Cap.29
La sorella di Iemitsu
Perché
per tutta la mia vita mi sono sentito così.
La
luce aranciata del tramonto filtrava dalle
innumerevoli finestre di palazzo Vongola, illuminando anche la giovane.
“Non
venivo qui da quando sono stata chiamata per
diventare Arcobaleno” disse tra sé e sé.
“Non
devi preoccuparti, sorellina. Non ti faremo
niente” disse Iemitsu, infilandosi le mani in tasca.
“Ammettilo,
sei felice che io sia tornata ‘bambina’”
borbottò Lal, schioccando la lingua sul palato.
<
Sono assolutamente convinta che disse lui a
Colonnello come aiutarti e salvarmi dal diventare Arcobaleno completa.
Sapeva
che quel tipo era capace di sacrificarsi per me >
rifletté.
La
luce battente del sole illuminava la raduna circondata da alti alberi
verde
scuro.
Lal
raggiunse Colonnello con un calcio alla spalla, il giovane
indietreggiò e
rischiò di cadere in ginocchio, ansante.
Serrò
i pugni e saltellò sul posto.
“H-ho…
Ho tutto il giorno…” biascicò,
respirando profondamente.
Lal
inarcò un sopracciglio.
<
Dovresti arrenderti, moccioso, se non ce la fai più >
pensò.
Colonnello
cercò di raggiungerla con un pugno, Mirch
Lo
colpì con un calcio alla schiena, mandandolo al tappeto.
“Questo
non vale, Laaal!”
piagnucolò Colonnello, rialzandosi a fatica, pulendosi dalla
terra con delle
manate decise.
Lal
incrociò le braccia al petto e schioccò la lingua
sul palato.
“Se
continui a dimostrarti così scarso, dovrò pensare
che non meriti di stare qui”
disse secca.
Colonnello
si rimise in posizione di combattimento, le sue iridi azzurre
brillarono.
“Dammi
un’altra chance, Lal. Ti dimostrerò che merito di
stare qui, korà!” gridò.
Lal
sorrise.
“Sono
due ore che ci aggiriamo nei corridoi di questa
struttura. La tua dannata doll…” sibilò
Lal.
<
Per tutta la vita mi sono sentita così, inutile,
vogliosa di morire. Solo Colonnello mi ha dato la forza di andare
avanti, di
combattere non solo sul campo di battaglia.
Vorrei
potergli dire tutto quello che rovina la mia
vita, ma non sarebbe al sicuro > pensò.
“Oh,
non parlare così. In fondo è un povero
vecchio”
disse ironico Iemitsu.
“Umph.
Certo, il povero vecchio ‘Nono’ boss dei
Vongola. Che si diverte a farsi servire a riverire, che gioca a carte o
passa
le ore nella sua maledetta serva.
Mi
fa ribrezzo che quell’essere, che non fa altro che
starsene spaparanzato in sedia o in poltrona, con un sigaro cubano o il
suo
modo unticcio di trattare tutti come figli, facendo finta di prestare
attenzioni a pratiche di cui non conosce neanche il contenuto, abbia
l’aspetto
di nostro padre” borbottò Lal.
“Hai
dimenticato il suo essere servizievole con il
principe, sul pedofilo andante e sbruffone con le donne”.
Aggiunse Iemitsu.
"Caporale
Mirch, che gioia rivederla! Si accomodi!" disse Timoteo, sorridendole.
<
Vuole di nuovo tentare di sedurmi. Pensa di poter conquistare ogni
donna in tre
secondi scialacquando il denaro dei Vongola > pensò.
Avanzò a passo di
marcia, rigida.
“Signore,
mi ha fatto chiamare? Le voglio ricordare che il lavoro mi chiama, ho
delle
missioni…” disse Lal.
“Ho
una proposta che non potrai rifiutare. Ti sei distinta come migliore
combattente e stratega di questo mondo. L’uomo con il
Cappello di Ferro ti
vuole come Arcobaleno” disse Timoteo.
“Come
si sta comportando Skull con voi? Oregano mi
chiede sempre di lui e ogni tanto anche Eternal” disse
Iemitsu.
“Per
quanto faccia il codardo e si faccia trattare da
Reborn come un valletto; e per quanto gli Arcobaleno si siano
disgregati dalla
scomparsa di Luce, bisogna dire che è come sempre una
garanzia. Non fallisce
mai una missione e vederlo fare in quel modo è solo
esilarante” rispose Mirch.
“Voi
non mi apprezzate quanto merito. Io non sono un
‘valletto’ o un ‘plebeo’
qualunque!” si lamentò Skull.
Reborn
gli prese la tazza di caffè che gli stava porgendo e la
sorseggiò.
“No,
tu sei il mio valletto”
rispose.
Lal
roteò gli occhi.
Sawada
ghigno.
<
L’immortale Skull. Tutti lo riconoscono, ma
nessuno lo dà a vedere. Più che famoso,
famigerato. Intrappolato
nella ragnatelo dell’incantevole
promessa del suo Angelo della Musica: essere amato e non più
solo. Uno schiavo
pronto a uccidere e a lottare solo per amore…
Come
Tsuyoshi aspetta solo che gli tolgano ogni cosa
> rifletté.