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Autore: Ryu Hime    28/11/2018    0 recensioni
[Tratto dal Prologo]
–Dove cazzo sei stato!? Lei ti ha cercato dappertutto! E adesso è scomparsa! Tutto per colpa tua! Tua maledizione!- urlò Komor, adirato come mai lo era stato in vita sua.
Quell’uomo non rispose, in cuor suo sapeva quanto avesse ragione.
-Che cosa ci fai qui?- domandò duramente il Capo Palestra, furioso per il suo mutismo.
–So dov’è.-
[Tratto dai capitoli]
-Allora? Chi sceglie per primo?- domandò Belle, la ragazza bionda.
-Direi di far scegliere a Touko, dopotutto è casa sua.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
La ragazza in questione fissava le Pokeball con un’espressione concentrata, come se stesse cercando di scrutare l’anima dei loro ospiti.
Passarono due minuti prima che si decidesse ad allungare la mano verso una delle sfere rosse e bianche.
[Autrice]
L'intero viaggio all'interno di Unima ed il post Lega, più qualche chicca direttamente dalla mia mente malata.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Komor, N, Touko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Un dolore millenario

Non riusciva a percepirli.
Per quanto ci provasse era come se fossero spariti dalla faccia della Terra.
E poi non capiva ancora cos’era successo.
L’ultima cosa che ricordava era il palazzo devastato dalla feroce battaglia tra Kenshin e Nobu.
Stalattiti di ghiaccio e falò ovunque mentre infuriava un terribile temporale.
Dopo c’era stato un dolore profondo seguito dal buio.
Quello che era accaduto in seguito era confuso, come se avesse fatto un sogno terribilmente lungo.
L’unica cosa di cui era certo era che si era svegliato in quello strano posto pieno di umani e di Kenshin e Nobu non c’era nessuna traccia.
Lui aveva un compito molto importante: proteggerli.
Doveva trovarli.
***
Nella casa di Aki a Soffiolieve erano radunati Makoto, Komor, Belle, Nardo, Iris e Aristide. Questi ultimi giunti in paese per discutere su come rintracciare e fermare l’Antico Drago, in quanto massimi esperti competenti in fatto di Draghi.
-A quanto raccontano le leggende il castello degli Eroi gemelli sorgeva sull’Isola Libertà.- spiegò Nardo.
-L’Antico Drago potrebbe essersi diretto lì.-
-E perché?- domandò Belle.
-Perché, a quanto dicono le leggende, l’Antico Drago era profondamente devoto ai gemelli. Lo dimostra il fatto che per sostenerli entrambi al massimo delle sue possibilità, quando si misero l’uno contro l’altro, si scisse in Reshiram, Zekrom e Kyurem.- rispose l’ex Campione.
-Ma se riuscissimo a trovarlo come potremmo scinderlo di nuovo?- chiese Komor.
-Qui entrano in gioco gli appunti di Acromio.- disse prontamente Belle.
-Stando a quello che c’è scritto qui il Cuneo DNA è stato realizzato in laboratorio unendo pezzi di DNA di Reshiram, Zekrom e Kyurem. Quindi creando tre cunei che ne contengano soltanto uno ciascuno potrebbe funzionare.- spiegò mostrando i dati del computer che, con tutta probabilità, riusciva a capire solo lei.
-Ma se hanno usato soltanto il DNA del Trio Tao… come mai avevano bisogno anche di Touko ed N?- chiese Iris.
-A quanto ha detto Acromio non era una questione di corpo, ma di spirito. L’anima dell’Antico Drago era stata completamente divisa e straziata dal combattimento e dai secoli di immobilità totale subita. Reshiram e Zekrom hanno un legame molto profondo con i rispettivi Eroi, qualcosa che va oltre il semplice affetto.- spiegò Nardo.
-Stai parlando dell’anima, vero?- chiese Aristide.
-Esatto. Non so ancora come, ma a quanto sembrerebbe ne condividono un frammento, quindi non potevano riunire l’Antico Drago senza l’anima completa.-
-Ma cosa dovremmo farci coi cunei? Non credo che l’Antico Drago sarebbe così ben disposto a farseli impiantare.- fece notare Komor.
Nel salotto di Aristide cadde il silenzio.
-E se provassimo semplicemente a parlargli?- propose Iris.
-E come?- chiese Komor.
-Iris ha un’intesa particolare con i Pokémon Drago. Lei potrebbe farcela.- spiegò Aristide.
-È un piano azzardato.- borbottò Komor.
-Non mi pare ci sia molto altro che possiamo fare.- fece notare Belle.
Komor sospirò pesantemente aggiustandosi la cravatta.
-Dove pensi di procurarti il DNA  che ti serve?- chiese.
Belle sobbalzò visibilmente.
-Ecco…- balbettò.
-Potremmo farcelo dare da Acromio.- propose Iris.
-E cosa ti fa pensare che ci aiuterà?- chiese Aristide.
-Beh, finora l’ha fatto.- fece notare.
-Solo se si trattava di descrivere l’esperimento. Tutto per sottolineare il fatto che lui sia un genio. Non credo che sarebbe molto collaborativo per “smontare” la sua creazione.- fece notare Komor.
-Non possiamo saperlo finché non proviamo.- ribatté Belle.
Aristide parve pensarci un attimo.
Proprio quando stava per rispondere la radio di sottofondo iniziò a trasmettere una notizia che meritava tutta la loro attenzione.
«Sull’Isola Libertà alle Rovine degli Eroi un enorme Pokémon Drago sta seminando il panico. Le autorità stanno cercando di tenere la situazione sotto controllo, ma la situazione è ancora instabile.»
La notizia non era ancora finita, ma ormai nel soggiorno non c’era nessuno.
***
Dov’erano!?
Non li trovava da nessuna parte!
E il palazzo…
Era ridotto ad un rudere!
Dov’erano le guardie!?
Dov’era la corte!?
Non c’era nessuno!
E se fosse successo qualcosa mentre non c’era?
I gemelli erano stati attaccati e lui non era presente.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
Ruggì tutto il suo dolore.
Non era rimasto nessuno.
Gli umani stavano correndo in tutte le direzioni possibili, cercando di evitarlo.
Che fossero loro la causa di ciò che era successo?
Eppure sembravano così innocui.
Ma se la colpa era loro l’avrebbero pagata cara.
Elettrogelo!
Il piazzale difronte al palazzo si riempì di grida di terrore.
Le nubi sopra l’Isola Libertà si erano addensate, come per essergli vicine nella lotta.
Vampagelida!
Qualcuno aveva chiamato in soccorso i Pokémon, i quali avevano iniziato a colpirlo con attacchi ripetuti. Ma non avevano effetto. Non su di lui.
Ruggì minacciosamente facendo tremare la terra.
Iniziò a piovere, l’inizio di un feroce temporale.
Oltraggio!
Gli umani urlavano tra loro cercando di capire come fermarlo, ma lui non si sarebbe fermato.
Elettrogelo!
Un tuono si aggiunse ai rumori della battaglia.
Un vento gelido cominciò a soffiare da nord, così potente che avrebbe potuto causare un tornado.
Si sentiva frustrato, frustrato e ferito.
Kenshin e Nobu avevano avuto bisogno di lui e lui non c’era stato.
Ora non sapeva dove fossero, potevano essere morti per quanto ne sapeva.
Aveva giurato di difenderli.
Ne aveva fatta la sua missione.
E non era stato in grado di fare nulla.
Per colpa sua il Regno era caduto e i gemelli erano scomparsi.
«Fermati!»
Era stata una voce incredibilmente giovane a levarsi sopra tutte le altre.
Apparteneva ad una ragazza affiancata da un Hydreigon, aveva i capelli viola lunghissimi raccolti in una coda elaborata. Due occhi nocciola brillavano di determinazione. Indossava un abito bianco e rosa che lasciava scoperte le gambe, ai piedi un paio di sandali bianchi. Sembrava una principessa.
Non seppe con precisione che cosa glielo urlasse a gran voce, ma qualcosa nella sua testa gli diceva che era una persona di cui fidarsi. Forse gli avrebbe saputo dire dov’erano i gemelli.
Ayame?
La osservò dubbioso ancora per un attimo prima di abbassarsi di quota.
Lo guardava con comprensione e compassione, misti ad una profonda tristezza.
«So cosa stai cercando.» disse.
Per un attimo il suo cuore trovò sollievo, ma lo sguardo serio della ragazza non lo fece stare tranquillo.
«Ma non puoi trovarlo.» mormorò infatti.
***
-Come sarebbe a dire che non hai intenzione di aiutarci!?- esplose Makoto.
-Non ho nessuna intenzione di disfare quello che è il mio esperimento.- rispose pacato Acromio.
-Io avevo detto che non avrebbe collaborato.- borbottò Komor nervoso aggiustandosi la cravatta.
-Lascia perdere Makoto, qui stiamo solo perdendo tempo.- disse Nardo avviandosi in tutta fretta verso l’uscita.
-Dobbiamo andare all’Isola Libertà e dobbiamo farlo alla svelta.- aggiunse mentre faceva uscire Braviary dalla Pokeball.
-E come pensi di fermare un Pokémon Drago leggendario presumibilmente molto arrabbiato?- chiese Belle leggermente intimorita.
-Ci proverò io.- disse Iris convinta.
-Come?- chiese Makoto mentre il piccolo gruppo saliva sui rispettivi Pokémon in grado di volare.
-In genere i Pokémon Drago mi ascoltano. Mi chiamano “La ragazza dal cuore di Drago” mica per niente.- rispose cercando di sembrare spensierata, ma in realtà era piuttosto nervosa.
L’idea di confrontarsi con un Pokémon Drago leggendario non la metteva esattamente a suo agio. Era vero, si era sempre trovata bene con i Draghi e loro ricambiavano quel suo sentimento, ma non era del tutto sicura che potesse succedere anche con un Pokémon leggendario che, per giunta, si era appena risvegliato dopo secoli.
Cercò di non pensarci troppo mentre volavano a tutta velocità verso l’Isola Libertà. Man mano che si avvicinavano una tempesta particolarmente violenta cercò di rallentarli.
-Che cosa facciamo!?- urlò Belle, cercando di sovrastare il fracasso dei tuoni e della pioggia torrenziale.
-Non abbiamo scelta! Dobbiamo farci avanti nella tempesta!- rispose Aristide cercando di proteggersi con il braccio destro, con scarsi risultati.
Iris cercò di tenere a bada il battito furioso del suo cuore.
Sapeva cos’era la cosa giusta fare, ne andava della salvezza dell’isola e non solo.
Conosceva bene il suo Hydreigon, sapeva che avrebbe potuto attraversare la tempesta più velocemente degli altri Pokémon e in quel momento il tempo era un nemico fin troppo agguerrito.
-Io vi precedo!- gridò cercando di dare alla sua voce un tono più fermo di quanto in realtà ne avesse.
Sentì a malapena la voce di Aristide che la chiamava, sovrastata com’era dal temporale.
Hydreigon volava ad alta velocità evitando le saette che li sfioravano appena.
Non ci volle molto prima che avvistassero l’isola.
Le rovine del castello erano visibili anche a quella distanza ed una colonna di fumo grigio si levava confusa proprio in quella direzione.
Iris si sentì stretta nella sgradevole morsa del panico.
Come avrebbe potuto lei da sola placare l’Antico Drago?
Quel Pokémon così addolorato.
Non era così sicura di poter placare il suo dolore.
Ma doveva provarci.
Prese un profondo respiro e strinse leggermente le braccia attorno al collo di Hydreigon, cercando conforto. Il Pokémon Brutale emise un debole verso di incoraggiamento che, sorprendentemente, riuscì a sovrastare l’uragano.
La ragazza dal cuore di Drago ritrovò un po’ di sicurezza ed osservò il castello avvicinarsi sempre di più.
-Andiamo!- esclamò con più convinzione di quanto lei stessa si aspettasse.
 
Volando verso il castello Iris vide molta gente che scappava terrorizzata dalla parte opposta. Non era la prima volta che La ragazza dal cuore di Drago vedeva una scena del genere, dopotutto i Pokémon Drago erano piuttosto irrequieti se li si disturbava o si invadeva il loro territorio. Ma non aveva mai visto una fuga di massa di quelle proporzioni. Sperò con tutto il cuore di essere all’altezza della situazione.
Più si avvicinava al castello più i rumori di battaglia si facevano vicini, sovrastando il temporale.
L’Antico Drago era più maestoso di quanto non avesse notato la prima volta, ma non era quello che attirava maggiormente la sua attenzione.
L’Antico Drago era triste, profondamente infelice e devastato da un dolore sconfinato.
Iris sentì un brivido correrle lungo la schiena e si percepì quell’empatia che l’assaliva ogni volta che aveva a che fare con i Pokémon Drago. Si accorse a malapena della lacrima solitaria che le era scesa lungo la guancia. Forse anche a causa del temporale.
Non sapeva bene cosa fare, né tantomeno cosa dire.
Decise che si sarebbe semplicemente affidata all’istinto.
Dopotutto… cosa poteva andare storto?
Fece qualche passo avanti deciso prima di piantarsi davanti all’Antico Drago.
-Fermati!- urlò.
Rimase non poco sorpresa quando l’Antico Drago si bloccò di colpo.
La scrutò per qualche istante prima di iniziare a scendere di quota.
Almeno non l’aveva attaccata, era un buon segno, no?
-So cosa stai cercando… ma non puoi trovalo.- mormorò affranta.
Sapeva benissimo che stava cercando gli Eroi gemelli, ma loro erano morti da secoli e ciò che più si avvicinava loro era stato inglobato durante la fusione del Trio Tao.
-Sono passati secoli da quando ti sei addormentato.- rivelò.
L’Antico Drago allargò gli occhi. Iris si avvicinò con cautela e rimase leggermente sorpresa quando il Pokémon non si spostò di un centimetro.
-Durante lo scontro dei gemelli ti dividesti per poterli sostenere entrambi nella lotta. Dopo una dura lotta i gemelli si fermarono e le due parti che erano rimaste al loro fianco si tramutarono in pietra. Ai giorni nostri quelle pietre sono state risvegliate da nuovi Eroi. Ma un’organizzazione malvagia voleva il potere ed il controllo su di te. Così li ha rapiti e li ha fusi insieme ai Pokémon in cui ti eri diviso.- spiegò cercando di essere la più delicata possibile.
L’Antico Drago si bloccò come se l’avessero congelato sul posto. Poi si guardò attorno con frenesia, come se si fosse reso solo in quel momento del profondo cambiamento dell’isola. Emise un breve verso disorientato e molto triste, poi si portò le zampe al petto, come se si aspettasse di trovare qualcosa, un grosso medaglione magari. Fu un gesto così improvviso e a tratti violento che per un istante Iris temette che stesse per scavarsi il petto con gli artigli, ma non lo fece.
Rimase in silenzio per qualche istante, gli occhi bassi. Dopo un tempo che parve infinito li alzò leggermente per incontrare quelli di Iris.
«Se quello che mi hai detto è vero… allora tu non sei Ayame.»
Iris sentì la voce imponente dell’Antico Drago risuonarle in testa come il suono di un gong.
La ragazza dal cuore di Drago rimase disorientata per qualche istante. Non le era mai successa un’esperienza simile. Capiva quello che volevano dire i Pokémon Drago, ma non le era mai capitato di udirne la voce.
-N-no, il mio nome è Iris.- rispose.
«Ayame era la sacerdotessa che supervisionò la mia nascita. Accadde nello stesso giorno di Kenshin e Nobu, per questo il nostro era così forte. Ayame disse che un giorno avrei dovuto fare due che avrebbe plasmato il destino del mondo. Una scelta l’ho fatta il giorno in cui mi sono diviso…»
Iris rimase immobile e totalmente in silenzio mentre ascoltava quella voce profonda ed incredibilmente triste.
-IRIS!-
La ragazza si voltò di scatto: Aristide, Nardo, Makoto, Komor e Belle erano arrivati. Fece cenno di rimanere dov’erano e servì tutta la diplomazia di Belle e Aristide per convincere gli altri.
L’Antico Drago non sembrava averli nemmeno notati, la sua attenzione era tutta per Iris.
«La seconda dev’essere questa.»
Iris rimase in silenzio, il cuore batteva debolmente nella trachea. Respirava piano, come se temesse che l’aria fosse contaminata. Si sentiva estraniata dalla realtà, sapeva che stava per succedere qualcosa di incredibile, unico e straziante.
«Sono nato per proteggere Kenshin e Nobu. Ora loro non ci sono più. Quello che più somiglia loro è stato assimilato da me.» la sua voce rimaneva carica di dolore per quanto fosse risoluta.
«Non è un caso che tu somigli tanto ad Ayame. Sei qui per ricordarmi quella profezia. Questa è la seconda scelta che prendo per cambiare il mondo. Questa volta non sarà reversibile e potrò finalmente tornare a casa.»
Iris sentì i capelli rizzarsi su tutto il cuoio capelluto quando una luce intensa avvolse completamente l’Antico Drago. Era così potente che per un attimo il mondo sembrò diventare una tela bianca, dove tutto era ancora da decidere.
Quando la luce si spense il temporale era finito ed un arcobaleno sovrastava l’intera Isola Libertà.
***
Era una bella giornata.
Il vento soffiava leggero ed accarezzava dolcemente le fronde degli alberi.
-Finalmente sei arrivato.- disse una voce alle sue spalle.
Affacciata al parapetto in pietra della piazza una donna dai lunghi capelli viola danzavano leggeri nella brezza mattutina e gli occhi color nocciola ambrati lo guardavano materni completando un sorriso che sapeva di casa.
Indossava un abito chiaro dalle lunghe maniche svolazzanti stretto in vita da una fascia colorata.
Un Pokémon piccolo simile ad un roditore dal corpo color crema le svolazzava sopra la testa allegro. Aveva grandi occhi azzurri, le grandi orecchie appuntite arancioni a forma di V. Le zampe anteriori dotate di tre minuscole dita e quelle posteriori di due, tutte di colore arancione. Una coppia di code piumate simili a due ali. Victini.
«Ayame…»
-E chi credevi che fossi? Coraggio, ti stanno aspettando tutti.-
Il Pokémon Vittoria emise un verso di felicità pura e fece un breve giro della morte.
Ayame gli fece cenno di seguirlo e giunsero ad un piazzale dove li attendevano due ragazzi identici. Entrambi con i capelli neri e gli occhi azzurro cielo. Le tuniche color pergamena dalla fascia colorata come quella di Ayame. L’unica cosa che li distingueva era il taglio dei capelli. Il primo li portava lunghi fino alla vita, come una cascata d’inchiostro. Il secondo corti e pieni di nastri colorati.
Kenshin e Nobu.
Gli sorrisero, un sorriso pieno di calore.
-Ben tronato, Eiji.-
L’Antico Drago dovette trattenersi per non piangere di commozione.
«Sono a casa.»




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque, direi che la questione si è risolta abbastanza in fretta, ma a mio modesto parere non c'era molta suspance da creare.
Ho chiamato questo capitolo "Un dolore millenario" perché è questo il sentimento che ho immaginato predominante nell'Antico Drago.
Ho cercato di rendere la scena del suo incontro con Iris il più intenso possibile, spero di essere riuscita nell'intento.
Il flashback... non ho molto da dire a riguardo in realtà.
Ho pensato ad Iris come una sorta di reincarnazione di Ayame, infatti il nome "Ayame" (菖蒲) significa "Iris" in giapponese.
Victini è un piccolo cameo che mi sembrava carino inserire visto che la sua casa è comunque l'Isola Libertà.
Ho voluto dare un nome anche all'Antico Drago, mi sembrava giusto, "Eiji" (英治)in giapponese significa "grande pace".
Beh... che altro dire?
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi.
Noi ci vediamo la prossima volta con l'ultimo capitolo di questa storia Da Verità e Ideali.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
   
 
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