentiti soli anche in mezzo a tante persone?
Avete mai dovuto sorridere quando in realtà volevate solo piangere?
Io si, per quasi tutta la mia vita.
Forse per questo ho scelto di fare l’ attore, ero così abituato ad indossare una maschera, che ho pensato che avrei potuto farlo per vivere. Guadagnarci perfino.
E perché no? Infondo cosa avevo da perdere, oltre la mia noiosa esistenza in quella cittadina… I bulli della scuola? I miei che litigavano in salotto?
Avrei potuto essere chiunque volevo, e  in qualsiasi parte del mondo desideravo andare, potevo esserci, bastava solo fare un bel sorriso e  crederci.
Direi che ha funzionato, sono qui, nel bel mezzo del Canada a girare questa serie.
Non che mi lamenti, solo… Ho sempre la sensazione di essere fuori posto.
Come se fossi nato sbagliato.
Tutti intorno a me sembrano felici, ridono, s’ innamorano, si sposano, fanno feste… Sembra tutto così semplice, tutto così naturale…  Allora perché io non ci riesco?
Perché per quanto mi sforzi, sento non di appartenere a niente e nessuno?
Si potrebbe dire che questa sia la vera libertà, ma lasciatevelo dire, ci si sente soli, nel bel mezzo della fottuta “vera libertà.”
Ad ogni modo, non so perché vi stò raccontando questa storia, forse a volte si ha solo bisogno di dire le cose a voce alta, così sembra quasi che siano meno brutte.
“Ehi idiota, ma stai parlando con gli scoiattoli?”
E’ Bob, cazzo. Perché riesce sempre a trovarmi dovunque mi nasconda? Sembra quasi che abbia un radar o cose simili.
Proprio adesso che sono circondato da noccioline e scoiattoli… Peccato, erano meglio del mio ultimo terapista.
“Ma non dire stronzate, stavo solo… Ripassando la scena di oggi!”
“Aha… Strano, non me la ricordavo così!”
Dicendolo, si avvicina a me e mi scompiglia i capelli, con quel sorriso da bambino e quegli occhi colmi di spensieratezza, che rendono davvero impossibile volergli male.
E’ così diverso da Bellamy, che al contrario è sempre cupo e pensieroso.
Io lo preferisco così, è sempre talmente allegro che… In qualche modo rende allegro anche me.
“Dai piantala, o le truccatrici impazziranno!”
“Stanno già impazzendo, sei in ritardo per la scena! Così sono venuto a cercarti…  Non capisco perché sgattaioli sempre via per venire nel bosco… Ci hai nascosto dell’ erba per caso?”
“Magari! E’ solo che mi piace stare da solo…  Mi piace guardare gli alberi e…”
“Ahhh allora sei un guardone di alberi eh? Beccato! Sapevo che avevi qualche perversione segreta!”
“Io non ho nessuna perversione segreta, razza di maniaco!”
“Uhm, controllo subito!”
“Eh? Aspetta cosa…?”
Improvvisamente quello scemo mi afferra il pacco, guardandomi fisso negli occhi con un sorriso che stavolta, non ha nulla di infantile.
“Lasciami andare!” Borbotto in preda all’ imbarazzo, spingendolo via.
Lui mi fa una linguaccia, io scuoto la testa e gli do uno scappellotto.
Fortuna che non mi ha controllato adesso!
Comunque tra un insulto e qualche battuta, ci dirigiamo verso la zona delle riprese.
Iniziano a sentirsi i rumori dei macchinari e delle persone, tutte indaffarate come piccole api operaie.  C’ è chi sistema le luci e c’è chi affila le spade, altri si allenano nei combattimenti o mangiano un panino veloce, altri ancora ripassano le battute.
Arriviamo finalmente alla location della torre di Polis, dove ci aspettano gli altri attori e il regista, che sento sbraitare fin da qui.
Qualche ritocco veloce con pettini e pennelli, misto ai consigli degli sceneggiatori e siamo pronti a partire.
Cala il silenzio.
“Luci, motore, azione!”
“Murphy, non c’è più tempo, tra poco arriverà la prima ondata, dobbiamo aprire la porta.”
“Sai che non possiamo farlo, Bellamy!”
“Octavia è là fuori!”
“Emori è qui dentro invece. Sai che se apri quella porta, la cacceranno via… Non posso permetterlo!”
“E tu sai che aprirò quella dannata porta, fosse l’ ultima cosa che faccio!”
“So’ che ci proverai. Ma non hai modo di convincermi, e non puoi liberarti da quelle catene…”
“Troverò il modo, e quando lo farò, ti conviene non essere qui…”
“Oh e dove altro potrei andare? Il mondo che conosciamo stà per finire Bellamy, è una cosa più grande di noi, non c’è niente che possiamo fare.”
“C’è una cosa che possiamo fare, lo sai. Ti prego. Quelle persone moriranno…”
“A te non importa di quelle persone, ti importa solo di Octavia.”
“Anche se questo è vero, non vuol dire che non sia anche la cosa giusta da fare. Potresti provare, una volta tanto.”
 
 
Central camp – H 19:00
 

E’ andata bene oggi, dopotutto.
Ho rischiato di avere un erezione guardando Bob legato con quelle catene ma…
Grazie al cielo sono riuscito a controllarmi. Spero solo che non lo abbia notato nessuno.
Ed ora eccoci qui seduti uno accanto all’ altro come bravi bambini, insieme al resto del cast e dello staff, a cenare e discutere.
Sono tutti su di giri per la scena di stasera, a parte me, che detesto stare nei boschi di notte. Da buon appassionato di horror quale sono, mi aspetto sempre che qualcosa di orribile sbuchi da dietro un albero e mi faccia a pezzettini.
In qualche modo, Bob sembra capire i miei pensieri, perché mi guarda con fare premuroso e dice: “ Non ti preoccupare, ti proteggo io!” mettendosi in posa da supereroe.
“Oh perfetto, ora si che mi sento sollevato. I serial killer cannibali tremeranno di paura…”
Lui fà una faccia buffa e mi tira un pugnetto al fianco.
“Vai a farti fottere!” Gli rispondo, facendogli una linguaccia.
Lui sorride e si sporge verso di me, poi mi sussurra qualcosa all’ orecchio: “E’ un invito?”
Rimango un po’ a guardarlo, cercando di capire se è uno dei suoi stupidi scherzi.
Dio, quei suoi maledetti occhi neri mi faranno impazzire, potrei perdermi a fissarli per ore.
Cosa che ogni tanto mi succede davvero, anche sul set purtroppo. E sono abbastanza sicuro che lui lo sappia e che lo faccia apposta, a guardarmi in quel modo.
Quasi volesse mangiarmi come un dannato hamburger.
Lo spingo via, facendogli un pizzicotto sul fianco.
Lui sorride divertito, facendomene un paio a sua volta, sulle cosce.
Iniziamo a spingerci, pizzicarci e tirarci del cibo come due mocciosi, finchè improvvisamente sentiamo tuonare la voce del regista.
“Allora voi due! Noi adulti stiamo parlando di cose serie qua, vedete di finirla subito, o potete anche andarvene a letto senza cena!” Strilla, alzandosi in piedi e battendo i pugni sul tavolo.
“E tu chi ti credi di essere? Mio padre?” Risponde calmo Bob,  giocherellando con la forchetta.
A quel punto, abbiamo tutti gli sguardi addosso, e per qualche istante, cala il silenzio.
“Come hai detto ragazzo? Ti avverto, non sono dell’ umore stasera! Siamo già in ritardo con il programma, quel cazzo temporale ha distrutto delle attrezzature importanti, ho quegli della produzione con il fiato sul collo, e come se non bastasse quell’ attricetta viziata… ”
“Dean! – Urla l’ assistente di produzione – “Per favore, cerca di rimanere calmo, non ci servono altri problemi… Concentriamoci su quelli che già abbiamo!”
“Allora di a quei due idioti di fare silenzio Rachel, prima che…”
“Idioti?!” Ribatte Bob, sbattendo il bicchiere di vino sul tavolo.
“Bob dai, lascia stare! –  Dico cercando di calmarlo – Non è un buon momento…”
“Non me ne frega un cazzo, non gli permetto di parlarci in questo modo!”
“Al diavolo, lascia che dica quello che vuole! Perché non mi fai vedere quel posto figo di cui mi parlavi l’ altro giorno?” Gli afferro la manica della giacca, cercando di farlo alzare.
Il regista apre la bocca come a voler urlare qualcosa, ma Rachel gli blocca la mano con la propria, sussurrandogli qualcosa all’ orecchio.
Bob fa un po’ di resistenza, guardando in cagnesco il regista, ma poco a poco riesco a trascinarlo via, parlando di stupidaggini per farlo distrarre.
Ho già assistito a troppe liti come questa quando ero bambino, e per esperienza so’ che se nessuno dei due si calma, le cose degenerano in fretta e in malo modo.
Mettiamoci poi che Dean ha un carattere di merda e Bob diventa intrattabile quando beve.
Stà ancora borbottando qualcosa, quando arriviamo finalmente sulla cima della torre.
Non dovremmo nemmeno essere qui, visto che è severamente vietato ma…
Devo ammettere che c’è una vista mozzafiato.
Riesco a vedere la città di Polis, con le sue casette di pietra, i banchetti di legno pieni di frutta di cera e i tendoni colorati nel mercato. Cavolo, sembra quasi vera.
Al di là delle murate di pietra, che poi sono di cartongesso, si trova il nostro mondo.
Ci sono gli studi di montaggio, i camerini, la mensa, la palestra, gli studios interni, gli uffici centrali, e gli alloggi. Più tutta una serie di stanze piene di costumi, attrezzature, luci e altra roba che onestamente non so cosa sia.
Siamo stipati là dentro da mesi ormai… Devo ammettere che l’ unico lato positivo nel vivere con tutte quelle persone semi-sconosciute, che urlano e puzzano di sudore, è che sono accanto alla camera di Bob.
Ogni tanto lo sento perfino russare attraverso la parete, a volte lo sento cantare sotto la doccia, e la cosa migliore, è che quando beve troppo sbaglia porta e viene a dormire nel mio letto.
Una persona migliore forse lo aiuterebbe a tornare nel suo, ma non io.
Mi fa impazzire averlo vicino a me, sentire il calore del suo corpo, quel leggero borbottio che fa quando sogna, la sua pelle che sfiora la mia… A volte quando fa freddo si stringe a me, come un cucciolo di koala con la sua mamma. E’ sexy e adorabile allo stesso tempo.
Poi quando la mattina si sveglia fa finta di niente e ci scherza su, e io lo lascio fare, perché in fondo affrontare la cosa non spaventa solo lui.
Ed eccoci qui, a guardare il bosco al di là dei nostri due mondi, scuro e silenzioso, illuminato dai deboli raggi della luna, che ora risplendono anche su di noi.
Non lo sento avvicinarsi finchè le sue braccia mi circondano la vita, e la sua schiena si scontra contro la mia.
Rimango immobile e faccio un profondo respiro, mentre il suo viso si appoggia alla mia spalla.
Vorrei dire qualcosa, vorrei allungarmi e baciarlo, ma sono bloccato.
Sento che se mi muovessi adesso, crollerebbe tutto, come se fossimo in piedi sopra un castello di carte.
Non voglio che accada, non voglio perderlo. E’ così bello sentire il suo corpo che preme sul mio, e sentirmi stretto tra le sue braccia mi fa sentire al sicuro.
“Tutto ok?” Mi chiede quasi con un sussurro.
Annuisco, appoggiando lievemente la fronte contro la sua.
E’ una sensazione così bella, che se fosse una droga ne sarei già dipendente.
O forse lo è?
 
 
 
Chapter 1 of 2
  
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