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Autore: Harry Fine    12/11/2018    3 recensioni
[Anime/manga fantasy]
Al mondo ci sono tantissimi ragazzi che soffrono. Oppressi dai bulli, soggetti a violenze e che annegano nella loro disperazione. E in cambio tutti loro ottengono qualcosa di molto speciale. Gli Stick. Oggetti venduti da uno strano sito che dona poteri che gli concederanno la loro vendetta. Almeno fino al giorno dell'arrivo di Tempest, il cataclisma che distruggerà e ricostruirà il mondo da zero. Riusciranno i protagonisti a svelare il mistero dietro il sito per maghi prima che ciò accada?
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: OC
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Midori era molto nervosa. No, non era la parola giusta. Era furibonda! Lei, Dimitri, Runa e Sarah si erano stanziati in quell'ospedale da oltre due settimane, ma non c'era stato nessun cambiamento nella condizione di Hana, Loki e Mayumi.
Intendiamoci, non era arrabbiata per questo, ma a causa di tutti i disastri che li avevano colpiti. Gli amministratori non avrebbero lasciati stare facilmente e, per quanto sembrassero essersi momentaneamente calmati, lei era sicura che avrebbero continuato con i loro agguati. 

Per fortuna, dopo essere scampati all'attacco in Russia, tutti loro avevano finalmente avuto un po' di tempo per riposarsi, ma a lei questo non aveva giovato più di tanto.
Continuava a fare congetture di ogni tipo su cosa potesse succedere ai suoi amici e questo già non la aiutava, visto che la preoccupazione la stava divorando, ma era anche decisamente irritata a causa di una conversazione che aveva sentito tra due infermiere.
Parlavano proprio di lei, definendola una ragazza minorenne già incinta e senza un padre da dare a suo figlio, commentando che forse sarebbe stato meglio chiamare i servizi sociali e provare a convincerla a dare il bambino ad una vera famiglia.

E questo l'aveva fatta infuriare come non mai. E lo aveva giurato, se uno solo tra dottori o infermieri avesse osato parlarle di qualcosa come adozione, affidamento o il contattare un'altra famiglia, li avrebbe ridotti tutti a statue di marmo senza pietà!
E forse erano gli ormoni in circolo e il fatto che tutto il suo corpo fosse dolorante e gonfio a farla reagire in maniera tanto esagerata, ma era stufa. Era scampata alla morte molte volte e aveva sempre protetto se stessa e il suo piccolino, quindi se qualcuno di quei dottori avesse solo provato a mettergli le mani addosso non avrebbe esitato a difendersi.

Ma in quel momento anche Hana e gli altri la preoccupavano. Lei in quel momento si trovava proprio nella camera della mora e la stava osservando.
Non era più sedata, ma comunque non si era ancora risvegliata, così come gli altri. Ogni tanto si sentiva qualcosa, un lamento o un singulto, e qualche volta la sua espressione si contraeva un po', come se stesse sognando, ma nient'altro.

E l'albina ancora non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di quando lei, Mayumi e Loki erano stati colpiti. Lei, Runa e Sarah non avevano potuto fare nulla se non portarli in salvo. 
Non erano riusciti a ferire Nana ne ad impedire che fossero ridotti in quello stato e questo era ancora più brutto, specie perché la mora l'aveva difesa. Si era messa davanti a Lei dietro il pianoforte e quando il proiettile si era avvicinato, Hana non aveva esitato ad incassarlo.

Era stata ferita per colpa sua e della sua inettitudine nella lotta. E se adesso fosse morta a causa degli effetti negativi dello stick… cosa avrebbe potuto dire o fare? 
Runa una volta o due le aveva accennato il fatto che nel branco solo Hana, Loki e Dimitri avessero ancora una famiglia, quindi cosa avrebbe potuto dire ai suoi genitori se lei se ne fosse andata perché il suo corpo non era più forte come prima?

Scacciò subito quel pensiero e strinse ancora di più le sue dita con quelle della ragazza. 
《Ti prego Hana. Non andare via. Noi vi stiamo aspettando.》 Disse, fissando il viso di lei come in attesa di un miracolo.
Solo che quello sembrò davvero accadere! La presa sulla sua mano si rafforzò e l’altra giovane mosse le labbra, articolando un suono.
《Non… non…》

Midori sgranò gli occhi. Aveva sentito bene? Hana aveva parlato?! Che fosse finalmente la volta buona? Che stesse per svegliarsi?! 
Rimase in attesa, stringendo ancora di più le sue dita tra le sue, ma la vide contrarre maggiormente i lineamenti, come se fosse stata immersa in un incubo.
《Non… andare…》 Disse di nuovo, con tono vagamente sofferente.

Infatti, anche se l'albina non poteva saperlo, la ragazza era immersa in una visione che la tormentava da anni. Una visione proveniente nel suo passato.
Vedeva una bella ragazza accanto a se. Lunghissimi capelli biondi, dolci occhi nocciola, delle piccole efelidi sulle guance e soprattutto il sorriso più bello che avesse mai visto. 

La osservava camminare accanto a se, con indosso una divisa scolastica, parlando e sorridendo in maniera indistinta, facendo accelerare il suo cuore e imporporare le sue guance.
Lei era la sua migliore amica, il suo fiore di ciliegio, Sakura. Era lei che illuminava le sue giornate con la sua energia e la sua compagnia, sempre così vicina, ma anche irrimediabilmente lontana. Perché sapeva bene che sarebbero sempre rimaste in quel modo, amiche. Niente di più, niente di meno.

Tantissime volte avrebbe voluto dirle come si sentiva con lei vicino. Voleva farle sapere quanto desiderava il suo sorriso e il suo cuore solo per se, ma non lo aveva mai fatto. Se l'avesse allontanata, o peggio perduta a causa del disgusto che le avrebbe istillato, sarebbe stato troppo

Si limitava dunque a percorrere insieme a lei quella strada, così stranamente lunga, cercando di capire cosa fosse quella strana mescolanza di felicità e sospetto che le diceva che qualcosa non andava.
Lei non avrebbe dovuto trovarsi lì… vero? Avrebbe dovuto essere in un posto diverso e con qualcun altro, o almeno così le sembrava.

Solo che poi osservò Sakura un'altra volta. Era così… serena. Le faceva capire che non c'era niente che non andasse male.
Ma poi… arrivarono le mani. Mani grandi pelose e terribili, che la avvolsero nella loro stretta appiccicosa e tremenda, senza scampo. Il panico le assalì la bocca dello stomaco, mentre cadeva prigioniera del loro tocco.

《NO! NO!》 Urlava, continuando a dibattersi tra di loro, mentre osservava Sakura venirne risucchiata a sua volta. Lei aveva paura, cercava di fuggire, di lottare, ma non poteva e lei non era in grado di raggiungerla!
Sentiva quelle dannate dita ovunque. Non riusciva a togliersele di dosso, per quanto si muovesse con energia, e loro la stavano trascinando sempre più in basso nel loro abisso nero, senza lasciarle scampo. 
Sentiva il bassoventre farle malissimo, qualcosa di denso e caldo colava sulle sue cosce, la sua amica giaceva inerme e piangente in quell’abisso, mentre lei ancora tentava debolmente di opporsi. Ma poi tutto finì.

Le mani erano svanite, il dolore pure, e anche la coltre nera e la paura. Era semplicemente in classe. Era stato solo un incubo. Non c'erano più mani pronte a farle del male. Era al sicuro. Non c'era niente che non andava, anzi, forse solo una cosa. Sakura non era più accanto a lei.
E questo la fece sentire inquieta. Lei non mancava mai ad una lezione. Ma le sue mani strinsero qualcosa sotto il banco. Un fermaglio. Un fermaglio a forma di fiore di ciliegio. E questo sostituì il sollievo che aveva provato col panico.

Quello era stato il regalo che aveva fatto a Sakura per il suo compleanno, lei non lo toglieva mai. Mai. A meno che qualcosa di terribile non stesse per accadere.
E questo la fece scattare. Corse fuori dalla sua classe come un fulmine, il cuore che le martellava il petto mentre saliva le scale, dirigendosi a tutta velocità verso il tetto. Quello era il posto preferito di Sakura. Diceva sempre che stare lì la aiutava a dimenticare i problemi e a ritrovare la serenità.

E appunto fu lì che la trovò. Sul ciglio, ben oltre la grata di protezione, gli occhi e il viso ormai privi di quel bagliore solare che li aveva sempre accompagnati.
La vide portare un piede oltre il cornicione, sporgendosi ancora di più, e allora corse verso di lei. Doveva fermarla, doveva salvarla. Non poteva lasciare che facesse una tale idiozia!
Ma la grata si alzò, enorme tra di loro. Lei la scalò, la attraversò con furia. Non le importava se si faceva male, non poteva farglielo fare. Non poteva lasciare che si togliesse la vita. Scavalcò il metallo con le unghie, ma questo continuava a tornare, fermandola. Ma lei non si arrese. Vide Sakura sporgersi ancora di più e accelerò.

Si gettò verso di lei in un impeto di disperazione, le urlò di non farlo, di tornare indietro. Le disse che avrebbero risolto tutto, che sarebbe andato bene, ma lei si voltò con un ultimo sorriso lacrimoso in viso. 《Perdonami, Hana.》
E scivolò via proprio quando la mora raggiunse il cornicione. Tese la mano, cercò di tirarla su, ma afferrò solo l'aria, rimanendo ferma ed impotente mentre osservava quel viso e quei lunghi capelli sporcarsi di rosso al momento dell'impatto, aprendosi come una spaventosa corolla.

《SAKURAAAA!》 Urlò, sbarrando di colpo gli occhi e tirandosi a sedere bruscamente sul letto, vedendo davanti a se una camera bianca e qualcuno di offuscato, una ragazza che in effetti le ricordava lei. Ma i suoi capelli erano troppo bianchi, così come la pelle, e i suoi occhi dolci erano verdi, non castani. 
E a quel punto, realizzò di non essere a scuola, ma in un ospedale, di avere davanti Midori e che quello che aveva visto era solo il ricordo del suo amore che tornava a punirla. 

Ricordava ancora la serata al cinema passata insieme, l'agguato che quei porci avevano teso ad entrambe, la paura dei giorni seguenti e infine il suicidio di Sakura. Era stato tutto questo a renderla una maga. La sua disperazione le aveva donato la magia per vendicarsi di chi l'aveva spinta a fare quello che aveva fatto, ma alla fine non ne era valsa la pena. Lei non sarebbe tornata indietro comunque.

L'altra ragazza, dal canto suo, non potè che guardarla sconvolta, mentre Hana sbatteva le palpebre, riconoscendola e osservando l'ambiente intorno a lei, senza però muoversi. 
E poi, il suo corpo venne scosso da un singulto, poi da un altro e un altro ancora. Singhiozzi acuti scuotevano il suo corpo e le lacrime uscivano senza controllo, mentre la mora scoppiava a piangere senza apparente ragione.

L'albina, anche se non stava capendo niente di quella reazione, non esitò un attimo e la avvolse in un abbraccio caldo, quasi materno, sussurrandole parole gentili. 《Shhh. Va tutto bene. Va tutto bene, Hana.》
《È… è andata via. Lei è andata via… io non potevo… mi avevano… non volevo che lei saltasse. È stata colpa mia se…》

《Non è stata colpa tua. Qualunque cosa sia successa, non è stata colpa tua.》
《Non gliel’ho detto. Non avevo il coraggio. Non le ho detto che la amavo e ho fallito nel salvarla. Sono solo un peso inutile.》

《Non è vero Hana! Tu sei una persona fantastica! E hai salvato me. Sei stata ferita per difendere me. E io te ne sono davvero molto grata. Tu sei tutto tranne che un peso. Sei preziosa anzi.》 Le disse.
Non aveva capito cosa avesse sognato la mora di tanto brutto, ma la strinse ancora e ancora, fino a quando lei non si fu calmata. E a quel punto, le raccontò tutto quello che era successo in Russia, dicendo che stavano aspettando da ben due settimane che lei, Loki e Mayumi si riprendessero, rivelandole di essere veramente felice che si fosse risvegliata.
E a quel punto, la mora arrossì vistosamente. Aveva fatto preoccupare Midori e tutti gli altri come pazzi e aveva pure fatto una scenata simile davanti all'albina. Era stata una sciocca, non avrebbe dovuto lasciare che un sogno la destabilizzasse tanto.
Era un passato che l'avrebbe tormentata in eterno e Sakura le sarebbe sempre mancata, ma non poteva concedersi il lusso di crollare in quel modo nel bel mezzo di una guerra! 

Solo che poi vide il viso sorridente della ragazza e le loro dita intrecciate e anche lei si abbandonò ad una tenue contentezza. I suoi ricordi erano sempre pronti a tornare da lei e il presente era già buio abbastanza, ma forse sarebbe stato più facile affrontarlo con un'amica simile accanto.


E fuori dalla porta, persino Runa si concesse un lieve riso, osservando quelle due. Era fin troppo facile capire che qualcosa di nuovo stava nascendo, nonostante la situazione terribile in cui tutti si trovavano, e in qualche modo era felice per loro.
Ritrovare almeno un po' di normalità era la soluzione migliore per tutti quelli coinvolti in quella follia, lei compresa. Si allontanò dunque senza far rumore, avviandosi attraverso i corridoi bianchi e vuoti dell'ospedale. Osservò le sedie della sala d'aspetto di fronte a lei. 

Dimitri dormiva sereno su una di esse, vinto dalla stanchezza, e lo stesso faceva Sarah, stesa con la testa sul corpo ancora immobile di Mayumi. E questo andava bene. Avevano tutti bisogno di riprendersi dopo quelle settimane infernali, lei compresa.

Infatti, entrò nella camera di Loki, accomodandosi per vegliarlo. Nessuno dei loro amici aveva esattamente un nell'aspetto. Erano pallidi come cenci, con profonde ombre scure sotto gli occhi e con vari tubi attaccati alle braccia, fino a poche ore prima erano addirittura intubati, ma il ragazzo era particolarmente inquietante. 

I suoi capelli adesso erano sciolti, quando erano così gli arrivavano fino alle ginocchia, e il loro colore rosso creava un contrasto inquietante con il pallore del suo volto. Quasi quasi sembrava…
No. Non doveva pensarci. Lui si sarebbe ripreso. Esattamente come si era svegliata Hana, avrebbero fatto lo stesso lui e Mayumi. Avrebbero distrutto gli amministratori insieme e forse finalmente tutto sarebbe tornato come prima.

E alla fine era questo che lei voleva. Poter riavere una vita normale, solo questo. Il suo Stick era stata una benedizione per lei, era vero, ma non era valso tutto quello che aveva perso. E poi, qualche anno prima non avrebbe mai potuto immaginarsi nei panni di una maga pronta a combattere e uccidere.

Prima avrebbe semplicemente vissuto con i suoi genitori e la nonna come una ragazza comune, una che non aveva bisogno di mettere la sua vita sul filo del rasoio ogni giorno. Iniziò distrattamente ad accarezzare i capelli del ragazzo, mentre lo pensava.

Lui era stato il primo mago che avesse mai incontrato. In principio non sapeva come sarebbe finita, aveva semplicemente puntato il suo Stick. Un’abilità come quella di manipolare fuoco e calore non era affatto comune e decisamente potente e lei a quei tempi era diventata una maga da poco e voleva ancora vendicarsi a tutti i costi della gente che le aveva rovinato l'esistenza. 

Non c’era stata esattamente una battaglia quando si erano incontrati a quattr'occhi. Lei gli aveva semplicemente puntato contro la sua bussola e gli aveva chiesto il suo bracciale. 
Non aveva niente contro di lui, era solo un ragazzo della sua età che neanche conosceva, non voleva farle del male. Ma lui l'aveva colta alla sprovvista, era l'unico ad esserci mai riuscito in effetti, e, invece di attaccare, si era presentato.

E poi, aveva chiesto il suo di nome e per quale motivo volesse il suo potere, visto che anche lei ne aveva uno. E senza neanche volerlo, lei glielo aveva detto. Non lo conosceva nemmeno da un'ora e già gli aveva raccontato della morte dei suoi genitori e di sua nonna e di come volesse il suo Stick per avere una chance in più di far fuori i colpevoli.

E senza neanche saperlo, aveva trovato un amico. Lui l'aveva aiutata a fare fuori quei vermi, nella Caccia, poi nell’investigazione e persino a fondare il branco. Avevano trovato e reclutato i loro compagni insieme. Prima Hana, poi Sarah e Mayumi, dopodiché Dimitri e infine Midori, creando un gruppo davvero incredibile. Non voleva essere melensa, ma non poteva che pensarla così.

E poi, lui le era rimasto vicino praticamente in tutta la sua vita da maga, combattendo con lei, accumulando Stick e praticamente facendo il gioco degli amministratori e adesso che loro sette avevano scoperto il loro trucco, avevano deciso di farli fuori. E questo era decisamente troppo.
Sentiva una sensazione collerica all'altezza del suo stomaco, qualcosa che bruciava parecchio, ma rimase seria come sempre. Sapeva solo che odiava gli amministratori con ogni fibra del suo essere. Così come odiava quella dannata situazione. 

Le uniche persone che non l'avessero mai allontanata per il suo strano aspetto, i suoi compagni, erano lì, stesi su letti di ospedale o chiedendosi cosa sarebbe accaduto, se sarebbero morti la sera dopo.
E prima di questo erano stati tormentati dalla sventura e dalla disperazione, esattamente come lei. Bulli, violentatori, famiglie difficoltose, povertà, morte, schiavitù e solitudine avevano portato tutti loro a diventare maghi per sfuggirgli.

Ma ancora quelle torture perseguivano, spingendoli a combattere in quel modo per vendicarsi ancora e ancora, mettendo le loro vite in gioco e prendendone a frotte, per di più aiutando a loro insaputa gli amministratori insieme a chissà quanti altri ragazzi.
E in quel momento, mentre osservava il viso cereo del suo più caro amico, le sarebbe veramente piaciuto vederli tutti quanti ridotti a grumi di sangue imploranti come quelli che avevano portato alla morte la sua famiglia. Ma se ne sarebbe assicurata. Li avrebbe uccisi tutti, dal primo all'ultimo. Anche a costo di consumare tutta la vita che le era rimasta.


E mentre lei cominciava a pianificare la sua soddisfacente vendetta, nel loro quartier generale, gli amministratori stavano guardando i loro colleghi con la maschera da Oni e con la testa bendata.
La figura a capotavola rimase rigida. 《Roku e Juugo. Spiegatemi il motivo per cui la missione è fallita e per quale motivo non dovremmo sbarazzarci di voi. Eliminare i ribelli era la priorità, ma a quanto ho capito i sette agitatori principali sono ancora tutti in vita.》

I due amministratori accusati rimasero immobili. 《Siamo stati presi di sorpresa. Quei maghi… sono molto più abili ed astuti dei loro compagni morti.》 Disse Juugo.
《E HANNO MOLTISSIMI STICK!》 Rincarò Roku, ma poi una risata sardonica attirò la loro attenzione.

Nana, seduta alla sua sedia, stava tranquillamente ridendo in faccia ai suoi colleghi. 
《Il punto è che voi siete degli allocchi. Quei maghi sarebbero già morti da un pezzo se non fossero molto più furbi di voi. Ohohoh.》
《TU!》 Urlò l'amministratore con la maschera da Oni. 《HAI FALLITO ANCHE TU AD UCCIDERLI!》

《Ma li ho feriti. Voi non avete fatto neanche quello. Ohohohoh.》
《Basta così.》 Disse immediatamente la figura a capotavola, alzandosi e mostrando finalmente il suo viso nella luce tetra, e quell'immagine molto probabilmente era una delle cose più spaventose che si potessero vedere.
Due labbra rigide lo ornavano, ma per il resto era completamente piatto. Non c'erano ne naso ne occhi ne capelli a definirne i lineamenti, il suo viso era liscio e vuoto in una maniera che nessuno avrebbe potuto immaginare. E la sua altezza considerevole aumentava ancora la sua aura autorevole.

《Ormai è conclamato che il branco di Runa Fuyutsuki sia estremamente pericoloso per la nostra missione. Il nostro Re in persona me lo ha confermato. Perciò, mi aspetto che voi ve ne occupiate con ogni mezzo a vostra disposizione. E pretendo risultati da tutti voi.》 Disse freddo con il ghiaccio, osservando direttamente ognuno dei suoi colleghi, soffermandosi in particolare su Nana, che ridacchiò di nuovo divertita.

Quello era Ichi, il capo di tutti loro amministratori e diretto messaggero diretto del Re, ed era estremamente diligente quanto pericoloso, vista anche la sua posizione di comando. Ma non le importava. La situazione finalmente stava prendendo una piega meno noiosa. 
E ci sarebbe stato da divertirsi visto che era arrivato il momento di cominciare le danze e far partire il suo piano. 
   
 
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