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Autore: _Crys_    02/12/2018    1 recensioni
Il rapporto tra Ezarel e Kazuha non è facile da descrivere: si lanciano di continuo frecciatine velenose, e la ragazza sembra destestarlo, anche per la naturale predisposizione dell'elfo ad irritare chiunque gli capiti a tiro.
Quando saranno però costretti a collaborare, Kazuha deciderà di reagire ai brutti tiri del suo capo...
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezarel, Nevra, Nuovo personaggio
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Distesa sul mio morbido letto, giocavo con una mia ciocca di capelli e riflettevo. Nonostante fossi sfinita, cosa non rara vista la frenetica vita al Q.G., non potevo fare a meno di quel momento ogni sera, in cui mi dedicavo finalmente, solamente a me. Non avrei mai potuto farlo durante il giorno, con Miiko che non smetteva mai di sbraitare, Ykhar che correva avanti e indietro tra la biblioteca e la sala del Cristallo, impartendo missioni a chiunque le capitasse a tiro, e Jamon, osservatore silenzioso pronto a grugnire appena qualcosa sembrava non andare. In quei tanto agognati momenti di solitudine coltivavo i miei pensieri in tranquillità, a volte passeggiando per la camera, altre volte accarezzando il mio piccolo Galorze, unico fedele compagno in quella nuova insensata realtà. Questa volta ero talmente stanca da non riuscire nemmeno a fare quel semplice gesto, così mi limitai a rimanere lì, con gli occhi fissi sul soffitto.
Riflettevo quasi sempre sulle stesse cose: la mia casa, la mia famiglia… il mio mondo. Mi mancava tutto così tanto! A volte mi sembrava addirittura di scorgere tracce di loro qui ad Eldarya, nonostante sapessi benissimo che fosse pressappoco impossibile. E di notte, nella penombra della mia stanza mi sembrava quasi di vedere i loro fantasmi danzare, chiamare il mio nome, dicendomi che anche io, a loro mancavo. E a volte mi veniva da piangere.
Quella volta invece, nemmeno una lacrima solcò il mio viso segnato e stanco.
Mi venne in mente invece una frase che ripeteva spesso un mio professore universitario: “Imparate. Imparate da qualunque parola vi venga pronunciata in faccia e alle spalle. Imparate da ogni situazione in cui vi trovate, da qualunque persona abbiate avanti o accanto. Da tutto si può imparare. Fatelo. Imparate. Scoprite.”
Sul mio volto si disegnò un tenero sorriso. Quel professore aveva sempre avuto modi di fare strampalati, ma era vero quanto diceva… ed io a Eldarya stavo imparando tantissimo.
Le mie elucubrazioni furono interrotte bruscamente da un sommesso “toc toc”. Chiusi gli occhi e sospirai. Se qualcuno alla sera veniva a bussare alla mia porta voleva dire solo una cosa: grane. Grane a non finire. Mi alzai svogliatamente dal letto e andai ad aprire. Avanti ai miei occhi, in tutta la sua bellezza, si manifestò il più bel vampiro della Guardia d’Eel. Nevra.
<< Oh… >> Non mi aspettavo quella visita, per fortuna non mi ero ancora cambiata…
<< Buona sera fanciulla. >> Mi strizzò l’occhio, con il suo solito fare affascinante. Molte ragazze del Q.G. erano rapite dal suo modo di fare, e ammetto che io non facessi poi così tanta eccezione…
<< Ciao Nevra. >> Gli accennai un sorriso. << Mi cercavi? >>
Lui indossò invece uno dei suoi migliori sorrisi. << Si, volevo vederti. >>
Quella frase mi fece uno strano effetto. Di solito la sera Nevra era sempre alla mensa a bere del vino, circondato da uno stuolo di ammiratrici. Come poteva sentire il bisogno di vedere me?
<< Per quale motivo, se posso chiedere? >> Aprii leggermente di più la porta, interessata fin dal principio a qualunque risposta mi avrebbe dato.
<< Beh… negli ultimi giorni non abbiamo passato tanto tempo insieme. Tu ti limiti ad eseguire le missioni giornaliere, e ho pensato che un po’ di relax una volta tanto, non può che farti bene. Verresti dunque a bere qualcosa con me? >>
Beh… non per niente era un gran seduttore. Nonostante mi sentissi fiacca e stanca, in un attimo mi feci passare tutto. << D’accordo. Aspettami qui, mi do una pettinata ed esco. >>
Nevra sogghignò, con evidente compiacimento. << Ti giuro che non mi muoverò di un solo millimetro, Kazuha. >>
Scossi divertita la testa e chiusi la porta, volando allo specchio. Dopo una spazzolata accurata, ed un velo di trucco fui pronta. Tornai da Nevra, ed insieme ci avviammo alla mensa. Ovviamente, non appena feci il mio ingresso al suo fianco fui guardata male dal 70% delle donne presenti, ma non me ne feci un problema; con Nevra funzionava così. Mi fece accomodare ad un tavolo e da vero gentleman, andò a prendere da bere per entrambi.
Mentre lo attendevo, qualcuno si accomodò sgarbatamente al suo posto. Riconobbi immediatamente il suo abbigliamento, i suoi lunghi capelli blu tenuti stretti in un codino. Chiusi istintivamente gli occhi. Non mi andava proprio, di vedere lui. Quel maledetto elfo con la sua presuntuosa faccia da schiaffi. Percepivo già la mia serata relax con Nevra, sfumare inesorabilmente, per colpa del nuovo venuto.
<< Ma salve. >> Esordì Ezarel con il suo solito sorriso finto, che lasciava trasparire l’ennesima beffa in arrivo. Evitai di rispondere, ma effettivamente non mi diede nemmeno il tempo di farlo, poiché sparò subito una delle sue battutine. << Cos’è che ha spinto il lupo ad uscire dalla sua tetra foresta? Procaccia il cibo? O procaccia un fidanzato? >> Quell’ultima velenosa domanda mi diede fastidio più di tutto il resto. << E così ora non sono più la “stupida umana”? Sono un lupo adesso? >> Alzai gli occhi al cielo. << Se ti piace di più essere definita “stupida umana” non hai che da chiedere, mia cara Kazuha. >> Appoggiò il mento sulle sue mani con le dita intrecciate, mentre aveva appoggiato a loro volta i gomiti sul tavolo. << Mi piace di più quando taci, mio caro Ezarel. >> Lo imitai, anche nella posa, sperando di provocare una reazione di stizza, che magari lo avrebbe indotto ad andarsene. Ma Ezarel non era uno che demordeva facilmente… e ammetto che questo lato di lui mi piaceva. Naturalmente però, non l’avrei ammesso nemmeno sotto tortura; si pavoneggiava già troppo per i miei gusti.
Non ottenni tuttavia la reazione sperata; al contrario Ezarel assunse un’espressione estremamente addolorata, portandosi una mano al petto. Potevo già percepire il suo sarcasmo arrivare di gran carriera, scoccato abilmente come una freccia appartenente alla faretra di Robin Hood. << Così ferisci il mio cuore, Kazuha… >> Si spinse improvvisamente in avanti con il collo e la schiena, quanto bastava per intrappolare il mio sguardo. << Perché vuoi farmi questo…? >> Sussurrò con lentezza, mantenendo un tono sofferto, ma con un viso che esprimeva solo ilarità nei miei confronti. Deglutii pensando che mi aveva battuto ancora, ma non volevo dargli la soddisfazione, non in quel modo.
<< Oh, così hai un cuore Ez? E da quando? >> Arrivò sorniona la risposta.
Ma non da me.
Nevra era tornato, tra le mani, due calici di vino rosso.
Ezarel tornò a sedersi in maniera composta e lo salutò con uno smagliante sorriso. Per mia sfortuna, quei due si adoravano.
<< Stavo giusto chiedendo a Kazuha cosa l’avesse spinta ad unirsi alla plebe questa sera, vista la sua principesca indole che la tiene prigioniera nella sua stanza dorata. >> Quella frase mi diede un grande fastidio, ma repressi ogni genere di reazione. Ezarel amava colpire nel profondo con le sue frecciatine, o comunque irritare le persone. E volevo smettere di dargliela vinta.
Nevra nel frattempo si era accomodato, porgendomi il calice di vino. << Forse vuole evitare la peggiore rogna del Q.G. >> Ipotizzò, apparentemente con serietà. << Il tuo ego? >> Propose l’elfo assumendo una finta espressione angelica. << No, alludevo alle tue pessime battute, per l’appunto. >>
Sospirai, e bevvi un sorso di vino. Mi sembrò di essere invisibile, finchè Nevra mi accarezzò delicatamente una spalla. << Mi dispiace che qualcuno abbia rovinato la tua serata relax… >> Feci un cenno col capo in risposta, non prima però che un lieve brivido mi accarezzasse la schiena.
Nel frattempo però osservai Ezarel bere un sorso di idromele. Una goccia scivolò dall’angolo della sua bocca, e lui la catturò abilmente con un dito. Non potei fare a meno di pensare che aveva delle belle labbra…

La serata trascorse in fin dei conti, tranquillamente, con Nevra ed Ezarel che non smettevano di punzecchiarsi a vicenda e, Ezarel in particolare, di punzecchiare me. Quando fu il momento di tornare nelle camere, Nevra si alzò per riaccompagnarmi, mentre Ezarel si limitò a salutarmi con un occhiolino. << A domani, stupida umana. >>
In tutta risposta alzai gli occhi al cielo, e mi limitai a seguire Nevra. Dopo avermi scortata nella mia stanza mi diede un bacio sulla guancia, e si dileguò nell’oscurità del corridoio. Da un lato, la cosa mi fece alquanto strano; Nevra tendeva spesso, per non dire sempre, a fare qualche avances, seppure in maniera elegante ed educata. Quella volta, si limitò a darmi la buona notte.
Una volta tornata a letto, ripresi le mie riflessioni serali. Questa volta però la mente mi presentò pensieri molto diversi dai precedenti, e anche molto contrastanti fra loro. La mia lotta interiore riguardava il dannato elfo. Una parte di me era convinta di avere un certo feeling con lui… un’intesa particolare, seppure smorzata dal suo carattere forse insicuro, che tentava di celare con il muro di sarcasmo che alle volte mi sembrava invalicabile. L’altra parte aveva una voglia matta di strangolarlo a causa della sua continua strafottenza e in alcuni casi, forte antipatia. Non sapevo a quale dei due lati di me dare ascolto, e nel dubbio rimanevo lì, perfettamente nel mezzo, esattamente come la mia idea di lui.
Non riuscii tuttavia a seguire ancora a lungo il filo logico dei miei pensieri, perché mi addormentai dopo pochi minuti.

Quando mi svegliai, era primo mattino. Ricominciava una frenetica giornata al Quartier Generale… mi preparai ad affrontarla con una doccia e la solita colazione offerta molto poco gentilmente da Karuto, che sembrava essere particolarmente di cattivo umore. Mi recai poi alla bacheca, per controllare le missioni che mi erano state assegnate quel giorno. Nel leggere il mio programma mi sfuggì un gemito; dovevo aiutare Ezarel a sistemare il laboratorio di alchimia.
Sapevo già che chiedere a Ykhar di cambiare missione sarebbe stato inutile, così mi trascinai senza molta voglia fino al laboratorio di Alchimia. Ezarel era già lì, intento a trafficare con degli alambicchi. Quando mi vide entrare si disegnò sul suo viso un sorrisetto beffardo. << Oh no… proprio tu dovevi aiutarmi oggi? >>
Presi un gran respiro, per evitare di avere troppa voglia di tirargli un ceffone prim’ancora di aver passato dieci minuti con lui. << Senti Ez… si prospetta una lunga giornata per entrambi, perciò limitati a dirmi cosa devo fare, mh? >>
<< E dove sarebbe il divertimento se facessi così? >> Posò gli alambicchi per avvicinarsi a me. << Per quanto mi riguarda il divertimento non ci sarebbe ugualmente. >> Tagliai corto. << Per cui… cosa devo fare? >>
Ezarel sembrò guardarsi seriamente attorno. << Metti a posto le varie ampolle piene sugli scaffali alti. Ci sono delle etichette che ti faranno capire dove devi posizionare ogni ampolla e perché. Quelle vuote mettile tutte qui sul tavolo. >>
Okay… non mi aspettavo che mollasse così in fretta. Probabilmente c’era sotto qualcosa… si trattava pur sempre di Ezarel. << Allora, ti muovi? >>
<< Si, certo. >> Decisi di approfittare del momento, scattai sull’attenti e presi la scala poggiata accanto alla porta per raggiungere gli scaffali che mi aveva indicato. << Brava schiavetta. >> Ammiccò Ezarel.
Mi uscì un grugnito. Ecco che iniziava la vera tortura… le sue continue battutacce.
Dopo poco più di mezz’ora avevo sistemato tutti gli scaffali alti, e portai le ampolle vuote sul tavolo, esattamente come lui mi aveva chiesto. << Ma che bel lavoro! Potrei persino aumentarti la razione di mezzo maana a settimana! >> Mi schernì Ezarel. << Ne sarei felice. >> Mi sforzai di mostrarmi impassibile. << Ora che faccio? >> Per tutta risposta, Ezarel prese un paio di cesoie da uno dei cassetti e me le consegnò. << Nella stanza qui dietro c’è una serra. Cerca un esemplare adulto di… >> Mi disse un nome che per me era impronunciabile, e quando glielo feci notare mi prese in giro, dandomi dell’ignorante, della stupida e così via. Questa volta mi offesi sul serio e mollai la cesoia sul banco. << Trovatela da solo allora. >> Sibilai prima di avviarmi verso l’uscita. << Hey, frena i cavalli, Kazuha. >> Ezarel mi afferrò per un braccio. << Scusa. Diamine quanto te la prendi facilmente. La pianta che devi cercare ha uno stelo molto spesso e dei grandi fiori rossi, chiusi. Dovresti recidere alla base il fiore più grande, e metterlo in un nuovo vaso per portarmelo qui. Per favore. >> Ero ancora offesa, e quelle parole altro non mi sembravano che di circostanza, ma almeno erano un inizio. << Bene… >> Grugnii riprendendo le cesoie, ed Ezarel riprese il suo ghigno abituale. << Troverai la pianta tra le prime sulla sinistra. Oh, e lo stelo sarà alto circa 25 centimetri, più i 7 di altezza dello stesso fiore. Tutto chiaro? >> Ancora lievemente incredula, annuii. Stavo apprezzando molto il suo nuovo modo di fare, anche se mi sembrava poco da lui.
Mi recai appunto nella serra lì accanto per fare quanto mi aveva chiesto e trovai la pianta dal nome impronunciabile molto facilmente. Mi avvicinai con le cesoie, pronta a recidere lo stelo più grande, ma… i fiori laterali della pianta si aprirono improvvisamente e inaspettatamente, spruzzandomi sul viso un liquido verdognolo dall’odore molto, molto sgradevole. Spiazzata indietreggiai e mollai le cesoie, che caddero sul pavimento della serra producendo un tonfo sordo.
Dietro di me, qualcuno scoppiò in una fragorosa risata. << Oh cavolo, questa è la scena migliore di oggi. Sei davvero uno spasso Kazuha, è fin troppo facile con te! >>
Non riuscivo a credere che mi avesse fregato ancora una volta. Decisi di fare anch’io qualcosa che non si aspettava minimamente, di spiazzarlo. Improvvisamente mi ero schierata da una delle parti proposte dal mio inconscio. << TU! Non sei altro che un maledetto ipocrita, uno stupido pezzo di… >> Mi avvicinai a lui col dito puntato, il viso in fiamme e una voglia irrefrenabile di fare qualcosa che da tempo una parte di me attendeva. Una volta sufficientemente vicino lo afferrai per il tessuto della maglietta. Intanto, lui sorrideva divertito come non mai, felice di aver innescato finalmente una reazione. Peccato, che non si aspettasse ciò che realmente stavo per fare. << Pezzo di…? >> Ridacchiò, con quella sua espressione sprezzante, e il suo viso così vicino che avrei volentieri preso a schiaffi.
<< … di… cuore. >>
Prima che potesse replicare, o anche solo inarcare il sopracciglio, lo tirai con veemenza contro il mio viso, e lo baciai.
Lo sentii ammorbidirsi, fino a ricambiare il mio bacio.
Beh… forse per una volta avevo vinto io.





Angolo autrice:
Salve! ^^
Un po' di tempo fa iniziai a scrivere One Shot su richiesta per alcune guardiane. Questa è la prima che mi fu commissionata!
Come unica indicazione, mi fu chiesto di basarmi sul rapporto di amore/odio tra Ezarel e la guardiana. Non si tratta certo del mio miglior lavoro, ma spero di averlo reso come si deve e di averla accontentata!
Spero inoltre che la storia piaccia anche a voi, e che decidiate di recensirla, mi farebbe davvero tanto piacere! ^^

- Crys
   
 
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