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Autore: Serenity93    19/11/2018    1 recensioni
"Quando nella primavera dei suoi vent'anni Otabek Altin decide di andare in Giappone, non può immaginare come quel semplice viaggio cambierà per sempre la sua vita.
Il giovane si dovrà a fare i conti con se stesso , ma soprattutto su suoi nuovi sentimenti.
Allo stesso modo anche la vita di un giovane russo sarà stravolta è cambiata da Otabek "
[Storia classificata al 2° posto al contest "Racconti di pioggia e di luna" indetto da Wurags sul forum di EFP]
Serenity93
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dove tutto è iniziato







 
É appena sorto il sole sulla città di Almaty ed in una casa un giovane uomo con tutta calma finisce di preparare la sua valigia.
Quel giorno Otabek Altin si era dovuto alzare molto più presto del solito orario in cui si svegliava, ma ciò non sembra affatto essere un problema per lui.
Il ragazzo é di per sé una persona calma, e paziente di natura.
Tuttavia é bene specificare che Otabek può essere sì una persona tranquilla per la maggiore parte delle volte, ma ciò non vuol dire che quando serve non sappia far valere le sue idee.
Finite di prendere le ultime cose utili per il suo viaggio e chiusa la valigia, Otabek esce di casa e si chiude la porta dietro di sé.
Per un po' quell' appartamento in cui vive da solo da quattro anni a questa parte, sarebbe stato spoglio della sua presenza.
Il viaggio che stava per intraprendere lo avrebbe portato in uno dei paesi che da sempre voleva visitare, ma soprattutto conoscere.
Il Giappone! Una nazione che con le sue tradizioni e la sua cultura lo aveva sempre affascinato e, per Otabek sapere che finalmente dopo anni di sacrifici l'avrebbe potuto visitare lo riempiva di gioia.
Avrebbe visitato quel paese da cima a fondo cercando di scoprire cose che magari ancora non conosceva.
Il suo aereo atterrò nella capitale nipponica che erano quasi le dieci di sera e, nonostante la voglia di visitare la città fosse molta la stanchezza del volo purtroppo era molta di più , così decise di prendere un taxi una volta uscito dall'aeroporto e farsi portare nell'hotel in cui avrebbe alloggiato.
Una volta arrivato in hotel e fatto il check-in, il ragazzo venne poi accompagnato nella sua camera dalla ragazza che si trovava dietro il bancone della reception.
Quando la giovane invitò Otabek ad accomodarsi in quella che sarebbe stata la sua “casa” per qualche giorno, il ragazzo non poté dire che le sue aspettative non furono affatto soddisfatte.
La camera come veniva presentata online, cosi era dal vivo.
Dopo che la ragazza gli ebbe fatto presente gli orari della colazione, del pranzo, della cena e della pulizia delle camere, gli augurò un buon soggiorno nel loro hotel e , lo salutò chiudendosi la porta dietro di sé.
Una volta solo il ragazzo andò subito dritto nel bagno che si trovava nella sua camera.
Qui, si spoglia dei suoi indumenti ed entra nel box doccia.
Dopo il lungo volo che aveva sostenuto una bella doccia tiepida era proprio quello che ci voleva per rilassarsi e per togliersi dal corpo, quell' odore sgradevole di sudore che già da un po' lo accompagnava.
Una volta uscito dalla doccia  Otabek prende uno dei teli da bagno presenti e, con questo si copre dal bacino in giù. Poi con un telo più piccolo  si asciuga i capelli giusto per non gocciolare ovunque nella camera quando sarebbe uscito dal bagno.
In realtà questa accortezza avrebbe anche potuta non prenderla dato che con il taglio di capelli che aveva era molto improbabile che avrebbe potuto far gocciolar acqua da questi, ma lui era fatto così.
Una volta in camera Otabek si toglie il telo che fino ad allora lo aveva coperto,  prende un paio di boxer , una maglietta a maniche corte  ed un pantalone si veste e finisce di asciugarsi i capelli.
Purtroppo per Otabek la stanchezza si fa presto nuovamente sentire e, quindi si vede costretto a doversi arrendere ad essa ed a coricarsi.
Tuttavia prima di mettersi a letto, prende il telo e lo ripone nuovamente in bagno facendo bene attenzione a metterlo in un punto dove chi  avrebbe pulito la camera l'indomani avrebbe potuto capire che era stato utilizzato.
Ritornato in camera, il kazako si mette subito a letto.
Sfortunatamente per lui ogni volta che andava in un paese con fuso orario diverso dal suo,  ci metteva molto a prendere sonno nonostante la stanchezza.
Ciononostante dopo essersi girato e rigirato nel letto per quasi un'ora, finalmente Morfeo lo accolsse nel suo regno.
Nel frattempo ad Hasestu, città giapponese della prefettura di Saga dell'isola di Kyushu, un diciassettenne viene trovato da un ragazzo del luogo senza sensi e ferito sulla spiaggia della città.
Sono passati esattamente quattro  giorni da quando Otabek é atterrato in Giappone e nonostante abituarsi al fuso orario del paese non sia stato facile, questo non gli ha per nulla impedito di godersi il suo soggiorno in hotel e di visitare la capitale nipponica a 360 gradi in quei giorni.
Naturalmente Tokyo non era l'unica città che avrebbe visitato nel suo viaggio , ne aveva ancora città e luoghi del Giappone da voler visitare in quel mese in cui avrebbe soggiornato nel paese.
Dopo essere stato a Tokyo per quattro giorni , Otabek avrebbe trascorso una settimana ad a Hasestu.
Da quello che sapeva la città era famosa per i suoi ryokan , ed Otabek non vedeva l'ora di soggiornare in un classico hotel tradizionale giapponese.
« Speriamo che il soggiorno qui nel nostro Hotel sia stato piacevole per voi, signor Altin. »
« Certamente! Sono stato benissimo nel vostro hotel.»
« Ne siamo lieti » risponde il receptionist ad Otabek
« Spero di poter ritornare presto »
« Ce lo auguriamo anche noi. Nel frattempo ecco a lei i suoi documenti e , grazie ancora per aver scelto il nostro Hotel. All'uscita troverà un taxi che lo accompagnerà in stazione».
Una volta uscito dall' Hotel , Otabek sale subito sul taxi che il receptionist aveva detto lo aspettava fuori.
L'organizzazione che avevano i giapponesi , Otabek si ritrovò a pensare che in nessun paese che aveva visitato l'aveva trovata.
il viaggio da Tokyo ad a 
Hasestu si era ritrovato ad essere molto più lungo di quanto il ragazzo avesse immaginato.
Di fatti arrivò nella città dopo quasi otto ore di viaggio ,  dove aveva passato quasi tutto il tempo ad informarsi su usi e costumi di Hasestu.
Uscito dalla stazione , per Otabek non è difficile orientarsi in città.
A differenza di Tokyo ad a 
Hasestu non vi era lo stesso caos che regnava nella capitale, anzi ero tutto molto tranquillo.
Fatto un giro per i vari negozi ed assaggiato del calamaro fresco grigliato, Otabek grazie all’indicazione chiesta ad un passante si dirige finalmente verso il ryokan in cui avrebbe alloggiato.
«Oh lei deve essere il signor Altin, giusto? » A dare il benvenuto ad Otabek é una signora bassina sui cinquant’anni in carne con un viso dolce ed un paio di occhiali da vista
« Certo » rispose il ragazzo
«Bene , bene. Allora benvenuto a Yu-topia! Io sono Hiroko Katsuki la proprietaria insieme a mio marito ed i nostril figli di questo ryokan ».
Dopo i vari convenevoli é spiegato al ragazzo un paio di cose, la signora Katsuki passò a presentargli il resto della famiglia, che Otabek trovo tutti davvero molto accoglienti e simpatici.
« Mari accompagna il nostro ospite nella sua camera »
« Va bene mamma » rispose la primogenita dei coniugi Katsuki invitando poi il kazako a seguirla.
Per arrivare alla sua camera il moro dovette salire su per una rampa di scala, e poi seguire la ragazza fino a quando non si fermò davanti ad una porta scorrevole chiusa.
Tuttavia Otabek durante il piccolo tragitto per arrivare alla sua camera, da un piccolo spiraglio lasciato da una porta di un’altra stanza aperta, aveva notato una ragazzo biondo poco più piccolo di lui con dei cerotti in faccia che dormiva.
Generalmente il moro non era una persona che amava ficcare il naso, ma c’era stato qualcosa in quel ragazzo che lo aveva colpito, nonostante non sapesse assolutamente nulla di lui.
«Eccoci arrivati, le auguro un buon soggiorno a Yu-topia.»
La ragazza stava per andarsi quando Otabek la trattenne per un polso, costringendola così a girarsi nuovamente verso di lui.
« Ha bisogno di qualcosa ? » Chiese Mari dopo che il moro le lasciò andare il polso
« In verità no , ma il fatto è che venendo qui ho visto che in un’altra delle vostre camere c'è un ragazzo che sembra stia qui da voi per riprendersi. Posso sapere cosa gli é successo? »
« Di solito non potrei dare informazioni sui dei nostri clienti, ma visto che quel ragazzino non é un nostro cliente é dato che mi sembri una brava persona non vedo che male ci sia nel risponderti. La verità é che nessuno in famiglia, partendo da me fino ad arrivare a mia madre sa cosa é successo a quel ragazzo.
Mio fratello Yuuri l’ha trovato senza sensi sulla spiaggia della città qualche giorno fa é da allora ancora non si é ancora svegliato. »
« Capisco, avete chiesto un parere medico?
« Naturalmente mio fratello con l’aiuto di un suo amico l’ha  subito portato all’ospedale più vicino e  i medici dopo avergli curato le ferite più gravi, hanno detto a Yuuri che secondo loro poteva benissimo trascorrere la degenza qui a Yu-topia.
Ovviamente i medici hanno consigliato a mio fratello di tenerlo sotto controllo, e di riportarlo in ospedale in caso dopo una settimana non riprenda i sensi. »
« Non capisco, perché dimetterlo così presto? Non sarebbe stato più consigliabile se avesse passato la degenza in ospedale piuttosto che qui? Senza offesa ovviamente»
« No, no nessuna offesa. Hai perfettamente ragione, ma il fatto è che l’ospedale più vicino è molto piccolo e quindi …»
«Ho capito. Ad ogni modo quanti giorni sono passati da quando tuo fratello lo ha trovato? »
« Sei molto curioso a quanto pare, eh!? Ah! Spero non ti dispiaccia se sono passata al “tu” »
« No, no assolutamente »
« Meno male, Comunque … Sono passati quattro giorni »
« Ed avete notato nulla di strano in lui, qualcosa che vi abbia colpito? »
« Oltre al fatto che da quando Yuuri lo ha trovato ancora non si è svegliato, non abbiamo notato nulla di strano. A parte che ogni tanto farfuglia delle strane parole in una lingua che secondo mio padre è russo, no , non abbiamo notato nulla di strano » rispose la ragazza
«Ha detto russo?»
«Beh secondo mio padre è russo , ma potrebbe benissimo essere qualsiasi altra lingua. Comunque scusami, ma io devo tornare a lavoro »
«Ah certo! Scusa se ti ho trattenuta» disse Otabek
«Figurati, ogni tanto staccare quei cinque minuti  dal lavoro non può far altro che bene.»
«Vero, allora buon lavoro.»
«Grazie»
Una volta salutata la ragazza, il moro decise di sistemare le sue cose nella camera in cui avrebbe alloggiato a Yu-topia.
Questa camera  a differenza di quella che aveva nel hotel Tokyo , si differenziava per il fatto che aveva giusto l’indispensabile per garantirgli un buon soggiorno nella struttura.
Non appena si entrava, si trovava una piccola scrivania sulla destra, un armadio ad ante scorrevoli sul fondo, alla cui destra vi era il bagno ed in mezzo alla stanza quasi vicino alla finestra vi era il letto.
Dopo aver sistemato le sue cose, preso un paio di boxer puliti ed il suo bagnoschiuma, il ragazzo decise di andarsi a godere un bel bagno caldo nelle sorgenti termali presenti nella struttura.
Arrivato alle sorgenti termali, prima di accedervi si lavò con cura come i cartelli indicavano e qui fece la conoscenza di Yuuri Katsuki secondo figlio dei proprietari di Yu-topia che come Otabek aveva deciso di godersi un bel bagno termale.
«Tua sorella mi ha detto che sei stato tu a trovare il ragazzo che si trova in una delle vostre stanze a Yu-topia» disse Otabek buttando lì l’informazione ricevuta da Mari Katsuki per rompere il ghiaccio ed iniziare una conversazione.
Il motivo per il quale Otabek si è tanto fissato con quel ragazzo biondo visto solo di sfuggita, non lo sa nemmeno lui bene qual é. Sa solo che c’è qualcosa in quel ragazzo che lo attrae che non riesce a spiegarsi.
«Ah si, ma come mai mia sorella te ne ha parlato? » Chiede Yuuri giustamente
«Il fatto é che mentre tua sorella mi accompagnava verso la mia stanza, ho visto il ragazzo da uno spiraglio di una porta, ed allora per curiosità le ho chiesto chi fosse ed altre informazioni che le ho sempre chiesto io »
« Come mai tutta questa curiosità? Per caso lo conosci? »
Naturalmente le domande che Yuuri fa ad Otabek sono più che ragionevoli, dopotutto non è per nulla normale che uno sconosciuto prenda è faccia così tante domande su di una persona che ha visto solo una volta,  di sfuggita e , per di più dormiente.
« Capisco che può insospettire questa mia eccessiva smania di avere informazioni su di lui, ma il fatto é che qualcosa in lui mi ha colpito è credo sia anche dovuto al lavoro che faccio
« E che lavoro svolgi in Kazakistan? »
« Sono un carabiniere, ma oltre a questo faccio anche del volontariato nella mia città quando posso.
Comunque tua sorella mi ha detto anche che secondo vostro padre parla russo »
« Potrebbe essere russo, come potrebbe essere benissimo un’altra lingua. Il problema è che non siamo ancora riusciti a sapere nulla di lui.
È vero che sono stato io a trovarlo , ma con lui non aveva nessun documento d’identità. Quindi non sappiamo nemmeno come si chiami, da dove venga e quanti anni possa avere. In verità un idea me la sono fatta sulla sua età, ma sul il resto il buio più totale »
«Capisco, ma avete denunciato la faccenda alle forze dell’ordine? »
«Certamente, ma sembra non risulti nel registro delle persone dichiarate scomparse in Giappone »
« C’è un vero alone di mistero attorno a lui, chissà magari è proprio questo che mi rende così curioso verso di lui. »
«Non credo. Sei una brava persona, si vede che lo sei é , sai cosa fanno le brave persone? Si preoccupano per gli altri. È visto il lavoro che svolgi in Kazakistan, mi sembra più che normale dice » Yuuri uscendo dalla vasca termale.
«Te ne stai già andando? » Chiede Otabek
«Si, tra due ore si cena e se non vuoi perderti una delle specialità culinarie di mia madre, che tra l’altro è anche il mio piatto preferito, ti consiglio di uscire »
«Per sapere,  qual è il tuo piatto preferito? »
«Il Katsudon, lo conosci? »
«Certo. Purtroppo da quando sono arrivato non ho ancora avuto modo di assaggiarlo » ammette il moro
« Bene, allora questo vuol dire che non devi assolutamente mancare a cena. Io vado, ciao »
Una volta rimasto da solo, Otabek si gode ancora un altro po’ il calore dell’acqua per poi seguire anche lui l’esempio di Yuuri ed uscire.
Sta tornando verso la sua camera quando un’idea assurda gli attraversa la mente quando si ritrova a passare davanti a quella in cui vi è il ragazzo trovato da Yuuri, ossia quella di entrare.
Otabek sa benissimo che dovrebbe far sparire quel pensiero così com’è nato, ma proprio non ci riesce.
Così decide di seguire ciò che il suo istinto gli consiglia, ma una volta dentro la camera si dà dello stupido perché non sa cosa fare.
Sta quasi per uscire da quella stanza, ma la voce del ragazzo lo blocca e lo costringe a far dietrofront e , ad avvicinarsi meglio al giovane per capire cosa stesse dicendo.
Visto da più vicino Otabek si rende conto che c’è davvero qualcosa che lo attira in quel giovane è , scopre anche che effettivamente il padre di Yuuri e Mari aveva ragione sul fatto che quello che dicesse fosse detto in russo
"Nonno, nonno dove sei?
Bastardi, non potete cambiare ciò che sono "

Sono queste le parole che il biondo ripete per quasi due minuti buoni per poi ritornare nel suo silenzio.
Otabek guarda un attimo l’orologio che ha al polso, tra un po’ è quasi ora di cena ed è il caso che lui si vada a preparare.
Si volta per andarsene, ma una presa ferrea al suo polso destro lo costringe a voltarsi nuovamente verso il ragazzo.
Subito le sue iridi nere incontrano quelle verdi di lui che lo attirano e stregano.
È la prima volta che Otabek vede un colore di occhi verdi così bello, ma è anche la prima volta che vede un ragazzo dallo sguardo così fiero, pieno di dolore e di vita.
Sono passati due giorni da quando Otabek ha dato notizia che il ragazzo si era svegliato e , da quel giorno la famiglia Katsuki e lui si erano informati su chi fosse e da dove venisse.
Avevano scoperto che si chiamava Yuri Plisetsky, che aveva diciassette anni, ch’era russo e nonostante le angeliche sembianze, aveva un bel caratterino.
Tuttavia per Otabek non sembrava affatto essere un problema, anzi durante quei due giorni aveva instaurato davvero un bel rapporto con il biondo, tanto che a volte era proprio Yurio a voler passare del tempo con il moro.
Era davvero una bella giornata quel giorno ed Otabek prese la palla al balzo per chiedere al russo se gli voleva far compagnia in una sua piccola visita alla città.
Naturalmente la risposta del giovane fù subito positiva, e poche ore dopo aver fatto colazione si ritrovano solo loro due a camminare per le strade di Hasestu
«Certo che tu sei davvero di poche parole, eh? » Dice il russo
« È un problema? »
«Per nulla, mio nonno dice che le persone come te sono brave ad ascoltare »
«Può essere ma non credo di essere un buon ascoltatore. Però se vuoi parlare di qualcosa io sono qui »
« No e , poi non potresti capire »
« Tu credi? Ma non me ne hai nemmeno parlato quindi come fai ad esserne sicuro? »
« Fidati, non puoi capire Otabek »
« Questa è una cosa che pensi tu Yuri e , se io fossi di un'idea completamente diversa?! »
« Cazzo! Perché insisti?  Se ho detto che non posso vuol dire che non posso.» Sbottò il ragazzo per la prima volta contro Otabek da quando si erano conosciuti.
« D'accordo come vuoi tu , ma se c'è qualcosa non fartene problemi a parlarmene. »
« E perché dovrei? Dopotutto io e te siamo degli estranei alla fine »
« Perché voglio conoscerti»
« Conoscermi? » Chiese con un po di scetticismo il russo, «È perché mai? »
« Perché mi piaci e voglio essere qualcosa di più per te.»
Questa semplice confessione del kazako, comportò che a Yuri per la sorpresa gli scivolasse il suo smartphone da mano e gli cadesse a terra
«Dannazione!» Imprecò il russo per poi chinarsi nel prendere il cellulare , ma Otabek fu più veloce di lui
«Ecco» disse il moro porgendo il cellulare al giovane, che stranamente arrossì nell'incontrare lo sguardo del kazako
«Yurio c'è qualcosa che non va?»
«Si cazzo! Ti sembra normale dirmi tutto d'un tratto che ti piaccio!?»
«Che male c'è»
«Per me nessun , ma qualcuno potrebbe averti sentito»
«Quindi? »
«Che cazzo vuol dire quindi!? Lo sai benissimo cosa voglio dire»
«Certo che lo so , ma per te é un problema se qualcuno mi possa aver sentito?»
«No, ma...»
«Bene, perché per me non é un problema»
«Davvero, davvero non ti importa?»
«Si, non ho detto oppure fatto nulla di male quindi perché dovrei preoccuparmi»
«Ma mi hai detto che ti piaccio»
«Vero , ma come può piacermi un amico. Yurio cosa avevi capito?»
In verità Otabek aveva appena mentito al ragazzo, perché era vero che Yurio gli piaceva ma ancora non capiva bene se l’affetto che provasse verso il russo fosse una semplice amicizia o qualcosa di più.
Fin da quando lo aveva visto c’era stato subito qualcosa nel ragazzo che lo aveva attratto, tuttavia Otabek da bravo osservatore aveva imparato un po’ come era fatto il russo.
Yuri Plisestky era una persona che faceva fatica a fidarsi della persone fin da subito ed il fatto che si fosse fidato fin dal primo momento di Otabek , la diceva lunga su quanto il kazako fosse riuscito a far colpo sul giovane.
Ed è proprio per questo motivo che Otabek non deve agire d’istinto , perché se lo avesse fatto inevitabilmente Yuri si sarebbe allontanato da lui. Prima doveva capire bene cosa provava per il giovane russo.
« Nulla, cosa vuoi che io abbia capito?! Avanti su alziamoci da qui, non avevi detto di voler visitare la città» disse il russo alzandosi cambiando repentinamente umore e discorso.
Dopo quella discussione i due continuarono a visitare la città ed a parlare del più e del meno , ma su quel discorso non ci tornarono proprio , specialmente Yuri che ogni volta che il kazako ci provava cambiava prontamente discorso.
Rientrarono a Yu-topia che erano appena le 20:00 e , ad accoglierli trovarono Hiroko che chiese loro come fosse andata la visita alla città e , che li avvertì che tra un ventina di minuti sarebbe stata servita la cena.
Il tempo di salire le scale , entrare   nelle loro rispettive stanze e di una doccia veloce ed ecco che alle 20:20 erano già pronti per cena.
Si stavano tutti godendo i piatti che la signora Katsuki aveva preparato per quella cena, quando Otabek con una coda di un occhio nota che Yurio é strano. Sembra faccia fatica a mangiare e poi é pallido in volto.
Preoccupato per il russo subito Otabek gli si avvicina é gli chiede se ha qualcosa che non va
« No sono solo un po’ sta… »
Il biondo non fa nemmeno in tempo a finire la frase che perde i sensi generando in primis la preoccupazione di Otabek e subito dopo della famiglia Katsuki.
Il kazako cerca subito di far riprendere Yuri , ma purtroppo con scarsi risultati.
« Ma quello é sangue?!» Esclama Mari indicando il fianco destro del giovane
« Che cosa?» Chiede Otabek voltandosi verso la ragazza
« Si , guarda lì»
Allora il moro guarda nel punto indicato dalla sorella di Yuuri ed infatti al di sotto della t-shirt che indossa Yurio é ben visibile una macchia rossa di sangue.
Capito che il giovane si possa essere ferito, decide di prenderlo in braccio e portarlo al piano di sopra nella sua stanza.
Questo non solo lo fa per controllare in realtà Yurio cosa abbia, ma anche per portarlo lontano dagli occhi dei curiosi.
Dopo essere entrato nella camera di Yurio ed averlo messo delicatamente sul letto, con molta attenzione gli alzò la maglietta.
« Cazzo!» Imprecò il kazako
« Ehi che cosa ha Yurio? Sta bene ?» Chiese Yuuri preoccupato che proprio in quel momento faceva il suo ingresso in camera
« Dobbiamo portarlo subito in ospedale» disse il moro ed il tono di voce in cui lo disse fece preoccupare ancora di più il giapponese
« Otabek mi devo preoccupare? Cosa gli é successo? »
« Non ne sono sicuro, ma credo gli si sia riaperta la ferita che aveva sul fianco destro»
« Com’è possibile? I medici gli avevano messo i punti, non sarebbe dovuto succedere»
« Vero, ma probabilmente Yurio deve aver fatto un movimento che glieli deve aver fatti saltare ed ecco perché la ferita si é riaperta»
« Capisco. Allora vado subito a prendere la macchina per portarlo in ospedale»
« D’accordo , ma prima portami delle bende e del disinfettante» Chiese Otabek al giapponese per poi rivederlo ritornare in camera con ciò che gli aveva chiesto.
« Posso chiamare mia madre se non lo sai fare» disse Yuuri
« No, no nessun problema. Però se mi aiuti a tenere Yurio  mentre lo medico mi faresti un grande piacere»
« Certo »
Dopo aver medicato è messo al russo un’altra maglia Otabek insieme a Yuuri lo portò all’ospedale più vicino alla città, che fortunatamente distava solo un’ora.
Quando arrivarono è spiegarono la situazione agli infermieri di turno, subito una di loro disse ad Otabek e Yuuri di seguirla.
Questa li porto in una piccola stanza con un letto dove disse loro di adaggiarvi il ragazzo.
« Io vado a chiamare un medico di turno , voi aspettate qui.» Disse la ragazza per poi sparire dietro la porta che si chiude dietro di lei.
Non sono passati nemmeno cinque minuti che la giovane infermiera è nuovamente tornata nella stanza con un’altra persona con lei.
« Buonasera io sono il dottor Nakamura» disse l’uomo salutando i due ragazzi presentandosi.
« L’infermiera qui dietro di me mi ha spiegato che le avete detto che al ragazzo gli si è riaperta una ferita sul fianco destro, giusto?»
« Si, esatto» dice Yuuri
« Capisco e mi sapete dire come sia potuto succedere?»
Questa volta a rispondere é Otabek che spiega tutto in inglese per filo e per segno al medico giapponese.
« Bene s’è così faccio preparare tutto il necessario. Ad ogni modo chi gli ha fatto questa medicazione?» Chiede il dottor Nakamura che dopo aver tagliato la maglia al biondo per controllare anche lui, aveva visto le bende.
« Sono stato io, c’è qualche problema dottore» rispose Otabek
« Per niente, anzi complimenti ragazzo. Nemmeno io avrei saputo fare una medicazione così perfetta come l’ha fatta lei»
« La ringrazio»
Dopo questo breve scambio di battute tra il dottore ed Otabek, lui e Yuuri vennero invitati gentilmente dall’infermiera ad uscire dalla stanza e vennerò accompagnati da un’altra nella sala di aspetto.
Fortunatamente Otabek si era accorto in tempo dello strano comportamento del russo a cena e, proprio grazie a ciò l’operazione a cui si sarebbe dovuto sottoporre Yurio fu molto veloce, tanto che dopo un’ora di attesa un’infermiera venne da lui e Yuuri ad avvertirli che il loro amico stava bene e che l’operazione era andata a buon fine e, che se volevano potevano anche vederlo.
Naturalmente i due non se lo fecero ripetere due volte e subito andarono dal ragazzo.
Una volta arrivati trovarono il dottor Nakamura che disse loro che il ragazzo sarebbe dovuto restare in ospedale affinché non si fosse completamente ripreso.
« E per quanto avete intenzione di tenerlo qui?» Chiese Yuuri
« Una settimana dovrebbe bastare»
« Capisco, c’è bisogno che qualcuno di noi due resti con lui durante la degenza?» Domando il kazako
« Dato che lui é un minorenne si, ma dovrebbe essere un parente. Tuttavia vista la situazione, per questa volta farò uno strappo alla regola»
« La ringrazio dottor Nakamura 
» disse Otabek per poi rivolgersi a Yuuri , «Se per te non é un problema resto io in ospedale con Yurio»
« No, ma ne sei sicuro. Dopotutto Yuri é una mia responsabilità, sono stato io a trovarlo»
« Yuuri non devi preoccuparti per me non c’è assolutamente nessun problema. Io resto qui con Yurio mentre tu vai pure a rassicurare i tuoi. Sono sicuro che tua madre sarà così preoccupata per lui da non aver chiuso ancora occhio»
« Su questo non posso che darti ragione mia madre é una persona che si preoccupa davvero molto per gli altri. Allora io vado?»
« Vai tranquillo Yuuri»
« Va bene , solo una cosa.  Mi spieghi chi ti ha insegnato a fare medicazioni di quel tipo? » Chiese Yuuri al kazako
« Me lo ha insegnato mio padre ch'è cardiochirurgo all'ospedale dove vivo. Io é vero che lavoro nelle forze dell'ordine , ma il mio vero sogno é quello di diventare un medico bravo quanto mio padre. »
« Me lo auguro per te, perché ne hai tutta la stoffa. Allora,  ci vediamo domani»
A seguito di questa sua decisione per Otabek ne seguirono altre che lo videro costretto a modificare i suoi piani di viaggio.
La verità é che il kazako aveva già deciso di rimanere a Hasestu per tutto il tempo che gli rimaneva, preferendo così annullare tutti i suoi viaggi e visite in Giappone e , tutto questo per conoscere meglio Yuri e per capirci meglio qualcosa sui sentimenti che provava verso di lui.
Purtroppo si sa il tempo passa in fretta quando ti trovi bene in un posto e con qualcuno e , ben presto arrivo per Otabek il tempo di dover far ritorno ad Almaty.
Tuttavia durante quelle settimana Otabek aveva avuto modo sempre di più di conoscere e di farsi conoscersi da Yurio, ed era arrivato a capire che quello che provava per lui era più di una semplice simpatia.
Dopo aver capito cosa provava  realmente per il russo, Otabek aveva provato più di una volta a confessarglielo durante quelle settimane , ma fallendo miseramente tutte le volte.
« Il porcello mi ha detto che domani in tutto il paese celebrano la feste delle stelle, il Tanabata »
« Davvero? Grazie per avermelo ricordato Yurio »
« Dovresti ringraziare quel porcello di un giapponese, non me»
« Lo so , ma adesso ci sei tu qui e quindi ringrazio  te. Comunque non è carino che continui ancora a chiamare Yuuri con quel nomignolo. Dopotutto se non fosse per lui…»
« Non sarei qui. Però non posso farci nulla, mi viene naturale chiamarlo a quel modo»
« L’ho notato, ma non é comunque bello nei confronti di Yuuri»
« Ok se proprio insisti farò uno sforzo per non chiamarlo più porcello, ma bada bene che lo faccio solo per te Beka» disse Yurio che da un paio di giorni aveva iniziato a chiamare Otabek con quel nomignolo che a differenza di quello che aveva dato a Yuuri sembrava essere molto più una parola affettuosa che non una parola per prenderlo in giro. 
Era quasi come se Yurio volesse avere un modo tutto suo di chiamare il kazako.
« Quindi vuoi andare alle festa , eh!?»
« Chi ha detto che ci voglio andare»
« Certo, certo. Domani alle sette fatti trovare pronto che ci andiamo insieme» disse Otabek beffandosi un po’ del rosso
« Beka se mi stai prendendo in giro, guai a te»
« E se fosse, cosa mi faresti?»
« Credimi non vorresti saperlo, posso essere molto pericoloso»
« Ci credo quanto un gattino come te possa essere pericolo, ahah»
« Vaffanculo Beka» disse il biondo offeso voltandosi dall’altra parte per andarsene
« Avanti Yurio , non dirmi che ti sei arrabbiato?»
« Si dannazione! Come ti permetti di dire che sono un gattino?! Io sono una fottuta Tigre!»
« Si hai ragione sei una tigre, mi perdoni…?
« Solo perché sei tu, ma…»
« Ho capito , che ne dici se ti regalo quella cover che abbiamo visto ieri per il tuo cellulare?»
« Ma quale? Dici quella tutta dorata con quella tigre in rilievo sul retro ?» disse Yurio con gli occhi che gli brillavano.
« Si proprio quella»
« Beka tu si che hai capito come sono fatto. Naturalmente io non ti ho chiesto assolutamente nulla , sei tu che vuoi regalarmela sia chiaro»
« Certo lo so. Prendilo come un mio regalo di addio»
« Vero, tu domani lasci il Giappone»
Nelle dire questa frase il russo non riuscì proprio a non tradirsi ed a far trasparire il fatto che quando Otabek se ne sarebbe andato si sarebbe sentito nuovamente solo.
È vero non sarebbe rimasto proprio da solo, avrebbe avuto la famiglia Katsuki,  i due amici del porcello  e Victor un suo amico che era venuto fin dalla Russia ed era riuscito a trovarlo per riportarlo in madrepatria, anche se sembrava che da quando fosse arrivato ed aveva fatto la conoscenza di Yuuri,  si fosse completamente dimenticato del motivo per cui era venuto in Giappone,   preferendo stare attaccato ventiquattro ore su ventiquattro al giapponese.
Naturalmente a Yuri la cosa non dava affatto noia, anzi tanto meglio per lui se quel idiota di Victor stava tutto il giorno con l’altro Yuuri. 
Tuttavia nessuno di loro era come Otabek.
Era la prima volta che conosceva una persona come lui, qualcuno che non aveva bisogno di molte parole per capirlo.
E forse era proprio questo che gli piaceva del kazako , la sua discrezione. 
La mattina del sette luglio arrivò molto più presto di quanto sia Otabek che Yurio avessero voluto. Ciononostante non potevano di certo impedire al tempo di avanzare.
Ben presto arrivò anche la sera, ed il momento di andare alla festa
« Yurio sei pronto, possa entrare?» Chiese il Kazako
« Si entra pure Beka»
« E quello ?» disse Otabek indicando il tipico vestito tradizionale giapponese che indossava il biondo
« Non dire assolutamente nulla. Lo so, sono ridicolo ma quelle tre streghe mi hanno costretto ad indossarlo dicendo che mi sta benissimo. Cazzate, sono solamente ridicolo. Anzi guarda me lo tolgo proprio.»
« Non farlo. Io non ne capisco molto di moda, ma é vero ti sta bene. A dirla tutta sono anche un po’ invidioso»
« Certo , ed io dovrei crederti. Confessa! Quanto ti hanno pagato quelle tre?» Disse Yurio e , quando diceva quelle tre si riferiva alla sorella di Yuuri ed alle sue due amiche.
« Parola d’onore che nessuno mi ha detto di dirti nulla. Yurio lo penso davvero quello che ho detto, stai bene vestito così»
«Ok, ok. Però adesso diamoci una mossa , se non sbaglio muori dalla voglia di andare alla festa, no?» Disse il russo uscendo dalla stanza e precedendo il moro.
Il fatto era che le parole del kazako gli avevano fatto piacere ed anche non poco.
Per l’occasione della festa del Tanabata la città era stata completamente rivoluzionata, ovunque ti giravi trovavi bancarelle che vendevano di tutto e di più e , per Yurio  ogni occasione era buona per farsi un selfie da solo oppure in compagnia di Otabek.
« Yurio tra un po’ inizierà lo spettacolo di fuochi pirotecnici, ti va di venirlo a vedere in un posto che ho scoperto il primo giorno che sono arrivato a Hasestu?»
« Va bene Beka, ma è lontano? No perché sai con sta roba che ho indosso non è tanto facile camminare. Dannazione! Come fanno i giapponesi a camminarci con questi vestiti» disse il biondo imprecando per l’ennesima volta contro quel capo di vestiario che si era visto costretto a mettere.
« Si è un po’ lontano il posto dove vorrei andare , ma fidati di me come li vedrai lì i fuochi di artificio non li vedrai altrove. Allora che dici?» Chiese Otabek
« Va bene mi fido» rispose poi infine il russo
Due minuti, anzi forse qualcuno di più, ecco che entrambi si ritrovarono a camminare su per la strada che si trovava dietro il castello di Hasestu.
« Manca ancora tanto? Io non c’è la faccio più» si lamentò Yurio
« Ancora un po’ Yuri, siamo quasi arrivati
« Ok se lo dici tu» rispose il biondo continuando a seguire il kazako per poi poco dopo andare a sbattere con la sua faccia dietro la schiena di quest’ultimo.
«Porca miseria! Beka , ma ti sembra normale fermarti tutto d’un tratto in mezzo al nulla?»
« Scusami Yurio ti sei fatto male
« No, no ma potevi avvertire. Comunque perché ti sei fermato?» Chiese il russo al moro
« Siamo arrivati, allora che ne pensi?…»
A quella domanda di Otabek, Yuri prese e si guardò intorno ed il suo sguardo si illuminò per lo stupore.
Dal luogo in cui l’aveva portato Otabek si vedeva tutta Hasestu illuminata è doveva ammettere che vista di sera quella città era davvero affascinante
« È bellissimo qui, Beka»
« Quindi ti piace? 
« Se mi piace? Di più! Credo che questa sia la prima volta che qualcuno che non sia mio nonno condivida con me qualcosa di così bello»
« Mi fa piacere. Tuttavia non ti ho portato qui solo per vedere i fuochi di artificio, ma anche perché volevo parlarti di una cosa per me importante e , se non lo faccio adesso ho il sospetto che non avrò altre occasioni, prima di non molto. »
Tra qualche ora Otabek si sarebbe ritrovato su di un aereo diretto in Kazakistan e , se non coglieva adesso l’occasione per dire a Yurio cosa provava per lui, non sapeva quanto gli sarebbe ricapitata un’altra volta.
« Cos’è che dovresti dirmi di così importante, tanto da dovermi portare qui? » Domandò Yuri incuriosito dal fatto che Otabek nel dirgli quelle parole si era fatto improvvisamente serio
« Ti ricordi quando ti ho detto che mi piaci? »
« Certo , ma questo cosa centra. Credevo che avessimo chiarito quella questione»
« Vero, ma ho mentito » confessò Otabek guardando dritto negli occhi il biondo
« In che senso? »
« Nel senso che tu si mi piaci , ma di più di come possa piacermi un semplice amico »
« Non riesco a capirti Beka, cosa vuoi dire? »
« Quello che voglio dire è che mi sono innamorato di te » disse infine Otabek confessandosi al diciassettenne.
« Stai scherzando spero… Beka dimmi che stai scherzando perché non è divertente come scherzo » disse Yuri con un tono di voce che mai Otabek gli aveva sentito prima di allora. Sembrava quasi che il russo era rimasto ferito dalla sua confessione.
« No , non sto scherzando » rispose in tutta sincerità il kazako
« Certo che sei incredibile. E fammi capire quant’è che lo avresti capito? »
Nel tono di voce di Yurio ora , oltre ciò che aveva avvertito prima , Otabek notava anche una punta di cattiva ironia se così poteva chiamarla.
« Credo durante la settimana in cui sei stato in ospedale, ma forse deve essere successo ancora più prima »
« Ti rendi conto che siamo entrambi due ragazzi »
« Lo so , ma questo per me non ha nulla a che vedere con il fatto che tu mi piaccia »
« Ovvio perché la tua famiglia non è minimamente come la mia. Devo ricordarti che  i miei sono degli omofobi oppure lo hai dimenticato? »
« Mi sono innamorato di te, non di loro. Per me possono essere qualsiasi cosa dici che siano , ma ciò non cambia ciò che provo per te »
« Tu, tu perché me lo dici solo ora, eh!? Stiamo stati un mese qui insieme e , tu solo ora me lo dici?!»
« Non riuscivo a trovare il momento giusto per dirtelo »
«Stronzate! Potevi dirmelo in qualsiasi momento. Se davvero provi ciò che dici di provare per me, allora non ti serviva il momento giusto »
« Hai ragione , ma…»
« Sai una cosa Beka, vai al diavolo» Sbottò alla fine Yuri scappando dal kazako, ma venendo subito seguito da lui.
« Yuri aspetta , non scappare »
« Non azzardarti ad avvicinarti. Se ci tieni alla pelle rimani dove sei» disse Yurio minacciando il ventenne 
« Va bene come vuoi, ma non stai piangendo vero?» Chiese il Kazako sospettando che il biondo di fosse voltato a dargli le spalle per non farsi veder piangere.
« Certo che no, Yuri Plisestky non è un tipo da piangere.» Rispose il ragazzo.
La verità invece era che Otabek aveva ragione, il giovane russo sta piangendo ma non lo avrebbe mai ammesso per orgoglio.
Yurio si sentiva tradito da Otabek, si era illuso di aver trovato per la prima volta una persona al 100% sincera con lui dopo suo nonno, ma anche questa volta si era dovuto ricredere.
A dirla tutta onestamente più dal fatto di essere ferito per via di questa cosa, lo era di più perché credeva che in realtà il motivo per cui Otabek non gli aveva detto di amarlo era per colpa dei suoi genitori.
« Va bene , ma almeno potresti girarti»
« No, non ho più voglia di vedere te e , ne tanto meno la tua stupida faccia» disse Yuri tenendosi sempre a debita distanza senza voltarsi verso Otabek.
Yuri sapeva di star avendo un comportamento infantile in quel momento , ma ora come ora proprio non riusciva a guardare Otabek dritto in faccia e , per questo si odiava.
Odiava il fatto di essere così dannatamente codardo ed orgoglioso allo stesso tempo da non riuscire ad affrontare quella situazione.
« D’accordo, ma posso avvicinarmi»
« Cos'è che non capisci delle parole “non avvicinarti a me?”»
« Capisco che sei arrabbiato, ferito ed hai hai tutte le ragioni, ma ti prego lascia che mi avvicini e ti dia una cosa»
« Se ci tieni così tanto, va bene. Guai a te però se fai qualcosa»
A quella risposta positiva di Yurio, Otabek accorciò le distanze tra lui ed il russo con un solo passo.
Gli sarebbe bastato un niente per far voltare il ragazzo verso di lui , ma sapeva che facendolo avrebbe solo fatto arrabbiare ancora di più Yuri. Quindi decise di reprimere ancora una volta il suo istinto con il russo e , preferì agire diversamente.
Invece di fare quello che voleva veramente fare, prese una mano di Yuri è vi mise dentro un piccolo foglio di carta con su scritto qualcosa.
« Su questo foglio troverai scritto il mio indirizzo mail ed il mio numero di cellulare, sentiti libero di chiamarmi o conttattarmi quando vuoi , ma soprattutto quando avrai fatto chiarezza. Goditi pure senza problemi lo spettacolo  dei fuochi.
Ciao Yurio.» Concluse il kazako per poi superare il biondo e sparire dalla sua vista.
Yuri non ebbe la forza di fare o dire nulla, rimase semplicemente dove stava fissando Otabek allontanarsi da quel posto.
Pochi secondi dopo ed iniziò lo spettacolo di fuochi pirotecnici che per quanto bello e spettacolare potesse essere Yurio non riusciva a godersi appieno, dato che nonostante ci provasse in tutti i modi il suo pensiero tornava sempre agli eventi di prima ed a quello che gli aveva detto il kazako.
Quando fece ritorno a Yu-topia dopo che anche gli ultimi fuochi di artificio vennero sparati nel cielo, subito si precipitò nella stanza di Otabek per parlare, ma la trovo vuota.
A quel punto Yuri scese nuovamente al piano di sotto chiedendo a chiunque se avesse visto il moro
« Stai cercando Otabek, Yurio?» Chiese Mari al giovane russo
« Si, lo hai visto devo parlare con lui»
« Mi spiace , ma credo ti sarà impossibile»
« Perché? »
« Perché Otabek ha lasciato Yu-topia pochi minuti fa, ora sarà sicuramente in viaggio per raggiungere l’aereoporto più vicino per ritornare al suo paese»
« Capisco. Grazie per avermelo detto, allora io vado a dormire»
« Figurati e buona notte Yurio».
Una volta in camera sua Yuri chiuse la porta e , si buttò di getto sul letto.
Non poteva credere di essere stato così infantile con Beka , ma l’aveva fatto ed il risultato era stato che il kazako non aveva nemmeno voluto salutarlo.
Tuttavia aveva ancora una speranza Yuri , non aveva potuto salutarlo di persona questo è vero , ma poteva ancora farlo telefonicamente.
Così prese il cellulare che aveva posato sopra la scrivania, ed il pezzo di carta che gli aveva dato il moro poco prima di lasciarlo da solo a vedere i fuochi.
Quando apri il foglio il russo vi trovò scritto sopra qualcosa di diverso dal numero di telefono o dalla mail di Otabek...

“Se stai leggendo questo mio messaggio posso solo immaginare quante me ne starai dicendo , ma spero tu possa capire. Non ti lascio nessun mio contatto perché non voglio che sentendomi tu possa sentirti influenzato da ciò che provo per te. Voglio che tu capisca da solo cosa provi per me.
Ecco perché ti faccio questa promessa, tra un anno esatto , questo stesso giorno mi troverai ad aspettarti nello stesso posto in cui ti ho dato questo biglietto.
Con affetto e stima, 
Altin Otabek”

Una promessa!? Che diamine se ne faceva lui di una promessa , non poteva aspettare un anno! Yuri aveva bisogno di parlare con il kazako subito non tra un fottuto, maledetto anno.
Il russo rilesse più e più volte quel biglietto, ma più lo faceva e più si arrabbiava.
Alla fine dopo averlo letto un’ultima volta decise di buttarlo, di svestirsi ed coricarsi.
Non aveva assolutamente bisogno di Otabek Altin lui. 
Yuri era stato bene per diciassette anni senza di lui e, lo sarebbe stato anche in seguito si disse il russo prima di cadere nelle braccia di Morfeo.
Dopo qualche giorno dalla partenza di Otabek venne anche per Yurio e Victor il tempo di lasciare Yu-topia ed il Giappone e ,  far ritorno al loro paese. 
Yurio ovviamente non faceva i salti di gioia  a saper di dover ritornare a casa, ma non poteva scappare per sempre dai suoi li doveva affrontare una volta per te.
I giorni, le settimane ed i mesi passarono davvero in fretta ed in men che non si dica sia Otabek ad Almaty con i suoi amici che Yurio a Mosca con i suoi si ritrovarono a festeggiare l’arrivo del nuovo anno.
Tuttavia sia il kazako che il russo avevano il pensiero fisso l’uno dell’altro.
Otabek in quei mesi di lontananza aveva provato a dimenticare il biondo, ma ogni tentativo per non soffrire era stato inutile. Inevitabilmente il suo pensiero torna a lui ed ogni giorno il suo amore cresceva sempre di più.
Allo stesso modo dall’altra parte del mondo, anche Yurio cerco di dimenticare il kazako. Anzi cercò anche di odiarlo perché come lo aveva fatto sentire , ma fallì in entrambe le cose.
Yuri capì che il motivo per il quale non era riuscito ad odiare o dimenticarsi del kazako era solo uno. 

7 Luglio 2018, un anno dopo…

Erano le 23:50 e tra una decina di minuti sarebbe iniziato lo spettacolo di fuochi di artificio, ma a Yuri Plisestky non poteva importargliene di meno.
Mentre saliva per la salita che aveva fatto quasi un anno fa , pensava solo che alla fine di essa se Otabek non aveva cambiato idea , lo avrebbe trovato lì ad aspettarlo.
« Figurati se lo trovavo veramente qui. Stupido io che ci ho creduto é sono venuto fin qui» disse amaramente il biondo, ma un leggero colpo di tosse lo costrinse a girasi dal lato dal quale lo aveva sentito.
« Credi veramente che io sia una persona da non mantenere la parola data? Mi deludi Yuri Plisestly» disse Otabek facendosi ben vedere dal russo
« Beka! Stronzo che non sei altro mi spieghi perché diamine ti eri nascosto!?»
« E bello rivederti Yurio, mi sei mancato anche tu » disse scherzosamente il kazako
« Guarda che me ne vado come l’ultima volta »  ribatte Yuri in un tono che di minaccioso non aveva proprio un bel nulla.
« Veramente sono io quello che se ne era andato se non ricordo male »
« Davvero? Davvero Beka vuoi attaccarti ad una cosa del genere dopo un anno che non ci vediamo é sentiamo!? »
« Scusa hai ragione. Alla fine sei venuto, allora…? » Chiese il moro speranzoso
« Lo sai benissimo che se sono qui è solo per una ragione » rispose il russo cercando di mascherare con una finta spavalderia l’imbarazzo che gli stava facendo venire quella situazione
« Quindi…»
« Si, sono innamorato di te. Ora muovi quel fottuto culo é vieni qui a darmi il miglior bacio che tu abbia mai dato nella tua vita, Beka.»
« Agli ordini »
Otabek non se lo fece ripetere due volte ed in pochi passi raggiunse il biondo e, fece come gli aveva detto, anzi ordinato è lo coinvolse in quello che sarebbe dovuto essere il miglior primo bacio che avrebbe dato nella sua vita ad un ragazzo, che poi sarebbe stato solo il primo di una lunga serie.
A sua volta Yurio si lasciò prendere dall’impeto del momento aggrappandosi al moro godendo di ogni parte di quel bacio.
Quando si staccarono erano entrambi ansanti ed affiatati per l’eccitazione, ma il primo a parlare fù Otabek « Mi perdoni? »
« Non lo so , baciami di nuovo e poi vedo »
Ed anche a questa ennesima spudorata richiesta , il kazako  non si lascia pregare due volte è si abbassa nuovamente verso le labbra del biondo per coinvolgere entrambi in un secondo appassionante bacio.
Nel frattempo lo spettacolo dei fuochi di artificio è appena iniziato, ma sia ad Otabek che a Yurio non può che importare granché.
Ora ci sono solo loro due, l’uno per l’altro a sancire l’inizio di quello che sarà il cammino di una nuova storia d’amore.





















Angolo autrice: Se siete arrivati fino a qui vi faccio i miei più sentiti complimenti , perché vuol dire che di coraggio ne avete avuto ed anche molto per aver letto quello che ho scritto.
In verità non  so bene cosa ho scritto, magari una porcata colossale , magari no. Sta a voi decidere.
In entrambi i casi grazie, grazie di cuore.
Un bacio, 
Serenity93
   
 
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