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Autore: Wolfgirl93    18/11/2018    1 recensioni
AU ScotEng
In un mondo popolato da creature magiche solo pochi prescelti sono in grado di proteggere la luce.
Allistor ha quasi dieci anni quando suo padre se ne va lasciandogli un compito importante e un grande fardello, sarà in grado di adempiere a quella promessa?
Se la storia vi incuriosisce date una sbirciata, il personaggio di Allistor (Scozia) è lievemente OOC ma spero che vi piaccia lo stesso.
Buona lettura
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Scozia
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Ascolta Allistor voglio che tu mi prometta una cosa.” Gli chiese suo padre accucciandosi di fronte a lui, il rosso lo guardò con gli occhioni verdi spalancati prima di annuire.
“Voglio che tu mi prometta che qualunque cosa accada ti prenderai cura di Arthur, so che non è il tuo vero fratello ma voglio che tu lo tratti come se lo fosse. Il padre di Arthur è morto in guerra e sua madre è morta durante il parto, lui è solo e tu rimani l’ultima speranza per lui in questo mondo in guerra.” Spiegò William accarezzando i capelli scarlatti del figlio, era cresciuto così tanto nonostante avesse quasi dieci anni e sapeva che poteva lasciargli Arthur senza problemi.
“Lo farò padre! Proteggerò Arthur!” Aveva detto il bambino alzando il piccolo pugno verso l’alto.
“Sei il mio piccolo guerriero, ora ricordati questo: quando compirai dieci anni dovrai usare questa chiave.” Disse l’uomo porgendo una vecchia chiave al bambino “E’ la chiave del seminterrato e dentro troverai un grosso libro, lì dentro troverai tutta la verità, ma ricorda dovrai aprirlo solo al compiere dei tuoi quindici anni, nel frattempo prenditi cura di te e di Arthur e ricorda tutto quello che ti ho insegnato.”
Quella fu l’ultima volta che vide suo padre, lo salutò con un abbraccio, cosa molto inusuale per l’uomo, e poi scomparve nella nebbia senza fare più ritorno.
Allistor andò verso la camera del ‘fratellino’ entrò e guardò il biondo dormire, erano così diversi ma alla fin fine condividevano lo stesso destino. “Ci penserò io a te” Sussurrò prima lasciare un lieve bacio fra i capelli biondi di Arthur.

Allistor Kirkland non era mai stato un bambino che credeva a miti come il cane nero, i kelpie o le pixie, era sempre stato molto scettico su quelle creature e nonostante certe volte avesse avuto l’impressione di sentire qualche vocina stridula in una stanza vuota non era mai stato tipo da credere a certe sciocchezze; era un bambino molto chiuso, non amava stare in mezzo alle persone e aveva un carattere un po’ scontroso, eppure grazie ai suoi genitori aveva conosciuto l’amore e grazie al piccolo Arthur aveva capito cosa significasse prendersi cura di qualcuno.

Il giorno del suo compleanno arrivò qualche settimana più tardi, la casa era immersa nell’oscurità della notte quando Allistor andò nel seminterrato, aveva paura di scoprire qualcosa che non gli sarebbe piaciuto ma ormai aveva fatto la promessa; girò a fatica la chiave arrugginita ed entrò, la stanza era piena di polvere e puzzava di muffa, accese una piccola candela e si fece strada fra scaffali pieni di oggetti strani e cianfrusaglie sparse a terra, quando finalmente vide un grosso libro rosso capì che era quello il suo obbiettivo.
Prese il grosso libro e lo portò nella sua stanza, passò tutta la notte a leggere e quando l’alba iniziò a sfiorare con i suoi raggi i profili del suo viso Allistor capì che il mondo che lui conosceva era in pericolo: in quel libro c’era scritta tutta la vita dei suoi genitori, le loro battaglie con i mostri dell’oscurità e la convivenza con gli esseri magici della luce, dentro a quelle pagine vi erano incantesimi per invocare fate, unicorni e persino elfi che avrebbe potuto aiutarlo a scacciare l’oscurità che ogni notte diventava più forte.
Solo in quel momento Allistor capì cosa intendeva suo padre, lui e Arthur erano gli ultimi discendenti di una stirpe di guerrieri della luce ed erano ormai gli unici che avrebbero potuto sventare la piaga dell’oscurità dalla terra. Per Allistor fu scioccante leggere quelle cose, la sua mente provò più volte a urlargli che non era vero, che quelle erano solo sciocchezze, eppure da quando aveva aperto quel libro il mondo che era sempre stato celato ai suoi occhi scettici si era finalmente palesato.
“Non preoccuparti, ti aiuteremo noi.” Sussurrò dolcemente una piccola fatina che ora stava facendo capolino da dietro la pesante tenda. “Abbiamo sempre vegliato su di te dopo la scomparsa di William.” Spiegò sbattendo le piccole ali per avvicinarsi al bambino.
“Mio padre è morto?” Chiese Allistor incerto, ormai non era più certo di nulla ma sapeva che viste le recenti scoperti suo padre non era certo andato via per lavoro.
La piccola fata abbassò la testa e si posò sul letto di fronte al bambino “Sì, mi dispiace… Tuo padre ha combattuto bene ma i mostri dell’oscurità erano troppo forti...”
Una piccola lacrima sfuggì dagli occhi del bimbo che subito si portò il braccio a coprire quello che aveva sempre pensato essere un segno di debolezza, la piccola fata si librò in volo fino ad arrivare di fronte al viso del più piccolo, posò una manina sul suo naso e gli sorrise. “Tu e Arthur siete gli unici che possono sconfiggere l’oscurità ormai, tu riesci a vedere cosa succede ma Arthur è ancora troppo piccolo e il suo potere sembra essere molto meno forte del tuo, potrebbe non riuscire mai a vedere questo mondo ma tu devi comunque tenerlo al sicuro.” Spiegò la piccola fatina accarezzando il viso di Allistor.
“Lo terrò al sicuro, lo prometto!” Per la seconda volta il piccolo fece quella promessa e per la seconda volta sentì il suo cuore riempirsi di forza al pensiero che lui sarebbe stato l’eroe di quella storia.


Gli anni passarono e quel segreto rimase nel cuore di Allistor, vide Arthur crescere e diventare un giovane uomo, fu felice di poter passare le giornate con lui e l’idea che lui stesse proteggendo il fratello lo faceva sentire forte e coraggioso proprio come uno degli eroi che si leggevano nelle favole.
Allistor divenne un fratello maggiore con i fiocchi, era sempre pronto ad aiutare il suo ‘fratellino’ e quell’amore fraterno che provava i primi anni iniziò a diventare qualcosa di più.
“Si chiama amore” Spiegò all'improvviso Sypha arrivando in silenzio vicino al rosso “E’ un sentimento che provano molte creature.”
Allistor era confuso, aveva sempre visto l’amore fra un uomo e una donna, non tra due uomini. “Ma come è possibile? Arthur è un maschio e anch’io lo sono!”
Sypha ridacchiò facendo una carezza leggera ai capelli del ragazzino “L’amore non ha genere, ci può essere amore tra individui dello stesso sesso o del sesso opposto, non è una cosa strana è qualcosa che c’è sin dalla notte dei tempi.”
Per Allistor fu davvero strano scoprire quel tipo di amore all’età di quasi vent'anni, era strano non essersi mai accorto dei sentimenti che provava per Arthur ma anche per quello la fata aveva una spiegazione.
“Non hai mai notato questo cambiamento nei tuoi sentimenti perché ti sei sempre immedesimato nel ruolo di fratello maggiore, pensavi che quel calore che sentivi fosse solo un semplice amore fraterno ma in realtà in fondo al tuo cuore sapevi già la risposta.” Disse dolcemente la fata.
“Sai a volte ho l’impressione che tu mi legga nel pensiero!” Commentò Allistor divertito, aveva preso la notizia abbastanza bene e nonostante quel tipo di amore non fosse ben visto da quella società lui decise di non pensarci e di lasciar lavorare il destino.


“Sveglia dormiglione! Eddai non vorrai mica dormire fino a tardi anche per il giorno del tuo compleanno?!?” Allistor sorrise guardando il viso ancora addormentato di Arthur fare facce strane per la troppa luce.
“E’ il mio compleanno quindi posso dormire.” Borbottò il biondo coprendosi gli occhi con un braccio, odiava il giorno del suo compleanno: nessuno a parte Allistor gli faceva gli auguri e ricevere un solo regalo era abbastanza triste, per l’amor del cielo di regali di suo fratello erano fin troppo belli e sapeva sempre cosa desiderava ma era brutto sapere che l’unica persona al mondo che ci teneva a lui era quello scapestrato di Allistor.
“Ok sono sveglio.” Borbottò Arthur sbadigliando, si mise seduto e quando aprì gli occhi trovò un piccolo tortino al cioccolato con sopra una piccola candela quasi del tutto consumata, il biondo sorrise, Allistor faceva sempre così: lo svegliava presto, gli portava un dolcetto con sopra la candela, gli faceva esprimere un desiderio e poi se ne usciva con frasi del tipo ‘cosa vuole fare oggi il festeggiato?’ e ad ogni richiesta di Arthur lui partiva e lo portava ovunque, era bello avere un fratello con Allistor anche se forse era diventato un po’ troppo invadente e appiccicoso negli ultimi periodi. Arthur non aveva mai dato troppo peso alle voci che giravano a scuola ma da qualche tempo sentiva molti ragazzi sparlare di lui “Arthur ha il fidanzatino”, “Voi due fratelli? Ma se nemmeno vi somigliate!”, erano parole dure e nonostante il biondo non ne avesse mai parlato con Allistor ci stava male, non voleva che il fratello smettesse di essere gentile con lui voleva solo avere un po’ di respiro e un po’ di vita sociale senza la sua presenza; poi c’era pure quella strana cosa che ormai da qualche anno tormentava Arthur, gli succedeva quasi sempre durante la mattina ma a volte era certo di vedere degli esseri strani che si avvicinavano a lui o gli parlavano, molte volte era stato preso per pazzo solo perché faceva cenni a cose che gli altri non vedevano e nessuno nella scuola voleva essere amico di un pazzo.
“Esprimi un desiderio Artie e poi andiamo in cucina a fare colazione.” Disse sorridendo il rosso mentre gli porgeva il dolcetto.
Arthur soffiò sulla candelina e chiuse gli occhi ‘vorrei che tutti a scuola la smettessero di sparlare su di me e vorrei non essere più pazzo’ chiese sperando che quella piccola candela consumata esaudisse il suo desiderio.

Finita la colazione Arthur cercò di tornare verso la sua stanza, non aveva voglia di uscire o di festeggiare il suo compleanno ma Allistor aveva piani diversi per lui.
“Allora, cosa vuole fare oggi il festeggiato?”
Eccola, la frase di rito e il solito sorriso che l’altro gli faceva, il biondo sospirò piano e accennò un sorriso “Per oggi credo che mi rintanerò in casa a studiare, tra qualche giorno ho un compito e non voglio prendere un brutto voto.” Spiegò Arthur, non era del tutto vero, ok aveva un compito ma sarebbe stato tra due settimane ed era pienamente pronto per affrontarlo ma Allistor non lo sapeva e probabilmente non avrebbe obbiettato.
“Oh, beh allora possiamo festeggiare nel week-end, potremmo andare a mangiare una pizza o andare al cinema...” Allistor si sentì un po’ triste, aveva sempre festeggiato i compleanni di Arthur e ad ogni compleanno si sentiva felice nel vederlo solare e spensierato, quindi vederlo così giù negli ultimi tempi lo aveva fatto stare male, eppure ogni volta che chiedeva spiegazioni al biondo vedeva spuntare un sorriso forzato e il classico ‘sono solo stanco per il troppo studio’.
“Va bene, ora vado a studiare… A più tardi.” Arthur gli sorrise e si rifugiò nella sua stanza, gli dispiaceva dare buca ad Allistor ma uscire avrebbe significato rischiato di incontrare qualche suo compagno di classe e non voleva dargli un altro argomento per prenderlo in giro  e isolarlo.
La giornata fu noiosa,  Arthur rischiò per almeno dieci volte si addormentarsi sui libri e quando stava per rinunciare una vocina gli ronzò nelle orecchie.
“Oggi è il tuo ventesimo compleanno, volevamo darti un segno della nostra gratitudine per aver protetto questo mondo.” Arthur spalancò gli occhi, si voltò lentamente con la paura nel cuore e quando vide una piccola persona con delle ali trasparenti iniziò ad urlare.
Allistor sobbalzò a quelle urla e in men che non si dica corse verso la stanza di Arthur con un coltello fra le mani e un amuleto protettivo, quando aprì la porta trovò il biondo in un angolo mentre dalla parte opposta vi era Sypha la fatina che aveva conosciuto la notte del suo decimo compleanno e che sempre lo accompagnava quando usciva.
“Al… Non è nulla, mi sono solo spaventato per un ragno… Scusami… Io...”  Allistor sospirò piano e capì che era ora di parlare al suo ‘fratellino’.
“Non sei pazzo, se è questo quello che pensi, la vedo anch’io… Si chiama Sypha ed è una fata.” Spiegò il rosso allungando un dito per far sì che la fatina vi si posasse sopra.
Il viso di Arthur divenne una maschera di stupore misto a terrore. “Tu la conosci? Tu vedi le fate?! Allistor siamo pazzi… Ti prego dimmi che sto sognando o che hai messo qualche erba strana nella torta non può essere vero!!” La voce di Arthur si alzò e ora stava quasi urlando isterico mentre guardava la piccola fata che tentava inutilmente di nascondersi.
“Arthur io ho avuto sempre paura a dirtelo, ma visto che anche tu hai questo dono penso che sia il momento giusto.” Allistor prese un respiro profondo, lasciò andare via Sypha poi si sedette di fronte al biondo che era ancora scioccato da tutta quella faccenda. “Siamo gli ultimi di un’antica stirpe di portatori di luce, degli umani particolari che hanno un’aura capace di fargli vedere il mondo nascosto di luce e ombra; la fata che hai visto è buona ed è una nostra alleata, come lei ci sono altre creature che possono aiutarci nella nostra lotta contro l’oscurità. So che può sembrare strano ma è tutto vero, mio padre e tuo padre avevano questo dono e sono morti per cercare di riportare la luce ovunque; so che non mi credi ma mio padre prima di andarsene mi ha lasciato un libro, dentro vi sono foto e racconti di tutti i vecchi portatori di luce, ci sono anche un sacco di incantesimi per richiamare altre creature magiche e se tu lo leggessi so che capi...”
“Sta zitto!” Gli occhi di Arthur erano colpi di lacrime e il suo viso era pieno di paura “Non so chi ti abbia messo in mente queste cose ma sono solo fantasie! Non esistono le fate o altre creature! Tu sei pazzo e io lo sono ancora prima di te! Stiamo male Allistor, deve essere una cosa che ci hanno attaccato i nostri genitori e dobbiamo farci curare!” La voce di Arthur era stridula e incrinata dal pianto, si sentiva male al pensiero che anche il fratello fosse malato come lui e sapeva che dovevano trovare un modo per guarire.
“Arthur so che può sembrare folle ma è tutto vero! Hai visto anche tu Sypha e so che puoi vedere anche altre creature! So anche che avrei dovuto dirtelo prima ma non siamo fratelli, non c’è nessun legame di sangue tra di noi e quella che tu chiami malattia è un dono! Io non voglio che ti accada nulla, voglio che tu rimanga sempre al sicuro, ho promesso a mio padre che ti avrei protetto perché quello fu l’ultimo desiderio che tuo padre chiese al mio. Ti prego Arthur credimi! Io ti a...”
 Allistor allungò le mani per afferrare quelle di Arthur ma con forza il biondo si allontanò “Non osare toccarmi! Tu mi hai mentito per tutto questo tempo! Ogni compleanno, ogni festa, ogni giorno hai finto che io fossi tuo fratello ma era tutta una bugia! Sei tu il pazzo fra di noi! Sei tu quello che dovrebbe farsi curare!” Arthur si alzò velocemente e senza dire altro corse fuori dalla casa, voleva solo scappare da quella vita e da quello che aveva considerato suo fratello; le lacrime gli offuscavano la vista ma lui continuò a correre senza guardarsi indietro, ignorò le urla di Allistor e i suoi tentativi di farlo tornare, nel giorno del suo ventesimo compleanno la sua vita si era distrutta.
Allistor rimase fermo sulla soglia di casa, sentiva il cuore fargli male per le parole di Arthur ma sapeva che non poteva biasimarlo, c’erano così tante cose che non gli aveva mai detto e ora che le aveva scoperte tutte insieme non era riuscito ad accettarle.
“Sypha ti prego seguilo… Se ci fosse qualche pericolo avvertimi...” Mormorò il rosso con lo sguardo basso, sentiva il cuore a pezzi e sapeva che probabilmente niente sarebbe più tornato come prima.
La fata annuì e volò velocemente all’inseguimento del biondino, fu sorpresa nel trovarlo così lontano da casa, si era nascosto vicino al fiumiciattolo che scorreva vicino al bosco e stava piangendo mentre tirava calci ai sassi o all’erba che lo circondava.
Sypha avrebbe voluto parlargli, dirgli che Allistor aveva nascosto la verità solo per proteggerlo ma sapeva che probabilmente non sarebbe stata ascoltata, si mise seduta su un ramo poco lontano dal ragazzo e vegliò su di lui mentre il sole iniziava a calare.

Allistor passò la giornata a maledirsi, se avesse detto la verità ad Arthur nulla di tutto quello sarebbe successo, pensò a tutti i suoi sbagli e si diede dello stupido ad aver anche solo pensato che l’altro potesse ricambiare quel sentimento; allungò una mano verso la vetrina degli alcolici e quando strinse fra le mani il whisky sentì la voce preoccupata di Sypha.
“Allistor! Arthur è in pericolo! Ti prego corri!”
La bottiglia cadde a terra con un tonfo ma Allistor non lo sentì, afferrò il libro di suo padre e corse fuori seguendo la fatina, sperò di fare in tempo perché se fosse successo qualcosa ad Arthur non se lo sarebbe mai perdonato.

“State lontani! Cosa siete?!?!” Arthur stava urlando dimenando un ramo d’albero per cercare di scacciare quegli esseri scuri che gli strisciavano attorno.
“Carne fresca, è da così tanto tempo che non assaggiamo la carne di un portatore di luce. Non ti faremo male, lasciati andare e saremo veloci.” Sibilò quell’essere avvicinandosi al ragazzo.
La mente di Arthur era piena di pensieri e contraddizioni, forse non era davvero pazzo, forse quello che aveva detto Allistor non era tutta una bugia, quando vide quel mostro balzare verso di lui con i denti gialli scoperti capì che ormai non avrebbe avuto più occasione di scusarsi, chiuse gli occhi mentre le lacrime gli rigarono il viso.
“Solas!” La voce di Allistor arrivò alle orecchie di Arthur che quando riaprì gli occhi si ritrovò avvolto da una luce calda come quella dei raggi del sole, il mostro ora era più visibile e aveva le sembianze di una specie di cavallo ma con delle zampe deformate e il muso macchiato di sangue.
“E’ strano vedere una creatura viscida come te in un posto del genere, so che vivi nei laghi e questo fiume è troppo basso per farti sopravvivere, quindi se non vuoi che ti bruci vivo vattene da qui!” Disse Allistor fissando il mostro, il muso del cavallo si aprì in un’inquietante sorriso prima che una risata uscisse.
“Due portatori di luce, è la mia notte fortunata! Se mi farai mangiare questo qui ti lascerò libero, non dirò a nessuno dove ti nascondi e non ti mangerò.” Disse il demone avvicinandosi ad Arthur.
“Fai un altro passo verso Arthur e giuro che ti torturerò fino alla morte!” Il sangue freddo di Allistor sembrava essersene andato, le sue mani tremavano e la sua mente era piena di una sola cosa: salvare Arthur.
Il demone cavallo fece nuovamente un sorriso prima di guardare Allistor, aveva calcolato tutto e avendo visto la piccola fata sapeva che sarebbe arrivato qualcuno per aiutare il biondino così aveva richiamato a se altri demoni che ora si stavano adunando alle spalle del rosso per attaccarlo.
“Allistor, dietro di te!” L'urlo di Arthur fece voltare velocemente il più grande che sorpreso non riuscì a schivare i primi attacchi dei demoni.
Sentì la pelle venire graffiata a strappata dagli artigli e dai denti di quei demoni, fu grazie a Sypha e ad altre fate che riuscì a non morire; si rimise a fatica in piedi cercando di ignorare il dolore e continuò a mantenere salda la barriera di Arthur mentre con la mano aperta evocò un incantesimo che avrebbe ucciso i demoni davanti a lui.
“Teine!” Dopo aver pronunciato quelle parole le fate scapparono e poco dopo sotto i corpi dei demoni apparvero delle fiamme rosse che iniziarono a bruciare i loro corpi, sapeva che la maggior parte di quegli esseri erano acquatici quindi si sentì più tranquillo quando vide i loro corpi sciogliersi fino a tornare acqua putrida.
“Ce l’hai fatta Allistor!” Urlò Sypha saltellando a mezz’aria, il rosso le sorrise, il sangue delle ferite stava continuando a scorrere e la vista del più grande si fece più sfuocata ogni secondo che passava, riuscì a voltarsi verso Arthur e quando lo vide incolume sorrise. “Sono felice di averti protetto...” Sussurrò prima di cadere a terra ormai allo stremo delle forze.
Gli occhi verdi di Arthur si spalancarono e subito corse verso Allistor quando la barriera si dissolse.
“Hey Al, ti prego non puoi morire! Ti prego, non sono riuscito a chiederti scusa non puoi andartene senza che io mi sia scusato!” Le lacrime presero a scendere dagli occhi del più piccolo mentre le sue mani accarezzavano il viso del rosso che era ricoperto di sangue e graffi.
“Devi usare il libro, non riuscirai a portarlo a casa da solo.” Sypha si era avvicinata ai due e ora stava guardando Arthur. “So che non vuoi credere a questo mondo ma se non lo farai Allistor morirà, le zanne di quei demoni sono velenose e se non lo porti a casa e non pronunci un incantesimo curativo lui se ne andrà.”
Le mani di Arthur tremarono, non voleva vivere una vita senza Allistor, non gli importava se non erano fratelli lui lo amava e lo aveva sempre amato anche quando sentiva che era sbagliato; il biondo prese fra le mani il libro e lo sfogliò, c’erano così tanti incantesimi e così tante creature che poteva evocare che non capì quale fosse quella giusta.
“Lui ci aiuterà.” Disse Sypha indicando con la piccola mano la pagina per evocare un unicorno, Arthur accennò un sorriso, aveva sempre creduto che quegli animali esistessero solo nelle favole ma tra poco probabilmente ne avrebbe visto uno con i suoi occhi.
“Thig rium spiorad gear na coille!” Dopo aver pronunciato quelle parole ci fu una lieve luce fra gli alberi, si sentirono dei rumori di zoccoli che battevano veloci sul terreno e in pochi secondi un grosso unicorno bianco arrivò di fronte ad Arthur che rimase a bocca aperta e con il fiato in gola.
“Sbrigati, devi mettere Allistor sulla sua groppa e dirgli di portarlo a casa!” Disse la fata impaziente.
Il biondo si scosse dal suo iniziale shock e fece come gli aveva detto la piccola creatura, alzò Allistor e lo adagiò sulla groppa chiara dell’unicorno poi goffamente salì anche lui tenendo il più grande per paura che cadesse.
“Portaci a casa, ti prego.” Sussurrò vicino al muso dell’animale, quest’ultimo emise un sonoro nitrito prima di partire al galoppo verso la loro casa; le mani di Arthur si strinsero delicatamente al collo forte dell’animale che non sembrò arrabbiarsi troppo e continuò la sua corsa.
Pochi minuti più tardi arrivarono di fronte alla loro casa, scese Allistor delicatamente e dopo aver ringraziato l’unicorno con una lieve carezza sul muso lo vide sparire in mezzo all’oscurità; portò il rosso in casa e lo sistemò sul suo letto, guardò nel libro e, questa volta senza l’aiuto di Sypha, riuscì a trovare l’incantesimo curativo che avrebbe aiutato Allistor.
“Teas an teine a ‘leigheas an leòn seo beag” Congiunse le mano sul corpo del rosso e sentì un forte calore passare dai suoi palmi fino al corpo dell’altro, in pochi minuti le ferite si rimarginarono e il colorito di Allistor tornò normale.
Arthur sorrise, si sentiva stremato ma felice, quando vide l’altro aprire gli occhi poi non riuscì a trattenersi e subito lo abbracciò di slancio.
“A… Arthur...” Allistor era confuso da quel gesto, non che gli dispiacesse ma forse si era perso qualcosa quando era svenuto.
“Non ti azzardare più a salvarmi! Non sei un eroe sei mio fra… Sei la persona a cui tengo di più e anche se non abbiamo legami di sangue io… Ti amo...” Mormorò Arthur con gli occhi lucidi, non era mai stato un tipo che diceva ciò che provava ma dopo aver quasi perso Allistor sapeva che stava facendo la cosa giusta.
Gli occhi verdi del rosso si spalancarono, aveva sentito bene? Non era ancora svenuto e quello era solo un sogno, vero? “Ti amo anch’io Arthur.” Riuscì a dire prima che le loro labbra si unissero per un lento e lungo bacio, Sypha che in silenzio aveva assistito a tutta la scena non riuscì a non piangere. “Sono dei bravi ragazzi William...” Sussurrò mentre una piccola lacrima luminosa cadeva a terra.













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Angolo dell'autrice:

Spero che questa storia vi sia piaicuta, è la mia prima fic in questo fandom anche se ci sono dentro da quasi 3 anni. Adoro questa coppia e nonostante Scozia non esista canonicamente lo adoro.
Se vi va di lasciare una critica o qualsiasi suggerimento per migliorare questa storia fate pure, sono sempre aperta a nuovi consigli.

P.S. Le parole dei vari incantesimi sono prese dal gaelico scozzese, si ringrazia Google Traduttore per avermi salvato, visto che io non so nemmeno mezza parola di gaelico ^^"

   
 
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