“Questa storia partecipa a
“Una festa in zucca” - Challenge
di Halloween” indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.
Prompt: 3. Non tutte le persone
invitate alla festa
indossano un costume…
Rapito dalla Incubus
La incubus si passò le
piccole mani sul vestito rosa che
indossava, facendo fremere le ali da pipistrello sulla sua schiena.
“Oh, che bel
costume” si congratulò Tsukune, andandole
incontro.
< Sono così felice
che sia venuta. Da quando si è
trasferita nella nostra zona non ha mai avuto il coraggio di farsi
vedere da
nessuno > pensò. Si raddrizzò il coltello
di plastica, collegato a un
cerchietto, che dava la simulazione di una testa trafitta, sporca di
sangue finto.
“Sei arrivata un
po’ in anticipo” disse, grattandosi il
collo.
“Mia madre voleva
assolutamente che arrivassi prima” rispose
la giovane. Si piegò in avanti, facendo ondeggiare i seni.
“Le hai fatto una
così buona impressione che pensa di potersi completamente
fidare di te.
Ora stanno parlando insieme in
cucina” rispose.
Tsukune si grattò il
sopracciglio, guardandosi intorno con
espressione di disagio.
“S-sì? Non lo
sapevo. Credo di averla intravista solo una
volta” sussurrò.
< Che sia quella signora
invadente che mi ha spaventato l’altro
giorno fuori da scuola? > si chiese. “Mio padre non
c’è, ma mia madre credo
resterà anche per la festa.
Fino ad ora è arrivata
solo Charlotte, in questo momento è
in bagno. Sai, lei si è travestita da mummia, ma il suo
costume non sembra per
niente elaborato come il tuo” spiegò il ragazzo.
“Sai, non tutte le persone
invitate a questa festa indossano
un costume” sussurrò Kurumu. Le iridi color
ametista di Kurono iniziarono ad
emanare radiazioni nell’aria, mentre si deformavano.
Tsukune non riuscì a
distogliere lo sguardo, arrossì, mentre
la sua espressione diveniva vuota.
“M-mia
madre… Non
po-poteva… travestirsi…”
biascicò.
La Incubus gli affondò il
viso tra i suoi seni, il ragazzo
cadde in ginocchio con un gorgoglio, finendo stordito.
“Non parlavo di
lei” rispose la ragazza. Le sue unghie si
erano allungate e le era comparsa una coda. Avvolse la vittima tra le
braccia
sottili. “Sai, mia madre la sta distraendo. Presto non si
ricorderà neanche di
avere avuto un figlio.
Mio padre, invece, si sta occupando
della nostra compagna”.
Spiccò il volo, portando con sé la vittima,
attraversò una portafinestra
aperta, attenta che Tsukune non andasse a sbattere.
< Stare qui è
piacevole > pensò il ragazzo
ipnotizzato.
“Non credevo che mia madre
avesse ragione. Andare una
settimana alla scuola umana non mi ha solo permesso di prendere il
diploma,
dimostrando che non sono una minaccia per gli umani.
Mi ha addirittura fatto trovare
l’amore della mia vita.
Vedrai, ‘marituccio’, sarò la moglie
ideale” promise. Si allontanò, muovendosi
tra le nuvole, mentre il corpo del giovane ondeggiava come una
marionetta,
stretto dalla presa d’acciaio di lei.
Kurumu si voltò e vide che
sua madre e suo padre volavano
dietro di lei.
Sua madre si lasciò
sfuggire dei trilli eccitati, portandosi
le mani alla bocca, mentre il padre le faceva il segno
dell’ok.
“Tua madre mi ha rapito
proprio così alla mia ex. Brava la
mia bambina” si congratulò il genitore.
La saliva di Tsukune aveva finito per
bagnare il maglioncino
giallo della rapitrice.