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Autore: yuki rain    13/11/2018    0 recensioni
Il primo amore è sempre il più bello e il più difficile lo scoprirà bene Lucy, figlia di una ricca famiglia, quando si ritroverà incastrata in una relazione con Natsu, un ragazzo scalmanato e ribelle dal passato misterioso.
I due dal non conoscersi finiranno per passare ogni giorno insieme ma chissà se il loro amore sarà in grado di superare il passato oscuro del ragazzo e di reggere a tutte le sfide dell'adolescenza.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non mi ha detto perché mi ha chiamato” disse Natsu seduto sul lettino della dottoressa nell'infermeria del centro sportivo.

Lo studio era piccolo, un letto con la tipica carta, degli scaffali pieni di medicinali e la pallida scrivania col computer e la stampante.

La donna stava smanettando al computer nel silenzio assoluto della stanza.

“La mia collega è rimasta molto stupita dai tuoi risultati” disse Kyoka visitandolo.

“Dal punto di vista medico sei uno dei migliori giocatori mai visto, il signor Hades ci tiene particolarmente a questa particolarità” “Quanto spesso ti ammali?” chiese in seguito fermando per un istante le dita dalla tastiera.
“Nulla più di un raffreddore ma capita raramente”

“Il signor Hades non è solo il direttore, si occupa di altri progetti strettamente legati al mondo sportivo”

“Più o meno sto iniziando a capire come funzionano certe cose”

“Natsu, sarò onesta … tu sei esattamente ciò che stiamo cercando” per la prima volta da quando si era seduto la dottoressa lo guardò in volto.
“Un modello o ...”
“Non esattamente … noi siamo alla ricerca del giocatore perfetto e offriamo tutto il necessario per migliorare al massimo le tue prestazioni sul campo”
“Io?” chiese indicandosi, non credeva di avere certe doti … qualunque esse fossero.
“Si, hai tutte qualità che cerchiamo, saresti interessato?”
“Penso di doverci pensare un po' su” disse guardando per tera.

“Ovviamente siamo disposti a offrirti un compenso aggiuntivo alla tua quota di titolare” disse aumentando l'interesse del ragazzo

“Attendiamo fino a lunedì” concluse.

 

Natsu rientrò in casa silenziosamente chiudendosi la porta alle spalle col solito zaino su una spalla.

“Ciao Happy” salutò il gatto mollando lo zaino per terra e accarezzò l'animale che fece le fusa sullo schienale del divano.

Si voltò verso vedendo suo fratello ancora in divisa addormentato, doveva essere molto stanco nell'ultimo periodo.

Natsu prese la coperta appoggiata sullo schienale e coprì il corvino.

Si diresse verso la sua camera quando notò l'accumulo di fogli sul tavolo, incuriosito si avvicinò.

Bollette, tante bollette. Tante bollette non pagate. Sospirò sembrava che i soldi non bastassero nonostante tutto. Aveva iniziato anche lui a contribuire ma erano così indietro con i pagamenti che faticavano comunque ad arrivare alla fine del mese.

Entrò in camera sua sfilandosi le scarpe e abbandonandole sul pavimento, si sdraiò sulla schiena con la schiena contro lo schienale e il pc sulle gambe, doveva leggere tutte le email che Sherry gli aveva inoltrato e decifrarle. Sentiva che stava perdendo il controllo della sua vita.

Voleva solo fermarsi un attimo a guardare video stupidi su internet ma non poteva, se non c'era la scuola c'era il lavoro o gli allenamenti.

Prese il telefono e compose il numero di Lucy ma scattò la suoneria, sospirò mollandolo sul materasso da qualche giorno il loro rapporto si era indebolito, passavano anche intere giornate prima che uno rispondesse all'altro.

Il telefono suonò di nuovo, Natsu sospirò guardando in alto “Ciao Sherry”

“Darling, ho una fantastica notizia per te” disse con la sua solita voce esuberante.

“Un altro servizio?”
“Oh no molto di più, ho fatto circolare un paio di tue foto e un brand molto, molto importante mi ha chiesto qualche informazione in più ...” disse esaltata.

“Quindi?”
“E' molto probabile che ti offriranno un contratto”

“Ho mal di testa possiamo parlarne dopo” si inventò una scusa.

Non aveva voglia di passare gli alla parte lavorativa dellagiornata.

“E se ti dicessi che questo sponsor è la Q.King”

“Intendi quella … famosa?” chiese incredulo

“Ovviamente”
“Intendi quella che ha un negozio che è un palazzo a due piani in centro?”
“Si proprio quella”
“Intenda quella-”
“Si Natsu quella! Lunedì dopo scuola ti passo a prendere io con un cambio di outfit e andiamo in agenzia.”
“V-va bene!” era emozionato, molto emozionato. Q.King era una specie di Gucci per gli sportivi, un icona che da anni faceva la storia e avevano chiesto di lui. Si ritrovò a sorridere al muro come un ebete.

 

Lunedì a ricreazione Lucy e Natsu stavano amoreggiando in una classe vuota, lei seduta su un banco e il rosato in piedi che la baciava.

Lucy gli mesi le braccia intorno al collo massaggiando i capelli del ragazzo.

“No, non qui” disse lei sentendo la mano del ragazzo allungarsi sotto la sua gonna.

“Solo un attimo” borbottò baciandole il collo.

“Dai, qualcuno ci potrebbe vedere” rise.

“E' da una vita che non lo facciamo! Inizio a sentire astinenza” disse mettendogli le mani sulla vita.

“Sei sempre impegnato ...” disse baciandolo a stampo.

“Dormi da me stanotte?”

“Non posso, è il compleanno di mia mamma siamo fuori a cena”
“Dopo cena” disse baciandogli il collo.

“Non credo che me lo permetta, sai che vogliono che vada a scuola in orario”
“E quando allora?”

“Un giorno lo troviamo” sorrise baciandolo a stampo.

La campanella suonò i due si salutarono prima di dirigersi verso le loro classi, dannato Jackal! Pensò Lucy se non fosse per lui che gli aveva lasciato un succhiotto sul petto e Natsu non ci avrebbe mai creduto alla storia che era solo un livido.

Si erano rivisti ancora dopo quella notte ed era successa la medesima cosa nella sua auto, Lucy si sentiva così in colpa per quello che stava combinando, ma al tempo stesso quando stava con Jackal finiva sempre per venire attratta da lui.

Non ne aveva parlato con nessuno, nemmeno con le sue amiche: Levy si sarebbe arrabbiata tantissimo, Juvia … lei era troppo occupata a fare la mamma mentre Erza sarebbe esplosa in una sonora ramanzina e avrebbe fatto di tutte perché lo confessasse al ragazzo.

Lucy si sedette al suo posto sbattendo la testa sul banco, quella situazione la stava facendo uscire matta e la cosa che la faceva ancora di più irritare era che aveva fatto tutta da sola. Non poteva incolpare nessuno se non sé stessa.

Suonò il telefono, era sherry che le aveva inviato un messaggio “Lucy sto radunando delle modelle per un servizio in costume da bagno … vorresti essere dei nostri?”

“Devo chiedere ai miei genitori ma credo che non ci siamo problemi” rispose prima di mettere via il telefono vedendo la professoressa entrare.

 

Natsu stava leggendo il libro di storia col tappo in bocca e con l'evidenziatore sottolineava, Sherry era seduta in parte a lei mentre la sua assistente guidava la macchina.

“Tutto bene con la scuola?” chiese la ragazza.

“Si, ho solo l'interrogazione domani” farfugliò col tappo in bocca.

“Vedi di andare bene, se venissi rimandato o bocciato non sarebbe della bella pubblicità”
“E come sfarebbero a scoprirlo?”
“Fidati, quelle vecchie volpi dei giornalisti sono in grado di scoprire cose di cui tu neanche sei a conoscenza” disse guardando ipad.

Pochi minuti dopo erano arrivati all'agenzia della Q.King, Natsu si sentiva nervoso. Entrando ammirò i lunghi corridoi decorati con le gigantografie delle copertine e le foto di modelli e modelle.

“Sherry” disse un uomo di mezza età spalancando le braccia verso la donna.

“Pier” rispose andandogli incontro con la stessa allegria.

“Quanto tempo che non ci vediamo, dalla sfilata di alta moda dell'anno scorso se non sbaglio.”

“Che memoria”
“Lo so, io non sbaglio mai” disse sistemandosi gli occhiali da visti.

“E' lui Natsu?”
“Si”
“E' molto più bello dal vivo” disse sistemandogli un ciuffo di capelli rosa.

Natsu non disse nulla ma osservò il particolare e colorato, specialmente colorato, modo di vestire dell'uomo.

“Facciamo qualche scatto di prova … seguitemi”

Natsu venne mandato a cambiarsi in una stanza con degli abiti di prova, dei pantaloni della tuta color vino a cavallo basso con due linee verticali bianche di lato. Delle scarpe sportive bianchissime, così bianche che era impossibile che fossero state indossante al di fuori di quel posto e una maglia nera leggermente aderente.

“Eccoti” disse Pier “Mettiti lì” disse indicando il set col fotografo che sisitemava la fotocamera.

“E' davvero bello” disse Pier all'amica.

“E' troppo giovane per te” scherzò

L'uomo rise di gusto “Ma è perfetto per l'agenzia”

“Firmiamo il contratto?”

“Non perdi tempo è?”
“Mi conosci bene”

 

“Un servizio in costume da bagno? Interessante ...”

“Piantala cretino” rise Lucy.

La ragazza era sdraiata sul suo letto con libro di scuole abbandonato sulle gambe e il telefono all'orecchio.

“Immagino che non sarò io il fortunato ad avere l'anticipazione”
“Direi proprio di no”

“Avrà onore del tuo ragazzo cornuto?” rise.

Il sorriso di Lucy sparì completamente mutandosi in espressione a metà fra irritato e intristito.

“Ho toccato un tasto dolente?”

“Devo andare ora” disse sbrigativa.

“Andiamo Lucy ...” Jackal venne ignorato dalla ragazza che chiuse la chiamata in faccia.

Buttò il letto sul materasso e si coprì il viso col cuscino, in quel momento il fratello entrò bussando sulla porta già spalancata.

“Sorella?” chiese confuso.

“Sting” rispose senza togliere il cuscino.

“Hai visto la mia felpa nuova?”

“Perché dovrei sapere dove sta?”

“E' successo qualcosa?” chiese sedendosi sul bordo del letto.

“No” borbottò

“Sicura?”
“E' troppo complicato”

“Avanti parla”

“Sto facendo un casino ...” Lucy gli raccontò tutto: di quello che provava in compagnia di Jackal, del senso di colpa che provava quando stava insieme a Natsu, ansia del non sapere se parlano o meno durante gli allenamenti e la partita che ci sarebbe stata venerdì.

“Sorellina ti sei messa in una brutta situazione”
“Lo so cosa credi!”
“Io ho avuto diverse ragazze prima di Yukino e per esperienza posso dirti che per quanto possa fare male è meglio per entrambi finirla subito”
“Non posso fare una cosa del genere a Natsu”
“Ma non si merita neanche quello che stai facendo ora”

Lucy sentì delle lacrime bagnarli le guance e il fratello l'abbracciò istintivamente.

 

I giorni passarono lenti e Lucy prese le distanze da entrambi, si stupì delle sensazioni che provò in quel periodo: da una parte Natsu gli manca più a livello fisico, sentiva la nostalgia del calore che emanava il suo corpo, delle sue carezze, della sua presenza che la faceva sempre sentire al sicuro da tutti.

Di jackal sentiva la mancanza della sua voce al telefono, dei messaggi e del suo modo di sedurla, dell'insicurezza che provava quando restava sola con lui.

Amava Natsu, gli voleva un sacco di bene ma le emozioni che provava per Jackal erano difficili da capire, la inquietavano quasi. Aveva paura di comprenderli.

Aveva detto al rosato del servizio in costume e aveva dato sfogo a uno scatto di gelosia dicendo di non essere molto propenso a un servizio “mezza nuda” come lo aveva definito. Lei aveva ribattuto sul fatto che anche lui fosse sempre circondato da modelle per i servizi fotografici. Alla fine la discussione era esplose in una mezza lite non ancora chiarita.

“Io non capisco da quando è così geloso?” sbottò sfogandosi con le sue amiche.

Si era trovata a un bar per un aperitivo con Levy e Juvia che aveva portato la bimba che dormiva serenamente nel passeggino.

“Lo è sempre stato” disse l'azzurra sorseggiando l'analcolico.

“Mai così”
“Forse lo stai notando un po di più da quando hai iniziato a fare i servizi fotografici” disse Juvia sistemando il cuccio alla bambina.

“Allora perché non me l'ha detto fin dall'inizio?”
“Perché non glielo chiedi a lui?” propose Levy

“E' nervoso per il basket, non facciamo che litigare” sospirò.

“Anche io e Gray abbiamo avuto un periodo simile dopo la nascita dì Urrutia alla fine abbiamo capito che il problema eravamo noi … troppo stanchi” “Ma quando abbiamo ricominciato a dormire le cose sono migliorate. Forse siete solo un po troppo stressati in questo periodo”
“Non è solo questo ...” accadde, Lucy confessò le sue colpe alle amiche.

“Non è una bella cosa”

“Lo so anche da sola!”
“Quindi non ti piace più Natsu ...” dedusse l'amica.

“Non lo so” “So solo che venerdì lì vedrò insieme per la prima volta da quando tutto questa situazione ha avuto inizio e io non so che fare”

“ … scusa ma questa volta non ha idea di cosa consigliarti”

 

“Benvenuto Natsu” disse la dottoressa Kyoka “Conosci già la mia assistente Seilah?”

“Piacere” si strinsero la mano.

Il ragazzo era stato portato in una stanza privata della palestra dove si allenava di solito la squadra. C'erano diversi computer e macchinari per l'allenamento.

“Direi che possiamo iniziare”

pochi attimi dopo Natsu stava correndo sul tapirulan con dei cavi collegati al corpo tramite delle ventose al petto e alla fronte. I cavi erano collegati ai vari pc su cui le due donne stavano lavorando.

Natsu premette il bottone rosso per interrompere il programma “Che succede?”

“N-ho più fiato” disse mettendo i piedi ai lati del tappeto dove non vi era il rullo e il volto appoggiato al piccolo monitor.

“Quanto ha fatto?” chiese lei all'assistente

“Sei chilometri e mezzo”

“Natsu appena sei pronto passiamo al prossimo esercizio”

Alla fine Natsu si sentiva distrutto non aveva mai fatto così tanti sforzi in una sola sessione di allenamento e la strada verso casa gli sembrò più lunga dell'andata.

Lunga la strada di casa continuava a rigirarsi nella mano la scatolina di plastica gialla come quella dei medicinali.

Sono integratori naturali per la stanchezza fisica”

Erano queste le parole usate.

“Cosa non si fa per i soldi” pensò cercando le chiavi di casa nella tasca della giacca. Era cambiato tutto: il suo modo di vestire, dagli eterni pantaloni della tuta tenuti a vita anche troppo bassa e le enormi felpe era passato a jeans aderenti e giacche in pelle o in jeans all'ultima moda.

Prima viveva attaccato alla palla da basket, ora al cellulare che tante volte non arrivava a fine giornata per tutte le varie chiamate e notifiche.

Diede una sbirciata ai messaggi notando che Lucy non gli aveva ancora risposto da quella mattina, si stava stranamente allontanando. Infondo la capiva non facevano altro che litigare.

“Servizio in costume … pff” borbottò tra se e se entrando in ascensore “Solo io posso vederla nuda” protestò a bassa voce.

“E' come andare in spiaggia” imitò la bionda.

“Si con un tipo appiccicato che ti fotografa” aggiunse lui.

Uscì dall'ascensore continuando il suo discorso nella sua mente, ci mancava che i vicino lo vedessero parlare da solo.

Mise le chiavi nella fessura notando una busta sullo zerbino indirizzata a suo fratello, se la rigirò in mano aprendo la porta. Era dal proprietario della palazzina.

Incuriosito la aprì.

 

“Dovrei andare a casa ora” disse Zeref nel letto di Mavis.

“Ancora cinque minuti” rise baciandolo a stampo coprendosi il seno nudo con le coperte. Erano andati a casa di lei subito dopo il lavoro per fare l'amore.

Zeref guardò l'orologio che portava al polso “Devo andare a fare la spesa o chi lo sente quello là” disse alzandosi recuperando i vestiti.

“E quando è che inizieremo a parlare di noi?”
“Che intendi dire?”
“Lo sai che intendo dire” disse mettendosi a sedere coprendosi con le coperte.

“Hai ventisei anni non pensi che sia ora che inizi a sistemarti?”
“Non è il periodo”

“E quando lo sarà? Quando inizierai a prendere in considerazione l'idea di avere una famiglia?”
Zeref si allacciò i pantaloni e si infilò la camicia.

“Forse quando riuscirò a trovare un lavoro con uno stipendio decente”
“Mio padre ha detto che è disposto a insegnarti a lavorare in ufficio”
“Mi sono fermato alla terza media non ho proprio le conoscenze per lavorare per un imprenditore”
“Non ci hai neanche provato”

“Non ho neanche mai provato a fare il chirurgo”

“A volte sei così infantile”

“Devo andare” si avvicinò baciandola a stampo.

“Chiudi la porta” urlò lei al ragazzo già sulle scale.

Zeref salì in macchina mettendo in moto quando il telefono suonò “Natsu -” lo interruppe “Dobbiamo parlare” disse serio.

   
 
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