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Autore: JAPAN_LOVER    15/11/2018    1 recensioni
Gregor Startseva è il giovane allenatore di 34 anni della nazionale maschile di pallavolo, con una lunga serie di successi alle spalle.
Proprio mentre è intenzionato a godersi le meritate vacanze estive, all'indomani di un trionfo che è valso ai suoi ragazzi la medaglia d'argento, viene convocato dalla Federazione sportiva per un nuovo incarico: guidare ai mondiali 12 ragazze a una settimana dagli esordi.
Tra numerosi punti oscuri e mille difficoltà, deve imparare a gestire una squadra di ragazze che non conosce. A suo modo, ognuna gli darà del filo da torcere e, in particolare una, Lucia, la capitana, rivelerà nutrire un'inspiegabile avversione nei suoi riguardi.
La medaglia è fuori dalla portata di mano, ma riuscirà Gregor a domare le sue 12 leonesse e a tornare a casa, senza rovinare molto la sua luminosa carriera?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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BUONA LA PRIMA

LUCIA



Sei in pieno fermento.
In questa prima attesissima giornata di campionato mondiale, affronterete il Cile.
Fortunatamente, gli spalti all’interno del Palasport di Tokyo non sono gremiti di gente come invece ti saresti aspettata. Sono pochi gli appassionati nipponici accorsi, e ancora meno i tifosi italiani e cileni.
Non sei nuova nelle competizioni internazionali, ma sei tesa come se fosse la tua prima volta. Tuttavia, ricordi a te stessa che sei la capitana, in qualche modo un punto di riferimento per le tue compagne. Non ti è permesso lasciarti sopraffare dalle emozioni.
Ma il cuore galoppa nel petto…
I muscoli sono un fascio di pura tensione…
E l’adrenalina pulsa, scorre bruciante nelle vene….
Sei insieme alle tue compagne, appena fuori dalla vostra metà campo.
Prepari gradualmente il tuo corpo, lo porti alla giusta temperatura. Sgranchisci gli arti, rotei le braccia compiendo giri di 360°. Le tue gambe, lunghe e tese, sono già corazzate con delle ginocchiere bianche, le dieci dita della tua mano sono tutte ben incerottare, la maglia azzurra che indossi porta il numero 10 insieme al tuo cognome.
Nonostante i movimenti siano metodicamente gli stessi, il riscaldamento pre-partita non ha lo stesso sapore di quello che compi tutti i giorni in palestra. Lì, alla sola presenza della tua squadra, non prepari il tuo corpo per 8h no stop in campo, ma per pochi e decisivi set. Piccola ma sostanziale differenza…
Fate rimbalzare palloni da parte a parte. Con movimento studiati, calibrate bene i movimenti delle braccia con colpi sempre più decisi, sempre più secchi. Riacquistate ognuna il vostro ritmo.
Poi finalmente un fischio vi richiama.
Italia da una parte, Cile dall’altra.
Le due squadre si radunano appena fuori dal campo. A ridosso della linea dei 9 metri, si predispongono in due schieramenti, e l’elettricità nell’aria aumenta vertiginosamente.
Questo della presentazione, è sicuramente uno dei momenti che più ti emozionano. Ti trovi all’estremo della fila, tra Cris alla tua destra, e i vostri due coach alla tua sinistra.
Vi stringete tutti per mano. La mano di Cristina e quella grande Startseva raggiungono le tue, mentre l’accordo di trombe e tamburi apre il vostro inno nazionale.
Una miriade di scariche elettriche attraversa la tua colonna vertebrale.

Fratelli d’Italia,

l’Italia s’è desta;

dell’elmo di Scipio

s’è cinta la testa.

Dov’è la vittoria?

Le porga la chioma;

ché schiava di Roma

Iddio la creò.



Sulle note dell’inno di Mameli, cantate a una sola voce.
Tu, le tue compagne, Paolo, Startseva… quello che sentite è qualcosa di puro, irrazionale, qualcosa di assolutamente inspiegabile a parole.

Noi fummo da secoli

calpesti, derisi

perché non siam popolo

perché siam divisi.

Raccolgaci un’unica

bandiera, una speme;

di fonderci insieme

già l’ora suonò.



Vi sentite uniti, in perfetta comunione, tutti insieme, in un unico momento catartico.
Le vostre corde vocale vibrano all’unisono e nel vostro petto arde un sentimento di dedizione e di appartenenza a una maglia, a una squadra, a una nazione intera.

Uniamoci, amiamoci

l’unione e l’amore,

rivelano ai popoli,

le vie del Signore.

Giuriamo far libero

il suolo natio:

uniti per Dio,

Chi vincer ci può?



Alzi gli occhi su Stertseva.
Lui è al tuo fianco e la sua voce perfettamente intonata ti arriva nitida, ferma, decisa…
I suoi occhi grigi e acuminati guardano dritto davanti a sé. Sembra tranquillo, determinato il tuo coach, ma ti chiedi cosa stia realmente provando sotto quell’insondabile coltre di ghiaccio.
Fra le tue compagne, tu sei lunica ad averlo visto per com’è sotto quella patina, sei la sola a cui è stato concesso di vederlo cedere a uno dei suoi rari momenti di vulnerabilità.
Quella volta, con Mirko, hai visto uno Startseva diverso da come si presenta in palestra. Uno Startseva che si concede la debolezza di essere umano…
Questo campionato è importante per te e per la squadra, ma senti che lo è anche per lui.

Stringiamci a coorte!

siam pronti alla morte;

siam pronti alla morte,

l’Italia chiamò!


Stringiamci a coorte!

siam pronti alla morte;

siam pronti alla morte,

l’Italia chiamò!

Sì!!



Alzate le braccia al cielo, le dita ancora saldamente intrecciate le une nelle altre, e poi applaudite. Battete forte le mani, finchè all’interno del palazzetto si ristabilisce un silenzio solenne.
A seguire, infatti, parte immediatamente l’inno cileno. Le ragazze sudamericane, dalla carnagione prevalentemente olivastra, intonano sentitamente il loro canto nazionale.
Al termine, vi inchinati tutti al pubblico come è buona usanza nella cultura nipponica.
Primo e secondo arbitro si posizionano alle estremità della rete, i guarda-linea a fondocampo. Tutto è pronto.
Voi siete pronte, e questa è la vostra formazione schierata:

Lucia Capparelli, opposto;
Paola De Brasi, schiacciatrice;
Rossella Certini, schiacciatrice;
Cristina Deledda, centrale;
Camilla Bigonciari, palleggiatrice;
Giulia Mandelli, libero;

Starseva ha schierato immediatamente voi titolari. Probabilmente vuole subito vedervi in campo, studiarvi al fine di costruire possibili soluzioni per le prossime partite.
Battete le mani, le une su quelle delle altre. Per voi, battere il cinque significa molto più che imprimervi la giusta carica, è un po’ come se l’energia di una riuscisse a passare all’altra in un unico circuito elettrico.
Siete radunate in panchina, riserve e titolari circondate i vostri due coach. Loro con la t-shirt azzurra da CT e voi tutte con la divisa azzurra. Solo Giulia si differenzia con la divisa da libero, che è bianca con le rifiniture azzurre.
“Forza, raga! Concentrate! Dobbiamo mettercela tutta!” questo è l’incitamento di Paolo, mentre vi regala il suo sorriso più deciso.
Non ne sei tanto sicura, ma negli occhi grigi di Startseva scorgi finalmente il cenno di una qualche emozione.
“Non vi dico niente – dice il vostro primo allenatore – quello fondamentalmente avevo da dirvi, ve l’ho già detto durante i giorni di allenamento insieme. Quello che mi è aspetto da voi è un gioco di squadra. Restate sempre unite, sempre coordinate. Giocate come sapete fare, e il Cile non sarà un problema. Restate sempre insieme, se rimanete unite non vi batteranno mai, perché voi insieme siete energia pura! Forza, ragazze, andate!!”
Piene dell’energia che vi hanno trasmesso i vostri coach, entrate in campo con la giusta esuberanza.
Per buon auspicio, ciascuna di voi porta qualcosa di azzurro. Tu, per esempio hai un elastico azzurro a domare la tua folta chioma biondo cenere. Cris invece ha un braccialetto azzurro.
Camilla, la vostra regista, si posiziona al centro in prima linea, tu sei alla sua destra in posto 2.
I suoi capelli neri cortissimi sono tenuti indietro, ordinati da una fascia azzurra, e i suoi occhi blu sono iniettati di sangue. Ha lo sguardo giusto!
Sai che fra tutte, lei è la più tesa. Questa è la prima partita che gioca da palleggiatrice, la prima in cui è costretta a coprire un ruolo che non è mai stato suo.
Le tendi il palmo della mano e lei lo colpisce con grinta, piena di gratitudine.
“Andrà tutto bene!” le dici.
E lei annuisce con decisione.
Poi, l’arbitro fischia e vi preparate in recezione. Serve il Cile.
La cilena batte dritta su Giulia. La vostra compagna si allunga in avanti per ricevere. Camilla vola verso il pallone e lavora per te una palla alta e rapida. Tu salti e attacchi immediatamente con una fast…che va.
Primo punto, esultate e vi stringete in un rapido abbraccio.
Cambio palla, sei tu adesso a servizio.
Ti dirigi in zona di battura. Sotto il palmo della mano, fai rimbalzare il pallone a terra, come a tastarne la consistenza. Lanci un’occhiata fugace fuori dal campo. Paolo ti sorride, Startseva sembra impassibile ma ti fa un cenno di incoraggiamento con il capo.
Aspetti fino al fischio dell’arbitro che ti dà il via. Puoi battere.
Sollevi in alto il pallone, salti e colpisci violentemente. La palla finisce irrimediabilmente nella zona di conflitto tra due cilene in recezione, che non possono fare altro che guardare la palla atterrare fra i loro piedi.
Uno splendido Ace*.
Si!!
Le tue compagne esultano. Tu ti prepari nuovamente a battere, vorresti replicare, ma questa volta il pallone viene intercettato. Le cilene contrattaccano, Giulia vola in recupero, Camilla alza una palla per Cristina che con un colpo di frusta mette in difficoltà la ricezione delle sudamericane. Sembrano aver recuperato un pallone, che però è troppo impreciso e va a impigliarsi nella rete al terzo tocco.
Le cilene però reagiscono.
Provano a raggiungervi, puntando tutto su Florencia Ramirez, la loro giocatrice di riferimento.
Tra scambi lunghi e primi tempi, arrivate a chiudere il primo set senza problemi sul 25-16, con una decina di match-point che il Cile non riesce ad annullare.
Tornate in panchina, prima del cambio campo. Le vostre compagne in riserva vi aiutato, vi incitano, vi passano gli asciugamani e le borracce.
Ti idrati, tamponi la fronte, asciughi la fatica di un set non troppo impegnativo.
“Bene, ragazze, continuate così! – vi esorta Startseva, il tuo coach sembra molto soddisfatto – unica cosa, mi raccomando al muro nelle diagonali. Ramirez è mancina e ha delle traiettorie difficile da leggere.”
“Soprattutto quando avete lei in posto 2” soggiunge Paolo.
“Esatto, quando c’è lei in posto 2 è necessario rafforzare il muro!” conclude il vostro primo allenatore
“Dai così, raga! Forza! Continuate così!!” grida Paolo elettrizzato.
Vi unite in cerchio. Siete sudate, cariche e affatto stanche.
Ponete una mano sopra l’altra in cerchio.
“Forza ragazze – grida Camilla – per noi, hip hip, Yattaa!!
Alla fine, sul motto l’ha spuntata lei.
Sorridi e sei veramente tanto felice per la tua compagna. Camilla sembra aver acquistato coraggio, il successo delle sue azioni in campo le ha dato una fiducia che le mancava nonostante il sostegno incondizionato di Paolo e di Startseva.
I progressi che ha fatto sono incredibili, sembra davvero che abbia sempre fatto la palleggiatrice.
Riesce a lavorare dei palloni anche non precisissimi che vi arrivano dalla ricezione, e riesce a capire a chi meglio indirizzarli per un attacco ben riuscito. Camilla è padrona del vostro campo e, allo stesso tempo, è in grado di tenere sotto controllo la disposizione delle avversarie nell’altra metà campo.
Suona il fischio che dà inizio al secondo set.
Siete state brave nel primo parziale. Adesso le sudamericane cercano il riscatto e devono rincorrervi.
Come spesso avviene, però, chi sta sotto paga il duro prezzo di sentirsi sotto pressione.
Arrivate sull’11-11 perfettamente in parità. Dopo un buon inizio, però, le cilene iniziano a vacillare.
Le sudamericane appaiono scoordinate, sembrano non capirsi, non trovarsi tra loro.
Non riescono a mantenere in vita palle tutt’altro che impossibile. Hanno perso la bussola, nonostante le pronte direttive della loro allenatrice.
Chiudete il secondo set con un 25-18.
Startseva adesso sembra ancora più rilassato. Non vi ha detto molto durante il cambio campo e durante i pochissimi time-out che si è riservato di chiamare. State alla grande e, nonostante le vostre piccole imperfezioni, avete dominato incontrastate nei primi due parziali.
Poco Cile e molta Italia.
Senza grossi problemi, comincia anche il terzo set.
Startseva ha detto che vuole che sia l’ultimo. Vuole che chiudiate con il botto questa partita, con un sonoro 3 a 0.
A lui farà bene al cuore, a voi darà più coraggio e fiducia nelle vostre capacità.
In questo terzo parziale attaccate tanto, attaccate forte. Le cilene vi rispondono e qualche volta riescono a trovare il punto.
Non vi preoccupa che stiano rispondendo, a voi basta contenere la Ramirez.
L’attaccante di riferimento cilena si fa sentire.
In un’azione perfettamente combinata con la palleggiatrice, Ramirez innesca una pipe**.
Leggete bene la loro mossa, tu e Camilla vi posizionate per murarla. Vi lanciate in un balzo a rete, ed effettivamente Ramirez si protende verso la palla alzata dalla palleggiatrice.
Quello che però non avevate previsto è che l’attaccante non schiaccia, ma innesca con le dita un pallonetto che vi coglie del tutto impreparate.
“Ci sono!!” urla, Giulia.
La rossa con le lentiggini riesce ad arrivare in scivolata miracolosamente sulla palla.
Camilla cade a terra, tentando di defibrillare il pallone.
“Vai, Luci…” ti urla.
Tu, in un’azione tutt’altro che perfetta dal punto di vista tecnico, protendi il palmo della mano, cercando di salvare la giocata, ma la palla si invischia nella rete.
Peccato!!
Le cilene esultano, ma voi scoppiate a ridere.
Aiuti Camilla a rialzarsi e le chiedi scusa per aver vanificato il suo sacrificio, lei ride e ti dà una pacca affettuosa sulla schiena.
Lanciate un’occhiata fuori dal campo, Startseva vi guarda un po’ basito. Il vostro allenatore metodico e perfettino non avrà gradito molto la vostra azione poco convenzionale. Non commenta, si passa la mano nella sua capigliatura corvina e selvaggia, mentre la sua espressione facciale si limita a un’alzata di sopracciglio.
Vi riposizionate.
Il set continua con voi sempre in netto vantaggio. Senza alcun problema, continuate ad offendere in attacco e a mettere in difficoltà la ricezione.
Forse non siete del tutto consapevoli dell’importanza di questa partita, ma il vostro caro coach sicuramente sì. E’ servita molto a rompere il ghiaccio e, infatti, siete entrate subito in partita, avete subito presto confidenza con l’ambiente. Questo vi darà un’ottima spinta per affrontare con lo spirito giusto le sfide più impegnative.
Quando arrivate sul 24-15 cominciate ad accusare un po’ di stanchezza dettata se non altro dal trambusto delle emozioni iniziali.
Cristina batte. Speri che questo sia l’ultimo servizio…
La squadra cilena riceve e ha tutto il tempo per organizzare il proprio piano d’attacco. La Ramirez frusta la palla, tu cerchi di murare, ma le tue mani non sono correttamente posizionate.
Il pallone ti passa fra le mani, apre il tuo muro. Dietro di te, Giulia non può arrivare su questa palla. A salvarla si butta Cristina.
Camilla, in secondo tocco, tenta in tutti i modi di sistemartela, ma la palla è troppo bassa, troppo attaccata a rete. Tu, con il tuo 1.90m, non puoi attaccarla, né ti riesce di arpionarla in un pallonetto.
Non pensi, segui l’istinto. In un movimento del tutto scoordinato, protendi il palmo della mano e con forza spingi la palla dall’altra parte della rete. Non vedi segui nemmeno l’andamento della palla, non sai nemmeno tu di preciso cosa hai fatto…
L’arbitro fischia e, con molta sorpresa, allarga il braccio verso la vostra metà campo.
Niente infrazione, niente fallo. Il punto è vostro.
Ridi e urli di sorpresa, urli insieme alle tue compagne. Vi stringete ansanti in un forte abbraccio.
Startseva ha la bocca spalancata, sul suo viso adesso c’è la stessa perplessità che c’è sul volto delle vostre avversarie. Accanto a lui, Paolo accanto se la ride.
Possiamo dirlo: vi siete aggiudicate a pieno merito, la prima vittoria di questa prima fase…
Vi abbracciate felici, unite, esaltate…forse ha ragione Startseva, insieme siete davvero una forza!

GREGOR



Coach Startseva, com’è andata la prima partita di questa rassegna mondiale?
Bene, direi piuttosto bene!
Che impressione le hanno fatto le ragazze?
Mi hanno fatto una buona impressione. Le vedo molto cariche, hanno molta voglia di mettersi in gioco. Sì, posso dire che siamo partiti con il piede giusto. Abbiamo ancora molto su cui lavorare, ma direi che ci siamo…
Secondo lei, chi è stata la migliore in campo?
Difficile dirlo, ognuno di loro ha dato un prezioso contributo alla riuscita del match. Se devo pronunciarmi in favore di qualcuna in particolare, sento di dover dare il giusto merito a Bigonciari. Sicuramente lo saprete già, Camilla si è dovuta improvvisare palleggiatrice in sostituzione di Anna Valente, che ha lasciato la squadra. Con Camilla abbiamo lavorato tanto nelle ultime settimane, insieme abbiamo cercato di colmare lacune e pianificare il nostro gioco. Ha fatto dei progressi incredibili e oggi in campo ho ricevuto molte conferme delle sue capacità. Quindi, se devo pronunciarmi in favore di qualcuna, un grosso merito va senz’altro a lei.
Per quanto riguarda invece la parte tecnica, come si pronuncia? Avete vinto 3-0 sul Cile, sigillando il tutto con un’azione rocambolesca ma a quanto pare efficace!

Ti mordi le labbra, nel tentativo di reprimere un sorriso.

Eviterei di commentare l’azione dal punto di vista tecnico, soprattutto per quanto riguarda questo terzo set. Noi abbiamo pasticciato, ma loro molto più di noi. In linea generale, però, mi ritengo soddisfatto. A inizio partita, ho chiesto alle ragazze gioco di squadre e loro hanno risposto bene.
Domani affronterete il Canada, quali sono le sue previsioni?
Dal punto di vista tattico, il Canada è sicuramente una squadra più organizzata e coesa rispetto al Cile. Sarà una partita diversa, non so se sarà più impegnativa, ma sicuramente sarà diversa. Dovremmo farci trovare più preparati in ricezione, ma si può fare. Abbiamo studiato e speriamo di portare a casa una seconda vittoria.

Sfoggi uno dei tuoi rarissimi sorrisi e ti congedi dai microfoni…

LUCIA



Salite sul pulmino grigio e rientrate in Hotel, insieme a Paolo.
Startseva è stato trattenuto per la conferenza stampa, e voi avete bisogno di riposo. Dovete riacquistare tutte le energie in vista dell’incontro di domani con il Canada.
Sull’onda dei festeggiamenti, avete già fatto la doccia al Palazzetto. Siete contente di questa prima schiacciante vittoria. Non vi aspettavate di perdere, ma quando sei in campo non puoi mai dare niente per scontato finché non metti giù l’ultimo punto.
Già, il tuo bislacco ultimo punto…
Sei in camera con Cris.
Lei è distesa sul suo letto, riposa ma non dorme.
Tu invece sei in piedi davanti allo specchio a dare una sistemata alla tua chioma ricciola. I tuoi capelli biondo cenere sono sciolti, li ripassi accuratamente con il diffusore. Ti piace che scendano sulla schiena ondulati e morbidi.
Attraverso lo specchio, vedi la tua amica armeggiare con il cellulare. Ti chiedi se stia pensando a Paolo.
Certo, il vostro secondo allenatore sembra essere tornato in sé. Questa mattina a colazione, si è seduto con voi e ha chiacchierato come se niente fosse successo. Vi ha incoraggiato molto per la partita e ci ha perfino scherzato su, a differenza del suo austerissimo collega…
Spegni il diffusore e ti siedi sul letto, con lo sguardo rivolto verso Cris.
“Secondo te Startseva, cosa ha pensato del mio ultimo strambo punto?”
Le domandi così, dal nulla.
Non lo ammetteresti neanche sotto tortura, ma ti interessa dell’opinione che lui ha di te. Altrimenti, perché porre questa domanda?
La tua amica dai capelli color mogano scoppia in una sonora risata, stacca i suoi occhi scuri dal cellulare e li punta su di te.
“Non hai visto che faccia ha fatto?”
Ti stringi nelle spalle e ti lasci andare anche tu a una risata. Startseva embrava più costernato delle povere cilene.
“Secondo me, non sarà arrabbiato, dopotutto quello è stato il punto della vittoria – ti rassicura la tua amica – come mai questa domanda? Da quando in qua ti interessa il giudizio di Startseva?”
A Cris non hai ancora accennato della lite avvenuta la sera prima della partenza nella macchina di Startseva, né tanto meno del tuo penoso messaggio di scusa e del vostro conseguente armistizio.
Tuttavia non sai rispondere a quella semplicissima domanda. Fai per abbozzare una qualche risposta, ma le tue labbra rimangono socchiuse. Il cellulare di Cristina suona e cattura completamente la vostra attenzione.
Cris sussulta e balza seduta:
“E’ Annina!”
Sgrani gli occhi e raggiungi la tua amica.
Ti siedi accanto a lei. Vi posizionate con il telefono davanti, le ginocchia rannicchiate contro il petto e le spalle contro la testiera del letto.
Cris risponde alla videochiamata e il viso della vostra amica compare sorridente sullo schermo.
Anna è una ragazza dolcissima. Si può dire che fra le vostre compagne, lei è la più dolce, la più tenera, la più fragile… lei lo era.
“Anna!!” la salutate in coro.
E’ da un mese che non avevate notizie di lei. È bello vederla sorridere in quel modo…
E’ sempre la stessa, viso tendo, capelli castani legati in una crocchia e due grandissimi occhi verdi lucidi ma velati dalla tristezza.
“Ragazze, vi ho viste in Tv, siete state grandissime!” dice, la sentite emozionata quanto voi.
Perché lei avrebbe dovuto esserci…
Perché lei avrebbe dovuto condividere tutto questo insieme a voi…
Perché la vita è imprevedibile e, alle volte, la brutalità umana ha il sopravvento…
“Tesoro, come stai?” le chiede Cris in pena.
“Sto bene, scusate se non mi sono fatte sentire” e questa volta la sua voce è rotta da emozioni diverse.
Cerca di mascherare la tristezza come può, ma è davvero difficile sopprimere tanta rabbia.
“Non devi scusarti, noi capiamo – la rassicuri dolcemente – abbiamo provato a chiamarti tante volte, ci siamo preoccupate, ma adesso che hai telefonato siamo più tranquille!”
“Scusate tanto. Ho staccato tutto, avevo bisogno di stare da sola... di lasciare il mondo fuori, capite? Scusate, non volevo farvi preoccupare!” Anna trattiene un singhiozzo.
Tu e Cris vi scambiate uno sguardo preoccupato. Vi si stringe il cuore.
Probabilmente è ancora presto, ma Anna è ancora lontana dal superare l’accaduto.
“H...hai provato a farti aiutare?” dice Cris, con un filo di esitazione.
“Sì, sono in cura da un analista. Dice che lo supererò, ma ci vorrà tempo…”
“Per superarlo veramente devi denunciarlo!” dice Cristina.
“No, io non potrei mai…”
“Devi farlo, Cris! Non può passarla liscia, deve pagare per quello che ti ha fatto!” le dici anche tu.
“Io non posso, lui non è da solo. Ha tutta la Federazione dietro, sarebbe uno scandalo…e io non so se saprei reggere tutto questo…”
Stai per replicare, stai per dirle che lei avrebbe tutto il vostro sostegno in caso decidesse di denunciare, ma qualcuno bussa alla vostra porta e tutto quello che hai dentro ti muore in bocca.
“Adesso dobbiamo andare…” sussurra Cris.
“Non sparire di nuovo, d’accordo?” le dici.
“No, non sparirò più, promesso!”
Anna vi rassicura, regolandovi un dolce sorriso, e Cris interrompe la comunicazione.
Vai ad aprire e alla porta trovi Giulia.
Minuta, sorridete, ancora euforica per la vittorioa di oggi.
I capelli lisci rosso rame incorniciano il suo volto ovale, e le sue lentiggini lo rendono ancora più grazioso.
“Ragazze, noi stiamo scendendo di sotto – vi dice, ma si accorge subito delle vostre facce torve – è successo qualcosa?”
“No, niente!” vi affrettate a rispondere insieme.
Giulia inarca un sopracciglio poco convinta, ma finge di credervi. Le sei grata.
“Beh, sbrigatevi, fra poco servono la cena!” vi dice, prima di sparire nel corridoio.
Ti chiudi la porta alle spalle e sospiri.
Tu e Cris vi lanciate un’occhiata preoccupate, ma rimanete chiuse nel vostro silenzio. Riuscite a comunicare in questo modo, anche in situazione difficili e delicate come queste. Siete felici di aver ricevuto finalmente notizie da Anna e sperate vivamente che lei decide di sporgere denuncia. Voi la sosterrete sempre, qualsiasi decisione prenderà.
Vi preparate per la cena e scendete in sala.
Ci sono già tutti. Le vostre compagne, lo staff e Paolo. Noti subito l’assenza del tuo primo allenatore.
Si starà prendendo tutti i meriti e godendo dei complimenti da parte della stampa… - sogghigni fra te, un po’ cattivella.
Tu e Cris ritrovate il sorriso e vi sedete da una parte della tavolata, insieme a tutte le vostre compagne, che ancora parlano della partita.
Paolo vi raggiunge.
“Brave, ragazze, oggi siete state veramente brave!” dice, con tono beffardo.
“Grazie, Paolo!” risponde risoluta Cris, ignorando volutamente l’ironia.
“E’ stato uno spettacolo guardarvi, a cosa stavate giocando? Ah, sì, chiaramente alla patata bollente***!”
Scoppiate a ridere tutte. Tu nascondi il viso tra le mani, colpevole, sai di essere quella che ha pasticciato di più. Se se questa è la spiccata reazione di Paolo, ti chiedi quale sarà mai quella di Startseva.
Ed eccolo che si materializza. Il vostro primo allenatore entra in sala, bellissimo e con l’aria decisamente stanca. Porta con sé una piccola cartella, probabilmente contiene parte dei suoi appunti.
Vi raggiunge e affianca il suo collega.
“Coach, cominciavamo a credere che si fosse perso!” dice Rossella, divertita.
“Effettivamente mi hanno sequestrato!” risponde lui, sorridendo di rimando.
“Gregor, hai visto come sono stare brave le nostre ragazze?” dice Paolo, dandogli un colpo sulla spalla.
Startseva alza gli occhi al cielo e per tutta risposta estrae un foglio dalla sua cartella scarlatta.
Aggrotta la fronte e legge:
“Su un totale di 75 punti realizzati, sono vostri 5 ACE a servizio, 11 a muro, 31 in attacco…e i restanti 28 punti sono un gentile regalo delle cilene. Ringraziatele!”
“Grazie, cilene!!” cinguettano le tue amiche in coro.
Lui scuote la testa, ma sorride impercettibilmente. Tutto sommato il coach è contento dell’esito della parita.
Insieme a Paolo, vi lascia e raggiunge lo staff dall’altra parte del tavolo.
Non sembra arrabbiato, forse è anche piuttosto divertito ma sai che pretenderà molto da voi…e dentro di te sai anche che è giusto così.

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*ACE: battuta di servizio vincente. Sia se la palla finisce direttamente a terra nel campo avversario, sia se finisce out dopo essere stata intercettata in primo tocco dalla ricezione avversaria.
**PIPE: è un’azione combinata, prevede che il palleggiatore, invece di alzare la palla per l’opposto per il centrale, alza la palla al limite dei tre metri (prima linea). Lo schiacciatore deve fare molta attenzione a non calpestare la linea dei tre metri, in compenso può oltrepassarla in volo e atterrare oltre questa.
*** PATATA BOLLENTE: premetto che di questo gioco ho solo dei vaghi ricordi da bambina. Se non sbaglio è un gioco con la palla a eliminazione, che consiste nel passarsi la palla sempre più velocemente e chi la fa cadere viene eliminato. Mi sono divertita a fare questo paragone, perché sembra che Lucia e Camilla abbiano toccato la palla come se scottasse :’D
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CIAO,
SPERO DI NON AVER PASTICCIATO MOLTO E DI ESSERE STATA CHIARA NELLE DESCRIZIONI.
DEVO DIRE CHE MI SONO DIVERTITA TANTO A SCRIVERE QUESTO CAPITOLO, MI SONO EMOZIONATA COME SEMPRE SULLE NOTE DELL’INNO NAZIONALE.
SEMBRA DAVVERO CHE LUCIA SI SIA “AMMORBIDITA” NEI CONFRONTI DI GREGOR, VEDREMO PIU’ AVANTI SE E COME SI EVOLVERA’ IL LORO RAPPORTO…
ANNA VALENTE, L’AMICA DI LUICIA E CRIS, E’ PROPRIO LA PALLEGGIATRICE CHE HA ABBANDONATO LA SQUADRA POCO PRIMA DELL’INIZIO DELLA NARRAZIONE.
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO QUESTO CAPITOLO <3
VI RINGRAZIO PER CONTINUARE A SEGUIRE LA MIA STORIA, SPERO DAVVERO DI FARVI COSA GRADITA <3
UN SALUTO AFFETTUOSO,
JAPAN_LOVER <3
   
 
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