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Autore: claudiosapere    24/11/2018    0 recensioni
Qualcosa avvenne alla riva del lago quella notte.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Avevamo promesso di incontraci quella stessa notte sulla riva del lago. Fissavo il suo capanno dalla finestra all’altro capo della stanza, in attesa del segnale: mi disse di preparare sotto al letto il cambio e una torcia elettrica e di aspettare finché non intravedessi la luce di una candela provenire dalla sua camera. Tanto forte mi batteva il cuore che le fronde degli alberi mi parevano agitate come da una tempesta, eppure non sentivo alcunché oltre ai fremiti in petto, persino i grilli in quella fatidica serata sembravano taciturni. Più osservavo quella immensa distesa di verde fra i nostri due accampamenti, più l’inquietudine mi assaliva; ero terrorizzata all’idea di doverla attraversare, per giunta nella solitudine delle tenebre. Infine quella delicata fiammella brillò nell’oscurità. Con gli scarponi in mano e le farfalle nello stomaco, sgattaiolai dalla finestra e sovrappensiero com’ero quasi rischiai di capitombolare rovinosamente, quando il giubbotto rimase incastrato a un chiodo spiovente.

Non appena i piedi toccarono terra, il fardello di quelle ansie mi abbandonò. Mi resi conto che i miei timori erano del tutto infondati, quando mi addentrai nel bosco. Il posto brulicava di un’atmosfera magica: il pallore etereo della luna che filtrava attraverso le frasche e una sinfonia di cespugli e torrenti fruscianti  mi accompagnarono per tutto il tragitto; mi sentivo leggera, mi sentivo una foglia guidata dal vento. Passato un ruscello con l’ausilio di un tronco caduto, mi ritrovai fuori della pineta e, sebbene fin a quel momento fossi stata spensierata, quando finalmente lo scorsi sulla riva, tutto d’un tratto esitai. Fui colta di sorpresa da una brezza gelida che sospirò alle mie spalle. Un brivido si insinuò in me e per un attimo non sentii più la melodia della foresta, né intravidi la candida luce del cielo. Avevo paura; paura di star commettendo un errore, paura di non essere pronta per quello che mi aspettava, paura di deluderlo. Eppure quel brivido aveva portato anche qualcos’altro con sé. Un’emozione divampante mi aveva fatto venire la pelle d’oca: sapevo che se non fossi andata fino in fondo avrei potuto pentirmene per il resto della vita e che questa era la paura più grande. 
   
 
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