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Autore: Serendipiti    30/10/2018    2 recensioni
Non si parlava nemmeno di ragazzini problematici; A giudicare dalle dichiarazioni di chi li conosceva, erano dei sereni e tranquilli bambini. Inoltre non si conoscevano, ed era impossibile anche solo pensare che un centinaio di giovani, provenienti da quasi tutto il mondo, si fossero misteriosamente organizzati per scappare e fuggire chissà dove.
[ ALERT: Post-Adventure 02. Prende in considerazione gli eventi dei giochi per Wonderswan, eccetto gli ultimi due.]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Sora/Tai, TK/Kari
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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I



6 Aprile 2001, Odaiba, Giappone


Secondo il Dipartimento di Polizia di Odaiba, ammonta a dieci il bilancio di ragazzini scomparsi solo su territorio Giapponese. Le autorità internazionali stanno ancora indagando, ma si sospetta l’operato di un gruppo criminale. Nel frattempo, sconsigliamo caldamente di lasciare da s—”

Il notiziario radiofonico contribuì solamente a peggiorare il mal di testa martellante che assillava Kagayaku Kotori. Non vi era una singola notte, da quando lavorava al caso, in cui l’investigatrice era riuscita a chiudere occhio, od almeno non senza immaginare sua figlia rapita da perfetti sconosciuti. Forse malintenzionati o, nel peggiore dei casi, trafficanti di bambini.

Non dovrei prenderla così sul personale, si disse, il mio ruolo impone che sia il più distaccata possibile. Eppure quella paura continuava ad annidarsi da qualche parte nella sua mente, tessendo ragnatele che le impedivano di liberarsene. Assicuratevi sempre che I vostri figli non escano mai da soli, scortateli all’entrata e all’uscita dalle scuole, non perdeteli mai di vista. Queste le parole del Capo Distrettuale Ishiguro, che questa mattina ha presenziato ad una conferenza sulla sicurezza.” Dal punto di vista di Kotori si trattavano di accorgimenti logici e sensati, eppure inutili; I bambini scomparsi, per quanto potesse sembrare assurdo, non erano figli di genitori assenti e distratti, che non avevano prestato loro l’attenzione di cui necessitavano. Al contrario, provenivano da situazioni familiari stabili, salvo rari casi.

Non si parlava nemmeno di ragazzini problematici; A giudicare dalle dichiarazioni di chi li conosceva, erano dei sereni e tranquilli bambini. Inoltre non si conoscevano, ed era impossibile anche solo pensare che un centinaio di giovani, provenienti da quasi tutto il mondo, si fossero misteriosamente organizzati per scappare e fuggire chissà dove.

Per un certo periodo si erano seguite le piste più disparate, molte delle quali diventate sempre meno credibile col passare del tempo, fino a ripiegare sulla possibilità che vi fosse qualcosa di terribile dietro. Intanto, troppe famiglie piangevano nel terrore di non rivedere mai più I propri figli.

Un’altra incognita era il ragazzino seduto sui sedili posteriori dell’automobile. Una segnalazione anonima aveva aiutato il Distretto di Polizia a ritrovarlo poco prima che, apparentemente, si gettasse dal cornicione della casa in cui abitava coi suoi genitori, ad Hikarigaoka. Secondo le ricostruzioni dei due anziani proprietari, il bambino era misteriosamente riuscito ad intrufolarsi all’interno della loro camera da letto, cercando ossessivamente I genitori, come si fosse dimenticato d’essere orfano. In seguito era stato riconosciuto come Harukaze Ayumu, uno dei giovani Giapponesi scomparsi. L’unico ad essere tornato.

Avrebbe potuto essere la chiave di volta per la risoluzione del caso, non fosse stato per le gravi mancanze nella sua memoria. Secondo lo psicologo a cui era stato assegnato, doveva aver riportato traumi talmente forti da portarlo a chiudersi in sé stesso e cancellare qualsiasi evento relativamente recente, pur di proteggersi da qualcosa. Nei fatti, quei ricordi erano ancora lì, ma bloccati, perché troppo dolorosi. L’opzione migliore per aiutarlo a rimuovere il blocco, oltre ad una serie di sedute, era farlo vivere in un ambiente familiare e sicuro, a contatto con delle persone di cui potesse fidarsi.

Siamo quasi arrivati alla tua nuova casa, sei contento?” Chiese la donna, spostando di poco lo specchietto dell’auto con la speranza di sorgere anche solo il minimo mutamento nell’espressione del suo viso, come un lieve guizzo di felicità, ma non accadde. Annuì appena, restando impassibile e con lo sguardo fisso fuori dalla finestra. Sul vetro appannato, disegnava mostri impossibili.

Le si strinse il cuore.

   
 
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