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Autore: VvFreiheit    02/12/2018    5 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
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Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando quella consapevolezza penetrò nel profondo della sua testa e del suo cuore, Andy si sentì esplodere e non riuscì a trattenere un singulto che diede il via ad un pianto pregno di dolore e di rimorsi, rendendosi conto ora più che mai, di aver perso per sempre il suo più grande alleato e protettore, colui che l’aveva cresciuto esattamente come era.

Il sussulto di Andy arrivò forte e chiaro a Mika, che dormendogli praticamente appiccicato avvertì ogni cosa e di destò immediatamente, trovando il compagno con il volto tra le mani in un silenzioso pianto disperato.

-*-*-*-*-*-

Si trasse a sedere immediatamente, con l’adrenalina a mille nelle vene e un senso di protezione che gli cancellarono stanchezza, spossatezza e sonno in un baleno.

“Gapi…” pronunciò in un sussurro, avvolgendolo immediatamente a sé con amore, circondandolo con le braccia quasi volesse nasconderlo dal resto del mondo.

Non gli fu chiaro cosa avesse provocato quella reazione così forte e apparentemente improvvisa nel compagno, ma non proferì parola e si limitò ad accarezzargli la schiena e baciargli i capelli, cullandolo dolcemente, lasciandolo sfogare per tutto il tempo che gli sarebbe servito.

Andy si lasciò andare nelle braccia del suo ragazzo, restando accoccolato e rintanato nella sua presa protettiva a lungo, prima di allungare a sua volta le braccia e stringerlo forte a sé.

“Shhh” sussurrò piano, in un tentativo di tranquillizzarlo e fargli percepire la sua presenza anche sotto quel profilo, continuando a far scorrere una mano tra i capelli biondi.

Ci mise parecchio Andy a quietare quei singhiozzi, uno tra gli sfoghi più devastanti che avesse mai avuto dalla sera dell’accaduto. Mika gli concesse tutto il tempo di cui necessitò.

“Dammi quello amore, questo è pulito” gli sussurrò convincendolo a cedergli il fazzoletto ormai zuppo, a favore di uno nuovo. Il biondo a quelle parole parve risvegliarsi dalla sua trance e si rimise a sedere asciugandosi occhi e naso.

“Va meglio adesso…” constatò Mika, senza cessare il movimento della mano sulla sua schiena, mantenendo la connessione fisica con lui, che reputava vitale.

Andy annuì traendo un profondo respiro “Scus…”

“Shhhh!” Mika non gli concesse di finire quella discolpa insensata.

“Ti ho svegliat…” riprovò.

“Shhh” ribadì lui con sguardo tra l’amorevole e il perentorio “Non accetto scuse per cose del genere Gapi, dovresti saperlo” gli ricordò accarezzandogli una guancia dolcemente, rubando un accenno di lacrima ancora intatto.

“Tra l’altro ti avevo promesso che ne avremmo parlato, e invece sono crollato come una pera cotta. Al massimo le scuse te le devo io!” riportò alla mente il discorso uscito a pranzo e la richiesta del biondino. “Vuoi raccontarmi che è successo, amore?” domandò amorevolmente, baciandogli la fronte.

Andy lo osservò con infinito amore “Tesoro, sei bollente, hai 39 di febbre, ne parliamo domani” lo spronò, ricordandogli il motivo per cui era crollato come una pera cotta, venendo travolto da un moto di tenerezza alla sua enorme dedizione nei suoi confronti. 

Ma Mika scosse la testa “Punto primo: sono sveglio, punto secondo: ne parliamo, non ti voglio vedere così un’altra volta per colpa mia.” Decise per sé stesso e per lui.

“Non è stata colpa tu…” ci tenne a precisare il biondo, ma Mika lo zittì per l’ennesima volta “Sì, in parte lo è stata. Ti ascolto…” ribadì nuovamente, sempre con maggiore risolutezza.

Andy sospirò incerto se imporsi con la stessa determinazione e rispedirlo tra le braccia di Morfeo, o se accogliere la sua richiesta di ascolto e aprirsi con lui, ma alla fine, mosso dal suo sguardo propense per la seconda.

“…stavo…ragionando che…ho perso colui che per anni è stato… il mio più grande appoggio…” ammise abbassando d’istinto il capo “…non ci avevo mai pensato ma… sono convinto che mia madre sia arrivata ad accettarci solo perché lui ha lavorato su di lei, ed è riuscito a convincerla e a farla ragionare” lo mise al corrente della strada intrapresa dai suoi pensieri poco prima.

“Se mio papà non fosse stato l’uomo che era, io adesso mi ritroverei senza di lui e anche senza mia mamma… ne sono convinto…” giunse alla conclusione, immaginando come sarebbero potuti essere i rapporti con lei, senza la sua intercessione.

Mika continuò ad ascoltare senza interrompere. Non glielo confessò in quel momento, non gli sembrò adatto, ma quel ragionamento l’aveva fatto anche lui, basandosi sulle poche informazioni che conosceva della famiglia di Andy, aveva intuito la stessa cosa. 

“Se tuo padre non fosse stato l’uomo che era, tu non saresti l’uomo che sei, Gapi… perché tu sei praticamente la sua copia, caratterialmente parlando” voltò lato alla medaglia, cercando di farlo riflettere su ciò che di Alexis fosse sopravvissuto. “E sinceramente di uomini come te ce ne vorrebbero di più a questo mondo, e te lo dice uno che ti conosce da un po’ ormai, e ti conosce bene”.

Andy si meravigliò di quella considerazione che istintivamente gli scaldò il cuore e sorrise silenziosamente orgoglioso di portare dentro di sé un pezzo di lui. Qualcosa che non aveva mai davvero considerato fino a quel momento.

“Già…hai ragione…” constatò intrecciando le dita con le sue e dopo un veloce pensiero, decise di raccontargli ciò che lo aveva quasi visto crollare quella mattina, e ciò che l’aveva spinto a chiedergli aiuto, nella speranza che aprirsi potesse alleggerirlo e quasi certo che Mika avesse buoni consigli da dispensargli, come aveva appena fatto.

“…oggi… mi sono messo a iniziare la postproduzione di ciò che… ho filmato a… Egina” spiegò prendendosi le pause necessarie per non lasciarsi trascinare dall’emotività più spontanea.

“…non è facile… non … non riesco a cancellare i momenti con lui, non riesco a separarli dalle riprese che ho fatto. Ogni luogo mi ricorda lui perché prima di andarci per lavoro, ci andavamo insieme…mi faceva vedere i suoi punti di vista, le cose che secondo lui valeva la pena mostrare…” raccontò dapprima in modo titubante, poi sempre più coinvolto, passionale, sentito. Man mano che il discorso prendeva forma gli sembrava che le parole uscissero sempre più naturalmente, quasi si sentisse in bisogno di esternarle.

Mika ascoltava vagliando ogni sua emozione, cercando di capire come lo facesse sentire e come e se potesse in qualche modo aiutarlo.

“Io vorrei andare avanti, ne ho bisogno, ma…” continuò bloccandosi a metà frase, non riuscendo a capire come poterla continuare, non riuscendo a capire come poter proseguire con la sua vita, trovandosi incapace di cancellare il costante pensiero di suo padre in ogni immagine di quell’isola e più recentemente delle sue giornate.

“…non lo voglio cancellare…” concluse infine, con l’unica certezza che sapeva di avere, ma che era al contempo anche il suo più grande problema.

Mika a quella sua presa di coscienza si illuminò, capendo esattamente l’errore che Andy rischiava di fare nel suo percorso verso la normalità, e non ci pensò un attimo a intervenire.

“Gapi…se posso… c’è una cosa qui che rischi di sbagliare, secondo il mio punto di vista” gli parlò con delicatezza “Reputi un problema il ritrovare tuo papà in ogni immagine, in ogni attimo di ciò che hai ripreso” constatò “…ma la realtà è che questa è una enorme ricchezza” gli mise di fronte la grande verità su cui riflettere.

Andy non colse il senso delle sue parole e si sentì pervadere da un moto di fastidio. Mika non lo stava ascoltando, non lo stava comprendendo.

Mika notò il cambiamento nella sua espressione e si affrettò a proseguire e spiegare il suo punto di vista, prima che un fraintendimento buttasse all’aria il discorso.

“Quello che intendo dire, amore, è che tu adesso stai soffrendo, tanto, si vede. Ora, considera il motivo di questa tua sofferenza…” lo invitò a pensare. Andy quasi si alterò, offuscato dal suo dolore e da ciò che gli pareva fossero insinuazioni e domande retoriche completamente fuori luogo per qualcuno che lo conosceva bene come Mika.

“Considera il motivo?? Mi stai prendendo in giro??” sbottò infatti osservandolo incredulo.

Mika rimase un attimo stupito da quel tono ma entrò in empatia con lui e si sforzò di capire cosa gli stesse passando per la testa. “No, aspetta Andy, ascoltami bene, non oserei mai prenderti in giro su una cosa simile” mise in chiaro nel caso il compagno se ne fosse momentaneamente dimenticato. “Quello che intendo è che sì, stai soffrendo perché hai perso tuo padre, e questo lo sappiamo benissimo” iniziò la sua spiegazione dalla parte più ovvia e palese. “Ma il motivo per cui ci stai soffrendo così tanto è che voi due avete condiviso tanto, eravate padre e figlio ma eravate anche partner in crime, eravate complici, amici e confidenti. Questo è il motivo vero, Andy” gli instillò il concetto alla base del suo ragionamento, per poi proseguire, prima di venire contestato nuovamente. “Ci sono due diversi tipi di dolore, quando una persona viene a mancare: uno è il dolore del rimorso e quindi del rimpianto, che deriva dalla presa di coscienza di non aver vissuto con quella persona nel migliore dei modi, e di aver commesso degli errori che non hanno trovato rimedio, e di cui ci si accorge quando è troppo tardi. Il secondo è il dolore dato dalla profonda affezione e dall’amore che si provava per quella persona e la consapevolezza di non poter più vivere altri momenti belli come quelli trascorsi insieme.”

Andy finalmente annuì, trovando il senso all’interno del suo discorso e tendendo le orecchie per capire dove sarebbe andato a finire.

“Il primo è difficile da scacciare perché oramai è troppo tardi, ciò che è passato non potrà più tornare e gli errori che si sono commessi restano a pesare sulla coscienza. Il secondo è difficile da allontanare perché dei momenti belli non se ne ha mai abbastanza quando si sta bene con una persona.” Lo fece riflettere prendendogli la mano.

“Nel tuo caso è decisamente la seconda. Andy pensaci… tu soffri perché hai vissuto una vita piena con tuo papà, hai condiviso tanto, siete stati complici. Se tuo padre ti fosse stato indifferente, lo avessi odiato, come succede in alcune famiglie, non lo avessi avuto perché magari se n’era andato, adesso non staresti soffrendo così tanto, addirittura magari non staresti soffrendo per nulla” lo portò a considerare.

“Il dolore che stai provando è il prezzo che si paga ad aver amato, amore mio.” gli accarezzò piano la guancia. “E nessuno baratterebbe mai questo dolore con tutti i momenti meravigliosi passati insieme in una vita.” Asserì guardandolo con amore.

Andy si ritrovò con lo sguardo perso a fissare la trama della coperta, iniziando a capire il senso profondo che Mika stava attribuendo a ciò che stava provando.

“Questo intendo quando ti dico che i vostri ricordi sono la tua ricchezza” gli ribadì dolcemente, ribaltando completamente ciò che precedentemente Andy aveva inteso, quando aveva pronunciato quella stessa frase.

“Sono ciò che rimane di voi. Come giustamente dicevi tu prima, non sono da cancellare, anzi! Sono da custodire con cura. Non pensarci più è una costrizione inutile e completamente distruttiva.” Gli disse incatenando gli occhi ai suoi “Ciò che credo tu debba fare ora, con un po’ di allenamento è continuare a includerlo nella tua vita, lasciando che le sue parole, le sue battute, i suoi modi di fare ti riecheggino in testa, e far sì che questa sua presenza ti faccia nascere il sorriso, lasciando da parte il pensiero di ciò che non sarà più e ricordando invece tutto ciò che hai avuto la fortuna di condividere con lui, mantenendolo vivo dentro di te, nella tua memoria, nei minimi dettagli.” Lo spronò, facendogli considerare i frammenti di ricordo come gemme preziose di cui aveva la fortuna di avere le tasche stracolme.

Andy annuì sempre più convinto e sempre più meravigliato dalla visione completamente nuova che Mika gli aveva restituito e in un impeto si sporse ad abbracciarlo stretto a sé.

Si rammaricò quasi con sé stesso per averlo aggredito, fraintendendo all’inizio il senso del suo discorso che per un attimo aveva interpretato come irrispettoso e superficiale, scordandosi da che labbra stessero uscendo le parole che lo stavano tanto indispettendo. Aveva dimenticato per un attimo il percorso inusuale e estremamente largo che spesso i discorsi di Mika percorrevano, prima di arrivare al dunque. Offuscato dal suo dolore, aveva dimenticato come i ragionamenti del compagno fossero peculiari. Aveva scordato come la sua mente interpretasse la realtà e la restituisse al mondo, con i dovuti passaggi, i dovuti giri e i dovuti tempi, trasformando e riducendo qualsiasi discorso complicato in una semplice perla di vita.

Anche quella sera Mika era partito da un sentimento; con le sue riflessioni aveva sconfinato, abbracciando temi distanti e apparentemente fuori luogo; piano piano aveva dato forma alla sua visione, come sempre fuori dagli schemi, e a poco a poco aveva recuperato tutti i fili del suo ampio discorso e li aveva tessuti, restituendo a Andy una verità potente ed essenziale che il suo cuore devastato non aveva saputo trovare per conto proprio.

Gli aveva appena sistemato davanti ai piedi la scala per risalire il cratere dentro il quale era finito.

“…lo sapevo… parlare con te è sempre la cosa giusta da fare…” asserì con dolcezza, stringendo il moro a sé “…hai il potere di prendere la realtà e capovolgerla, sempre…” lo lodò amorevolmente. “Hai ragione… mi stavo facendo sfuggire ciò che di prezioso ho per le mani. Stavo calpestando i miei diamanti, ferendomi sempre più in profondità, invece di raccoglierli, lucidarli e conservarli con cura.” Ragionò seguendo le linee del suo discorso.

Avrebbe voluto proseguire il suo nuovo ragionamento, mostrargli le vie che con quel discorso gli aveva aperto difronte a sé, ma il peso sempre maggiore sulla sua spalla gli fece intuire come la stanchezza stesse nuovamente prevalendo sul compagno provato da giornate estenuanti che a poco a poco stava esaurendo le forze necessarie per mantenersi vigile.
“…ma c’è un’altra cosa tremendamente sbagliata che ho detto prima…” ci tenne a precisare prima di concludere il discorso “…non è vero che ho perso il mio più grande alleato…” ammise accarezzandogli la fronte dolcemente “…ho perso il primo alleato della mia vita, ma il mio più grande alleato ce l’ho al mio fianco, per un attimo me ne sono dimenticato, e per questo ti chiedo immensamente scusa” si lasciò andare alle scuse più sincere abbassandosi e lasciandogli un lento bacio a fior di labbra e una carezza amorevole.

Mika in condizioni normali avrebbe intuito il discorso già dalle sue prime parole, in quell’istante però, esausto, assonnato e febbricitante non lo interruppe, lasciandogli portare a termine le sue scuse prima di ribattere.

“…non ti devi scus…” gli ricordò per l’ennesima volta in quei giorni, ma fu Andy a interromperlo.

“Sì, devo! E adesso tesoro mio dormi, che sei stanco morto.” Lo spronò facendolo accomodare meglio sotto le coperte e premurandosi di avvolgerlo con cura, coricandosi al suo fianco e passandogli una mano sul viso e tra i capelli finché non lo vide cadere nel sonno profondo che una mezz’ora prima aveva interrotto.

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Buonasera. 
Eccovi qui! Un carico di dolcezza, fluff, angst, se vi conosco dovrebbe piacervi!
Vi lascio le 5 caramelle...

- Non gli fu semplice ricominciare dove aveva lasciato. I frame che gli comparvero davanti aprendo il programma, erano esattamente quelli su cui era crollato meno di 24 ore prima, e il groppo alla gola che ne scaturì ebbe lo stesso identico sapore. -

- “Ma papaaaaaà! Sono cose da raccontare a un figlio queste??”ribatté con finto sguardo incredulo, senza riuscire a non ridacchiare. -

- “Tesoro mio…” allentò la presa mantenendo però un braccio attorno alla sua schiena e l’altro sotto al suo, guidandolo verso la camera da letto e adagiandocelo sopra.-

- Andy non si preoccupò dei suoi lamenti e anzi, si premurò di arrotolargli attorno al collo anche la sciarpa di pile. “Potevi pensarci prima di prenderti questa febbre da cavallo. E non lamentarti che è già tanto se ti faccio usci…” ricominciò il suo discorso da mamma chioccia, che Mika aveva sentito già altre 3 volte in meno di un’ora.-

- “Non ricordarglielo!! Che mammina Andy mi chiude in camerino, altrimenti!” ridacchiò prima di bere con un sorso e una smorfia schifata.-

Et voilà!
A domenica prossima!
Un bacione, 
Vv

 



 
  
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