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Autore: Clah    13/11/2018    3 recensioni
C’erano cose che Mick sarebbe riuscito a vedere da qualche kilometro di distanza quando riguardavano Ryo e Kaori, c’erano altre cose che riconosceva anche ad occhi chiusi. L’intesa tra Kaori e Ryo non era mai cambiata, su quello molti non avrebbero dubitato neanche per un secondo. La sintonia era così palpabile, fissa, incrollabile.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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A Kaori non ci volle molto per ricordare come si muovesse Ryo, come lui e Mick si muovessero insieme. Non erano egualmente abbinati e non lo sarebbero mai stati. Ryo era il migliore su tutti i sensi e Kaori lo sapeva: i suoi movimenti, la fermezza delle sue gambe, i muscoli ben cordati delle sue braccia, la solidità del suo corpo, il modo agile in cui riusciva a muoversi erano pari a nessuno- almeno in Giappone.
 
Mick allentò la presa che aveva sul suo colletto ed in quell’attimo Ryo si sloggiò dalla sua morsa con tale velocità che Mick lo lasciò completamente, uno sbaglio grave da parte sua quando Ryo diventava così. I palmi di Mick sbatterono contro il suolo e Kaori, sapendo che Ryo non si sarebbe lasciato imbambolare dalla sua totale caduta, lo guardò ritornare ad una forma difensiva quando Mick, usando lo slancio nelle sue braccia, alzò le sue gambe e le sferrò nella traiettoria di Ryo che solo per uno sfioro schivò il suo calcio. 
 
Ryo andò per un tiro facile ma Mick lo colpì con forza nelle costole per poi infliggergli una serie veloci di colpi che incontrarono solo aria. Il calcio di Ryo arrivò forte e veloce, ma Mick riuscì a schivarlo la strada per cercare di soppiantare le gambe di Ryo da sotto di lui. Ryo si stava già muovendo, dandogli dei calci, il Thwack! Thwack!sembrò così sonoro alle orecchie di Kaori che per un momento si spaventò e guardo Mick per valutare il suo viso che prese una seria smorfia di dolore per poi riprendersi. Ryo lo catturò per la vita, ma lo Mick intercettò e con un gomito lo preso in pieno nel suo addome prima che Ryo potesse farlo cadere a terra.
 
Si circondarono a vicenda e Ryo cadde in una posizione di arti marziali molto più tradizionale. Kaori pensò per un momento che Ryo avesse abbassato le difese ma dallo sguardo divertito di Mick seppe che aveva qualcos’altro in piano. Ryo era un combattente abbastanza intelligente e astuto anche in momenti di apparente ridicolaggine.
 
Mick fece come per muoversi verso la sinistra e poi cadde il più velocemente possibile usando la sua postazione più leggera a suo vantaggio. Catturò Ryo con un colpo bruciante al petto prima che Ryo riuscisse a girarsi e calciare Mick con abbastanza forza da farlo stordire.
 
Il colpo non arrivò mai, ma parve così vicino che Mick ne fu intontito. Ryo usufruì della distrazione, afferrò Mick e lo inchiodò al tappeto con un braccio forte intorno al collo.
 
Kaori aveva il cuore in gola, stare ferma a guardare mentre Ryo aveva il collo di Mick in una stretta d’acciaio la fece preoccupare, ma all'improvviso come se per indicare la sua sconfitta Mick colpì il suolo una volta sola, ed in quel momento Ryo -che fosse per amicizia, completa ingenuità o con una precauzione per le mani di Mick- allentò precipitosamente la sua presa. Mick, cogliendo lo sbaglio al volo, spinse le sue braccia all’insù spostando quelle di Ryo del tutto e con un colpo netto ma leggero gli bastonò il lato del collo in un movimento così veloce da sembrare quasi sovrumano.
“Maledetto” fu l’unica parola che Kaori sentì per la prima volta da quando Mick e Ryo iniziarono a combattere e fu l’ultima parola detta prima che Ryo capovoltasse Mick a terra in un solo giro e lo mise ancora in una stretta d’acciaio ed aspettò che Mick sbattesse la sua mano destra a terra tre sonore volte prima di lasciarlo andare. 
 
Mick tossì leggermente e Kaori, come se fosse stata scaraventata fuori dalla sua trance, si accostò a lui e gli prese le mani gentilmente. Il tremito che le attraverso i polpastrelli fu immediato appena presero contatto con le sue mani ormai segnate da quelle cicatrici che ormai facevano parte di lui da un po’ di tempo.
“Ryo, se me lo conci in questa maniera Kazue ti farà la testa, lo sai?” Ryo scrollò le spalle in segno di indifferenza e si sedette vicino a Mick per dargli una risonante pacca sulla schiena.
Mick fu scosso dalla stangata e Kaori innervosita lanciò a Ryo uno sguardo severo che avrebbe trafitto seduto stante una persona comune e che dava l’indicazione che Kaori fosse lontana solo un istante dal tirare fuori un martello di almeno 50 tonnellate, ma che agli occhi di Ryo sembrava più o meno una smorfia.
“Non ti preoccupare Kaori, non mi farebbe poi tanto male” sorrisero insieme, lui e Ryo, sicuramente per farla calmare e poi si voltò verso Kaori. La fronte di Mick era madida di sudore e Kaori si intenerì leggermente alla vista di quell’uomo, così sagace nonostante fosse un burlone, ed era come se per un attimo rivedesse suoi fratello in quegli occhi.
“Mick tutto bene?” Kaori lo ignorò e sentì Ryo borbottare accanto a Mick, non era messo poi così male. Perle di sudore gli ornavano il viso quasi fosse un dipinto da un famoso pittore, i suoi capelli parvero come se lasciati al vento ed il suo respiro anche se impercettibile sembrava affannoso. Notò la smorfia di Ryo che sembrava le stesse dicendo guarda me, preoccupati di me e Kaori sorrise appena si accorse del suo stato d’animo, l’aveva viziato un po’ troppo.
“Sì, my darling”
“Andiamo su di sopra, avrete di sicuro bisogno di qualcosa dopo esservi azzuffati come animali”
 
-
Per essere quello che ne aveva prese di pesanti Mick pensava che la totale attenzione di Kaori si sarebbe spostata su di lui, ma appena si alzarono dal pavimento per salire le scale verso il salotto Ryo sembrava aver catturato tutto l'interesse di Kaori proprio come un bambino viziato. 
Salirono le scale parlottando, Kaori e Ryo sempre due scalini prima di lui e se prima Mick credeva di riuscire ad attirare Kaori in qualche modo sapeva che dal momento in cui uscirono fuori dalla stanza non ce l’avrebbe più fatta.
C’erano cose che Mick sarebbe riuscito a vedere da qualche kilometro di distanza quando riguardavano Ryo e Kaori, c’erano altre cose che riconosceva anche ad occhi chiusi. L’intesa tra Kaori e Ryo non era mai cambiata, su quello molti non avrebbero dubitato neanche per un secondo. La sintonia era così palpabile, fissa, incrollabile.
C’erano cose in cui Mick non si sarebbe più potuto intromettere; da quando tutto si era ‘sistemato’ per il meglio, Mick sapeva che non c’era più bisogno delle sue spintonate e nemmeno quelle di tutti gli altri amici di Ryo e Kaori.
Per quanto Ryo facesse il duro al di fuori della sua casa, Mick sapeva quanta voglia d’amore e quietudine avesse bisogno, quanta voglia di essere stretto e confortato avesse bisogno.
Si sederono sul divano. Kaori s’incamminò verso il bagno senza dire una parola, ritornò con due piccoli asciugamani che sembravano bagnati d’acqua fredda e li allungò verso di loro, sempre senza parlare ritornò in cucina e Mick immaginò che stesse prendendo due bottiglie d’acqua.
Iniziarono a tastare la pelle con delicatezza, Mick tremò leggermente quando l’asciugamano entrò a contatto con la sua pelle riscaldata ed inumidita; solo una doccia avrebbe eliminato quel tipo di sudore e Mick non aspettava solo che andare a casa dalla sua dolce Kazue per risanarsi. 
“Spero di non averti fatto troppo male, con i tuoi muscoli che sembrano fatti di pongo non sa mai” Ryo disse di sommesso, e Mick, preso dallo shock per la sua preoccupazione ovviamente velata dal finto scherno, scoppiò a ridere
“No, però ho avuto la soddisfazione di averti colpito al collo quando meno te lo aspettavi”
“Sei proprio una iena” Ryo sorrise e poi, palpeggiando con l’asciugamano bagnato la parte del collo in cui Mick l’aveva colpito con un cipiglio divertito, disse “Giuro che se ti becco, ti faccio morto”
“Ma su, ma dai” lo canzonò Mick facendogli le boccacce e Ryo lo seguì sbuffando per poi ridere prima che arrivasse Kaori con le bottiglie.
Il corpo di Mick doleva. I colpi di Ryo erano stati diretti e spietati come sempre, ma c’era qualcos’altro che lo aveva fatto attaccare così severamente, Mick sapeva che era per Kaori, che razza di pavone, pensò con rammarico per le sue povere costole.
“Grazie, my darling” Kaori arrossì come faceva sempre quando la voce di Mick si faceva dolce. Il rossore delle sue guance era solo per la gentilezza che gli era stata rivolta Mick lo sapeva; il rossore che Kaori esibiva per Ryo era molto più profondo, scarlatto. Il rossore per Ryo era d’un amore così immenso.
Guardò Ryo e gli fece l’occhiolino, Ryo alzò gli occhi al cielo “Sei insopportabile” disse.
Ryo sibilò quando Kaori gli poggiò la bottiglia d’acqua fredda sulla sua guancia
“Kaori, ma non ho nemmeno fatto nulla per meritarmi queste cattiverie” bofonchiò incrociando le braccia
“Smettila di stressare Mick”
“Ma lui-!”
“Non m’importa!” lo interruppe Kaori con un tono che non dava spazio per nessun’altra contraddizione
“Guarda che sei fortunato tu, lo sai?” disse a Mick scostandosi da un lato, come se volesse accomodare Kaori vicino a lui
“Oh lo so caro mio!”
Mick rise. Li aveva visti baciare solo una volta mentre erano in un caso insieme; era stato per pura coincidenza che s’era girato in quel momento. Dovevano essere sicuri che non si sarebbe svoltato o forse, presi dal momento, non si erano accorti che erano ancora ai postumi della loro missione. Era stato una bacio veloce, quasi furtivo.

Era abbastanza ovvio, quello che Kaori e Ryo erano per l’un l’altra tra. Vivere in una casa con due camere da letto dove una veniva tenuta in ordine per gli ospiti dava via a capire cosa era successo tra i due. Mick lo sapeva, ma non aveva mai osato chiedere.

Quando Kaori si sedette sul banco del tavolo accanto a Ryo per chiedergli se voleva un caffè, Mick disse “Spero sappiate che non serve che vi comportate come se non siete una coppia, giusto?" con un brontolio nella sua voce.
I suoi occhi si spostarono su Kaori che con la bocca aperta e gli occhi alquanto spalancati lo guardava indietro come se credeva di essere scampata alle osservazioni di Mick –cosa che lo offese visto che era un professionista a non farsi gli affari suoi.
Mick continuò questa volta guardando Ryo “Lo sappiamo tutti, siamo contenti per voi” disse per spiegarsi meglio. Lasciò che le sue parole si sedimentassero chiaramente, che acquisissero una finalità che non sarebbe stata scostata con un’alzata di spalle.

Ryo sospirò, e poi, con tutta la calma nel mondo prese la mano di Kaori nella sua da sotto il tavolo. Studiò il dorso delle loro mani, accarezzando le nocche delicate di Kaori con il pollice “Suppongo che a volte sia una buona cosa… che voi lo sappiate già intendo” disse e alzò la mano di Kaori verso la sua bocca, dando un tenero bacio alle dita di lei.
Kaori avvampò, il suo viso da una parte imbarazzato e dall’altra affascinato, i suoi occhi sembravano brillare.
“Va bene, va bene, allora te ne puoi andare, no?” cercò di dire Ryo che preso un po’ dall’imbarazzo si era portato la mano sinistra alla nuca, le punta delle sue orecchie avevano preso quel solito color cremisi.
“Ryo!” esclamò Kaori e le sfuggì una risata alla sfacciataggine dell’uomo accanto a lei, aveva ancora le guance rosse. Le sue spalle cederono e con esse sembrò proprio che cadde anche il peso del mondo intero.

La conversazione riprese quando Kaori si alzò promettendo un buon caffè. Mick sapeva che era una scusa per sfuggire dalla sua stessa goffaggine, c’era rimasta di stucco. Il solo pensiero fece sbuffare Mick un paio di volte mentre Ryo gli mostrava il suo taccuino “Mokkori” ormai privo di dettagli e cosiddette dovute “ricompense” sulle clienti che lui e Kaori assistevano da mesi, anzi, anni. Ryo la seguì dopo qualche minuto, ma si fermò guardandosi indietro ed incrociò lo sguardo di Mick per solo un secondo come per dire non muoverti da qui, canaglia.
Mick rise tra di sé, gli piaceva troppo stuzzicarli. Dopo aver visto Ryo entrare in cucina, Mick aspettò qualche secondo, ma preso poi dalla sua curiosità si avviò verso la cucina ed il cuore gli si fermò in petto mentre guardò Ryo abbassarsi verso il viso di Kaori per baciarle le labbra, senza nemmeno preoccuparsi di Mick che li stava adocchiando senza pudore.
“I saw that!” esclamò e ridacchiò quando Kaori sobbalzò tra le braccia di Ryo, che strette attorno alla sua vita sembravano rinchiuderla in un rifugio tutto suo.
“Se Kaori mi lasciasse brandire uno dei suoi martelli te lo ficcherei in testa!” annunciò Ryo lasciando Kaori, in un lampo impugnò la sua Colt Python .357 Magnum puntandola direttamente nella sua traiettoria “O sarebbe meglio una pallottola?” chiese premendo il grilletto.
“Corro! A presto miei cari!” Mick si scostò di scatto dallo stipite dell’arco d’ingresso della cucina, e volò per uscire via di lì
“Ciao, Mick!” la voce di Kaori lo raggiunse mentre chiudeva la porta di casa Saeba-Makimura
“Bye, Sugar!”
 
 
 
Okay, questa fic è solo perché mi chiedevo come gli amici di Ryo e Kaori –Mick, in questo caso- vedessero il loro rapporto. Sto sperimentando con punti di vista che non si presentano solo attraverso Ryo e Kaori, ma un’altra terza persona. Spero di esserci riuscita e spero che questa fic vi sia piaciuta.
  
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