Quel giorno era tornato a casa. Soltanto perchè quella notte c'era una di quelle noiose feste. Doveva prendersi un vestito elegante, non ci poteva andare da western. Percorse il corridoio e più si avvicinava alla stanza e più l'atmosfera si faceva pesante. In quella stanza avrebbe trovato non solo Vincent (si, a 24 anni condivide ancora la stanza col fratellino) ma il caos più totale di pupazzi con orecchie tagliate, bucati allo stomaco e con occhi cavati. La sua stanza era l'ultima sul fondo, la vedeva benissimo. Lui camminava lentamente, per non arrivare subito. Restava con lo sguardo fisso sulla porta, vedendola sempre più vicina. A metà strada si bloccò, notando la maniglia girarsi e la porta aprirsi. Da lì uscì Vincent, sorridente come sempre. Notò il fratello, fermo sul lungo tappeto rosso. Chiuse la porta dietro di sè e si avvicinò. «Gilbert, è una sorpresa rivederti.» disse Vincent, contento di vedere quella persona. Ma Gilbert rimane in silenzio, immobile, non sapendo neppure lui cosa provare in quel momento. Vincent lo sorpassò e si fermò dietro di lui e gli chiese senza girarsi: «Che ne dici di bere un tè? Magari in giardino, all'aria aperta. Come piace a te.» Gil non rispose, non che l'altro si aspettava una risposta. «Bene, se vuoi venire tra un ora ci vediamo in giardino. Noi due soli.» esclamò. I due ricominciarono a camminare, allontanandosi uno dall'altro.
Gilbert passò quell'ora a decidere il vestito, ma non arrivò a nessuna conclusione. Quel piccolo incontro con Vincent lo faceva pensare, di cosa voleva parlargli? Era difficile avere una discussione normale con lui. Posò l'ultimo vestito sul letto e decise di raggiungerlo.
Il giardino era pieno di rose di tutti i colori, c'erano anche altri fiori ma esse erano le più evidenti. In mezzo c'era un gazebo dove dentro c'era un tavolo con due sedie. Seduto c'era già Vincent e accanto a lui una cameriera che apparecchiava la tavola con teiera e tazzine. Gil attraversò il giardino fino ad arrivare a loro. «Vedo che alla fine sei venuto, Gilbert.» Lui sbuffò e si sedette nella sedia di fronte a lui. «Sei di poche parole per caso?» gli domandò, lui rispose bruscamente: «Che cosa vuoi?» Il biondo ridacchiò divertito. La cameriera versò il tè sulle due tazzine e posò la teiera al centro. «Grazie Kate, puoi andare.» Annuì e lasciò i due soli. Vincent prese la tazzina e cominciò a sorseggiare lentamente, Gil invece non la toccò neppure continuando a guardare il fratello, aspettando una risposta alla sua domanda. « Non pensi sia una bella giornata?» Domandò il biondo facendo una pausa. Gilbert annuì, prese in mano la tazza e cominciò a guardare il tè. « Vuoi sapere cosa voglio? La cosa che voglio più a questo mondo è che tu inizi a ricordare.» « Ricordare? Ricordare prima di quindici anni fa?» Vincent fece cenno di si. Il suo sorriso cattivo diventò dolce. Posò delicatamente la tazzina sul piattino e abbassò lo sguardo. Perchè adesso Gil pensava che si stesse comportando male con lui. « Sentì Vincent...» « Ssh..» non gli permise di parlare, alzò lo sguardo verso la sua tazzina. « Non l'hai ancora bevuto?» gli chiese. « Non ne ho voglia.» gli rispose. « Che peccato. E io che ci tenevo tanto.» ridacchiò. « non sei divertente.» esclamò il moro. Lui tornò a guardarlo e si alzò. Si avvicinò dalla sua parte del tavolo e si sedette su di esso.(Si capisce che è sul tavolo, vero?) «Com'è carino il mio fratellino~ » Gil lo guardò dal basso, cosa voleva fare? Vincent gli carezzò leggermente il volto, facendo passare la mano sotto il viso e facendoglielo alzare. Il biondo si abbassò su di lui e premette le labbra contro le sue.
Gilbert si sorprese, stava per muoversi ma Vincent gli bloccò i polsi, non permettendogli di non prendere le pistole. Infilò la lingua dentro la sua bocca e cominciò ad esplorarla, senza la volontà del moro. Gilbert comunque non si mosse molto, non ne aveva la forza. Chiuse soltanto gli occhi come aveva fatto il fratello e cominciò a ricambiare anche lui. Le loro lingue cominciarono a giocare, come due bambini. Esse si separarono, come le loro labbra. Gilbert rimase con gli occhi chiusi, incredulo. Passò un leggero venticello che passava sul suo viso, poi all'improvviso si sentì un tonfo. Aprì gli occhi improvvisamente, Vincent non c'era più. Si alzò e si guardò intorno. C'era solo una brezza che faceva muovere le piante, e in mezzo alle rose c'era Echo, che lo guardava indifferente. « Salve Gilbert-san.» gli disse, il moro la guardò un pò confuso e poi ricambiò. Gilbert uscì dal gazebo e rientrò in casa. Si toccò le labbra. Perchè lo aveva fatto? E perchè lui aveva ricambiato? E come mai era sparito all'improvviso? Se lo era immaginato? Si stava ponendo troppe domande, gli scoppiava la testa. Echo si avvicinò al tavolo e andò dietro di essa. Vide il suo padrone disteso a terra, addormentato, come gli succedeva di solito.
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Ringrazio Shichan per Perdonate se è piccola, ma la continuazione preferisco non farla. (Era lemon e una mia amica mi uccideva se la facevo XD)
avermi aiutato e Anger e Super Tizia per avermi supportato! ^^
Per favore commentate anche in negativo, così mi aiuterà una prossima volta!^^