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Autore: Hil 89    09/11/2018    4 recensioni
Cinque situazioni in cui Magnus si innamora di Alec.
E' un'idea che mi è venuta cosi. Spero che possa piacere.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao Lettore, 
siamo quasi alla fine di questo piccolo percorso.. e ti ringrazio per aver "camminato" con me. 
Non resto a scrivere un papiro come introduzione, perchè non voglio rubarvi altro tempo!
Saluti, HiL



 
CINQUE VOLTE IN CUI MAGNUS BANE SI INNAMORA DI ALEXANDER LIGHTWOOD
 
 
CAP. 4
 
 


Magnus accarezzò la testa di Chairman Meow beandosi delle sue fusa sottili, quel gatto da quando l’aveva trovato, anni prima, era stato il suo miglior coinquilino. Non che avesse mai amato dividere casa sua con qualcuno, ma quel piccolo felino era senza dubbio una delle migliori compagnie che potesse desiderare.
“Piccolo tesoro, papà stasera esce per un appuntamento con un ragazzo davvero bellissimo. Ha degli occhi blu profondi come il mare, i capelli neri come l’inchiostro e la pelle bianca come il latte. E tu sai perfettamente quanto la combinazione occhi azzurri e capelli scuri mi faccia impazzire” iniziò a parlare mentre continuava a passare le dita inanellate tra il pelo soffice del micio, “Però sai, non è un ragazzo come tutti gli altri” continuò pensieroso, “E’ diverso” fermò la mano sul collo dell’animale, che si mosse verso le sue dita per riaverne le attenzioni, Magnus sorrise prima di riprendere ad accarezzarlo, “L’avevo già incontrato. Due volte. Quando eravamo bambini ed in ospedale. Il giorno che mamma è morta” riprese a parlare con un tono di voce più sottile. “Quel giorno è stato molto dolce, sai? Non abbiamo parlato. Mi ha abbracciato. Mi ha fatto piangere sulla sua spalla ed è rimasto in silenzio. Poi come è arrivato, se n’è andato” continuò come se il suo interlocutore potesse in qualche modo rispondergli, “L’ho incontrato un paio di giorni fa in caffetteria. Sai che quella stronzetta di Camille mi aveva chiamato quella stessa mattina?! Ne stavo parlando con Cat, poi Biscottino si è distratta a guardare un biondo finto, è impossibile che sia naturale, parola mia! Ed i miei occhi hanno incontrato nuovamente quelli di quel meraviglioso ragazzo. Adesso devo andare, amore piccolo! Ci vediamo più tardi! Fammi gli auguri!” concluse prima di baciare il naso del gattino e fiondarsi fuori casa.
Chairmain Meow si leccò la zampa un paio di volte, si accoccolò tra i cuscini del divano e si addormentò pochi istanti dopo.
Magnus scese le scale a due a due e si fermò pochi passi prima del portone per sistemarsi la giacca verde che aveva deciso di indossare sopra una camicia bianca con dei ricami neri abbinata ad un paio di skinny jeans scuri.
Uscì in strada lentamente, osservando con attenzione il giovane appoggiato al lampione di fronte all’entrata del palazzo, Alec indossava un paio di jeans ed un maglione nero, dal quale si intravedeva una camicia dello stesso colore.
Appena il moro si accorse della sua presenza si voltò verso di lui e gli sorrise, il solito sorriso storto che lo caratterizzava, mentre si passava una mano tra i capelli scusi.
“Buonasera, Alexander. E’ tanto che aspetti?” chiese cortese avvicinandosi al ragazzo.
“Ciao Magnus” parlò incerto Alec, “No, sono appena arrivato..” rispose poi alla domanda.
“Ottimo” continuò Magnus, “Vogliamo andare?” chiese poi, indicandogli la strada da seguire con un gesto fluido della mano, Alec arrossì appena sulle gote ed annui.
I due camminarono fianco a fianco per un paio di isolati prima di raggiungere l’Hunter’s Moon, era uno dei locali che Magnus preferiva perché non era ne troppo caotico, ne troppo tranquillo.
Entrarono e si accomodarono ad un tavolo abbastanza lontano dall’ingresso e non troppo vicino al palco dove quella sera, come ogni sera d’altronde, si esibiva un gruppo.
“Spero che questo posto ti piaccia” disse con un sorriso, Alec lo guardò negli occhi prima di rispondere, “Ci sono venuto un paio di volte” rispose, “Con Izzy e Jace” concluse mordendosi il labbro inferiore.
“Capisco” riprese Magnus mentre faceva scorrere le dita tra le pagine del menù, “Izzy e Jace sono.. tuoi fratelli?” chiese puntando i suoi occhi felini su di lui.
Il moro annuì, “Izzy è mia sorella biologica, mentre Jace è stato adottato dai miei genitori quando aveva quattro anni. Questo però non cambia le cose, è mio fratello” continuò a raccontare Alec, “Tu invece? Fratelli o sorelle?” chiese iniziando a tormentare le maniche del suo maglione.
Magnus scosse la testa, mentre lentamente avvicinava le mani alle dita del moro per allontanarle dalla povera stoffa, il ragazzo intrecciò nuovamente lo sguardo con quello dell’asiatico, senza però allontanare le mani da quel contatto.
“Sono rimasto solo io” rispose Magnus facendogli un sorriso lieve, Alec spalancò appena gli occhi e si morse il labbro, “Mi dispiace… Io non…”
“E’ tutto ok, Fiorellino. Non preoccuparti” sorrise ancora l’orientale, il moro gli strinse la mano sinistra, prima di rivolgergli uno sguardo leggermente più severo.  “Fiorellino?!” chiede poi con tono serio.
Magnus scoppiò a ridere guardando la sua espressione, “Assegno spesso nomignoli alle persone” si giustifico sorridendo, facendo poi un lieve cenno alla cameriera che si avvicinò per prendere le ordinazioni.
La serata proseguì tranquilla, Magnus scoprì che il giovane dagli occhi blu aveva iniziato la facoltà di medicina per volere dei suoi genitori, ma dopo si era reso conto che non era quello che voleva lui cosi aveva abbandonato quell’università per iscriversi a legge. I genitori non avevano amato questa sua scelta, ma poi dopo un’estate piena di confessioni, compreso il suo coming out, avevano deciso che era meglio avere un figlio avvocato e non medico, piuttosto che perderlo.
Alec invece venne a sapere che il giovane orientale voleva diventare una scrittore, ma alla fine a causa di problemi relazionali - non aveva indagato molto perché aveva visto lo sguardo acceso del ragazzo rabbuiarsi immediatamente - aveva lasciato l’università per un periodo sabbatico, per poi buttarsi nel ramo imprenditoriale ed aprire un paio di locali nella zona di Brooklyn.
Scoprirono che entrambi amavano i gatti: Magnus elogiò le capacità di ascolto di Chairmain Meow, mentre Alec scherzò sul fatto che Church aveva una vera e propria cotta per lui perché era l’unico in famiglia a non essere mai stato graffiato, per questo quando Alec si trasferì a vivere per conto suo, portò il gatto con sé.
A notte inoltrata, avevano parlato per più di quattro ore, decisero di sgranchirsi le gambe camminando un poi per le vie di New York, arrivando fino a Central Park.
“Sai” disse Magnus quando si fermarono all’entrata, “Quando ero piccolo, mia madre mi portava spesso qui appena c’era bel tempo. Lei amava disegnare” continuò alzando lo sguardo verso il cielo stellato, “Un giorno, mi ricordo che ero stato attirato da un pianto. Una bambina era caduta e si era sbucciata un ginocchio, volevo aiutarla, ma in suo soccorso arrivò il fratello che si prese cura di lei come solo chi ti ama sa fare” continuò spostando lo sguardo in quello di Alec.
Il moro lo osservava, con le guance nuovamente imporporate, mentre si mordeva il labbro inferiore.
“ Me lo ricordo” sussurrò Alec, senza distogliere lo sguardo da quello verde-oro di Magnus, “Non mi ero reso conto di avere uno spettatore” concluse poi con un piccolo sorriso storto.
L’orientale rise, mentre faceva scivolare la mano in quella pallida del giovane, che intrecciò le dita con quelle ambrate ed inanellate di Magnus.
Camminarono, avvolti in un confortevole silenzio, per un pochino fino a quando non fu Alec a prendere la parola: “Ti avevo riconosciuto” disse solo, mentre anch’egli alzava lo sguardo verso il cielo stellato, Magnus rimase in ascolto, “Quel giorno, in ospedale” continuò abbassando appena il tono di voce, “Non subito, ma appena ti guardai negli occhi, capii che eri quel bambino del parco. Sono rimasto anche per quello”.
Magnus strinse leggermente la presa sulle sue dita e lo convinse dolcemente a fermasi per voltarlo verso di se, si specchiò in quello sguardo luminoso e gli sorrise: “Ho capito che eri quel bambino, quando ti sei voltato prima di andartene” confessò con un lieve sorriso, che venne subito imitato dal moro, “Sapevo che prima o poi ti avrei rivisto” concluse accarezzandogli la guancia accaldata.
Alec, senza districare le loro dita, mosse lentamente il braccio libero seguendo con gentilezza il contorno di quello di Magnus, per fermare la sua corsa sul collo dell’orientale. Il fiato del giovane dagli occhi felini si bloccò quando vide il volto del moro avvicinarsi con studiata lentezza al suo, si leccò appena il labbro inferiore prima di congiungere le loro bocche in un lieve bacio a stampo.
Il contatto non durò che pochi istanti.
Nessuno dei due cercò di renderlo più profondo, entrambi restarono quasi del tutto fermi a godersi il respiro dell’altro, percependo il battito dei loro cuori attraverso la pelle calda e specchiandosi l’uno nello sguardo dell’altro, fronte contro fronte.
Alec accompagnò Magnus a casa poco dopo, si salutarono di fronte al palazzo e prima di salire le scale verso il suo appartamento, l’orientale di voltò verso il moro e lo vide con le guance imporporate ed un sorriso storto sul bel volto, alzò la mano in segno di saluto e sul viso ambrato spuntò un sorriso dolce.
Nessuno dei due si stupì nel constatare che quel sorriso non abbandonò i loro volti per molto tempo.

 
“This is the only time
that I won’t  be alone”

 
Amo soltanto te 
Andrea Bocelli ft. Ed Sheeran
  
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