Halloween
a casa Vongola
“Siamo
la coppia di lupi mannari più spaventosa di
sempre, Decimo. Non preoccupatevi” disse Hayato. Guardando
Tsuna raddrizzarsi
nuovamente il cerchietto con le orecchie da lupetto.
“Su
questo ho i miei dubbi. Mia madre non faceva altro
che ripetere quanto fossi carino vestito così.
Sarà
che non è tanto diverso dal costume da gattino
che avevo l’anno scorso” rispose. La coda grigia
legata alla sua vita tremava.
Hayato
s’inginocchiò ai suoi piedi e gli prese le mani
nelle proprie, sporcando la punta della propria coda sulla strada.
“Tremeranno
di fronte a voi, mio splendido signore
delle tenebre” giurò solennemente.
<
Iiiih! Questo è terribilmente spaventoso! >
pensò Tsuna, rabbrividendo.
“Io
spero solo di non fare cattiva figura” rispose.
<
Non posso dirgli che stanotte ho sognato che
Reborn mi sparava un proiettile dell’ultimo desiderio.
Rimanevo in boxer e
usavo la carta igienica per nascondere le mie nudità, ma
Xanxus mi scopriva e
tirava la carta igienica ed io rimanevo nudo davanti al Nono in persona
>
rifletté, rabbrividendo.
“Questa
festa sembra l’inferno” piagnucolò.
Gokudera
si rialzò in piedi e lo condusse con sé,
dentro la grande villa dei Vongola, attraverso le porte massiccia.
Sawada
strillò, sentendo un colpo di pistola.
“Boss,
suvvia. I bambini vogliono solo divertirsi”
trillò Lussuria. Volteggiava per la stanza, indossava un
vestito attillato
rosso fuoco da diavolessa, in una mano teneva un tridente di plastica.
Porse
un vassoio di biscotti, Lambo vestito da zucca
ne prese uno a forma di fantasmino, Chrome, vestita da streghetta, ne
prese uno
piccolo a forma d teschietto con la mano tremante.
Su
una lunga tavola da sedici posti, illuminata dalle
luci delle candele di candelabri d’argento, coperta da una
tovaglia ricamata
candida, erano appoggiati dei grossi ragni finti.
Vi
erano trionfi di torte ricoperte di glassa nera,
con i simboli dei Vongola dorati; numerosi pudding di zucca, elaborati
piatti
che richiamavano la festa in servizi di porcellana e d’oro
zecchino.
“Io
non condivido assolutamente questa festa. Non è
una tradizione italiana e come il carnevale è degno solo
della feccia” ringhiò
Xanxus, digrignando i denti.
“Voooooi!
Smettila di lamentarti, o non riuscirò a
finirti il trucco da vampiro!” si lamentò Squalo.
Xanxus
lo afferrò per i lunghi capelli argentei e lo
trasse a sé, baciandolo con foga.
“Se
il Boss non ne vede l’utilità, nemmeno
io” fece
eco Levi.
“Come
sto?” chiese Belphegor dalle scale. Era vestito
da gran dama, indossava una parrucca dagli ampi boccoli.
“Benissimo”
tuonò Xanxus.
<
Ora la vede l’utilità > pensò
Mammon,
ridacchiando.
“Estremooo!”.
L’urlo di Ryohei, vestito da zombie,
risuonava tutt’intorno, mentre Hibari lo inseguiva, con i
tonfa sollevati,
vestito da prete.
“Ti
morderò a morte!” gridò.
“Fufufu.
Non vuoi esorcizzare prima me, Hibari Kyoya!”
cinguettava Mukuro.
Gokudera
cadde pesantemente a terra quando Bianchi,
vestita da dama in nero, con un alto cappello da strega, si
avvicinò con un
vassoio d’argento colmo di biscotti avvelenati, emananti
delle nuvolette viola.
“Non
volete provare questi?” chiese con voce tombale.
Il suo sorriso risaltava nell’ombra.
“Io
sì!” gridò Takeshi.
Tsuna
afferrò Gokudera e a fatica lo trascinò con
sé
in uno sgabuzzino, chiudendosi a chiave.
“Qui
saremo al sicuro” disse, cercando l’interruttore
a tentoni.
La
luce illuminò il tutto di una pallida luce
bianco-giallastra. Sulla lampadina era appoggiata una tarma grande un
pollice.
Gokudera
si rialzò gemendo, massaggiandosi la testa,
inghiottì un colpo d’acido e si rialzò,
con le gambe tremanti.
“Perdonatemi,
Decimo” gemette, raddrizzandosi le
orecchie finte, affondando le dita nella pelliccia grigia.
“Beh,
meglio così. Potremo passare una festa
più…
intima” sussurrò. Le sue gote divennero vermiglie
e le sue iridi color
cioccolato divennero liquide.
“Con
voi ogni momento è intimo, ma per me questo è un
brivido più profondo di ogni paura o felicità.
L’unico terrore, per me, è di
non rendervi felice” disse Gokudera, accarezzandogli la
guancia.
<
Quando sono con lui mi sento più sicuro. Non solo
ho avuto il coraggio di mettermi dei costumi di coppia con lui, di
presentarmi
qui, ma ora addirittura voglio rischiare a fare qualcosa di piccante
con il
rischio di farci scoprire > pensò Tsunayoshi.
Hayato
chiuse gli occhi e lo baciò con foga. Le loro
code finte s’intrecciarono, mentre Sawada approfondiva il
bacio con un mugolio.