02/11/2018
4 recensioniMY WORLD
by Alicat_Barbix
Ritorna tardi. E’ nervoso, scuro in volto. Si dirige in cucina, poi torna sui suoi passi… abbassa gli occhi, sfugge i miei. Tutto bene? gli chiedo. Mai stato meglio mi risponde. Ma le sue mani tradiscono un tremore.
Mi lascio andare. E’ bella la sensazione della caduta. Bella perché so che John è al sicuro e che prima o poi ritornerò da lui. Perché lui è il mio mondo.
Mycroft mi guarda in silenzio. John Watson? ripeto allora, spostando lo sguardo da mio fratello ad Anthea. C’è un che d’amaro nei loro occhi. E’ Anthea a scuotere il capo. Inizialmente non capisco, poi tutto si fa reale, concreto, mentre le parole di Mycroft mi sgretolano pezzo per pezzo.
Non mi ha aspettato, il mio John. Non ne ha avuto il tempo. Una malattia neurodegenerativa. Non ha retto, il soldato Watson. Non aveva più niente per cui lottare. Non me l’aveva detto, Mycroft, quando ancora ero in Serbia, a giocare a gatto e topo con gli ultimi della rete di Moriarty. Non me l’aveva detto, Anthea, mentre mi scortava sino al Diogenes Club. Non me l’aveva detto, John, quella sera che rincasò a quella maledettamente insolita ora. Non l’ha detto. Avrei voluto che l’avesse fatto, perché ora non sarei qui, di fronte al suo nome e alla sua data di morte. Sarei accanto a lui, morto, precipitato dal tetto del Barts. Solo per lui. Per John Watson. Perché lui è e sarà per sempre il mio mondo.
SPAZIO AUTRICI
Nostra primissima flashfic senza troppe pretese e forse con un po' troppo di Angst. Scusateci davvero, ma non sappiamo farne a meno. Una visione triste di The Reichenbach Falls e del post-Reichenbach. Speriamo di avervi comunque tenuto un po' di compagnia. Mi lascio andare. E’ bella la sensazione della caduta. Bella perché so che John è al sicuro e che prima o poi ritornerò da lui. Perché lui è il mio mondo.
Mycroft mi guarda in silenzio. John Watson? ripeto allora, spostando lo sguardo da mio fratello ad Anthea. C’è un che d’amaro nei loro occhi. E’ Anthea a scuotere il capo. Inizialmente non capisco, poi tutto si fa reale, concreto, mentre le parole di Mycroft mi sgretolano pezzo per pezzo.
Non mi ha aspettato, il mio John. Non ne ha avuto il tempo. Una malattia neurodegenerativa. Non ha retto, il soldato Watson. Non aveva più niente per cui lottare. Non me l’aveva detto, Mycroft, quando ancora ero in Serbia, a giocare a gatto e topo con gli ultimi della rete di Moriarty. Non me l’aveva detto, Anthea, mentre mi scortava sino al Diogenes Club. Non me l’aveva detto, John, quella sera che rincasò a quella maledettamente insolita ora. Non l’ha detto. Avrei voluto che l’avesse fatto, perché ora non sarei qui, di fronte al suo nome e alla sua data di morte. Sarei accanto a lui, morto, precipitato dal tetto del Barts. Solo per lui. Per John Watson. Perché lui è e sarà per sempre il mio mondo.
SPAZIO AUTRICI
*kiss*
Alicat_Barbix