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Autore: ale93    02/12/2018    4 recensioni
Skam Italia
Martino/Niccolò
Ore 14:30, 2 dicembre 2018.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Prima che tu mi chieda come ho fatto ad infilarti un biglietto nella tasca del jeans, ti invito a pensare attentamente a come e perché ho avuto tanto accesso ai tuoi vestiti. Ci stai pensando? Benissimo. Anche io. Già mi vedo la tua faccia che si illumina come una lucina di natale davanti a tutti gli altri. Felice di averti fatto fare la seconda (o terza, o quarta, o centesima) figura di merda della giornata.
 
Detto questo, ho bisogno di chiarire due cose fondamentali per me, al momento:
1) lo so che hai rubato la mia sciarpa, ti ho visto infilarla nello zaino, Lupin dei poveri;
2) volevo chiederti… non è che, per caso, hai deciso di buttare quell’antidoto?
Perché devi sapere un paio di cose, penso.

Se volevi usarlo per il virus… è troppo tardi. Siamo gli ultimi due uomini rimasti sulla Terra già da troppo tempo. Tutti gli altri sono spariti da un momento all’altro più o meno quando sono entrato nella sala di registrazione della radio e ho sentito la tua lezione sulla coltivazione di maria. E ti ho guardato al buio, mentre parlavi da solo, che sembravi piccolissimo e grandissimo nello stesso momento in quella felpa enorme che avevi addosso. Per un attimo mi sono chiesto se mi fossi drogato senza saperlo, perché io un rimescolamento di stomaco del genere non lo avevo mai provato. Poi abbiamo parlato e tu avevi sti occhi da Bambi… e là ho capito. È proprio là che il virus ha cominciato a diffondersi e a distruggere tutto quello che pensavo di sapere. Ha fatto marcire ogni pezzetto di certezza, ogni stronzata che mi sembrava importante.
 
L’avrai capito, a questo punto, che non sono una cima e quindi anche se l’istinto mi diceva di fare la cosa giusta e dare il tormento al “ragazzo della radio”, studiarlo, conoscerlo, stargli appresso… la testa mi diceva una marea di altre cose. Poi però l’istinto è stato più forte di tutto, eh, o forse è stata l’idea di non poter girare Roma durante l’apocalisse con te che mi ha ghiacciato le vene. Fatto sta che è arrivata la fine del mondo, quella definitiva. Se è successo ieri sera, o già da prima, non lo so. Comunque, sono certo che quando Cremonini ha iniziato a cantare stava parlando solo con noi due e nessun altro. Che poi… chi ci aveva detto che tutto quello che cercavamo non poteva essere proprio “sul palmo di una mano”? Io, quello che cercavo, l’ho avuto tra le mani e sul petto per tutta notte anche se ho fatto lo stronzo fino a ieri sera, pensa un po’ tu che anima buona mi è capitato di conoscere.
 
Però, se hai ancora una mezza idea di utilizzare quell’antidoto per il mio carattere, le mie contraddizioni, le mie figure di merda, o le mie cadute di stile, non ti posso mica biasimare, ma devi sapere una cosa: io lo so che non sono proprio il compagno perfetto per un’apocalisse bio-terrorista, però qualcosa di buono devo averlo lo stesso. Perché un ragazzo, uno con una faccia da culo bellissima credimi, una faccia che bacerei a tutte le ore, mi ha detto che potrei essere l’uomo della sua vita. Mi sembra una cosa da tenere in considerazione, no?
 
E poi, mio caro Elio, chi voglio prendere in giro. Ho guardato più te che la strada mentre tornavamo in macchina a Bracciano, stamattina. Ho rischiato di rompere la coppa dell’olio con tutte le buche che ho preso. Ne è valsa la pena, comunque, per poterti vedere mentre ti ripulivi il mento dalle briciole di quel cornetto orrendo che ho avuto il coraggio di offrirti (domani te ne porto uno migliore prima di entrare in classe, come minimo). Avevi 'sto sorriso enorme, da un orecchio all'altro, e mi sembrava che fosse tutto per me... mi sa che sto sotto un treno, che dici?
Tutto questo per dire che mi sembra che quell’antidoto non ci serve più, perché anche se non c’è nessun virus e sfortunatamente non potrò portarti a passeggio su una giraffa, ho la sensazione che davvero esistiamo solo noi sulla faccia della Terra, in questo momento. E tutti gli altri ci possono guardare, ci possono pure parlare , possono fare quello che gli pare, ma io non li sento e non li vedo. Proprio non ci riesco. E non me ne potrebbe fregare di meno.
 
Il fatto è che sto scrivendo alle 14.30 di domenica 2 dicembre, abbiamo appena finito di mangiare una pasta al sugo che supera lo schifo della carbonara che ho cucinato a casa mia (solo che io avevo te che mi guardavi fisso le mani e mi stavi a tre centimetri di distanza, Luca non ha nessuna valida scusante) e tu ti sei addormentato a faccia in giù sul divano come se non prendessi sonno da duemila anni. Anche adesso mi sembri piccolo e grande allo stesso tempo e sono indeciso se venire a coprirti o ritagliarmi uno spazio tra te e lo schienale.
 
Gli altri giocano alla play, pensano che io stia scrivendo un tema per domani e non sanno che sono passate esattamente sedici ore e venti minuti dalla fine del mondo.
 
Qualcuno diceva che sarei stato spaventato e che avrei dovuto fermare tutto.
 
E invece cazzo se sono felice.
 
P.S. Tieniti la sciarpa. Io ho preso la tua felpa e non penso la rivedrai mai.

Comunque vada,
n.
 
 
   
 
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