Fanfic su artisti musicali > Shawn Mendes
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Autore: Rebelle Fleur 93    26/11/2018    0 recensioni
Avete mai amato un cantante talmente tanto da immaginare come sarebbe stato se lui si fosse innamorato di voi? Io si. Ed è così che è nata la mia FanFiction. E' così che Julia e Shawn sono nati nella mia testa: amici da una vita e pazzamente innamorati l'uno dell'altra. Il successo e la fama scombussoleranno le loro vite, ma riusciranno a fermare il loro amore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

Bring It Back


Non pensavo che la fine di un legame potesse essere così devastante. Insomma, sono abituata ad immedesimarmi in quelle poverette che soffrono per amore nei film, ma il dolore reale è un’altra cosa. Quando la persona che ami distrugge tutto ciò in cui credevi, quando vieni respinta, quando sai che quello che conta davvero ti sta scivolando dalle mani, fa schifo. L’amore fa schifo.
Sono distesa sul divano di casa mia mentre piango a dirotto e faccio indigestione di gelato alla vaniglia, con addosso il solito pigiama orrendo. Sono stanca, infelice, e mangio schifezze da almeno tre giorni; eppure il dolore che sento nel petto, e il vuoto che ho nello stomaco non se ne vanno. I ricordi sono la parte più difficile da cancellare, ho la casa tappezzata di foto che mi ritraggono con Shawn, il che mi fa pensare ad ogni momento passato insieme e non mi aiuta per niente. 
Sento la porta d’ingresso aprirsi e chiudersi con delicatezza, i passi rumorosi di un paio di tacchi sul pavimento e poi il cuscino del divano schiacciarsi accanto a me.
“Julia, sono passati tre giorni. Ti prego!” mi giro verso mia madre, e so esattamente cosa sta guardando: i miei occhi gonfi, il mio naso rosso e i miei capelli disordinati. 
Non m’importa affatto del mio aspetto in questo momento, voglio rimanere nel mio dolore ancora per un pò. Sono masochista lo so, ma è l’unica cosa che mi rimane. 
“So che quello che sto per dirti non è di aiuto, ma incominci a puzzare. Non voglio stare a guardarti marcire su questo divano” adoro la sua schiettezza, come adoro lei. E’ tutto quello che ho insieme a papà. Sospiro, e cerco di non ridere mentre mi annuso il pigiama.
“Mamma, ti prego…lasciami morire in pace” la supplico.
Dalla sua espressione mi accorgo che sta iniziando seriamente ad arrabbiarsi. 
“Non esiste! Vuoi che chiami tuo padre?” guardo il barattolo del gelato che ho in mano, e penso che mi mancherà avere una buona scusa per ingozzarmi e non sentirmi in colpa.
“No, per carità” piagnucolo, pensando al sermone che mi farebbe se mi vedesse in questo stato. Ho fatto tanto per convincerlo a non andare a gonfiare la faccia a Shawn, non posso mandare tutto all’aria.
“E poi Julia, non sei tu quella che deve stare così…ma lui. Perché è lui che ha sbagliato, è lui che ha perso qualcosa di prezioso, non tu” afferma convinta.
“Credi che io abbia fatto bene mamma? Insomma, se sto così è solo colpa mia” rivelo, a testa bassa. I suoi occhi verdi perdono la determinazione e la rabbia di prima, e si addolciscono, mentre la sua mano mi accarezza la coscia con fare protettivo.
“Oh, tesoro…non è colpa di nessuno. Forse avete soltanto sogni ed obiettivi differenti” le sue parole mi fanno un po’ male, ma ha ragione. Molto probabilmente quello che ha spinto Shawn a fare la sua scelta è stato proprio questo, il voler realizzare a tutti i costi il suo dannato sogno. 
Non ho mai amato piangermi addosso, odio sentirmi debole e vulnerabile in questo modo.
“Cosa ne sarà di me adesso?” mamma sospira, mi guarda determinata e mi dice:
“Intanto ti alzi, ti fai una bella doccia e poi vieni con me a fare un po’ di shopping, avanti!” mi prende per un braccio e mi costringe ad alzarmi. Mi conosce proprio bene. Ho sempre pensato che non c’è niente che non si possa risolvere con del buono e sano shopping.
Ci abbracciamo e, finalmente, un po’ di quel vuoto va via. Il dolore viene sostituito da una gioia temporanea e per oggi mi basta.


Due mesi dopo...

POV SHAWN

Ho passato i due mesi più brutti della mia vita. Vorrei piangere fino a finire le lacrime, perché dentro sto malissimo; un forte dolore mi lacera il petto e mi sembra quasi di non saper più come si respira.
L’immagine del volto triste di Julia, che corre via piangendo, mi hanno letteralmente tormentato.
Le sue parole mi sono entrate sottopelle, e bruciano ancora come fuoco nelle vene.
Faccio un leggero resoconto della situazione, e per quanto riguarda il cibo direi che è invariata; mangio poco e niente. Credo di aver perso un paio di chili in questi mesi, senza esser mai andato in palestra.
La notte dormo male e il sonno scarseggia ogni giorno che passa. Ho di nuovo gli attacchi di panico, e l’ansia ha ripreso ad assalirmi.
Cerco di mascherare il fatto che ho appena finito di piangere e, dopo qualche minuto, scendo in soggiorno delle persone più care che ho.
Mi rilasso un pò sul divano, poggiando la testa sulla spalla di Aaliyah. Chiudo gli occhi per qualche secondo, sentendo la sua piccola mano posarsi sulla mia.
La stringo per farmi coraggio, e improvvisamente mi sento meglio. Ma solo un pò. Ancora sento un forte peso che mi schiaccia il torace.
Riapro gli occhi e sospiro malinconico sotto lo sguardo insistente di mia madre. Penso si sia accorta che ho pianto.
“Oh Shawn, perché non la smetti e vai da lei?” mi chiede dolcemente, con tono disperato. Da quando le ho raccontato tutto, non fa altro che dirmi di andare da lei.
“Mamma, ne abbiamo già parlato. Ti prego” mi lamento imbarazzato, sentendo di aver attirato anche l’attenzione di mio padre e mia sorella.
“Ma quella ragazza sta soffrendo davvero tanto, tesoro…e anche tu” afferma dispiaciuta. 
Sente la madre di Juls almeno una volta al giorno, immagino glielo abbia detto lei.
“Shawn, non potrai scappare per sempre” mi rimprovera atono mio padre. Ed ha ragione. Non continuerei a scappare se non fosse per…
“Lo so papà, ma è complicato” mi giustifico.
“Adesso, se la paternale è finita, me ne vado in camera mia” mi alzo, avviandomi velocemente al piano di sopra senza il loro consenso.
Mi avvicino alla finestra, che si affaccia su quella di Julia, e dopo tre interminabili giorni la vedo. Sta uscendo con Evelyn, è…strana. Anche se è truccata, riesco ancora a vedere i segni delle mie stupide parole impressi sul suo viso. Ma, nonostante questo, per me è sempre la più bella.
Vorrei tanto poter farla andare via dai miei pensieri, dalla mia mente, e dal mio stupido cuore.
Sono stufo di non fare altro che pensarla e non poterla avere. Il mio corpo è stufo. La mia testa è stufa. Il mio cuore è stufo.
Perché ogni volta che la vedo il battito accelera, e ricomincio a respirare; poi lei si gira, non mi saluta, e il mio cuore smette di nuovo di battere.
Non posso continuare così, devo parlare con Matt. Ora.


POV MATT

I supplementari sono finiti.
Dieci a sette per i New York Rangers.  
I Toronto Maple Leaf non disputeranno ai play-off, il nostro sogno si è infranto.
In questo preciso istante Shawn emette un urlo frustrato e getta con violenza la sua lattina vuota di birra per terra mettendosi le mani nei capelli.
Dopo qualche minuto si guarda intorno, raccoglie la lattina dal pavimento ed incrociando il mio sguardo mi rivolge le sue scuse.
“Mi dispiace, Matt. Non so cosa mi sia preso” poi si butta di peso sul divano, sospirando.
So per certo che Shawn non sta bene. Erano giorni che non rispondeva al telefono, era come scomparso. Oggi si è presentato qui all’improvviso, con le occhiaie sotto gli occhi e un’espressione da zombie mai vista sulla sua faccia. 
“Non preoccuparti…piuttosto, vuoi dirmi cosa sta succedendo? Sono due mesi che te ne vai in giro come uno zombie” rompo il silenzio. Alla mia domanda lo vedo sbiancare, e non so il perché.
“Non succede nulla” dice stizzito, guardando verso il basso.
“Piantala di mentirmi. Ti conosco troppo bene, davvero ti aspetti che io creda a questa stronzata? Avanti sputa il rospo” affermo serio, mettendomi comodo, pronto per sentire cos’ha da dire.
“Succede che nulla va come dovrebbe andare. Avremmo dovuto vincere! Arrivare ai play-off e vincere anche lì!” esclama gesticolando. 
“Interessante, ma so quasi per certo che non c’entrano un cazzo i play-off con la tua faccia da cane bastonato. Perciò mi vuoi dire che diavolo ti prende, Shawn?” lo supplico, vedendolo torturarsi le mani.
Questa sera è diverso, è davvero perplesso. Cos’avrà scatenato la sua reazione?
Ok, anche io sono arrabbiato e frustrato dall’idea che eravamo ad un passo dai play-off e ci siamo lasciati scappare quest’opportunità, ma il suo comportamento deve per forza nascondere un qualcosa di più importante.
“E va bene…dobbiamo parlare” dice, facendo tremare la gamba con uno dei suoi soliti tic nervosi.
“Parlare? Io e te? Devo preoccuparmi?” gli chiedo confuso, ricevendo uno sguardo da “smettila di fare domande e ascoltami”.
“Ok ok, ho capito…me ne sto zitto” alzo le mani in segno di resa e spalanco le orecchie attentamente.
“Da dove inizio” bisbiglia, strofinandosi le gambe con le mani. E’ così agitato che mi sta facendo venire l’ansia.
“Matt io ti voglio bene, sei il mio migliore amico da sempre e sai che non farei mai niente per ferirti” ma che sta succedendo?
“Santo cielo Shawn, arriva al punto” lo interrompo, in preda al panico.
“Ok ok…è che non ce la faccio più. Mi sono sentito così impotente quando Julia…” si ferma incerto. Che c’entra Julia?!
“Si, quando lei…lei ha detto di amarmi” afferma tutto d’un fiato, chiudendo gli occhi come se stesse aspettando un pugno in faccia.
“Cosa?” gli chiedo, guardandolo scioccato. Non riesco a credere alle mie orecchie.
“Amico mi…mi dispiace tanto, ok? Ma è andata così ed io…non posso farci niente. Se potessi cambiare le cose, credimi lo farei!” dice sincero, con gli occhi lucidi.
Julia ama Shawn. In questo momento mi sento come se il mondo mi stesse crollando addosso. Sono innamorato di lei da anni, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo. Pensa che idiota. Anche se devo ammettere che avevo già capito che c’era qualcosa che non andava. Tutte le volte che con noi c’era anche lui, lei lo guardava sempre con troppa ammirazione. Per non parlare di quando siamo stati a letto insieme; era distante e fredda. Avrei dovuto capirlo subito, che stupido.
“Io ci ho provato ad allontanarla Matt, l’ho ferita profondamente e mi sento una merda per questo…so che la ami, ma non ce la faccio…non posso più mentire a tutti, e soprattutto a me stesso! Perché la amo anch’io, da sempre…e non posso lasciarla andare” conclude con voce tremolante, dopo avermi pugnalato nel petto per almeno una ventina di volte con le sue parole.
"Spero tu capisca" mormora. Chiudo gli occhi per un attimo e li apro, tentando di frenare le lacrime.
Se costringessi Shawn e Julia a non vedersi più, smetterebbero di amarsi? Io credo di no. Perciò tutto quello che posso fare è accettare la cosa, che mi piaccia o no. Devo chiudere la questione per poter andare avanti con la mia vita.
“Ho così tanta voglia di tirarti un bel pugno in faccia” dico serio, cercando di mantenere un'aspressione inscrutabile. Vedo la sua faccia cambiare espressione: da triste a terrorizzato. Dovreste vederlo, è troppo divertente.
“Ma non lo faccio, perché ti voglio bene. Sei come un fratello per me” esprimo parole di vero orgoglio e stima nei suoi confronti, per poi stringerlo in un caloroso abbraccio fraterno.
“Cristo Matt, per un attimo ho pensato che non avresti capito” confessa sollevato, ricambiando l’abbraccio.
“Beh, lei ama te perciò…hai vinto tu” faccio spallucce, cercando di nascondere la mia amarezza.
“Anche se non capisco cosa ci trovi di bello in te…insomma, guardati!” dico scherzando, facendolo ridere.
“Beh adesso è chiaro che non puoi andare avanti così. Se è davvero lei quella che vuoi allora, invece di rovinarti la vita e piangerti addosso, alza il culo e vai a riprendertela”.
Io e lui, quando dobbiamo dirci qualcosa, non ci giriamo mai intorno. Anche se si tratta di essere un po' brutali a volte, ci diciamo in faccia tutto quello che pensiamo. Lo facciamo per il nostro bene, e perché è questo che fanno i veri amici.
“Non lo so. Dovrei trovare la forza per parlarle, ma non so come fare. Non penso voglia nemmeno vedermi, figurati parlarmi” la sua voce si incrina e qualche lacrima inizia a correre veloce lungo le sue guance. Non lo avevo mai visto in questo stato, fa davvero male. Soprattutto perché in qualche modo mi sento responsabile della sua sofferenza.
“Che sia arrabbiata è normale, Shawn”
“Arrabbiata è un eufemismo! Dovevi vederla…le ho spezzato il cuore” mormora, tremendamente dispiaciuto. Non posso credere che abbia fatto tutto questo per me.
“Sono sicuro che ti perdonerà” affermo, dandogli un colpetto sulla spalla.
“Comunque voglio che tu sappia che io sono qui. Sei il mio migliore amico, e questo non cambierà” sorrido.
“Per me è lo stesso, fratello” sorride a sua volta, abbracciandomi di nuovo.
Per Shawn è sempre stato difficile gestire le emozioni, vive tutto in maniera intensa, e quando le cose diventano troppo pesanti da sopportare, viene sempre qui, a casa del suo migliore amico. Un rifugio sicuro dove sa che qualsiasi cosa combini io sarò qui, pronto a rimediare per lui.
Ci siamo piaciuti subito, c’è sempre stata sintonia tra di noi e dal nostro primo incontro la nostra amicizia è cresciuta, diventando sempre più forte e profonda, sempre più speciale.
Conosco ogni demone che abita nel cuore di Shawn, come lui conosce i miei. Per capirci ci basta uno sguardo, non abbiamo bisogno di nient’altro. E non ci eravamo mai fatti del male prima d’ora. Discutiamo, certo, ma il rispetto e il bene che abbiamo l’uno per l’altro viene sempre messo prima di tutto. E’ questo che ci tiene uniti.
“Parla con Julia, va da lei” gli consiglio, scompigliando i suoi ricci ribelli. 
“E se non vuole vedermi?”
“Io sono qui. Ma dubito che possa respingerti”
lo tranquillizzo.
“Ti voglio bene, Matt” esordisce, abbracciandomi per l'ennesima volta.
“Ti voglio bene anch'io” dico, ricambiando.
Mi ringrazia tacitamente con uno sguardo e si avvia verso la porta d’ingresso.
“Grazie di tutto” sorride, scendendo le scale del pianerottolo.
“Buonanotte” lo saluto.
“Notte” ricambia, entrando nella sua Jeep nera.
Chiudo la porta di casa, e ringrazio Dio per aver messo al mondo il mio migliore amico.
Avrò anche perso l’amore di Julia, ma l’amicizia di Shawn resta. E questo mi basta.


POV SHAWN

Sono davvero grato per aver incontrato persone come Matt lungo il mio cammino. Felice di aver risolto con lui, mi dirigo verso casa di Zoey. So che è tardi, ma ho bisogno di parlarle. Non vive molto lontano da Matt, infatti sono davanti casa sua in una decina di minuti.
Busso alla porta, sperando di non essere mangiato vivo dai genitori, e noto con piacere che è proprio lei ad aprirmi.
“Shawn? Che ci fai qui?” mi domanda perplessa, con addosso un buffo pigiama da unicorno.
“Devi aiutarmi, si tratta di Juls” dico, con aria seria e preoccupata allo stesso tempo.
“Non penso che voglia vederti. E, detto sinceramente, neanche io” afferma acida, mettendosi a braccia conserte.
“Lo so che ho sbagliato, non volevo ferirla. E’ una lunga storia, ma ho dovuto farlo”
“Ah davvero? Vallo a dire al suo cuore spezzato, brutto idiota” fa per chiudere la porta, ma la blocco con la mano prima che possa riuscirci.
“Non ho potuto dirle che la amo perché anche Matt la ama. Da sempre. Contenta?” mi lascio scappare il segreto, pentendomene subito dopo. E’ per una buona causa, il mio migliore amico capirà.
“Che?” apre la bocca stupita, uscendo sul pianerottolo.
“L’ho respinta per non fare un torto a lui, capisci?”
“Si…ma sei stato comunque un idiota”
“Lo so, sono qui per questo” dico, vedendo la sua faccia corrucciarsi.
“Leggermente in ritardo, ma apprezzo lo sforzo” asserisce sarcastica.
“Devi aiutarmi, ti prego” la supplico, mentre lei alza gli occhi al cielo. Fa finta di pensarci e poi risponde.
“E va bene, che vuoi che faccia?” sbuffa.
“Convinci Julia a venire al mio concerto”.
  
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