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Autore: Zamia    07/11/2018    1 recensioni
Dalla storia: "Adrien camminava guardingo vicino vicino al muro. Era sfuggito all’autista che l’aveva accompagnato per la lezione di scherma. Quel giorno non aveva alcuna voglia di allenarsi e appena entrato nell’edificio ne era subito uscito. Quell’ora e mezza avrebbe voluto passeggiare, prendersi un gelato, entrare in un negozio di videogiochi; avrebbe voluto fare le cose che facevano i ragazzi normali. Poco prima della fine dell’addestramento si sarebbe rinfilato a scuola e sarebbe uscito tutto trafelato per "la faticosa lezione", pronto per essere riaccompagnato a casa.
"Ahi!" urlò Marinette trovandosi a sbattere contro il petto duro del compagno. "Mi scusi, mi scusi, ero distratta!"
Ma giusto il tempo di alzare lo sguardo che incontrò quello sorridente di Adrien.
"Ciao Marinette. Scusa tu! Siamo destinati ad incontrarci sempre sbattendoci uno addosso all’altro, a quanto pare".
Con uno stile introspettivo sono qui a raccontare uno spaccato della storia di Ladybug e Chat Noir fino alla rivelazione delle reciproche identità.
La storia si pone in continuo agli ultimi episodi della Stagione 2 trasmessi in Italia. Buona lettura!!!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18 - Serenità
 
 
"É pronta la colazione, Adrien"
Il ragazzo era ancora a letto.

"Entra." biascicò tra uno sbadiglio e mentre si stropicciava gli occhi.
Gabriel Agreste entrò nella sua camera e si sedette a bordo del letto.
"Su svegliatevi, altrimenti tarderete a scuola. Ti aspetto giù per la colazione?"
"Si, mi faccio una doccia e arrivo."
"Plagg tu scendi con me? chiese lo stilista rivolgendosi al kwami nero accucciolato accanto ad Adrien “Quel camembert che mi avevi chiesto é già in tavola".
"Siiii...a dopo Adrien" esultò lo spiritello.
"A dopo, Plagg" disse in un sorriso il ragazzo.
"Adrien…" cominciò con tono dubbioso il padre "ti fa piacere se oggi ti accompagno a scuola?"
"Si, grazie papà...ma devi lasciarmi un po’ prima della scuola...faccio a piedi l’ultimo tratto."
"Va bene" sorrise e scese giù portandosi Plagg su una spalla.
 
Era passato un mesetto dalla lotta avvenuta tra Papillon e gli eroi ma le cose erano cambiate come se di anni ne fossero passati dieci.
Adrien e suo padre stavano cercando di riscostruire il loro rapporto e i risultati erano evidenti nell’aria di serenità che si respirava in casa Agreste nell’ultimo periodo.
Adrien aveva riportato al maestro il miracoulus di Papillon e Fu aveva chiesto di incontrare Gabriel Agreste quanto prima.
Adrien l’avrebbe detto a suo padre dopo essersi consultato con Marinette. Si fidava di suo padre e del maestro ed era certo che quell’incontro fosse inevitabile quanto necessario. Tuttavia, avevano deciso con gli altri eroi di confrontarsi su tutte le scelte riguardanti i miraculous specie perché lui temeva che il suo giudizio potesse essere offuscato dall’affetto per suo padre e dal suo carattere impulsivo.
Nino e Alya erano rimasti in possesso dei loro miraculous e il maestro Fu non li voleva indietro, almeno per il momento.

"Eccoci arrivati Adrien. Va bene se ti lasciamo qui?"
"Va benissimo. Grazie per avermi accompagnato."
"Torni a casa o vai a studiare da Marinette?"
"Credo che oggi la inviterò a casa."
"É pronta per tornare dove..."
"Credo di si...non so...proverò a chiederglielo."
"Va meglio con lei ultimamente?"
"Sto cercando di riguadagnarmi il suo affetto"

In effetti dopo l’ultima battaglia il rapporto tra Adrien e Marinette aveva preso una piega strana. Lui era pazzamente innamorato di lei non trovando più alcun ostacolo alla sua felicità: la ragazza che ammirava e quella per la quale provava un grande affetto erano la stessa persona per cui il passo verso un amore incondizionato fu breve e inevitabile. Ma per Marinette era diverso. Lei amava Adrien e si fidava di Chat Noir ma non riusciva a convincersi che lui amasse entrambe le sue identità. Rimaneva convinta che l’amico fosse affascinato da Ladybug e si accontentasse di Marinette solo perché a tratti poteva avere Ladybug al suo fianco.
A rinsaldare questo convincimento era il fatto che lui avesse baciato Ladybug il giorno della battaglia e non avesse riprovato a baciare Marinette nei giorni successivi. - Era tanto che volevo farlo- le aveva detto. 
Era certa che lui volesse baciare Ladybug non lei. A nulla erano valse le rassicurazioni di Alya.
 
Il povero Adrien, dal canto suo, voleva solo fare le cose per bene...invitarla ad uscire, corteggiarla e aspettare il momento giusto per darle un romantico bacio ma lei era così insicura che rendeva tutto più complesso!
In questo mese l’aveva invitata al cinema, a mangiare un gelato, a pattinare, avevano studiato a casa di lei e il loro rapporto era comunque come quello di due fidanzatini ma senza la parte di intimità che entrambi si aspettavano alla luce dei sentimenti che provavano l’uno per l’altro.
Ma ogni volta che Adrien provava ad avvicinarsi, sebbene sempre con un fare delicato e spesso impacciato, lei trovava scuse per allontanarsi. Una volta aveva sentito la madre chiamarla, un’altra Tikki aveva starnutito e non si sa perché lei doveva subito accorrere, altre volte inventava urgenti telefonate da fare ad Alya. E le sue mani, le sue gambe, il suo corpo parlavano sempre di distacco e paura di qualunque tipo di contatto. Una volta le aveva persino sentito dire al termine di una domanda che lui le aveva fatto: “Certo che puoi raccontarmi di come va il rapporto con tuo padre…sono la tua migliore amica!”.
“La mia migliore amica?” le chiese Adrien in quell’occasione. E quando la vide annuire, zittì. La rispettava troppo per imporle sentimenti che lei non contraccambiava.
Eppure, il giorno del combattimento con Papillon gli aveva detto di amarlo.
E il ragazzo era in difficoltà. Non sapeva proprio come comportarsi.
 
Lo raccontò al padre. Era la prima volta che gli parlava di fatti personali ma aveva proprio bisogno di un consiglio.
"Se posso permettermi dovresti essere più deciso…" gli disse il signor Agreste "credo che Marinette voglia essere rassicurata ma non con le parole ma coi gesti! Deve sentire di essere amata! Ma tuttavia non devi annullarti per lei. Sii te stesso e si innamorerà di te come ha già fatto una volta."
"Come se fosse semplice! Ormai anche prenderle la mano è un’impresa!"
"Devi sapere che anche tua madre all’inizio non si fidava di me...come te ero un bel ragazzo molto ammirato e lei non pensava che facessi sul serio con lei. Pensava di essere una delle tante. Ma poi cominciai a farle sorprese, a starle sempre intorno, a non fare nulla, a non prendere nessuna decisione che non avesse lei al centro. Si accorse che facevo davvero sul serio quando rinunciai ad un lavoro in America per rimanere qui con lei. Per fortuna la mia carriera è andata comunque bene…ma rinunciare a quell’opportunità poteva costarmi tanto!"
Gabriel raccontava con una dolcezza negli occhi che il figlio vedeva in lui raramente. Da che la madre era morta non parlavano mai di lei.
 
"Questo, però, non significa che l’amore giustifichi tutto. L’ho imparato a mie spese. Ho capito che annullarsi per un’altra persona è sbagliato tanto quanto amarla con tutte le proprie forze. Pensa a cosa ho fatto io per tua madre. Sono diventato un criminale e lei non l’avrebbe voluto. Lei avrebbe voluto che mi fossi occupato di te come sto provando a fare adesso. Sono certo che Marinette non si aspetta da te che tu sia diverso dalla persona di cui lei é innamorata… ma tu devi trovare un equilibrio tra chi sei e chi pensi che lei voglia. Solo così sarete in pace. Magari con le tue azioni l’hai convinta che non può essere per te più di un’amica; continua a pensare che tu ami Ladybug più di lei perché magari tu le dai questa impressione. In effetti per te l’eroina é stato il primo amore, è stata la prima cosa di Marinette che hai amato. Se tu lo ammetessi a te stesso e a lei forse potrete ricominciare da lì.”
"Papá...grazie"
Adrien lo abbracciò forte e a costo di fare tardi a scuola raccontó ancora.
"Hai ragione. Ho amato Ladybug dal primo momento che l’ho vista ma sia nei panni di Adrien che di Chat Noir avrei fatto di tutto per Marinette, molto di più di quello che avrei fatto per chiunque altro. Sai che parte mi manca di me stesso ultimamente? La mia sfacciataggine da Chat Noir. In fondo Marinette si fidava ciecamente di Chat Noir e provava affetto nei suoi confronti per come era. E sapeva anche che lui ricambiava questi suoi sentimenti. Devo convincerla che già prima di sapere la verità sulle nostre identità ciascuno di noi amava l’altro."
"Non male come inizio! Nessuno si aspetta più da te il ragazzino perfetto ed educato che eri...neanche Marinette...magari vuole solo che la baci appassionatamente mentre invece ti comporti come un bambino insicuro…magari un po’ le manca Chat Noir!"
"Padre...forse non sono ancora a pronto a parlare di come baciare la mia ragazza con te...davanti al nostro autista, per giunta!" rispose Adrien sorridendo.
"Ecco il mio ragazzo!" sorrise Gabriel "credo che sia questo spirito che devi cacciare fuori di nuovo."
"Ti voglio bene, papà"
"Anche io. Credi che dovrò telefonare per giustificare il tuo ritardo?"
"Credo di no...mi crederanno sulla parola! Basterà sfoderare il mio fascino."
"Presuntuoso".
"Degno figlio del proprio padre".
"Vai e in bocca al lupo con la tua ragazza!"

Adrien entró in classe allegro come non mai. Il rapporto riacquistato con suo padre lo rendeva più sicuro di sè e quella chiacchierata tra uomini gli aveva fatto veramente bene.
"Adrien come mai sei in ritardo?" Gli domandò Nino.
"Stavo chiacchierando in auto con mio padre. Va tutto così bene! Sono felice ma potrei esserlo di più se Marinette la smettesse di fare…quello che fa!"
"Non è solo colpa di Marinette, Adrien" lo rimproverò Nino.
"No, eh?" e Adrien fece uno di quei suoi sguardi di fronte ai quali gli si poteva perdonare qualunque cosa. Nino ne fu intenerito e continuò a rassicurarlo:
"Dopo tutto quello che è successo e anche se é andato tutto bene non é facile riprendere a vivere come prima. Anche io e Alya non parliamo d’altro. Per me sapere che lei era Rena Rouge é stato strano. E ora non sappiamo mai come comportarci, cosa é giusto fare, sempre all’erta per dare una mano con ogni piccolo problema che succede in città. É una responsabilità troppo grande avere un potere e doverlo usare. Se fosse per me ridarei il miracoulus al maestro Fu ma Alya dice che sono solo un codardo. Io, invece, vorrei essere solo un ragazzo normale! Per voi deve essere ancora più difficile. Vi siete conosciuti due volte e in due modi diversi. E siete vissuti in un equivoco per mesi. Non vorrei essere nei vostri panni. Ma questo non significa rinunciare! Devi parlarle e dirle sinceramente cosa provi. Lei ti vuole bene ma non è sicura dei tuoi sentimenti…almeno così ha detto ad Alya!"
"Lahiffe silenzio!" lo redarguì l'insegnante.
"Mi scusi signorina Bustier"
Ma i due amici ripresero subito a parlare.
"Mi sento molto in difficoltà con lei. É difficile convincerla che le voglio bene e non solo quando é nei panni di Ladybug"
"Agreste! non credo che quello che avete da dire sia più importante della mia lezione"
"Io scommetto di si!" disse Adrien ridendo a bassa voce con Nino, ma non a voce cosí bassa da non essere sentito.
I compagni cominciarono a ridacchiare e Adrien si alzò in piedi e fece un inchino.
"Adrien! Ma che ti prende! Non è da te. Ritardo. Chiacchiere.Vieni alla cattedra. Sei interrogato." Lo richiamò la professoressa.
"Ma signorina Bustier..."
"Preferisci andare fuori?"
"Magari ho bisogno di schiarirmi un pò le idee...Vado fuori." E si allontanò con un nuovo inchino rivolto ai compagni.
Quando Adrien fu fuori la signorina Bustier chiese a Nino: "Ma che gli é preso? Non é mai stato cosí impertinente in classe!"
"Peró é divertente!" Notó Nino
"Ti ci metti anche tu, Lahiffe! Ma che avete tutti oggi? Vieni alla cattedra! Interrogato!"
"Questa me la paga! Non conviene difendere gli amici" si avviò lentamente verso la cattedra con il muso lungo.

Marinette era sorpresa come gli altri del comportamento di Adrien. Dove era finito il principino sempre preciso e perfetto? C’era qualcosa che non andava.
"Ma che ha Adrien?" Chiese Marinette ad Alya. "É successo qualcosa?"
"Su Marinette lo sai...è un innamorato non ricambiato e comincia a dare i numeri. Fossi in te ci parlerei."
Marinette sentì il sangue alla testa e il cuore battere forte.
"Marinette tutto bene?"le chiese Alya" sei diventata viola"
"Ho bisogno di uscire anche io" rispose "Professoressa, posso uscire? É urgente!"
"Tutto bene Marinette? Hai una brutta cera!" Chiese l’insegnante
"Ho bisogno di sciacquarmi il viso. Mi gira la testa"
"Alya va con lei"
"No, no, posso farcela da sola" e mentre lo diceva inciampò scendendo lo scalino dell’aula andando a finire dritta sul banco di Adrien.
Nel rialzarsi notó sul quaderno del ragazzo un cuore con dentro le iniziali M. e A.
Divenne ancora più rossa e scappò fuori.
 


Angolo dell’autrice: chissà che avrà in mente Adrien. Riuscirà a rimettere le cose a posto? Vi ho lasciato la risposta nell'ultimo capitolo che posterò quando voi vorrete (tanto è scritto!) o lunedì, come sempre.
Grazie a tutti per seguire sempre numerosi.
A presto.

 
   
 
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