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Autore: CortexiphanAddicted    28/11/2018    0 recensioni
Il mondo di The Walking Dead, come tutti lo conosciamo: ogni personaggio ha la sua storia, il suo passato, i suoi morti. Lo stesso vale per Aria, una ragazzina cresciuta troppo in fretta, come Carl, Enid, Judith o Beth. L'apocalisse vista dai suoi occhi ha una colorazione diversa, si intreccia con la storia principale dei protagonisti della serie e, in particolare, alle vicende del Santuario e del suo tiranno, Negan. Ancora prima di conoscerlo,infatti, sembra che Aria fosse destinata ad amarlo per sempre...
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Negan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"We're on easy street
And it feels so sweet
'Cause the world is 'bout a treat
When you're on easy street"

E’ cambiato, da quella mattina, da quell’alba.
Dopo quel momento di totale vulnerabilità ha eretto un muro spessissimo tra me e lui, quasi non mi conoscesse, quasi non fossi sua.
Quando l’ho incontrato nell’area comune, dopo essermi inginocchiata, ha ignorato il mio sguardo, era sfuggente, sembrava gli riuscisse facilmente, mi ha fatto stare male.
Come puoi passare da un estremo all’altro?
Dal rischiare la tua vita per me a questo? Non è bastato molto che scoprissi che cosa aveva fatto.
-Quindi c’è un uomo nelle celle, uno dei nostri nemici?- -Sì- mi dice Cherry.
–Si chiama Daryl, è come se fosse il nostro Simon per il leader dell’altro gruppo, il suo braccio destro, se lo sono portato dopo che li hanno rimessi in riga: piaceva a Negan-
Ma che cosa diavolo ha in mente? Di questo non mi aveva parlato.
–Non sapevo avesse fatto prigionieri-
-Lui si prende quello che vuole, ancora non lo hai capito?- Questa storia non mi convince.
Solo la notte dopo fa sì che io possa tornare a vedere la faccia di mio marito.
Mi bacia, mi fa sua, ma mi impedisce di parlare o fiatare, non incrocia il mio sguardo e se ne va subito dopo.
Io non ho potuto opporre resistenza o dire qualcosa, non è stato violento, ma solo scostante. Vorrei cercare di aiutarlo, ma deve essere stato troppo per lui, quindi aspetto i suoi tempi.
Come dev’essere dura, portare dentro al cuore il peso di dover recitare la parte del cattivo.

"And we're breaking out the good champagne
We're sitting pretty on the gravy train
And when we sing every sweet refrain repeats
Right here on easy street"

Perché quel ragazzo è qui? Me lo chiedo più volte andando in giro per l’accampamento, ma non capisco dove l’abbiano nascosto.
Forse Negan vuole farne un simbolo o che so io, forse davvero lo ha adottato come un cane randagio, così da poterne disporre a suo piacimento.
Cerco un senso, un motivo a tutto questo nella mia testa ma non lo trovo.
Semplicemente la confessione di quell’uomo abbandonato tra le mie braccia, di quel bambino addormentato e indifeso, non corrisponde più a quella del tiranno spietato e crudele le cui storie riecheggiano tra le mura del Santuario.
Se sta aspettando che mi arrenda non succederà, rispetterò i suoi tempi e se deve capire da solo che ha sbagliato così sarà, se non vuole il mio aiuto non lo otterrà.
–Persa nei pensieri? Io ho così tanto da fare che non so neanche più cosa siano-
Alzo lo sguardo, davvero mi ero astratta talmente tanto da non sapere più nemmeno dove fossi.
Adesso sono in me, nel cortile centrale e di fronte Alex, il ragazzo di mia sorella Andrea. E’ sempre stato gentile nei miei confronti, anche se non era necessario, anche se non ne sentiva il bisogno, lui è così per natura, qualcosa che Negan non sarà mai…
-Ciao- dico, un po’ avvilita.
–Ti vedo stanca e mi dispiace per te. Lui… è stato cattivo con te?- sbatto più volte le palpebre prima di guardare in basso –No, lui è … il migliore-
Alex mi guarda, preoccupato –Sto bene- dico quasi ridendo, ma non c’è nulla di cui scherzare.
–Sono preoccupata per lui- -Cavolo allora tua sorella ha ragione quando dice che ne sei innamorata, che hai perso la testa insomma-
Bella considerazione che hai di me, sorellina.
–Ma io non posso darti torto, è successo anche a me con Andrea. Lei dà significato a tutto e se per te Negan è questo allora forse non è così male-
So che sta cercando di essere carino con me, forse ciò che pensa davvero è che lui odia quell’uomo, lo ripugna, gli fa ribrezzo, ma non lo fa trasparire, come sempre. Dietro la sua barba ordinatamente incolta c’è un eterno buon sorriso, l’ho visto scomparire solo in poche occasioni, come quando scappammo dall’accampamento dell’aeroporto.
Le sue indubbie capacità organizzative e di sopravvivenza lo hanno sempre salvato e ne hanno fatto un eroe agli occhi degli altri, o quantomeno una persona utile a un possibile gruppo.
In effetti lui… adesso che ci penso… è vicino agli uomini di Negan e ai loro spostamenti, fortifica il recinto, conosce gli ordini, talvolta è stato utile in qualche missione avevo sentito in giro.
E dunque lui … -Sai dove si trova il prigioniero?- Il suo sorriso non scompare, ma si affievolisce. –E tu come sai questa cosa?-
-Portami da lui, ti prego, ne va del bene del Santuario-
-Aria, te lo dico con sincerità, stanne fuori, lascia stare il Santuario e pensa a sopravvivere, come sempre, come ho fatto io-
-Non voglio prendere alcuna iniziativa, ho solo bisogno di capire-
Alex comincia ad allontanarsi da me, ed è allora che gli stringo la mano.
Ho sempre pensato che come senso il tatto fosse il più adatto a trasmettere emozioni, più di uno sguardo che può essere frainteso o di una voce che può essere mal riportata.
–Ti prego, Alex, ne ho bisogno, non è per il Santuario è per me, ascolta: se Andrea stesse male e stesse commettendo qualcosa di sbagliato e l’unico modo per farglielo capire fosse andare contro il suo stesso volere ma solo per il suo bene non lo faresti?-
Alex mi guarda perplesso, gli ho fatto scomparire il sorriso.
–Aiutami… in nome delle persone che amiamo-
Tutta la situazione per un momento si blocca, è consapevole che senza di lui non potrò mai andare oltre la porta del mio appartamento per ottenere qualche informazione.
Non sento più i suoni, il vento, il tempo, fisso solo i suoi occhi, e per un secondo dipendo completamente da lui e da quello che deciderà fare in seguito.
Quel momento svanisce e tutto ricomincia a muoversi, al battito del mio cuore si sostituisce il chiacchiericcio dei lavoratori.
–D’accordo, ti aiuto, ma Aria… non chiedermi mai più una cosa simile, va contro il mio stesso istinto di sopravvivenza- e dalla mancanza assoluta di espressività nei suoi occhi, mi rendo conto di aver toccato il suo limite.
–Manchi loro, sai, a tutta la tua famiglia-
Ne sono consapevole, ma ci siamo voltati le spalle a vicenda. –Anche loro mi mancano- dico, con voce strozzata.

"It's our moment in the sun
And it's only just begun
It's time to have a little fun
We're inviting you to come and see why you should be"

Alex mi ha accompagnato fino al corridoio, sono sgattaiolata mentre lui parlava con Tommy, un altro ragazzo della sua età posto di guardia in quella zona.
–Hai cinque minuti- mi dice Alex, prima di intrattenere una conversazione qualunque con il compagno al fine di distrarlo.
Percorro un paio di freddi corridoi male illuminati dopo aver lasciato i tacchi vicino alla porta per evitare di fare rumore.
Mi nascondo al sentire una delle guardie, faccio silenzio al momento giusto, ma non è difficile trovare la porta oltre la quale c’è il detenuto.
Mi avvicino lentamente, non ho ancora pensato a un approccio. Sono venuta come una disperata a bussare alla porta di un condannato.
Picchio tre volte: -Ehi- nessuna risposta.
–Senti, mi dispiace per quello che è successo, io … sono una ragazza di qui- meglio non dirgli troppo della mia situazione.
–Volevo solo … chiederti una cosa, se per te va bene- Ancora nessun suono.
–Ti prego, se non stai dormendo o se sei disposto ad aiutarmi, puoi picchiare sulla porta? Io purtroppo non posso darti nulla in cambio, non posso farti uscire, sono inutile ora come ora, ma ti prego, puoi aiutare tu me?- è stato il discorso più penoso della storia dei discorsi penosi, ma a quanto pare sono ipercritica perché dopo un paio di secondi sento un flebile, piccolo ma strascicato pugno sulla porta.
Deve essere debole, chissà se gli danno da mangiare.
–Ti ringrazio, Daryl. L’unica mia domanda è perché sei qui- silenzio, il mio cuore già sa che non sopporterà la risposta.
–Credo che il vostro capo, quello stronzo ipocrita sadico di Negan, voglia tenermi con sé così da poter togliere qualcosa al mio gruppo, perché sa quanto valgo in un mondo come questo e vorrebbe trasformarmi in uno di quei coglioni che eseguono i suoi ordini senza pensare. Ti basta come risposta, ragazzina?-
Deglutisco, non mi aspettavo potesse inquadrarmi anche da dietro a una porta.
–Mi dispiace averti disturbato, Daryl- non so più a chi credere, a un uomo che non ha più nulla da perdere o a quello che mi viene dipinto come un tiranno inequivocabilmente spietato.
I cinque minuti saranno passati, sento delle voci, e se fosse proprio Negan?
Non posso rischiare di farmi trovare qui altrimenti… altrimenti cosa? Adesso ho paura di chi credo di amare?
–Mi dispiace, Daryl- dico frenetica –Cercherò di aiutarti se posso. So quanto lui possa essere spietato ma tu non devi cedere, fallo se credi in qualcosa o se ami qualcuno, non lasciare che lui vinca- Ma perché sto incoraggiando in maniera così accorata un uomo che neanche conosco?
Forse ho sentito attraverso il suo tono spezzato la voce di un’anima incrinata e sul punto di lasciarsi andare.
–Resisti, Daryl... sopravvivrai sicuramente. Devo andare-
-Aspetta- sbraita all’improvviso –Non c’è più tempo- -Dimmi solo il tuo nome- avrei avuto ancora qualche secondo per parlare, ma non posso espormi così tanto e se… mi tradisse?
Io non sono dalla sua parte, io sono con Negan, lo sarò sempre, anche se ora viviamo un brutto momento, anche se mi sembra che senza di lui e alle sue spalle il mondo stia cadendo in pezzi.
–Scusami, ma non posso, capiscimi- Non sento più nulla, persino un carcerato che non ha nulla da fare è stato capace di ignorarmi, sembra una consuetudine di questi tempi.
Uscita da quell’edificio, Alex si assicura da lontano che io stia bene, rientro non proprio con nonchalance sul percorso sicuro e arrivo fino al mio appartamento.
Al suo interno mi sento un pezzo di merda per essere andata da quello che credo sia il nostro nemico quasi a parlar male di Negan.
Perché diavolo non mi ha detto che aveva fatto un prigioniero? Perché deve essere tutto così complicato?
Non ho ottenuto risposte, ma solo più interrogativi e un gran mal di testa.
Se la notte porta consiglio io spero invece che mi porti l’uomo che amo almeno con una risposta alla domanda: che senso ha tutto questo?
Perché continui a lottare?
Vorrei stringerlo a me come quella notte, ma mi sembra assurdo desiderare che compia un’altra strage solo per far sì che possa aprirsi di nuovo, che possa confidarsi e sfogarsi, consapevole che non potrei mai giudicarlo, ma solo comprenderlo.
Cos’altro devo fare per fargli capire che sono con lui?
Forse è più prigioniero Negan dell’immagine che ha creato di se stesso che non Daryl in quella piccola cella.

"On easy street
Yeah, we got a front row seat
Oh, to a life that can't be beat
Right here on easy street"
   
 
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