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Autore: Btsuga_D    30/11/2018    3 recensioni
[COMPLETA] Nello slang giovanile, "Hook-up" é il famoso rimorchio senza impegno. L'accordo riguarda la possibilità di fare sesso senza che ci sia un sentimento sottostante. Suga, famoso Idol e rapper del gruppo BTS, è conosciuto per le sue "scappatelle di una notte" con le sue fan. La sua regola numero uno: tutto è concesso, tranne i baci sulla bocca. Per delle sfortunate circostanze, Kang Yorin è costretta a dover andare ad un fan-sign dei BTS al posto della sua migliore amica, venendo subito notata dal bel rapper. Yorin accetterà la sua offerta o resterà fedele alla sua regola numero uno, donarsi solo all'uomo che ama?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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❖ Mic Drop




La porta della mia camera si spalancò e mi ritrovai stretta in un abbraccio soffocante, uno di quelli che ti tolgono il respiro. Cercai di staccarmi per riottenere il mio sacrosanto spazio personale ma riuscii solo ad intravedere gli occhi castani di colei che non aveva la minima intenzione di scollare le braccia dalla mia vita.
 
«Yoriiiin! Dio, quanto mi sei mancata!» mi urlò nelle orecchie mentre mi stritolava ancora più forte. «Come te la sei passata senza di me? Hai mangiato? Dormito? Hai fatto la maschera per il viso almeno due volte a settimana prima di andare a letto?»
 
«Ji Woo, scollati!» la supplicai sollevando gli occhi al cielo. «Mi sono trasferita per non sentire gli schiamazzi di mia madre e ora devo sopportare i tuoi? A momenti sei peggio di lei.»
 
Ji Woo scoppiò a ridere e finalmente si allontanò. Mi guardò dritta negli occhi. «Dai, smettila di fare l’acida che in realtà non sei. Sappiamo tutte e due che sotto sotto sei un agnellino. Ti sono mancata, vero?»
 
Sollevai di nuovo gli occhi al cielo. «Credi a quello che vuoi,» le risposi cercando di andare in cucina, ma lei mi trattenne per un braccio.
 
«Ehi, ehi! Ferma lì. Dove credi di andare? Devi raccontarmi un sacco di cose.»
 
La guardai spaesata. «Tipo?»
 
«Come “tipo”! Per messaggio non mi hai voluto dire niente, ma ora ti tocca, bella mia. E sto ancora aspettando il selfie che mi hai promesso!» Si bloccò. «Non… Non te ne sei dimenticata, vero?»
 
Stavolta riuscii a staccarmi dalla sua presa. Mi diressi in cucina e aprii il frigorifero per afferrare il cartone del succo di frutta.
 
«No. Il tuo caro selfie è ancora al sicuro nel mio telefono. E anche il cd autografato. È di là in camera mia.»
 
Ji Woo cominciò a saltellare per la stanza con le mani davanti alla bocca. «E non me l’hai ancora dato?! Che diavolo aspetti? E poi…» tornò improvvisamente seria, «Che è successo con Suga? Ora che ci penso… è da quel momento che non hai più risposto ai miei messaggi.» Mi guardò mentre riempivo con fin troppa cattiveria il mio bicchiere di vetro. I suoi occhi si illuminarono. «Voleva davvero incontrarti?»
 
Scolai il succo di frutta in una sola sorsata e sbattei il bicchiere sul tavolo di marmo, facendo sobbalzare Ji Woo. Lo strinsi tra le mie mani rischiando di ridurlo in mille pezzi.
 
«Non ti avevo detto che quel bastardo non me lo devi neanche nominare?»
 
«Ma…»
 
«Ji Woo, ascolta. Ho bisogno di chiederti un favore.»
 
Ma prima che potessi farlo, il campanello suonò. Ci girammo entrambe verso la porta, scambiandoci uno sguardo che rispecchiava perfettamente i nostri dubbi. Chi diavolo poteva essere a quell’ora? Erano a malapena le due del pomeriggio.
 
«Vai ad aprire tu. Io mi metto qualcosa addosso,» dissi rifugiandomi nella mia stanza.
 
Ero ancora in pantaloncini e canottiera, e di certo non volevo farmi vedere in quelle condizioni da un estraneo. Perché sicuramente era qualche amico di Ji Woo. A parte lei, io non avevo altri amici che avrebbero potuto farmi visita. Tralasciando In Guk, ovviamente. E ora che ci pensavo, forse poteva essere davvero lui. Le sue parole di due giorni prima mi avevano dato da pensare. Chissà che diavolo aveva fatto.
 
Andai in camera mia e mi richiusi la porta alle spalle, intenzionata ad avvicinarmi all’armadio per prendere un jeans e una maglietta da mettermi addosso. Ma mi bloccai prima che potessi raggiungerlo.
 
Voltai la testa di scatto quando l’urlo di Ji Woo risuonò nell’atrio.
 
Senza pensarci due volte, spalancai la porta e mi precipitai fuori. Mi bloccai quando davanti a me vidi un tizio tutto vestito di nero. Indossava una felpa larga con il cappuccio e mi dava le spalle, quindi non riuscivo a vedergli la faccia. Ma riuscivo a vedere benissimo quella sconvolta della mia migliore amica che gli stava di fronte.
 
Cazzo. Non avevo preso la pistola nel comodino.
 
Beh. A mali estremi, estremi rimedi. Cominciai a correre e afferrai il delinquente dal cappuccio della felpa che aveva in testa. Lo feci voltare e gli agguantai il braccio mentre mi giravo a mia volta. Mi piegai in avanti e mi caricai tutto il suo peso sulle spalle, facendolo ribaltare in avanti. Si schiantò sul pavimento con un tonfo sordo, sbattendo malamente la schiena. Trattenne a fatica un gemito di dolore.
 
Non persi tempo a sedermi sulle sue gambe, bloccandogli il respiro con il gomito. Solo quando misi a fuoco il suo volto, per poco non mi andò di traverso la saliva.
 
«T-Tu…» farfugliai in preda alla confusione e alla rabbia. Mollai la stretta sul suo collo e riprese nuovamente a respirare. «Come diavolo…!»
 
«Cazzo! Vedi che ho fatto bene a denunciarti per aggressione? Tu hai seriamente intenzione di uccidermi!» mi urlò Yoongi massaggiandosi il collo dolorante e tossendo per riprendere aria. Lo fulminai con lo sguardo. «Prima di scaraventare le persone a terra, guardale in faccia!»
 
«Io non la voglio neanche vedere la tua faccia!» gli urlai a mia volta. «E con che coraggio ti presenti a casa mia?! Esci subito fuori di qui!»
 
«Sai, tesoro. Per quanto mi piaccia sentire il tuo culo contro il cavallo dei miei pantaloni, non posso alzarmi se continui a rimanere in questa posizione.» Abbassai lo sguardo, rendendomi conto che aveva ragione. Poggiai le mani sul suo petto quando mi strattonò per la vita, avvicinandomi a lui. Me lo ritrovai ad un centimetro dalla faccia e sbattei velocemente gli occhi per la sorpresa. «Oppure possiamo rimanere così. A me non dispiace per niente.»
 
Lo spinsi brutalmente all’indietro e picchiò la schiena contro il pavimento. Il cappuccio della felpa gli scivolò via dalla testa e rivelò i suoi capelli celesti. Sembrava che il colore si stesse scaricando vicino alle radici, lasciando intravedere la base bionda. Sulla fronte teneva legata una bandana rossa dalla fantasia a fiori. Dal nodo dietro la testa penzolavano i due capi, abbastanza lunghi da sfiorargli la spalla. Il ciuffo era stato lasciato fuori e gli solleticava il sopracciglio sinistro.
 
«Hai finito di mangiarmi con gli occhi?»
 
Sbuffai, incredula e quasi schifata. «Non mi azzardo neppure. Potresti farmi venire un’indigestione.»
 
«Sì, per il troppo guardare.»
 
«Yorin…» mi chiamò Ji Woo. Mi voltai per guardare ancora una volta la sua faccia sconvolta. Era seduta sul pavimento. Allungò la mano tremante e indicò il malcapitato che stava sotto di me. «YORIN! N-Non sono pazza, vero?! Quello è S-Suga! Lo vedi anche tu?»
 
Sospirai e mi voltai di nuovo, incontrando quegli occhi sottili e castani. «Purtroppo sì.»
 
Stava per venirle un attacco isterico da fan-girl. Lo sentivo. Ma vista la situazione, stavolta sarebbe stato peggio delle volte precedenti. Di solito si metteva a urlare davanti alla tv o al cellulare. Così, senza un motivo preciso. In realtà ero piuttosto preoccupata che potesse saltargli addosso o qualcosa del genere. Scommetto che quel pervertito non aspettava altro.
 
Mi alzai in piedi e Yoongi fece lo stesso, sistemandosi la felpa sgualcita. Ji Woo lo squadrò da capo a piedi ed è allora che tirò l’ennesimo urlo spaccatimpani che mi fece saltare il cervello. Forse aveva finalmente realizzato la situazione.
 
«Dio mio, Ji Woo! Vedi di darci un taglio. Non è Gesù Cristo!» urlai stringendo i pugni.
 
«Aah, ora capisco.» Mi voltai quando sentii la voce del ragazzo. Mi guardava con un sorrisetto dispettoso e le mani infilate nelle tasche della tuta. Inclinò la testa. «Hai rubato il nome alla tua amica?»
 
Sgranai gli occhi. «Io non ho rubato proprio niente. E come hai fatto a sapere il mio vero nome?» gli domandai. In effetti me lo ero chiesta da quando avevo ricevuto la sua denuncia.
 
Yoongi fece spallucce. «Soo Jin. Mi è bastato chiedere a lei.»
 
«Già, immagino. L’hai convinta portandotela di nuovo a letto?»
 
Yoongi ghignò. «No. Promettendo di portarmela a letto.»
 
Il mio sarcasmo sparì all’istante. «Ti ho già detto che mi fai schifo?»
 
«Hmm,» sospirò e fece finta di pensarci su. «Mi sembra di sì. Questa dovrebbe essere la centesima volta.»
 
«Beh, chissà perché ho lo strano bisogno di ricordartelo ogni volta che ti vedo.»
 
Si avvicinò a me e io indietreggiai. «Preferirei che tu avessi altri bisogni. Quelli sarei disposto a soddisfarli più che volentieri.»
 
«Senti un po’.» Feci un passo in avanti picchiettandogli l’indice contro il petto. «Non credo proprio che tu possa permetterti di parlarmi così dopo quello che mi hai fatto! O forse te lo sei scordato? Certo che hai un bel coraggio a presentarti qui. Ti conviene andartene con le tue gambe prima che ti prenda a calci in culo e ti faccia tornare da dove sei venuto!» Yoongi mi scoppiò a ridere in faccia, un gesto che mi fece indiavolare ancora di più. Ero basita. «Credi che stia scherzando?»
 
«No, affatto. Per questo è divertente.»
 
Senza preavviso, mi afferrò per il polso e mi trascinò verso la porta aperta di camera mia. Se la sbatté alle spalle e finalmente mi lasciò andare. Ji Woo era rimasta nel soggiorno e non potei fare a meno di pensare che quella situazione fosse piuttosto familiare.
 
«Di nuovo? Ma allora è un vizio.»
 
«Dobbiamo parlare. Solo io e te.»
 
Sbuffai, incrociando le braccia al petto. «E di che cosa dovremmo parlare esattamente? Vuoi forse che ti ringrazi per avermi fatto licenziare? Che diavolo ti è passato per la testa?!»
 
Sentivo che tutta la mia rabbia repressa stesse per esplodere. Dovevo contenermi o gli avrei mollato un pugno dritto sul naso. Altro che schiaffo.
 
«Mi avevi fatto incazzare!» si difese. «Ed ero ubriaco. Ma ad essere sincero, non me ne sono pentito neanche dopo. Almeno fin quando non è comparso il tuo amichetto Mastro Lindo.»
 
Lo guardai confusa. «Mastro Lindo?»
 
«In Guk.»
 
Deglutii. «È venuto da te? Perché?»
 
«Questo dovrei essere io a chiedertelo.» Aggrottai le sopracciglia. Perché ogni sua parola sembrava un maledetto mistero? Non poteva parlare chiaro? «Perché non mi hai denunciato?» Sgranai gli occhi. «Avevi le prove. Non ci avresti messo niente ad incastrarmi.»
 
Mi stava guardando con serietà, mantenendo una distanza di sicurezza. Stranamente. Di solito a quest’ora mi sarebbe già saltato addosso come le due volte precedenti.
 
«Vattene,» gli ordinai distogliendo lo sguardo. «Non ne voglio parlare.»
 
Lui si avvicinò, afferrandomi il braccio per costringermi a guardarlo negli occhi. «Dimmelo. Voglio saperlo.» Ora era così vicino che sentivo il suo respiro contro la punta del mio naso. Mi concentrai sulle sue ciglia, fin troppo lunghe per appartenere davvero ad un uomo.
 
«Perché so cosa vuol dire essere presi di mira dai pettegolezzi, soprattutto quando si tratta di qualcuno famoso come te.» La presa sul mio braccio si allentò. «E poi uno scandalo non farebbe affondare soltanto te, ma anche i tuoi compagni. E non mi sembra giusto. Loro non mi hanno fatto niente.» Mi allontanai di nuovo da lui. «Quindi complimenti, Signor Min. Scacco Matto. Ora puoi pure andartene.»
 
Invece di dare ascolto al mio avvertimento, continuò a fissarmi, completamente immobile. Dopo qualche minuto, tirò fuori dalla giacca della sua felpa una specie di documento e me lo porse. Guardai prima ciò che teneva in mano e poi lui. Inarcai un sopracciglio.
 
«Che cos’è?»
 
«Firmalo,» mi ordinò senza mezzi termini. Fece un leggero movimento con il braccio per incitarmi a prenderlo. «Ti assumo io.»
 
Per poco non mi cadde la mascella a terra. «Come scusa?»
 
«Non posso ritirare la denuncia. Ci ho provato, ma mi hanno detto che in quel caso sarebbe Soo Jin a finire nei guai per falsa testimonianza. Perciò ti assumo io. Lavora per me.»
 
Morivo dalla voglia di scoppiargli a ridere in faccia, ma mi trattenni. «E sentiamo, cosa dovrei fare?»
 
«Quello che vuoi. Puoi essere la mia bodyguard, stylist, truccatrice, coreografa. Fai quello che ti pare o quello con cui ti trovi più a tuo agio. Ti pagherò in ogni caso.»
 
Mi scappò un sorrisetto. «Stai scherzando, vero?»
 
«Perché? Non posso farlo?»
 
«Tu sei davvero un lunatico!» mi alterai. «Prima mi salti addosso e poi ti preoccupi di avermi fatto male. Mi licenzi e poi vuoi ridarmi il lavoro di tasca tua. Te l’hanno mai detto che hai le idee un po’ confuse?!»
 
Yoongi abbassò il braccio e mi guardò frustrato. «Senti, chiariamo questa cosa una volta per tutte. Perché pensi che ti abbia messo le mani addosso?»
 
Sbuffai. «Perché sei uno sporco pervertito e stavi cercando di molestarmi?»
 
Alzò gli occhi al cielo. «No, cazzo! Perché mi hai fatto completamente perdere la testa!» Lo guardai sconvolta. «Di solito non sono così avventato, ma con te… Con te non capisco più niente. Ti volevo e le mie mani si sono mosse da sole. Ti desideravo così tanto che ho smesso completamente di ragionare. Quando mi hai detto che non dovevo più toccarti, ero davvero intenzionato a fare come volevi. Ma quando ci siamo rivisti, ero ubriaco e non sono riuscito a trattenermi. Scusami, okay? Scusa se sono sembrato inopportuno. Non volevo approfittarmi di te.»
 
Lo ascoltai con il respiro bloccato nei polmoni. Mi aveva appena gridato in faccia di aver perso la testa per me? E mi stava chiedendo scusa? Min Yoongi?
 
«Ti ho denunciato perché volevo vendicarmi di quello che mi avevi detto. Volevo che fossi tu a venire da me, implorandomi di fare qualcosa per ridarti il lavoro. Ma…»
 
«Ma?» lo incalzai.
 
Mi guardò. «Ma mi sono sentito una merda quando In Guk mi ha detto che tu invece ti eri preoccupata per me. E per gli altri ragazzi, a quanto pare.» Mi porse nuovamente il foglio. «Questo è il mio modo di ringraziarti. Quindi firma e risolviamo le cose tra di noi. Non pensiamoci più.» Abbassai gli occhi sulla scritta in grande al centro del foglio. Contratto Di Assunzione. Poi tornai a guardare lui. «Se non ti fidi, ti darò il tempo di leggerlo. Giuro che non c’è nessuna clausola che mi permette di metterti le mani addosso. Puoi controllare tu stessa,» mi disse con un sorrisetto divertito.
 
Afferrai il contratto e vidi accendersi nei suoi occhi una piccola luce. Mi guardò speranzoso mentre leggevo le prime righe del contratto. Si portò una mano dietro la testa e cominciò a massaggiarsi il collo, come se fosse a disagio.
 
Lo guardai negli occhi, e senza pensarci due volte, stracciai il contratto davanti ai suoi occhi increduli. Poi lo strappai in pezzi ancora più piccoli. Fui tentata di lanciarglieli in faccia, ma mi accontentai di buttarglieli ai piedi. Non ero così cattiva.
 
«Min Yoongi, mi credi davvero così stupida?» gli dissi mentre mi guardava con un’espressione indecifrabile. «Pensi davvero che firmerò un contratto che m’impone di fare tutto quello che vuoi 24/7? E che mi obbliga ad essere alle tue dipendenze?» Sogghignai. «Si vede che non mi conosci per niente. Preferisco rimanere senza lavoro che strisciare ai tuoi piedi. E smettila di propinarmi la storiella che ti dispiace. Lo sappiamo benissimo tutti e due che stai facendo leva sul tuo senso di colpa per incastrarmi.»
 
M’incamminai verso la porta con l’intenzione di tornarmene in soggiorno e sbatterlo fuori da casa mia, ma mi bloccai quando la sua mano trovò nuovamente il mio polso, stavolta quello slogato.
 
«Yorin…»
 
Non capivo se fossi rimasta traumatizzata dal fatto che mi avesse chiamata per nome, il mio vero nome, oppure per la fitta che si estese dalla mano fino al mio braccio. Digrignai i denti, cercando di mascherare il dolore. Ma fallii miseramente.
 
Yoongi abbassò subito lo sguardo. «Non sei ancora andata a farlo vedere?» mi domandò incredulo.
 
«Non ho avuto tempo. Qualcuno mi ha tenuta fin troppo impegnata,» gli risposi guardandolo storto.
 
«Se continui ad usarlo, peggiorerai solo la situazione. Devi tenerlo a riposo.»
 
«E a te cosa frega?»
 
Mi guardò senza dire una parola. Spostò la mano dal mio polso al mio braccio e cominciò a trascinarmi verso la cucina, sotto lo sguardo incredulo di Ji Woo. Si fermò davanti al frigorifero e aprì il freezer, afferrando la vaschetta del ghiaccio. Fece cadere due cubetti e li avvolse in uno straccio da cucina. Sobbalzai quando mi premette l’impacco freddo contro la slogatura. Cercai di contenere un sibilo di dolore.
 
«Il ghiaccio attenua il dolore,» mi spiegò mentre lo faceva scivolare con cura su un altro punto. «Dovresti metterci una stecca.»
 
Cercai di liberarmi dalla sua presa. «Posso farlo da sola,» gli dissi, ma lui mi afferrò nuovamente la mano.
 
«E io potrei lasciartelo fare, ma non voglio.» Lo fissai. «Quindi sta’ ferma.»
 
Rimasi a guardarlo, pensando che si stesse impegnando un po’ troppo per una semplice slogatura. «Dove diavolo è finito?» domandai.
 
«Chi?» mi rispose senza nemmeno alzare la testa.
 
«Il bastardo pervertito e puttaniere.»
 
Sollevò gli occhi di scatto e subito dopo le sue labbra si stirarono verso l’alto. «Ho anche un lato gentile. Non lo sapevi?» Ritornò ad occuparsi della mia mano. «Ma non lo faccio uscire tanto spesso.»
 
«Perché?»
 
«Perché è fastidioso. Dopo le donne si accollano e non si staccano più.»
 
Arcuai le sopracciglia. «E perché con me lo stai facendo uscire? Non hai paura che possa accollarmi?»
 
«In realtà, è proprio quello che spero.» Mi guardò. «Sta funzionando?»
 
«Ti piacerebbe.»
 
Ridacchiò e allontanò il ghiaccio dal mio polso, sostituendolo con la sua mano. Era calda. «Lavora per me,» mi ripeté, stavolta con più serietà rispetto a prima. «Preparerò una decina di contratti e ti perseguiterò finché non mi dirai di sì. Lo sai questo, vero?»
 
«Bene, fai pure. Io ti denuncerò per stalking.»
 
Scoppiò a ridere. «Non puoi farlo, ricordi? Ci andrebbero di mezzo anche tutti gli altri.» Si sporse in avanti e si avvicinò al mio viso. Io chinai la schiena all’indietro per allontanarmi. «Non puoi rovinarmi la reputazione. Sei troppo buona per farlo,» mi sussurrò.
 
Lo fulminai. «Non provocarmi.»
 
Ridacchiò, poi tornò nuovamente serio e cominciò a guardarmi in un modo decisamente fastidioso. «Non le somigli per niente.»
 
«A chi?»
 
Yoongi fece una breve pausa. «Una stronza più stronza di te.»
 
«E di te?» gli domandai inclinando la testa.
 
Il celeste sbuffò divertito. «Sì, anche di me.»
 
«Cavoli, allora spero di non incontrarla mai.»
 
Il suo volto si accigliò e a quel punto decisi che per quel giorno ne avevo avuto abbastanza. Perché non lo avevo ancora cacciato fuori a calci?
 
«Ora puoi andartene, per favore? Io e Ji Woo siamo piuttosto impegnate.»
 
Annuì, lasciandomi andare la mano. «Tanto non finisce qui.» Si voltò verso la mia amica, che stava ancora imbambolata al centro della stanza. Sembrava che non si fosse ancora ripresa. «Ciao, Ji Woo. È stato un piacere conoscerti,» le disse inchinandosi leggermente. Ji Woo ricambiò in modo alquanto goffo. «Il cd te l’ho già firmato, vero?» le domandò con un sorrisetto. Poi, si voltò verso di me. «Non c’è bisogno che lo faccia di nuovo.» Aveva capito tutto. Era piuttosto sveglio. Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò in modo sensuale, «Tra un po’ apparirò in tv. Abbiamo registrato la messa in onda circa un’ora fa. Assicurati di guardarmi.»
 
«Mi assicurerò di staccare la spina. E anche la corrente.»
 
Sogghignò. Poi, inaspettatamente, mi stampò un veloce bacio sulla guancia. Mi portai la mano sul punto appena sfiorato dalle sue labbra. Sulla pelle sentivo una specie di formicolio. Lo guardai sconvolta.
 
«È la cosa più casta che ti abbia mai fatto, insieme al bacio sulla mano. E a proposito, quelle foto sono venute piuttosto bene. Sembrava uno shooting fotografico per qualche spot pubblicitario.»
 
I miei occhi diventarono quasi neri. «Fuori da casa mia, Min Yoongi! Non farti più vedere!» urlai afferrandolo per un lembo della felpa. Lo trascinai fino alla porta, lanciandolo letteralmente sul pianerottolo.
 
Yoongi si voltò a guardarmi. «Ho fatto proprio bene a denunciarti per aggressione. Quanto cazzo sei violenta!» s’infervorò. Per non farsi riconoscere, sollevò il cappuccio della felpa e si coprì il naso e la bocca con la mascherina che teneva attaccata al collo. «Ci vediamo, stronza,» mi disse con un tono di voce ovattato. Mi diede le spalle e si congedò con un gesto veloce della mano. Poi la seppellì nella tasca dei suoi pantaloni e si diresse verso il SUV nero alla cui guida c’era il suo bodyguard.
 
«Ci vediamo un cazzo, puttaniere!» Richiusi la porta con un tonfo, che sicuramente non gli sfuggì. Quando mi voltai, mi trovai di fronte la faccia incredula di Ji Woo.
 
«Tu esci con Suga e non me lo hai mai detto?» disse con un tono piuttosto offeso. «Yorin… questa… Questa da te proprio non me l’aspettavo! Non sono la tua migliore amica? Come hai potuto tenermi nascosta una cosa del genere?!»
 
Era completamente fuori di sé. Gli occhi le luccicavano a causa delle lacrime di rabbia, ma io ero più sconvolta di lei. «Uscire? Con quello lì? Ma vorrai scherzare!» dissi offesa. «Ma tu mi ci vedi con un tipo del genere? Ascolta. So che tutta la situazione ti sembra assurda, ma è solo un malinteso. Te lo posso assicurare.»
 
«Che malinteso? Perché da fuori sembra che vi siate conosciuti al fan-sign e abbiate cominciato ad uscire insieme. Anche se non ho ben intenso la faccenda della denuncia.»
 
Sbuffai. «Vedi? Risposta sbagliata. Diciamo che il signorino ha sbagliato approccio e sta… continuando a provarci. La denuncia poi te la spiegherò. È una storia fin troppo lunga.» Non potevo dirle che mi aveva messo le mani addosso. Nonostante tutto, ero ancora convinta che diffondere simili pettegolezzi non portasse a nulla di buono. «Però è riuscito a farmi licenziare con l’obiettivo di farmi lavorare per lui. Perciò ho un favore da chiederti, Ji Woo.»
 
La mora mi guardò sconvolta. «Ti ha fatto licenziare?! Stai scherzando? M-Ma… Come… Perché?»
 
«Perché è un bastardo, te l’ho detto. Comunque, vuoi ancora il tuo selfie di Jungkook, vero?»
 
Ji Woo mi guardò ancora più incredula. «S-Sì, certo! Ma perché me lo chiedi? Non riesco a seguirti.»
 
«Se lo vuoi, dovrai farmi un favore. Fammi entrare nella tua crew.» Ji Woo strabuzzò gli occhi. «Avevi detto che stavate cercando un altro membro. Beh, eccomi qui. Offrimi il lavoro e io ti darò il tuo selfie di Jungkook.»
 
«Ma… Yorin. I membri della nostra crew vengono spesso ingaggiati come back dancers negli show televisivi. E per quanto tu sia una ballerina fenomenale, hai sempre detto di non voler far parte di quel mondo… per quello che è successo a Yoona.» Pronunciò il nome di mia sorella con dolcezza, forse perché sapeva quanto mi toccasse quell’argomento. Lo apprezzai molto.
 
«Lo so, ma ho anche detto che non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa da quello lì. Non voglio lavorare per lui, e dato che non avrei altra scelta, tu sei la mia unica speranza.» La guardai ancora una volta. «Io ti ho fatto un favore, Ji Woo. Sono andata al fan-sign e ti ho anche rimediato il selfie di Jungkook. Al posto della figure di Kumamon che dovevi comprarmi, offrimi questo lavoro. Okay?»
 
Ora sì che Ji Woo era sconvolta. Di sicuro non si aspettava che fossi così disperata da rinunciare alla mia preziosa ossessione. «Va bene,» disse infine. «In quanto Leader degli Streeter, ti do il benvenuto nella nostra crew, Yorin. Preparati perché oggi proviamo. La prossima settimana abbiamo un ingaggio.»
 
Annuii, guardandola con riconoscenza. Ma niente abbracci o parole di ringraziamento. Non era nel mio stile.
 
Ji Woo adocchiò l’orologio. «Comunque, Suga aveva ragione. Tra un po’ ci sarà il loro comeback stage! Si esibiranno per la prima volta live con Mic Drop. Vuoi guardarlo con me?»
 
«No grazie. Non ci tengo.»
 
Stavo per scappare via e rifugiarmi nella mia stanza, ma Ji Woo mi bloccò per un braccio. «Dai, Yorin! Ti preeego! Guardalo con me per ringraziarmi di averti accettato nella Crew. Che ti costa sederti sul divano e guardare un’esibizione insieme a me? E poi ti sarà utile per capire come ballare davanti alla telecamera. È tutto a tuo vantaggio.»
 
Sollevai gli occhi al cielo. «Va bene, d’accordo. Ma solo per questa volta.»
 
Ji Woo batté le mani contenta e mi trascinò sul divano di fronte alla televisione a schermo piatto. Appena la accese, sullo schermo comparvero i due presentatori che stavano annunciando proprio in quel momento l’esibizione dei BTS.  Che “fortunata” coincidenza. Incrociai le braccia e mi portai le ginocchia al petto. Sbuffai.

La prima cosa che udii fu l’urlo isterico delle fan non appena attaccò la base. Uno di loro, quello al centro, cominciò a muovere il piede a ritmo di musica. Era quello che aveva continuato a chiedermi di sorridere, eppure qui sembrava così serio. Avevo già adocchiato Suga. Anche se era in ultima fila, era fin troppo riconoscibile con quei capelli azzurri e la bandana rossa. La stessa che stava indossando prima.
 
Il gruppo cominciò a danzare sul posto, probabilmente in freestyle, poi si divise e in scena rimasero solo quattro di loro. Poi rimasero in cinque, ma stavolta con due membri diversi rispetto a prima. Suga era sparito dietro le quinte, aspettando probabilmente il suo turno. Nel frattempo, io mi concentrai sui movimenti dei membri che correvano avanti e indietro sullo schermo, facendo cambiare continuamente la scenografia alle loro spalle.
 
Dovevo ammettere che erano bravi. Ballavo da quando avevo circa cinque anni e potevo affermare che i loro movimenti erano puliti e pieni di energia. Sorrisi quando riconobbi i tre maknae ubriachi della festa: Jimin, Jungkook e V. Qui sembravano così seri, eppure nella realtà erano un vero disastro.
 
Era proprio vero che davanti alla telecamera indossavano tutti una maschera.
 
Quando arrivò il turno di Suga, le urla si moltiplicarono. Comparve da dietro le spalle di J-Hope e mi focalizzai sui suoi movimenti e sul timbro della sua voce. Lui non sembrava indossare una maschera. Era lo stesso di sempre. Stessa aria strafottente e atteggiamento irritante. Almeno per me.
 
Ma era bravo. Come rapper non era male e se la cavava anche nel ballo, seppur alcune cose andavano migliorate. Non potei fare a meno di ridere quando ammiccò alla telecamera. Non riusciva proprio a fare a meno di sedurre la gente.
 
Feci un sonoro sbuffo quando rappò le parole, “Se sei geloso, denunciami.” Sul serio, gente. Da che pulpito.
 
La canzone proseguì senza alcun intoppo da parte dei ballerini/cantanti. La musica non era esattamente il mio genere preferito, ma apprezzai comunque la loro esibizione. Erano bravi e su questo non ci pioveva. Ora capivo perché avevano così tanto successo.
 
Arrivati alla fine, capii perché mi sembrava tutto così familiare. Avevo già visto quella scena su quel famoso cartellone pubblicitario. Suga che lanciava via il microfono.
 
Proprio come allora, i sette ragazzi si voltarono di spalle e cominciarono a camminare verso il fondo del palco. Prima di unirsi agli altri, Suga guardò verso l’obiettivo della telecamera e lasciò cadere il microfono ai suoi piedi. Quest’ultimo fece un sonoro rimbombo che accompagnò la chiusura della canzone e dell’esibizione.
 
Ji Woo cominciò ad applaudire come se facesse davvero parte del pubblico. «Allora? Che ne dici? Ti piacciono?»
 
«Discreti,» mentii. «E il mic drop è proprio nel suo stile,» aggiunsi riferendomi a Yoongi. «Arrogante com’è, ci credo che lo hanno fatto fare a lui.»


ᗩngolo.ᗩutore
Ciao a tutti! Ji Woo finalmente è tornata a casa e non ha perso tempo ad accollarsi a Yorin. Proprio quella Yorin che non sopporta le dimostrazioni di affetto troppo sdolcinate ahaha In questo ricorda molto la sorella, eppure Yoongi dice che è completamente diversa da lei. Chissà perché? Passando a lui, anche in questo capitolo le prende dalla protagonista. Sembra che ormai sia diventato un vizio x'D E che ne pensate delle sue scuse? E' sincero oppure è davvero un modo per incastrarla come ha pensato Yorin? In fondo sappiamo tutti che ne sarebbe capace visto come è riuscito ad ammaliare Soo Jin. E Yorin, a malincuore, ha deciso di avvicinarsi a quel mondo che tanto detesta per non darla vinta al suo aguzzino. Ho inserito la loro prima esibizione di Mic Drop, ma ce ne saranno tante altre. Li vedremo molte volte sul palco perché mi interessa esplorare anche il loro lato idol, non solo quello privato.

Spero che la storia continui a piacervi e vi ricordo di lasciare un commento per farmi sapere cosa ne pensate. Sono davvero curiosa ^^ Un bacione e alla prossima!

Instagram: btsuga_d
   
 
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