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Autore: LilyGreenEyes93    19/11/2018    0 recensioni
Voi credete nell'amicizia tra uomo e donna? Io ne sono una sostenitrice convinta e mi ritengo fortunata ad averla nella mia vita. Non c'è cosa più genuina e vera a mio parere, ma so che, come in tutte le cose, ci sono dei limiti che vanno rispettati, dei confini che se costretti a superare, potrebbero cambiare tutto. Il cambiamento è cambiamento, non è positivo e neanche negativo: è qualcosa che stravolge e che semplicemente, necessita di tempi di assimilazione e accettazione. Da qui parte la mia storia, che prende in prestito dei volti e delle storie che adoro. Spero di avervi incuriosito... vi lascio con una citazione dalla canzone che presta il titolo a questa avventura:
"Let's waste time
Chasing cars
Around our heads.
I need your grace
To remind me
To find my own.
If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me and just forget the world?"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Jeremy Renner, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER 7. UN PASSO INDIETRO.



Si svegliò nel suo letto, ancora con indosso la tuta della sera precedente e un mal di testa terribile. Entrava luce attraverso le finestre: Sebastian non aveva pensato di tirare le tende. Si mise a sedere sul letto, stropicciando gli occhi e sbadigliando come una bambina.

«Mio Dio... puzzo da fare schifo» biascicò, trovando poi la forza di alzarsi e dirigersi verso il bagno.

Si buttò sotto il getto d'acqua con tutti i vestiti addosso, restando con gli occhi chiusi, sentendo la pelle del viso bruciare per il freddo. Le piaceva tanto fare quella piccola follia, al riparo da occhi indiscreti: le sembrava di stare ferma sotto la pioggia, e ritornava a quando era una ragazza come tante altre, piena di sogni. In quel momento si ripromise di farlo più spesso e di ritrovare la sua proverbiale forza che, in quei due giorni, era andata a farsi un giro.

Dopo mezz'ora uscì dal bagno, decisa ad affrontare la sua vita e smettendola di lasciarsi prendere a sprangate sui denti. Con i capelli ancora bagnati, indossò un vestito verde cachi di lino, con bretelle sottilissime, scollato anche sulla schiena, molto largo, lungo fino alle caviglie. Era semplice e abbastanza grezzo, ma molto femminile. Quella mattina, aveva bisogno di sentirsi bene e decise che indossare qualcosa che le piacesse, era un buon modo per sentirsi in pace con il mondo e con se stessa.

Afferrò il cellulare e l'astuccio del tabacco, scendendo veloce e silenziosa, diretta in cucina. Aveva bisogno di un caffè enorme.

Arrivata in salotto, si fermò, notando Chris steso sul divano, addormentato con un braccio sotto la testa e l'altro lasciato penzolare giù. Lo guardò per un attimo e proseguì in cucina.

Mentre preparava la cialda, disse a se stessa che si sarebbe comportata il più normalmente possibile: se lui aveva avuto la forza di non cercarla dopo quello che era successo, come se niente fosse realmente accaduto, avrebbe potuto farlo pure lei. Decise che sarebbe andata proprio così: ci avrebbe messo su una pietra. Una grossa. Magari una bella lapide con sopra incise le date di inizio e fine di quella che pensava essere la parte migliore della sua vita, senza però fare sceneggiate né altri mille discorsi. 

Aveva chiuso. 

Chris, con il suo comportamento, aveva praticamente ridefinito tutto e lei lo avrebbe assecondato: se andava bene per lui, chi era lei per distruggere i suoi piani? Era felice in quel modo? buon per lui...se farsi tagliare le palle dalla propria donna era felicità, di certo non si sarebbe messa di mezzo. Solo, avrebbe chiarito una volta e per tutte con Jenny, ma solo perché lei, al contrario di Chris, teneva alla sua integrità e dignità. 

«Fanculo!»

Quando il caffè fu pronto e ne bevve lentamente un sorso, quasi le venne da piangere.

Ma chi credeva di imbrogliare... se pensava a come l'aveva trattata Jenny e al silenzio di Chris, le saliva il vomito. Ci aveva riflettuto tanto, sapeva che era rimasto spiazzato, ma non si faceva capace di come non fosse scattato dopo i primi vaneggiamenti di Jen, di come l'avesse ignorata tutta la serata, senza neanche un messaggio di scuse. Stava per strisciare di nuovo nel limbo della depressione, quando ripensò a tutte le belle parole che si era detta pochi attimi prima.

«Fanculo!»

Si versò un altro po' di caffè, prese un paio di biscotti dal barattolo sul bancone, poggiando tutto su un piccolo vassoio, e ritornò in salotto. Facendo attenzione a non svegliare il ragazzo, aprì la porta finestra, uscendo sul portico e chiudendola dietro di sé.

Dopo aver posizionato le sue cose sul tavolino, prese posto su una poltroncina di vimini, mangiucchiando un biscotto e controllando la posta elettronica.

Trovò diverse e-mail e telefonate della sua agente Annie e si diede  mentalmente della stupida per aver ignorato il telefono per 48 ore.

Si preparò una sigaretta, compose il numero di Annie, pronta a ricevere una ramanzina coi fiocchi.

«Ma porca miseria, Scar! Che fine hai fatto?!»

«Tu non mi deludi mai... buongiorno!» sorrise, iniziando a fumare.

«Buongiorno il cazzo! Allora? Tutto bene? Senti, facciamo così: a dopo i convenevoli, dobbiamo parlare del tuo contratto per il film!» fece sbrigativa, mentre Scarlett rideva, pensando a quanto amasse quella folle e talentuosa donna che era la sua agente.

«Sì... ho letto il copione»

«Beh, lo dici così? Mi aspettavo una reazione diversa, mi sono persa qualcosa?» disse lei con voce investigativa.

«È una risata isterica Annie, calmati... Ti chiamo proprio per questo: non possiamo fare nulla? So di aver firmato, ma... questa volta è troppo»

«Abbiamo le mani legate, tesoro! Hai firmato un contratto di disponibilità totale. Senti, so che è per via di Chris, immagino sia dura farlo proprio con lui... non è una cosa che ci aspettavamo»

«Maledizione...»

«Senti, quello che posso fare e indagare sul tipo di contratto che ha Chris: se il suo non è di piena disponibilità, lui potrebbe impugnarlo e toglierci dagli impicci; se anche lui fosse legalmente costretto, allora l'unica cosa che posso fare è cercare di ottenere un colloquio con i produttori, sceneggiatori, registi... insomma, tutta la cerchia ristretta dei grandi capi e insieme all'agente di Chris, chiedere di avere una specie di ordine restrittivo dal set per tutti i membri della troupe non necessari alla ripresa di quella scena...» tentò Annie cercando di mantenere un bel tono ottimista, sapendo di darle davvero poco per cui esserlo.

«Se non possiamo fare altro, procedi... Conoscendo Chris, sarà difficile che non abbia firmato un contratto simile al mio. Se dovesse andarci male,  almeno mi consolerà sapere che non assisteranno tutti alla mia disfatta emotiva e psicologica» Annie si lasciò scappare una risatina.

«Allora chiamo Philip e vedo se anche loro sono d'accordo, tu parlane con Christopher, ma non credo che ci sia bisogno di un'opera di convincimento. Ti aggiorno e ti prometto che cercherò di ottenere tutto il possibile... un bacio. E rispondi al telefono, la prossima volta, stronza!» attaccò, senza dare il tempo a Scarlett di dire niente.

Riprese la sua tazza e poco dopo sentì la porta finestra aprirsi, vedendone uscire Chris, anche lui munito di caffè.

«Ciao...» disse, esitando sull'uscio «non ti avevo vista attraverso le tende...» spiegò impacciato.

«Altrimenti non saresti uscito?» frecciò lei, guardandolo con sguardo candido. «Chris, sai che dice mia madre? “Chi resta sulla porta, non sa dove va e non sa da dove viene”» aggiunse, vedendolo ancora impalato lì e colpito in pieno dalle sue parole.

«Posso sedermi con te?»

«Certo che puoi... devo parlarti, vieni» Lui rimase un attimo interdetto, si aspettava una rispostaccia, di certo non un invito moderatamente garbato.

«Bene, anche io a dire il vero...» provò impacciato, beccandosi uno sguardo di fuoco.

«Non hai capito: dobbiamo parlare di lavoro» gli raccontò la telefonata con Annie.

«Mi dispiace, abbiamo lo stesso contratto... Ma, sì, chiamerò Philip e gli chiederò di fare il possibile» disse convinto.

«Perfetto... credo sia il caso di iniziare a pensarci seriamente Chris, basta stronzate, questa per me non sarà facile e ho bisogno di averti dalla mia parte» guardandolo dritto negli occhi per la prima volta.

«Sì... Scar, devo chiederti scusa...»

«Da dove vuoi cominciare? Hai tanto per cui scusarti...»

«Hai ragione...»

«Sì, Christopher! Ho ragione! Ma della tua ragione, non so che farmene se poi fai il cazzo che ti pare! Voglio delle sacrosantissime scuse per come tu e la tua donna mi avete trattato: lei per avermi dato, neanche tanto velatamente, della puttana, tu per … averle tacitamente dato ragione ed esserti dileguato. Me ne fotto del perché, sono stanca di giustificarvi, trovarmi tra di voi e  prendermi la merda che vi lanciate!» vomitò fuori quelle parole, alzandosi dalla sua poltrona e affrontandolo anche fisicamente, andandogli praticamente addosso.

«Chris, dove sei?» era Jenny, che lo chiamava vagando per il salotto, addosso una maglietta del ragazzo e un pantaloncino. Quella donna aveva la capacità di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, sempre! Scarlett sentì un'onda di rabbia e rivalsa crescerle dentro, quella volta avrebbe preteso quello che le spettava.

«Siamo qui fuori, Jenny!» urlò di rimando, accendendosi una sigaretta rubata dal pacchetto che Chris aveva portato con sé e poggiato sul tavolino.

«Oh... buongiorno...» disse Jenny, uscendo e guardando gli altri due. Prima che Scarlett potesse dire qualsiasi cosa, Chris iniziò a parlare.

«Ehi... Jen, penso sia il caso che tu e Scar parliate di quello che è successo ieri. Le devi delle scuse…entrambi gliele dobbiamo» disse infine, guardandola negli occhi. Jenny era praticamente diventata un blocco di ghiaccio, era evidente quanto quella situazione la stesse imbarazzando.

«Sì, mi farebbe molto piacere sentirle e sarebbe stato carino che fossero state almeno spontanee, ma vedrò di accontentarmi...» rincarò la dose Scarlett, mentre Jen diventava paonazza e si torturava le mani.

«Sì... sono sentite, davvero... io...Mi dispiace molto averti detto quelle cose, ma vedervi in quel modo... mentre ridevate...sembrava...» tentò lei, con voce malferma.

«So cosa sembrava ed è solo per questo che non ti ho tirato uno schiaffo. Ho provato a mettermi nei tuoi panni, ma non accadrà ancora una volta. L'ho appena detto a Chris: sono stanca che i VOSTRI problemi, diventino i miei... e vi sarei grata se, in futuro, risolveste le vostre crisi da soli, senza dover scaricare colpe su terze persone» Jenny era ammutolita a quella risposta, trovando il coraggio solo di annuire con la testa. Chris, dal canto suo, si sentiva colpevole per tutto, ma decise che era il momento di scoprire tutte le carte.

«Dato che siamo qui, credo che tu debba leggere una scena del nuovo copione...»

«Sì, dovrebbe... se non dovesse essere abbastanza chiaro, non l'abbiamo voluta noi e di certo non siamo felici di farla, infatti stavamo cercando un modo per uscirne» continuò Scar più calma.

«Di che parlate...» fece confusa Jenny, prendendo la tazza del compagno e bevendo un po' di caffè.

«Io e Scar abbiamo una scena di sesso questa volta, abbastanza pesante... vorremo evitare di farla come ce l'hanno presentata, ma non credo sarà possibile» Jenny li guardò allucinata, restando in silenzio.

«Quanto pesante?» sussurrò.

«...Parecchio» rispose Scarlett, scambiandosi uno sguardo con Chris.

 

 

 

•••

 

 

 

Chris era salito a darsi una lavata veloce e prendere il suo copione in camera, lasciando le due donne da sole.

«Mi dispiace davvero per ieri, Scar...Ero furiosa. Noi siamo sempre state  amiche, non avrei dovuto comportarmi così...» provò Jenny, torturandosi le mani.

«Hai detto bene: siamo sempre state amiche e se vuoi saperlo, sono sempre stata dalla tua parte...» Scarlett sapeva di non essere conciliante in quel momento, avrebbe potuto dirle che era acqua passata, ma non era la verità ed era stufa di recitare anche nella vita.

«Lo so...» cercò di dire Jenny, interrotta subito da Scarlett, che mantenne comunque un tono sereno. Non era tanto la rabbia... ma la stanchezza e l'ingiustizia che quella situazione le faceva pesare addosso.

«No Jen, non lo sai invece. Siamo sincere: io voglio bene a Chris ed è ovvio che perdere la sua amicizia sarebbe un dramma per me, però non farei nulla per allontanarlo da te; non credo che dovremmo essere una minaccia l'una per l'altra, anzi, proprio perché ci teniamo così tanto, per motivi assolutamente diversi -ci tengo a precisarlo ancora una volta- dovremmo cercare di andare d'accordo, almeno per lui»

«No, ma hai ragione, lo so...» annuì, senza però riuscire a guardarla negli occhi. Quell'atteggiamento, così falso, fece scattare Scarlett.

«No Jen, aspetta un attimo: basta cazzate... ti si legge in faccia! Ti prego, dì quello che pensi, perché queste stronzate ci hanno portato qui! Non dirmi che ho ragione...non nascondiamoci dietro un dito. Tu neanche lo sai quante volte l'ho fatto ragionare dopo ogni litigio, quante volte ho preso le tue difese... Quante volte ho fatto finta di non vedere i tuoi occhi squadrarmi da capo a piedi, quante volte ho fatto finta di non sentirti... l'ho fatto per lui. Ho taciuto per lui. Ora però, sono stufa. Basta. Non ti consentirò più di scaricare su di me le tue frustrazioni: se non ti fidi di Chris, non sono problemi miei. Vogliamo mettere da parte questa storia? Va bene, ma non chiedermi di ritornare a come eravamo, non è possibile; se sono qui a parlarti e se continuerò a farlo è semplicemente per non metterlo in difficoltà...» terminò, guardando determinata la donna davanti a lei, che chiuse per un attimo gli occhi come per trattenersi dal dire qualcosa che sarebbe stato impossibile da rimangiarsi.  

«La verità? Va bene! Io non ti piaccio, non ti sono mai piaciuta. Vorrei che tu me lo dicessi in faccia una buona volta. TU ti nascondi dietro un dito: TU devi capire cosa vuoi! Però su una cosa sono assolutamente concorde con te: i nostri problemi non sono affare tuo, quindi sarebbe carino che la smettessi di impicciarti: non ti ho mai chiesto di difendermi o di prendere le mie parti, quindi smettila, perché è evidente che non sta funzionando. Vai a capire perché...! concluse sarcastica.

Avete presente una diga? Quella cosa enorme, progettata e messa lì per contenere la furia di un lago, di un fiume? Avete presente cosa succede se quella diga decide, da un giorno all'altro, che non ce la fa più? Che proprio non può contenere o sopportare altro? Ecco. Quella era Jenny e Scarlett... era il passante, che si trovava andando di lì per caso, diventato causa, spettatore e vittima della catastrofe. Attonito, senza parole.

«Non guardarmi così...come se fossi una visionaria! Dio, mi fa impazzire! Dici di non volerlo allontanare da me, ma è quello che sta succedendo invece!»

«Stai delirando Jen, ma come ti salta in mente?!» Scarlett le parlava con la voce carica di sorpresa e dolore: sapeva che Jen avesse dei problemi con lei, ma arrivare a pensare tutto quello era troppo, perfino per un'insicura come lei. Jenny si passò le mani sul viso, cercando di calmarsi e riprendere a respirare regolarmente.

«Va bene... va bene, mettiamola così: dobbiamo andare d'accordo, per forza, l'ho capito. Voglio concederti il beneficio del dubbio, che davvero sei in buona fede, che davvero non stai cercando un modo subdolo di minare la mia relazione con Chris... questa è l'ultima possibilità che ci siamo dati per far funzionare le cose. Evita di intervenire oltre perché, anche se tu non lo vuoi, stiamo crollando ed io... non so se sia colpa mia, tua... o sua» disse con un filo di voce, il dolore che stava provando era evidente. Scarlett avrebbe voluto continuare a discutere, ma sapeva che non sarebbero arrivate da nessuna parte, ognuna convinta di ciò che sosteneva.

«Ok... basta. Jen, non possiamo far finta che tutto questo non sia successo e sarebbe una bugia dirti che stiamo a posto. Ti giuro, non voglio distruggere la vostra storia e non voglio arrivare un giorno a scoprire chi Chris alla fine sceglierà di tagliare fuori dalla sua vita...e, posso assicurarti, che succederà se non la smettiamo adesso. È il mio migliore amico, come te, sento di non poterlo perdere... non voglio. Farò in modo di non intromettermi mai più tra voi due, nonostante non l’abbia mai fatto prima, ma se ti fa sentire più tranquilla, farò un passo indietro» non seppe precisamente cose volesse dire “fare un passo indietro”, ma se Jen si fosse trovata d'accordo, avrebbe trovato il modo di far filare le cose nel modo giusto.

«Va bene... cercherò anche io di darvi un po' più di fiducia e di essere più sincera in futuro, in merito a tante cose...e ti chiedo scusa, per ieri...» concesse Jen, non senza difficoltà, andandosi a prendere un bicchiere d’acqua in cucina.

Rimasero in silenzio per un po', ognuna immersa nei propri pensieri, cercando di farsi andare bene quella situazione. Scarlett quasi rise, pensando al discorsetto che aveva fatto a se stessa neanche due ore prima.

“Fanculo!” pensò.

«Eccomi» Chris era appena ritornato, i capelli bagnati e sul viso un'espressione preoccupata, mascherata da un sorriso forzato. Sotto alla doccia non aveva fatto altro che pensare a come avrebbe reagito Jenny alla scena. 

Male, quello di sicuro. Iniziava ad essere stanco. Sensazione che si acuì notando il gelo tra le due donne.

«Allora...cerchiamo di non dare di matto, già è complicato tutto questo...» iniziò incerto.

«Fammi dare un'occhiata...» disse sottovoce Jenny, prendendo il copione dalle mani del ragazzo.

«Jen, voglio solo che ti faccia un'idea della situazione, perché non ci sarà un modo per evitarla, quindi per cortesia, razionalizza...»  iniziò Chris, cercando la pagina giusta. A Scarlett veniva, di nuovo, da ridere, non perché godesse della situazione, anzi, avrebbe fatto di tutto per evitarla dopo le parole scambiate con Jen, ma la faceva impazzire come il Karma alle volte, ci si metteva d'impegno per metterlo al culo. Uhm…abitare con dei maschi iniziava a dare i suoi frutti dal punto di vista lessicale.

Osservarono Jenny leggere la scena, entrambi con una sigaretta tra le labbra e l'ansia a chiudere lo stomaco.

«Non posso continuare...» disse, gettando il copione sul tavolino e coprendosi gli occhi con una mano «... è il nostro mestiere, va bene... ma non riesco...non ce la faccio» si alzò ed entrò in casa.

«L'ha presa bene...» fece ironico Chris.

Scarlett scoppiò a ridere.

«Oddio scusami... Rido sempre nei momenti inopportuni, lo sai, non lo controllo...è solo che pensavo alla potenza del karma...» e riprese a ridere isterica, con le lacrime agli occhi, e più cercava di smettere, più non poteva.  Chris, dopo un attimo di smarrimento, finì col seguirla a ruota. Quando riuscirono a calmarsi, lui la tirò a sé per un polso e la abbracciò forte, ignorando bellamente le sue proteste e sussurrandole un mare di “scusami...scusami” all'orecchio, che ebbero l'effetto di calmarla, lasciando a Chris la possibilità di stringerla ancora un po', mentre dondolavano sul posto.

«Non risolverai nulla così... Chris, sono stufa di perdonarti qualsiasi cazzata» piagnucolò Scarlett, contro la sua maglietta.

«Non ti lascerò più, te lo prometto, non accadrà più che ti lasci scoperta e sola. Siamo uno squadra, non cambierà mai...» sussurrò tra i suoi capelli ancora umidi, accarezzandole la porzione di schiena nuda e salendo fino al collo. Quel tocco così caldo della sua mano, la sciolse del tutto e si ritrovò con le braccia non più inermi, lungo i fianchi, ma impegnate a stringere la vita del ragazzo, i palmi delle mani aperti e poggiati sulle scapole. Stavano in quella posizione da un po', entrambi in silenzio, accarezzandosi piano... Scarlett si riscosse quando si rese conto di aver strofinato la punta del naso tra il collo e la clavicola del ragazzo, inspirando forte il suo odore.

Si gelò sul posto, Chris la lasciò andare lentamente, passandosi una mano sugli occhi. 

“Fare un passo indietro…ecco, appunto!”

 

«Non ho dormito per niente stanotte...» 

«Vai a riposarti sul letto... Jenny, ti starà aspettando...» lo assecondò Scarlett, schiarendosi la voce.

«Sì... mi preparo alla prossima lite» 

 

 

 

•••

 

 

 

Scarlett aspettò cinque minuti, prima di salire al piano superiore e fare irruzione nella camera di Sebastian, che si svegliò come se stesse andando a fuoco la stanza.

«Ma che cazzo! Scar... oddio, mi viene un infarto. Non farlo mai più!» urlò come un dannato, guardando l'amica che respirava pesantemente, appiattita contro la sua porta.

«Seba...» disse sull'orlo delle lacrime.

«Ehi ehi, che succede?» rispose allarmato, scendendo dal letto e andando ad abbracciare la ragazza, che si lasciò sfuggire un singhiozzo.

«Oddio... sto impazzendo... sto impazzendo!» riuscì a dire trafelata.

«Chris? Giuro, lo picchio davvero se ha fatto di nuovo lo stronzo, lo stendo   adesso...»

«No... picchia me!» urlò lei «prendimi a schiaffi e fammi rinsavire! L'ho annusato... l'ho annusato, capisci?! Come se fosse un piccolo bignè caldo, ripieno di cioccolato fondente e panna! Ma cosa mi è preso?! Avevo appena finito di scannarmi con la sua compagna, promesso che “avrei fatto un passo indietro”, e poi... l'ho annusato e....» spingendo via Sebastian e guardandolo come una pazza, le mani tra i capelli.

«Aspetta... cosa è successo con Jen?...e l'hai annusato?» ripeté confuso, saltando da una notizia all'altra.

«Sì e sì! Perché l'ho fatto? Ero lì, ci stavamo solo abbracciando, come tante altre volte e poi... è colpa tua!» iniziò a ridere come una pazza, puntando il dito contro Sebastian «è colpa tua! Mi hai messo in testa delle strane idee... non sarebbe stato strano fargli una sniffatina l'altro ieri!»

«Scar, calmati, stai dando i numeri!» rispose lui, cercando di essere ragionevole.

«Sai cosa? Lascia perdere! Sto alla grande, stiamo alla grande...e guarda: faccio un passo indietro!» gracchiò, indietreggiando, prima di uscire così com'era entrata, sbattendosi la porta alle spalle.

Sebastian si passò una mano sugli occhi, sorridendo esasperato... quei due lo avrebbero ucciso prima di dargli la soddisfazione di dire “Ve lo avevo detto!”.








 

   
 
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